capitolo 1: un inizio sbagliato

Stavo dormendo nel mio letto, immersa nella comodità e dai miei fantomatici sogni, quando una luce leggermente fastidiosa mi colpì in faccia. Aprii gli occhi scoprendo che la luce proveniva dalla finestra, maledicendola mentalmente per aver interrotto il mio sonnellino.
<<Buongiorno>>
Disse una voce roca riportandomi alla realtà. In piedi vicino alla finestra situava un ragazzo sui 18 anni, sicuramente era stato lui ha far entrare la luce nella mia stanza. Era alto e robusto, i capelli tenuti corti e mossi partendo da un viola scuro finendo su un bel lilla, i suoi occhi erano bicolori , uno  giallo uno rosso. Aveva indosso dei pantaloni bianchi aderenti che mettevano in risalto i muscoli delle gambe, una camicia nera accompagnata da una cravatta gialla, sopra di esse c'era una giacca dello stesso colore dei pantaloni con una scollatura a V. Ricordava una strana uniforme scolastica. Era sicuramente un bel ragazzo ma come ci era finito in camera mia.
X:<<Come stai Y/N?>> domandò.
Era un'ottima domanda, come stavo? mi sentivo fisicamente bene, ma la mia mente era un po' annebbiata, inoltre mille domande mi sorgevano spontanee mentre riflettevo sulla risposta. La più importante era sul come poteva sapere il mio nome nonostante io non l'abbia mai visto prima d'ora? Il mio lungo silenzio fece capire al ragazzo che c'era qualcosa che non andava poiché mi rivolse nuovamente la parola
X: <<Immagino che tu non ricordi nulla di ciò che è successo ieri...>>. 
Arrossi, pensai a cosa potevo aver combinato il giorno precedente per ridurmi in questo stato, mi ero ubriacata? mi avevano drogato? Ma la realtà dei fatti e che io non ricordavo proprio nulla. Ma non solo del giorno precedente ma in generale, non avevo un briciolo di ricordo. Il ragazzo mi fissava, probabilmente feci qualche faccia strana poiché la sua risposta fu'
X: << ehy, non farti idee strane! Siamo fratelli più nello specifico gemelli>>
Y/N:  <<c-cosa? Ma perchè non mi ricordo di te allora?>>.
Provai a sforzare un po' di più la mente, ma nemmeno il mio nome ne uscii fuori.
Y/N: << I-io non ricordo nulla.. com'è possibile?>> X: <<Mhm... non ti ricordi di nessun incidente vero?>>.
faci di no con la testa.
X:<< Iniziamo dal principio, mi chiamo Kyoko Suzuki tu invece ti chiami Y/N Suzuki, abbiamo 18 anni e sei rimasta vittima di un incidente automobilistico. Dovevamo iniziare l'ultimo anno scolastico in questa città, se ti domandi il perchè semplicemente siamo riusciti a vincere una borsa di studio che ci permette di studiare in una classe più tranquilla e con lezioni più avanzate. I medici hanno detto che ora come ora tu stai bene e che pertanto hai la possibilità di iniziare l'anno scolastico senza perdite di lezioni. Perciò preparati, siamo fortunati che oggi sia il primo giorno di scuola>>
Mi alzai dal letto per andarmi a vestire mentre Kyoko se ne va dalla mia stanza. I miei vestiti non erano poi cosi diversi dai suoi, avevo anch'io una camicia nera e una cravatta gialla, la giacca bianca aveva le tipiche maniche a kimono, mentre la gonna aveva due strati, quella sotto era svasata e nera mentre l'altra era a palloncino bianca, avevo delle calze nere che mi arrivavano sopra il ginocchio, per finire dei stivaletti bianchi. Scesi giù dando un occhiata in giro, la casa non sembrava grande, ma per due persone probabilmente era enorme. Andai in cucina dove mangiai in compagnia di mio fratello.
Kyo: <<Mi sono dimenticato di farti alcune premesse, la prima cosa importante e che tu stia lontana da chiunque, stai sempre vicino a me, evitiamo di creare problemi, hai una situazione molto delicata e qualcuno potrebbe approfittarne >>.
Annuii, non sapevo cosa potesse aspettarmi, e sicuramente era intelligente seguire chi sembrava volermi bene. Si alzò per darmi un bacio sulla guancia, ma il suo gesto fu interrotto dal citofono della casa. Mi alzai per andare ad aprire alla porta, un ragazzo più basso di Kyoko si presentò davanti a me. I suoi capelli erano spettinati, medio corti e lisci di color verde acqua, i suoi occhi erano invece rosa, indossava un paio di pantaloni beige insieme ad un gilet dello stesso colore, sotto il gilet aveva una camicia bianca. La differenza delle nostre divise mi fece capire che non frequentavamo lo stesso corso, dunque chi era questo ragazzo?




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