Capitolo 1 Gli ultimi giorni di scuola
Era una bellissima giornata di sole a Tokyo, dove tutto sembrava fiorire.
Tuttavia, mentre tutti si sentivano tranquilli, da una stradina del quartiere, Takeshi Goda stava camminando con rabbia.
Aveva passato una giornata tremenda.
Sua madre l'aveva appena rimproverato e sapendo di averla delusa di nuovo non riusciva a darsi tregua.
Dall'altro lato della strada, come di consuetudine, vide il volto di un bambino sorridente.
Un bambino tremendamente fastidioso, deboluccio e gracilento
Un bambino, che solo a guardarlo, gli suscitava più invidia di un riccone che ha appena vinto alla lotteria...
<<Ciao Gian!>>
Lo salutò il bambino, avvicinandosi e Gian lo guardò con rabbia.
<<Cosa vuoi?! Vedi che non ho proprio tempo da perdere con gli idioti!! Quindi se vuoi dirmi qualcosa dimmela subito!!!>>
Esclamò Gian e Nobita sbiancò, indietreggiando un po'.
<<Volevo solo salutarti...oggi... è una bella giornata...>>
Bisbigliò Nobita, un po' in ansia nel sapere la sua sorte.
<<NON MI INTERESSA!>>
Esclamò Gian, tremante, ma non riusciva proprio a picchiarlo.
Nobita chiuse gli occhi, terrorizzato, ma appena scoprì che non lo stava picchiando li riaprì lentamente e lo vide tremare.
<<G-Gian...>>
Bisbigliò, scioccato ed intenerito, ma la situazione peggiorò appena lo vide scoppiare a piangere.
<<G-Gian?! .... Che...che hai?...>>
Gli chiese preoccupato e Gian si portò una mano sul viso.
<<......>>
Tremando un pochino Nobita gli accarezzò il braccio e Gian si calmò un pochino.
Nessuno l'aveva mai accarezzato prima d'ora, in realtà non importava proprio a nessuno del suo stato d'animo.
Così, appena Nobita decise improvvisamente di abbracciarlo, Gian aprì gli occhi scioccato.
<<.... Perché mi abbracci?...>>
Chiese Gian, tremando, ma Nobita lo accarezzò.
Di solito accarezzava così sua cugina piccola quando piangeva, non si sarebbe mai aspettato di accarezzare un ragazzone grande e grosso come lui.
In realtà non si aspettava proprio che avrebbe mai consolato Gian in questo modo.
Gian chiuse gli occhi e lo stringe piangendo.
<<.......vuoi...parlarne con qualcuno di quello che è successo?...>>
Chiese Nobita, accarezzandolo, ma Gian decise di rifiutare con il silenzio.
<<Guarda che...ti fa bene sfogarti... Se hai bisogno...io sono qui, ok?>>
Chiese Nobita, ma Gian continuò a non parlare.
Era ancora scioccato, non si aspettava un simile comportamento da Nobita.
Di solito lui stesso l'avrebbe spinto via e picchiato, ma stavolta...
Nobita era riuscito a calmare la sua ira.
Così dopo molto che Nobita lo abbracciava Gian abbassò lo sguardo e d'un fiato disse:
<<La mia mamma...>>
<<La tua mamma? Che è successo con la tua mamma?>>
Chiese Nobita senza staccarsi dall'abbraccio neanche un secondo.
<<L-la...l-la mia mamma...
Mi ha detto che sono una delusione...
Ha scoperto che picchio spesso i miei amici...
Dice che non vuole un teppista in casa!...>>
Esclamò piangendo e Nobita allora si fece serio e sciolse l'abbraccio un secondo.
<<Hey... Gian? Ascoltami... La tua mamma, te l'ha detto perché ti vuole bene...
Capisci?
Non->>
Gian si asciugò in fretta le lacrime, tremando come una foglia e parlandogli di sopra.
Non aveva intenzione di sentire altro, così decise di urlargli e respingere l'unica persona a cui realmente importava qualcosa di lui.
<<N-non...NON MI ADDOLCIRE!!!
SMETTILA!!!!
IO NON SONO DOLCE!!
NON SONO DEBOLE!!!>>
Urlò Gian e lo spinse con forza, facendolo cadere a terra, andandosene.
<<Ahi!>>
Esclamò Nobita, massaggiandosi la schiena e si alzò con rabbia.
<<GIAN?! NON PUOI IGNORARE IL PROBLEMA COME NIENTE FOSSE!!!>>
Urlò Nobita, mentre Gian se ne andava.
<<GIAN?!
E VA BENE! RESTA SOLO! NON MI IMPORTA!!>>
Esclamò Nobita, cambiando strada, parecchio arrabbiato quanto preoccupato.
Passarono i giorni e Gian era spesso nervoso e arrabbiato con sé stesso.
Continuava a ripensare a come si è comportato con Nobita, sentendosi ancora in imbarazzo e tremendamente debole.
Così ricominciò a picchiare gli altri bambini, tranne Nobita.
1 mese dopo
Stava finendo la quinta elementare ormai ed era l'ultimo giorno di scuola.
Nobita e Gian non si parlavano proprio, ma non era una questione di mancanza di affetto, era una questione di orgoglio.
Nobita era arrabbiato e preoccupato allo stesso tempo, perché Gian l'ha spinto e gli ha urlato.
Gian era arrabbiato con sé stesso perché si è mostrato "debole" con Nobita e si vergogna.
Così nacque un piccolo muro in classe.
Nonostante gli sguardi, che a loro insaputa, continuavano a darsi.
Suono della campanella
Era finita un'altra giornata di scuola, l'ultima per l'esattezza di quest'anno e tutti i bambini della classe si riunirono in una festicciola.
Ad iniziare il discorso d'addio fu Dekisugi, che con fierezza si alzò e prese il microfono.
<<Questi cinque anni con voi sono stati fantastici.
Tra progetti e compiti a casa siamo sempre riusciti a starci vicino.
Vorrei fare i complimenti a tutti e che possiate passare le scuole medie con la stessa grinta.
A noi!>>
Esclamò Dekisugi con un succo di frutta in mano.
La prossima ad alzarsi fu Shizuka Minimoto che sorrise con allegria e disse:
<<Io vorrei solo dire che la vostra amicizia è speciale e mi mancherete molto.
Io... purtroppo dovrò andare a studiare molto lontano, ma sono sicura che avremo modo di vederci.>>
Il prossimo a parlare fu Nobita, poiché tutti stavano dicendo un loro pensiero al riguardo.
<<Abbiamo parlato tutti di farci gli auguri ma nessuno ha parlato di ansia e paura.
Quindi io spero che nessuno di noi avrà paura dei professori o delle interrogazioni>>
Disse Nobita, posando il microfono e passandolo timidamente a Gian.
Gian sospirò e si alzò.
<<Io...non ho nulla da dire.>>
Mentì Gian, passando il microfono a Suneo.
<<Anch'io come Shizuka dovrò studiare lontano, però...io andrò all'estero.
Spero con il cuore che potrò rivedervi e... Ho un pensiero per tutti>>
Disse Suneo e tutti rimasero sorpresi, mentre iniziava a distribuire dei piccoli pacchettini pieno di dolci.
<<Sono solo dei dolci italiani questi, niente di speciale>>
Disse Suneo, mentre tutti guardavano i dolci con l'acquolina in bocca.
<<Grazie Suneo!>>
Esclamarono tutti e Suneo sorrise.
Dopo l'ultima riunione insieme, Dekisugi salutò con la mano, Shizuka abbracciò ai suoi amici più stretti, Nobita stava salutando anche lui con la mano...e Gian...
<<Suneo?... Mi mancherai tantissimo...>>
Disse Gian abbassando lo sguardo.
<<Che tu Gian>>
Disse Suneo e lo abbracciò.
Nobita guardò la scena, intenerito, aveva ancora in testa Gian.
Appena tutti se ne stavano andando e Gian era inosservato andò da Nobita.
Nobita sobbalzò un secondo dalla sorpresa.
<<Gian?...>>
Fiatò e Gian gli sorride dandogli tutte le cose che gli aveva rubato.
<<Oh...grazie...>>
Fiatò Nobita e Gian lo guardò negli occhi.
<<Sai...quando mi hai detto...
"Resta solo non mi importa" , mi ha fatto male e ...ho ripensato ogni giorno a tutte le cattiverie che ti ho fatto...>>
Disse Gian con lo sguardo basso e Nobita rimase per un po' in silenzio, non sapendo cosa dirgli.
<<Volevo chiederti scusa...>>
Disse Gian e Nobita annuì, guardandolo negli occhi.
<<Va bene...non fa niente...>>
Disse Nobita e Gian lo tirò in un abbraccio, stringendolo.
<<Non ti maltratterò più...>>
Sussurrò Gian e Nobita sentì un brivido lungo la schiena, diventando rossissimo e non riuscendo a muoversi.
Il cuore gli batteva all'impazzata, era finito con la testa poggiata sul suo petto e poteva sentire il suo odore.
Iniziò a pensare che Gian aveva un odore bellissimo, ma cercò di togliersi quel pensiero dalla testa, mordendosi il labbro e chiedendosi cosa gli stesse succedendo.
Quello che sembrò a Nobita un'eternità in realtà erano pochi secondi e Gian si staccò.
<<.....>>
Nobita non riuscì a dire una sola parola, era diventato rossissimo e lo guardava con gli occhi che luccicavano abbastanza.
<<Adesso vado a casa e... Spero che ci rivedremo presto...>>
Disse Gian con lo sguardo basso e Nobita restò un po' giù.
<<Perché speri?...>>
Chiese Nobita e Gian lo guardò negli occhi.
<<Mia mamma...vuole spostare il negozio...>>
Nobita rimase spiazzato dalla rivelazione e sentì come se il cuore gli fosse andato in frantumi.
Non si era sentito così quando aveva sentito lo stesso di Shizuka e Suneo, ma con Gian...
Era ben diverso...
Gian, anche se non lo ammetterà mai, tra i suoi amici di scuola è quello a cui è più affezionato.
<<T-te ...t-te ne vai?...>>
Chiese Nobita, dispiaciuto dalla cosa e cercando di trattenere le sue lacrime.
Non doveva piangere...
Non doveva assolutamente.
<<Purtroppo si... Mi dispiace Nobita e...scusa se in questi giorni non ti sono stato vicino...>>
Disse Gian con lo sguardo basso e Nobita lo guardò con le labbra schiuse, domandandosi cosa stesse succedendo veramente.
Perché stavano facendo così?
Perché suonava tristemente d'addio per sempre?
Ma soprattutto... Perché Gian si sta scusando?
Queste erano tutte le domande che passavano per la mente di Nobita.
Sembravano quasi...una coppia per come stavano ragionando e il solo pensiero fece arrossire Nobita.
"Ma cosa mi prende? Che ho?..."
Si chiese Nobita, non riuscendo a comprendere i suoi pensieri, che considerava assurdi.
<<.... perché ti scusi?...>>
Gli chiese Nobita con un luccichio agli occhi.
<<Perché tu sei il mio migliore amico...>>
Disse Gian e il cuore di Nobita iniziò a battere forte come un tamburo.
Così si prese coraggio e lo abbracciò di nuovo.
<<Ora però...dobbiamo andare a casa Gian... È tardi...>>
Disse Nobita con la testa poggiata sulla sua spalla e sentendosi tremendamente a disagio a causa delle sue emozioni e del suo odore.
<<Si...dobbiamo...>>
Disse Gian e lo staccò da sé, guardandolo negli occhi.
<<...c-ciao...>>
Disse Gian, andandosene, non comprendendo neppure lui perché all'improvviso avesse balbettato.
Non sarà che i suoi occhi...gli fanno uno strano effetto?
Gian si massaggiò le tempie, cercando di fermare quei pensieri.
<<Ciao...>>
Sussurrò Nobita, guardandolo andare via e sentendosi tremendamente triste.
Così scoprirò e tornò a casa.
<<Sono tornato!>>
Esclamò, andando di sopra, con uno sguardo perso.
<<Ciao Nobita!>>
Esclamò Doraemon, sorridente, ma poi vide il suo sguardo cupo e si preoccupò.
<<Che è successo? Perché hai quella faccia giù di morale?>>
Chiese Doraemon, alzandosi e poggiando il libro a terra.
<<Gian se ne va...>>
Disse Nobita con lo sguardo basso.
<<Oh... è...per questo? Ma anche Shizuka e Suneo se ne vanno!>>
Esclamò Doraemon, confuso e Nobita continuò a tenere lo sguardo basso.
<<Non mi interessa se se ne vanno loro>>
Disse Nobita e Doraemon iniziò a riflettere annuendo, poi spalancò gli occhi.
<<E-EH? I-in...in che senso Nobita?!>>
Chiese Doraemon scioccato, vedendo Nobita poggiare la testa sul cuscino, sdraiandosi a terra d'un fianco.
<<Nel senso che...non mi interessa di Shizuka e Suneo...
O meglio loro sono...>>
Cercò di parlare ma poi arrossì, pensando:
"Loro sono semplici amici... Gian è...Gian è Gian..."
Il suo rossore e la sua pausa la diceva lunga su come stava, ma Doraemon non capì.
<<Loro sono, come?>>
Chiese il robot, confuso, alzando un sopracciglio.
<<Loro sono amici normali... Io e Gian abbiamo un legame un po' diverso...>>
Disse Nobita, rosso, con sguardo basso.
<<Aah...beh sì...questo è vero...>>
Disse Doraemon e Nobita fece un sorrisino strano.
<<...In qualche modo...
nonostante il bullismo...
Lui c'è sempre stato...
Mi ha sempre voluto bene...>>
Disse Nobita e Doraemon rimase perplesso dal suo sguardo.
<<Beh...si...>>
<<Che dire...Shizuka era... Una ragazza che si, era amica mia, ma giocavo con lei ogni tanto.
Suneo mi sta un po' antipatico, ma gli voglio bene.
Gian invece ha sempre cercato di rinforzarmi.
Ha sbagliato i modi, ma...
Ci ha sempre tenuto a me...
Lo so dall'asilo... Quando mi ha recuperato lo zainetto...>>
Disse Nobita, facendo ancora quel sorriso perso e Doraemon rimase ancora perplesso.
<<Ah...certo>>
<<E poi...a lui piace vero giocare con me ...io lo so...
Oggi mi ha detto che sono il suo migliore amico, sai?>>
Chiese Nobita ridacchiando e Doraemon gli fece un sorrisino.
<<Tutti siamo i tuoi migliori amici, ti vogliamo bene, lo sai.
Non pensare mai il contrario>>
Disse Doraemon sorridente, ma Nobita annuì con sguardo rivolto al vuoto e gli occhi socchiusi, mentre faceva un sorrisino strano.
<<Penso che dormirò...>>
Disse Nobita e Doraemon sbuffò e rispose:
<<E quando mai? Sei un pigrone tu!>>
Continua...
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