Caos in biblioteca



Pansy Parkinson stava sfogliando Strega Moderna, con evidente disappunto di Madama Pince, la quale continuava a gettare occhiate storte verso la giovane Serpeverde, che aveva osato invadere il suo regno di saggezza e cultura con una rivista di gossip e moda.

Blaise Zabini, seduto di fronte a Pansy, fingeva di leggere un libro che aveva preso a caso dallo scaffale più vicino, mentre osservava — a pochi tavoli di distanza — Hermione Granger e Draco Malfoy che condividevano un banco in biblioteca.

«Hai il libro al contrario», gli fece notare Pansy in un sussurro, osservando il volto assorto del moro oltre il margine della rivista.

«Sono abbastanza certo che si stiano scambiando biglietti», rispose il ragazzo con un filo di voce, sporgendo il busto in avanti con aria cospiratoria.

Pansy, annoiata dall'articolo di gossip che stava leggendo, si sporse a sua volta col busto.

«Le sta facendo piedino sotto il banco».

Pansy trattenne a stento una risata: «Scandaloso», sussurrò, ottenendo un'occhiata di rimprovero dall'amico.

«Considerando di chi stiamo parlando, sì, lo è», la fece riflettere Zabini, sollevando gli occhi al cielo.

Pansy approfittò della loro vicinanza per girare il libro che Blaise fingeva di leggere, mettendoglielo dritto. Nello spostamento d'aria sentì chiaramente l'odore nauseante di muffa del libro mescolarsi alla pregiata e conturbante eau de cologne del moro e un brivido di piacere le percorse la schiena.

Tornò a sedersi composta, nascondendo il rossore sulle sue guance dietro alla rivista.

«La Granger è arrossita», mormorò Blaise, sbarrando leggermente gli occhi: «Dobbiamo recuperare quel bigliettino, Pan, costi quello che costi».

«E come pensi di fare?», chiese lei, continuando a rimanere col viso coperto dalle pagine di Strega Moderna. Era talmente assorta dai suoi pensieri e dai suoi tentativi di nascondere il suo imbarazzo, che non si era nemmeno resa conto del nomignolo utilizzato da Zabini.

«Dobbiamo creare un diversivo», rifletté il moro, studiando i banchi intorno a loro e i volti assorti nello studio dei loro occupanti.

«Oppure potremmo andarcene», suggerì la ragazza, voltando le pagine, alla ricerca di un articolo interessante da leggere.

Zabini si chiese se con un semplice "Accio", detto nel momento giusto, potesse attirare a sé quel bigliettino, sul quale Hermione stava vergando proprio in quel momento una risposta.

Pansy smise di girare le pagine della rivista, quando lesse a caratteri svolazzanti: "Come confessare la propria attrazione in cinque semplici passi".

La Serpeverde aveva trovato l'articolo giusto.

«Pan, forse ho un'idea...», disse il moro, posando il libro sul banco.

Madama Pince sollevò lo sguardo affilato, individuando senza problemi i due Serpeverde che stavano testando ampiamente la sua pazienza. Si alzò e si diresse verso di loro, decisa a scacciarli.

Pansy nel frattempo stava divorando con gli occhi l'articolo, non sentendo le parole che gli stava dicendo Zabini.

«... allora, ci stai?»

La ragazza annuì distrattamente.

L'istante dopo un topo le saltò sulla rivista, facendola urlare per lo spavento, mentre si scostava dal banco con un gesto brusco, che fece cadere rumorosamente a terra la sedia su cui era seduta.

Blaise Zabini, orgoglioso dell'incantesimo ben riuscito, finse di inseguire il topo con la bacchetta spiegata, pronto a catturarlo. Si trovò, in pochi passi, vicino al banco condiviso da Malfoy e la Granger, i quali fissavano la scena con occhi allucinati.

Senza che se ne rendessero conto, appoggiandosi al loro tavolo per qualche secondo, strinse tra le dita il bigliettino, infilandoselo poco dopo in tasca.

Nei minuti che seguirono l'accaduto, Madama Pince si improvvisò cacciatrice di animali, rincorrendo il topo tra gli scaffali e i tavoli, mentre Blaise, sorridendo da orecchio a orecchio, sospingeva delicatamente Pansy fuori dalla biblioteca.

«Non pensavo fossi così brava a recitare», si congratulò Zabini, una volta che lui e la compagna di casa si trovarono abbastanza lontani dalla biblioteca.

«Recitare?», chiese in un sussurrò la ragazza, ancora tremante per lo spavento: «Di cosa stai parlando?»

«Del piano», disse Zabini, sorridendo ampiamente, estraendo dalla tasca il bigliettino che aveva rubato in modo così magistrale.

«Quel ratto faceva parte del piano?», chiese con tono alterato la ragazza.

«Sì, ho usato l'incantesimo "Snufflifors" per trasformare il libro in topo, così da poter rubare questo», disse entusiasta, mettendo sotto il naso dell'amica il biglietto.

«Io ti uccido», disse con tono mortalmente pacato la ragazza, estraendo dalla tasca la bacchetta.

Il ragazzo sollevò gli occhi al cielo, per nulla preoccupato o impressionato dalla minaccia dell'amica, e aprì il biglietto con le mani che gli tremavano leggermente per l'emozione.


"Penso che Zabini ci stia osservando".

"Zabini è peggio di una pettegola di paese, si starà chiedendo dove sono scomparso ieri sera, intorno alle dieci... ricordi?"

"Ricordo il tuo smalto nero".


«Tutto qui?!», si lamentò il ragazzo, rosso in viso per la rabbia.

Pansy gli rubò il biglietto dalle dita per leggere a sua volta le poche righe.

«Tu mi hai lanciato contro un ratto per questo?», chiese la ragazza, la voce che le si inaspriva mentre scandiva parola per parola: «Inizia pure a correre, Zabini, ti concedo dieci secondi di vantaggio».

«Eh, dai, Pan, non fare così!», la pregò il ragazzo, cercando si avvicinarsi per abbracciare la Serpeverde.

«Dieci», iniziò a contare la ragazza, allontanando il moro con uno spintone: «Nove»

Zabini sbuffò, mettendosi in ginocchio di fronte alla ragazza, circondandole le gambe con le braccia.

La ragazza avvampò, sentendo il volto di Blaise premere contro il suo ventre.

«Perdonami, Pan, non lo farò mai più, lo giuro».

La Parkinson si liberò con gesti bruschi dalla stretta del ragazzo e, con le guance roventi per l'imbarazzo, si sistemò la gonna e il maglione della divisa.

«Allora, Pan, mi perdoni?», chiese Zabini, ancora in ginocchio, le mani giunte in segno di preghiera.

Pansy, senza dire niente, si allontanò lungo il corridoio, diretta verso la sala comune Serpeverde; il cuore in petto che le batteva forte e il volto in fiamme per il turbamento, provocato dal gesto impulsivo del moro.

«Mi sono anche messo in ginocchio!», le urlò dietro Zabini, alzandosi e pulendosi con una smorfia la polvere dai pantaloni scuri.

L'unica risposta che ottenne fu un dito medio.


***

Ciao a tutt*!

Lo so, questo capitolo non è propriamente incentrato sui nostri protagonisti, spero di avervi comunque strappato un sorriso e che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa ne pensate :)

Sono l'unica a trovare Pansy e Blaise adorabilmente buffi insieme?

Spero di aggiornare di nuovo questo weekend, vi terrò aggiornati su Instragram, come al solito!

Un bacio,

LazySoul_EFP

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