Bagno dei Prefetti
Ciao a tutt*!
Per farmi perdonare delle mie continue sparizioni ho deciso di dedicare l'inizio di questo capitolo a due personaggi che (a quanto leggo dai vostri commenti) amate e odiate allo stesso tempo. Non vi preoccupate, il capitolo nella seconda parte tornerà a incentrarsi sui nostri protagonisti ;)
Buona lettura!
Blaise Zabini stava sfogliando la "Rivista dello Studente" - progetto giornalistico approvato da Silente - e ad ogni poche parole lette, scuoteva il capo con aria contrita.
«Povera Katie», sospirò, sistemandosi meglio sulla poltrona della sala comune Serpeverde che preferiva.
Pansy Parkinson, seduta poco distante, sollevò gli occhi al cielo: «Ma se non ci hai mai parlato».
«E con questo cosa vorresti dire?», s'indispettì Zabini, piegando l'edizione speciale del giornale per poter osservare l'espressione dell'amica: «Non ho bisogno di conoscere una persona per dispiacermi delle sue sventure. Questa si chiama empatia».
«Se lo dici tu», borbottò la Parkinson, tornando a stendere la seconda mano di smalto nero sulle sue unghie maniacalmente perfette: «Sai dov'è Draco? É tutto il giorno che non si fa vedere...»
«Da quello che ricordo, doveva scontare una punizione con la McGranitt», disse Zabini, pensieroso.
«É tutto il giorno che non si fa vedere. Non è possibile che la punizione della McGranitt sia durata tanto», ragionò a voce alta Pansy, soffiando leggermente sulle unghie recentemente smaltate.
«Magari la Granger è andata a far la pace con lui dopo la nostra breve conversazione e ora lo sta tenendo occupato», suggerì il moro, sfoggiando un sorriso malizioso.
Pansy sospirò e chiuse brevemente gli occhi: «Ancora non ci credo che sei andato a parlare con quell'odiosa per cercare di farli tornare insieme».
«La Granger non è odiosa!» disse Zabini, senza pensarci, pentendosene subito dopo, quando Pansy smise di soffiare sulle unghie per spostare lo sguardo su di lui.
«Come definiresti allora il modo petulante e borioso con cui cerca sempre di farsi notare in classe dai professori? O quell'aria da saputella che sfoggia con orgoglio, guardando tutti dall'alto in basso?»
«Insicurezza?»
La Parkinson sollevò un sopracciglio e scosse brevemente il capo: «Insicurezza? Anche fosse, non cambia il fatto che sia odiosa».
«Scommetto dieci galeoni che torneranno insieme entro due giorni, ci stai?», propose Zabini.
La mora sorrise e senza distogliere lo sguardo dalle unghie annuì: «Ci sto».
Blaise con un'espressione compiaciuta annuì brevemente, perso a studiare il viso concentrato dell'amica: quella ruga che le si formava in fronte quando era assorta, le labbra leggermente imbronciate e quel modo adorabile in cui arricciava il naso...
«Cos'hai da guardare?», chiese lei, sulla difensiva, incrociando lo sguardo del moro.
Lui abbassò lo sguardo, aprì nuovamente la rivista e tornò a leggere l'articolo su Katie Bell, alzando quella sottile barriera di carta tra di loro.
Pansy tornò a guardarsi le unghie, questa volta con un sorriso imbarazzato sulle labbra e le dita che le tremavano appena.
***
Quando, entrando nel Bagno dei Prefetti, Malfoy notò una divisa Grifondoro malamente piegata nell'anticamera (che fungeva da spogliatoio prima di accedere alla vasca) un sorriso tirato gli comparve in volto.
Non si poteva propriamente dire che avesse voglia di vedere quel tonto di Weasley o quel santarellino di Potter, ma l'idea di lanciare qualche frecciatina e magari insultare un po' qualcuno, non gli dispiaceva.
Aveva passato ore in punizione, per poi passarne altre chiuso nella Stanza delle Necessità a fare tentativi su tentativi per riparare l'armadio svanitore.
Si era volutamente isolato perché non si sentiva abbastanza stabile, da un punto di vista emotivo.
In mezzo ad altre persone avrebbe dovuto fingere di essere completamente estraneo a quanto accaduto a Katie Bell, avrebbe dovuto sembrare innocente, avrebbe dovuto fingere di non essere lui il motivo per cui Katie Bell era stata trasferita d'urgenza al San Mungo; e non era certo di esserne in grado.
Entrò nel bagno senza spogliarsi, con la sua tipica boria e un sorrisetto sprezzante sulle labbra.
Il candeliere illuminava la stanza pervasa da una leggera nebbiolina dovuta all'umidità.
Gli occhi di Malfoy si abituarono velocemente al nuovo ambiente e scandagliarono la vasca incassata al centro del pavimento per cercarne l'occupante.
Le labbra del Serpeverde si socchiusero leggermente, quando, invece dei capelli rossi di Peldicarota, vide la chioma scura della Granger fluttuare nell'acqua colma di bolle colorate e densa schiuma.
Provò il forte impulso di fare dietrofront e scappare, allontanandosi così dalla visione tentatrice che gli si presentava a pochi metri di distanza, ma, per sua sfortuna, la ragazza si accorse di non essere sola e con un gesto fulmineo si voltò verso di lui.
Rimasero a scrutarsi per pochi secondi; lui incerto su cosa dire o fare, lei imbarazzata di trovarsi nuda e coperta da misera schiuma a pochi passi dal ragazzo che desiderava ancora.
«Malfoy, non hai notato i miei abiti nell'anticamera? O è tua abitudine entrare e interrompere i bagni altrui?», disse lei, sollevando un sopracciglio inquisitore.
Malfoy provò quasi piacere nel sentire la voce fastidiosamente petulante della ragazza: «Certe cose non cambieranno mai», disse, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Erano giorni che non si sentiva più così vivo, gli sembrava quasi di respirare meglio, e il pensiero che tutto ciò fosse dovuto alla presenza dell'insopportabile So-tutto-io Granger gli provocava un fastidioso nodo alla gola.
All'improvviso il senso di colpa per quanto successo a Katie Bell sembrava essere evaporato nel nulla, come se non fosse mai esistito.
«Ti manco, Granger?»
Le guance di Hermione avvamparono per l'indignazione e l'imbarazzo: «Nei tuoi sogni, furetto».
Un sorriso amaro inasprì il viso di Malfoy: «Cosa ne puoi sapere tu dei miei sogni, Granger?»
Hermione si ritrovò a corto di parole, all'improvviso il ragazzo le appariva fragile e delicato come una statua di vetro.
«Cosa ne puoi sapere tu di quello che mi manca, Malfoy?»
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, poi Hermione distolse lo sguardo.
Malfoy avrebbe voluto avere la stessa forza della ragazza, che a pochi passi da lui, stava facendo di tutto pur di non lasciar trapelare alcun tipo di sentimento; ma non ce l'aveva.
Seguendo l'istinto, si mosse verso di lei, accorciando le distanze.
Hermione non si mosse, fissandolo da sotto le ciglia nere con un misto di timore e sorpresa.
«Touché», mormorò il ragazzo, togliendosi con movimenti fluidi e veloci le scarpe.
Prima che Hermione potesse realizzare quello che stava succedendo, Malfoy si era già tuffato in acqua, completamente vestito.
Riemerse a pochi centimetri da lei, i capelli imbiancati di schiuma e gli occhi colmi di quella che alla ragazza sembrava follia pura.
La Granger indietreggiò, incrociando le braccia al petto per coprirsi i seni: «Cosa pensi di fare, Malfoy?»
«Il bagno, non si vede?», rispose lui con nonchalance, sfilandosi in modo impacciato la camicia zuppa che aderiva completamente al suo torso.
«Sei il solito maleducato arrogante, non potevi aspettare il tuo turno?»
Hermione, indispettita dal comportamento del ragazzo, si diresse verso il bordo della piscina, decisa a mettere più spazio possibile tra di loro.
Per quanto le mancassero le attenzioni del biondo, sapeva che non doveva cedere in tentazione, non di nuovo, non quando era ad un passo dal levarselo completamente dalla testa.
«Perché avrei dovuto aspettare il mio turno, quando potevo approfittare della tua compagnia?»
Hermione fermò la sua avanzata verso il bordo piscina; non sarebbe fuggita, non quella volta.
Si voltò verso il ragazzo con espressione risoluta: «Pensavo che non fossi più interessato alla mia compagnia, Malfoy».
Il Serpeverde fece un paio di bracciate verso di lei; gli occhi che non la perdevano di vista, pronti a studiare ogni minimo dettaglio della ragazza.
«Lo pensavo anche io, ma mi sbagliavo», ammise il ragazzo, sfiorando con le dita la pelle morbida della spalla della Grifondoro.
Hermione non oppose resistenza e rimase semplicemente a studiare assorta i movimenti del biondo. Aveva molte domande che avrebbe voluto porgli, ma non riuscì a formularne nemmeno una, perché quando le labbra di Draco si posano sulle sue, le dimenticò tutte.
Fu un riscoprirsi stranamente dolce, loro, che fino alla settimana prima non avevano nemmeno pensato che ci si potesse baciare con tale delicatezza, si ritrovarono a condividere un bacio che si sarebbe potuto definire addirittura tenero.
Le braccia di Hermione si strinsero intorno al collo di Draco, mentre quelle di lui avvolgevano la vita della ragazza.
Così vicini, cuore contro cuore, ritrovarono entrambi la pace che a lungo avevano agognato in quei giorni di lontananza.
Quando le labbra si separarono con un schiocco, nessuno dei due parlò, rimasero semplicemente a guardarsi per qualche secondo.
L'istante dopo, la pace venne sostituita da una brama incontrollata: gesti convulsi, baci febbricitanti e membra avviluppate.
Bastarono quattro parole, pronunciate da Hermione, per rovinare il momento: «Non abbiamo il preservativo».
Malfoy imprecò a mezza voce, appoggiando la fronte contro quella della Granger: «Cosa proponi?»
«Cosa intendi?», chiese la ragazza, approfittando dell'istante di tregua per riprendere fiato.
«Spostiamo la festa nella Stanza delle Necessità?», suggerì il biondo, mordendole con delicatezza il labbro inferiore.
Hermione scosse la testa, scostandosi e dirigendosi verso il bordo piscina: «Ho un impegno».
«Impegno?», chiese il ragazzo, seguendola.
La Granger uscì dalla piscina, dirigendosi verso la pila di asciugamani poco distante, avvolgendosene uno intorno al corpo.
«Sì, Malfoy, un impegno», ripetè Hermione, mentre recuperava la bacchetta, che aveva lasciato lì vicino.
«Domani sera?», chiese il ragazzo, appoggiando le braccia sul bordo della vasca.
Hermione sembrò pensarci per qualche secondo, poi scosse la testa, lanciando gocce d'acqua tutt'intorno: «Domani sera no, sarò in biblioteca. Dopodomani?»
«Mi stai punendo, Granger?»
Hermione lo osservò allibita, prima di scoppiare a ridere: «No, Malfoy, non ti sto punendo, ti sto dicendo le cose come stanno. Se non hai impegni possiamo vederci dopodomani, altrimenti possiamo fare un altro giorno».
«Dopodomani va bene», disse il ragazzo, uscendo a sua volta dalla piscina.
«Stanza delle Necessità alle sei?», s'informò la ragazza utilizzando un semplice incantesimo per asciugarsi i capelli.
«Sì».
«Non mancare, Malfoy», disse la ragazza dirigendosi verso la porta che dava sull'anticamera: «Non ti darò un'altra possibilità».
La Grifondoro se ne andò, lasciando il Serpeverde solo, ancora fradicio, vicino al bordo vasca.
Malfoy si portò una mano tra i capelli, sospirando.
Non era sicuro che riavvicinarsi alla Granger fosse la scelta più saggia da fare, non quando lei era l'amichetta di Potter e lui il figlio di un Mangiamorte, eppure in quel momento non gli importava.
Sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe dovuto tagliare ogni rapporto con la Granger, quando le differenze tra di loro sarebbero diventate insormontabili, ma in quel momento poteva ancora godere della sua compagnia in segreto ed era deciso ad approfittarne.
***
Ri-ciao!
Come state? Spero che la quarantena non vi stia facendo impazzire troppo (non quanto me, almeno 🙈)!
Non sono soddisfatta al 100% di questo capitolo, l'ho riscritto almeno quattro volte in questi giorni. Ho paura che il loro avvicinamento sia troppo forzato, voi cosa ne pensate?
La prima parte con Blaise e Pansy vi è piaciuta? Se la risposta è sì, potrei inserire altre scene simili in futuro, personalmente quei due mi fanno morire 😂
Vi auguro una buona domenica!
Un bacio,
LazySoul_EFP
P.s. Per chi fosse interessato mi potete trovare anche su Instagram, sempre con il nome lazysoul_efp!
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