Facciata
"Si erano dichiarati guerra mentre con gli occhi facevano l'amore"
(C. Bukowski)
Malfoy era fermo dietro alla colonna da almeno cinque minuti.
Aveva seguito la Mezzosangue fino al bagno delle ragazze del quarto piano ed ora era costretto a sprecare minuti preziosi del suo tempo ad aspettare che rimanesse sola, così da poterle parlare in privato.
Merlino dovette ascoltare le sue imprecazioni sussurrate a mezza voce, perché nell'arco di pochi secondi, Luna Lovegood e Susan Bones uscirono dal bagno, discutendo pacatamente del compito che il professor Piton aveva assegnato per la settimana successiva.
Ora il bagno delle ragazze era deserto. O meglio, quasi deserto. Malfoy udiva chiaramente il rumore dell'acqua che scorreva; molto probabilmente la Mezzosangue si stava lavando le sue sudicie mani.
Il Serpeverde prese un profondo respiro e uscì dal suo nascondiglio dietro alla colonna, dirigendosi verso la porta del bagno delle ragazze. Una volta all'interno, chiuse l'uscio con un incantesimo e fronteggiò una sconvolta Hermione Granger.
La ragazza aveva le mani che gocciolavano acqua sul pavimento impeccabilmente pulito dagli elfi domestici poche ore prima, aveva i ricci raccolti in uno chignon disordinato e la sua borsa, contenente i libri di scuola, era abbandonata a terra accanto alla porta del bagno.
Si riprese dal momento di confusione piuttosto in fretta e non perse occasione per sfoggiare la sua smorfia più insopportabile, accompagnata dal suo tono di voce fastidiosamente petulante: «Questo è il bagno delle ragazze, Malfoy».
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e la ignorò, facendo un paio di passi verso di lei.
Hermione Granger alzò istantaneamente le mani di fronte a sé, nel tentativo di impedire l'avanzata del ragazzo, e pensò di armarsi di bacchetta, quando ormai era troppo tardi e Malfoy l'aveva già colpita con un Pietrificus Totalus.
Il biondo sorrise trionfale e, ignorando le mani immobilizzate e fastidiosamente bagnate della ragazza contro il suo petto, si sporse verso di lei per baciare le sue labbra calde.
Quel bacio fu a dir poco patetico e Malfoy non riusciva a capacitarsene; ricordava perfettamente com'era stato baciarla due giorni prima e patetico non era l'aggettivo che avrebbe usato per descriverlo.
Con un gemito di frustrazione si allontanò dalla ragazza e si mosse nervosamente per il bagno, prima di tornare indietro e fissare i suoi occhi chiari in quelli della riccia.
«Me ne pentirò», sussurrò a mezza voce, poi, puntando la bacchetta verso la Mezzosangue, la scongelò dalla scomoda posizione in cui l'aveva immobilizzata poco prima.
Non le diede tempo di lamentarsi, insultarlo o colpirlo; precedendo ogni sua mossa sporgendosi nuovamente su di lei e baciandola.
Le mani di Hermione, ancora bagnate, si strinsero intorno ai vestiti che coprivano le spalle del suo assalitore, prima di spostarsi verso l'alto e afferrare numerose ciocche color biondo platino, che strinsero con forza, intenzionate a fargli male.
Malfoy costrinse la ragazza ad aprire la bocca, esplorandone l'interno con la lingua esperta e decisa, ignorando le fredde gocce d'acqua che scivolavano lungo la sua nuca, provocandogli brividi di desiderio.
Malgrado tutto, a Hermione, quel contatto indesiderato, piacque. Ripensò a due sere prima e al loro precedente bacio, poi ricordò di essersi data piacere pensando proprio a lui e quel pensiero la fece inorridire (così come era inorridita per due giorni ogni volta che l'aveva visto a lezione o l'aveva scorto durante i pasti o lungo i corridoi del castello).
La Mezzosangue tentò di allontanarsi, ma il biondo non glielo permise, avvolgendola in un abbraccio che assomigliava più a un placcaggio, per impedirle di sfuggire al suo dolce assalto.
Malfoy finalmente provò qualcosa a quel contatto, non il vuoto che aveva sentito assaggiando quelle labbra poco prima, quando la ragazza era vittima del suo incantesimo.
Il fuoco e l'adrenalina che gli scorrevano nelle vene in quel momento erano proprio quello di cui aveva bisogno; una copia imperfetta, ma altrettanto impetuosa, di ciò che aveva provato baciandola la prima volta, circa 40 ore prima.
Per quanto fosse piacevole però, era scomodo baciarla; la Mezzosangue non voleva saperne di stare ferma e continuava a dimenarsi e a colpirlo al petto con i pugni chiusi, nel tentativo di liberarsi dalla sua stretta.
Malfoy fu costretto a interrompere il bacio e allontanarsi di un paio di passi quando si rese conto che la riccia era sul punto di colpirlo al basso ventre.
La prima reazione che ebbe Hermione, una volta liberata, fu di alzare il braccio e provare a colpire il biondo su quel suo viso fastidiosamente perfetto, desiderosa di cancellargli quel sorrisetto compiaciuto dalle labbra.
Malfoy ebbe però la prontezza di bloccarle il polso, impedendole di colpirlo.
Rimasero immobili a fissarsi per qualche secondo.
«Sei impazzito, Malfoy?», sibilò lei, gli occhi colmi di rabbia e le labbra arricciate in una smorfia schifata.
Il Serpeverde strinse maggiormente la stretta intorno al suo polso, facendole male per due secondi buoni, poi lasciò la presa.
Era tutta una facciata.
Quando Malfoy se ne rese conto, iniziò a ridere in modo isterico.
Alla Granger quel bacio era piaciuto quando era piaciuto a lui, Draco ne era certo.
La Mezzosangue si nascondeva dietro a quello sguardo colmo di ribrezzo, quelle labbra arricciate, ma quegli occhi scuri brillavano in modo folle, quasi quando quelli chiari di lui.
Quando riuscì a smettere di ridere, le disse: «Bugiarda».
La Granger spalancò gli occhi: «Come scusa?», chiese, con un finto tono pacato, lo sguardo colmo di rabbia, le mani che si chiudevano a pugno, pronte a colpire il volto pallido e arrogante poco distante dal suo.
«Ho detto», sussurrò lui, avvicinando la bocca a quella di lei: «Bugiarda».
La mano di Hermione scattò, schiaffeggiando la guancia bianca del ragazzo.
Malfoy si coprì la parte offesa, nascondendo il rossore che iniziava a diffondersi sulla sua pelle pallida: «Non pensavo fossi così brava a recitare».
Hermione sapeva perfettamente a cosa si stava riferendo il Serpeverde, ma non aveva intenzione di dargli la soddisfazione di vederla cedere, di vederla abbandonare il suo copione.
Lei doveva essere oltraggiata, doveva mostrarsi ferita e schifata. Era quello che ci si sarebbe aspettati da lei, era quello che lei avrebbe dovuto provare.
Ma non era così. Perché non era così?
La Granger recuperò la sua borsa da terra e fuggì, abbandonando il bagno delle ragazze di corsa.
Malfoy, per la seconda volta nell'arco di pochi giorni, vide la stessa ragazza fuggire subito dopo averla baciata; i capelli ricci indomabili, il mantello che ne nascondeva l'armonia delle fattezze, le labbra che le tremavano per un ribrezzo che non provava veramente.
Il Serpeverde si appoggiò con entrambe le mani al lavandino più vicino, osservando con triste rassegnazione la sua guancia rubizza.
Doveva concederglielo, la Granger sapeva come fargli male e non solo da un punto di vista fisico.
Tutto quello che poteva fare era continuare a tormentarla come se nulla fosse successo, tornare a interpretare il suo ruolo all'interno della trama della vita che era stata decisa per lui dal suo nome e dal suo sangue.
Non sarebbe stato difficile; ma anche lui poteva essere un bravo attore e glielo avrebbe dimostrato.
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Ciao a tutti!
Eccovi il nuovo capitolo, fresco fresco di scrittura! Spero che vi sia piaciuto e che abbiate tempo e voglia di lasciarmi un commento per dirmi la vostra opinione :)
Un bacio,
LazySoul_EFP
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