Anti-Dolore


Hermione Granger stava percorrendo il corridoio del primo piano per la ronda serale, quando il rumore di una risata, proveniente da una delle aule, la fece bloccare sul posto.

In quanto Prefetto non poteva esimersi dal controllare chi fosse lo studente che stava trasgredendo le regole quindi, sistemando la spilla in bella vista sul suo petto, cercò di capire da quale aula fosse giunta quella risata.

Stava per entrare nell'aula di Babbanologia, quando un rumore dall'aula di Storia della Magia la fece tornare sui suoi passi.

Draco Malfoy era dietro la cattedra, dove solitamente si trovava il professor Ruf, e stava sfogliando un tomo particolarmente impolverato.

Pansy Parkinson era seduta su un banco e faceva dondolare le gambe, mentre Blaise Zabini, di fronte a lei, le stava raccontando chissà quale storia con tono concitato.

«Cosa sta succedendo qui? Dovreste essere nel vostro dormitorio», disse Hermione, fulminando gli occupanti dell'aula con uno sguardo colmo di rimprovero.

Avrebbe voluto essere totalmente indifferente, ma non lo era: il suo cuore batteva forte e la sua mente non poteva fare altro che tornare a poche ore prima, alla Stanza delle Necessità...

«Buonasera, Granger. A cosa dobbiamo il piacere?», chiese Malfoy, sorridendole in modo affabile.

Zabini interruppe il suo racconto e la Parkinson smise di dondolare le gambe, guardando la nuova arrivata con noia mal celata.

«Il corpifuoco è passato da un pezzo, dovreste...», s'interruppe quando si rese conto che c'era qualcosa che non le quadrava.

Osservò con attenzione i visi dei tre ragazzi e muovendo alcuni passi verso di loro, si rese conto delle pupille più dilatate del normale e degli sguardi assenti e allucinati. Non le ci volle molto per capire che dovevano essere drogati.

«Cosa avete preso?», chiese, guardandoli con sorpresa e biasimo.

«Ne vuoi anche tu, Granger?», domandò Malfoy, alzandosi dal suo posto a sedere e circumnavigando la cattedra in modo da trovarsi più vicino alla riccia: «Forse c'è rimasto ancora qualcosa. Pansy?»

La Serpeverde controllò il contenuto delle sue tasche e tirò fuori una boccetta, dentro alla quale sembravano esserci ancora poche gocce di uno strano liquido argentato.

«Ma quella è...?», iniziò la Grifondoro, prima di esser interrotta dalla mano di Malfoy sulla bocca.

«Sssh, smettila di fare la saccente», mormorò, sorridendole: «Non ti hanno mai detto che sei fastidiosa quando fai cosi?», le sussurrò all'orecchio.

«Malfoy, cosa fai?!», gli chiese la riccia, scostandolo bruscamente. Si sentiva le guance in fiamme e le mani le tremavano leggermente, si odiava per il modo in cui il suo corpo reagiva ogni volta che lui le si avvicinava.

Pansy scese dal banco e, afferrata la mano di Blaise, si diresse verso la porta, trascinando con sé il moro: «Vi lasciamo soli».

Prima che Hermione potesse dire qualcosa erano già scomparsi oltre la porta, rimase per qualche secondo con la bocca socchiusa in cerca di qualcosa da dire.

«Sembri un pesce», disse Malfoy, ridendo di gusto: «Oh, Pansy ha dimenticato l'Anti-Dolore», aggiunse, dirigendosi verso la boccetta abbandonata sul bordo del banco.

«Dove l'avete presa?», chiese Hermione, anche se intuiva già quale sarebbe stata la risposta.

«Infermeria», mormorò il Serpeverde, rigirandosi tra le mani la boccetta: «Non c'eri a cena».

La Grifondoro guardò stupita il biondo: «Non avevo fame».

Malfoy ammirava affascinato la luce che s'infrangeva contro il vetro della boccetta semi vuota: «Ne vuoi? Secondo me ti farebbe bene», propose alla riccia, sollevando infine lo sguardo sulla ragazza.

Hermione scosse la testa: «No, grazie».

Malfoy annuì e posò la boccetta sul banco, prima di tornare a guardare la Grifondoro: «Vuoi mettermi in castigo, Granger?», sporse le mani, scoprendo i polsi: «Ammanettarmi?»

Il modo in cui lo disse fece intuire a Hermione che la stesse prendendo in giro: «Non c'è da scherzare, Malfoy. Hai rubato dalle scorte di Madama Chips e sei fuori dal tuo dormitorio dopo il coprifuoco!»

«Vorrei ricordarti che sono anche io un Prefetto, ho come te la possibilità di girare la sera per controllare che non ci sia nessuno per i corridoi», disse, ghignando furbescamente.

«E, fammi indovinare: hai rubato l'Anti-Dolore perché non ti sentivi bene», disse lei, sollevando gli occhi al cielo.

«Esatto», disse Malfoy, avvicinandosi alla Grifondoro: «Ho sofferto molto quando non ti ho vista in Sala Grande a cena».

«Perché mai?», chiese Hermione, indietreggiando, avrebbe voluto suonare sarcastica, ma il suo tono di voce era fin troppo serio.

«Perché rendi la quotidianità meno monotona», rispose, raggiungendola con un paio di falcate.

Senza lasciarle il tempo di allontanarsi le posò le mani sulle spalle, lasciandogliele scorrere lungo le braccia.

Stava per afferrarle le mani, quando la ragazza si scostò, mettendo qualche centimetro tra di loro: «Vai a dormire, Malfoy».

Hermione stava per uscire dalla stanza, ma le parole del Serpeverde la bloccarono: «Quando smetterai di fuggire?»

«Non sto fuggendo, devo finire la ronda serale».

«É solo una scusa», disse Malfoy, avvicinandosi nuovamente a lei: «Di cosa hai paura?»

Hermione provò un forte senso di déjà vu e abbassò lo sguardo.

«Granger?»

«Devo andare».

«Tu mi piaci, Granger, e so di piacerti», spezzò il silenzio Malfoy, poggiando nuovamente le mani sulle spalle di lei: «E so che vorrei passare altri pomeriggi insieme a te nella Stanza delle Necessità perché oggi è stato bello, ma non mi è bastato».

Hermione sorrise: «Sei drogato, Furetto, non sai quello che dici».

«So perfettamente quello che sto dicendo!», esclamò lui, prendendole il viso tra le mani: «Sto dicendo che voglio fare ancora sesso con te e sto aspettando che tu mi dica cosa vuoi».

Hermione si lasciò andare.

Abbassò ancora una volta le difese che con tanta fatica aveva innalzato nel corso degli anni e lasciò che le dita di Malfoy danzassero con dolcezza sul suo volto arrossato dall'emozione.

Avrebbe voluto avere la forza necessaria per non lasciarsi abbindolare da quelle parole, indotte sicuramente dalla droga, ma il suo cuore tremava nel suo petto, colmo di un sentimento nuovo che non aveva mai provato per il Serpeverde che le stava di fronte: fiducia.

«Va bene», disse semplicemente, sporgendosi per poggiare le sue labbra su quelle di lui.

Suggellò con un bacio fin troppo dolce quella strana tregua e si lasciò brevemente cullare tra le braccia di Malfoy.

Poi un miagolio oltre la porta la fece gelare sul posto.

«Cosa c'è Mrs. Purr? Hai sentito qualcosa?»

Senza perdere tempo nascose Malfoy dietro alla porta sussurrandogli di andare nei suoi dormitori appena la strada fosse stata sgombra, successivamente uscì in corridoio affrontando il custode.
«Buonasera Gazza, sono di ronda e stavo controllando che non ci fosse nessuno nell'aula, non volevo allarmarla», disse, usando il suo tono di voce più composto e maturo.

Il custode borbottò qualcosa, ma non indagò oltre e si allontanò lungo il corridoio.

Hermione sospirò di sollievo e con un sorriso sulle labbra si diresse verso le scale, decisa a finire al più presto la ronda, così da poter andare finalmente a dormire.

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Un bacio,
LazySoul_EFP

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