Wind in my hair, I was there, I remember it all too well

Rose

-Perché ci stai mettendo così tanto?- Daniel accanto a me preme perché io apra quella dannata scatola. È davvero tanto facile per lui?

-Non stiamo parlando di un regalo di Natale o cose del genere. Ti rendi conto che, qui dentro, potrebbe esserci la ragione per cui Albus è scomparso?-

-Anche per quale motivo è stato ucciso, per questo è essenziale che tu faccia questa cosa adesso. Credevo che volessi aiutarmi, che volessi scoprire almeno quanto me chi gli ha fatto una cosa del genere-

-È così- mormoro, percorrendo gli intarsi della scatola con i polpastrelli. -Ma per me è difficile. Ne sono successe talmente tante...-

-Rose, ti prego, niente vittimismo-

-Non avevo alcuna intenzione di mettermi al centro dell'attenzione, se è questo a cui alludi-

-Ed io non voglio litigare con te. Quindi apri questa dannata scatola e scopriamo chi ha fatto fuori il mio migliore amico, ho un paio di conti in sospeso da sistemare-

-Va bene, ma tu smettila di parlare come un gangster mafioso. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno, in questo momento, è un ulteriore spargimento di sangue- inserisco la chiave nella serratura e la faccio scattare. Sollevo delicatamente il coperchio ma, quel che trovo al suo interno, mi lascia a bocca aperta.

A dispetto di ciò che potessimo pensare, lo scrigno è stracolmo di foto mie e di Albus, di bigliettini o di post it che io gli mandavo quando ancora stavamo insieme.

-Questo sì che è un colpo di scena-

-Lui mi amava, mi amava tantissimo- con le dita che ancora tremano, afferrò una delle immagini. Ritrae me ed Albus in un giorno come gli altri, con me che avvolgo le braccia intorno al suo collo e rido e i suoi occhi azzurrissimi che bucano la foto.

-Aveva uno strano modo per dimostrartelo- incenerisco Daniel con lo sguardo. Perché fa delle battute del genere, se lui è tanto felice con Skyler. Non lo capisco. Dice una cosa, ma poi si comporta in tutt'altro modo. E, soprattutto, continua a lasciarmi in preda ai leoni a scuola. -E comunque, niente di tutto ciò può aiutarci-

-Ne sei proprio sicuro?- estraggo da lì il vecchio cellulare di Albus, rigirandomelo tra le mani.

-Bingo- esclama Daniel, afferrandolo subito dopo. -E non è finita qui, a quanto pare oggi è la nostra giornata fortunata- pesca dalla scatola una provetta, al cui interno vi si trova un fluido argenteo. -Sai cos'è questa? Soluzione argentea-

-Non credevo avesse davvero questo colore-

-Siamo più scontati di quel che pensi Rosebelle- caccia immediatamente l'oggetto nella tasca dei pantaloni e sospira.

-Ecco perché non riuscivano a rintracciarlo, il cellulare era qui dentro-

-Prendo io anche questo- afferra l'iPhone e prova ad accenderlo, inutilmente.

-Devi caricarlo, è spento da quattro mesi-

-Hai i suoi codici?-

-No, anche quando provavo a guardagli i messaggi io non ci riuscivo- arrossisco immediatamente per quel che ho detto, non è una delle cose di cui vado più fiera.

-Devo aver sentito male-

-No invece- giocherello con le mie dita, visibilmente imbarazzata. -Quando siamo ritornati insieme la prima volta, non mi fidavo di lui, e cercavo di controllarlo, ma la sua password non era né la mia data di nascita né il giorno in cui ci siamo messi insieme-

-Non credi di essere un po' presuntuosa?-

-Con che codice si sblocca il tuo telefono, Daniel?- il ragazzo gonfia le guance e distoglie lo sguardo. Non ero sicura che fosse ancora la mia data di nascita invece, dalla sua reazione, credo che sia ancora così. -Ma, a parte questo, ho provato anche con la data di nascita di Alec, niente-

-A quanto pare il nostro Albus ci nascondeva più cose di quante pensassimo- scuoto la testa. Come abbiamo fatto a non accorgerci di niente? Eravamo davvero così tanto presi dalle nostre cose, dai nostri pensieri, da non poterci fermare un attimo per notare se avesse bisogno del nostro aiuto? -Comunque, non struggerti più. Penserò a tutto io, tranquilla-

-Ogni volta che dici così, ti cacci sempre nei casini e, irrimediabilmente, trascini anche me con te-

-Imprevisti dell'essere legati con un filo rosso- si stringe nelle spalle. A volte penso che si sia spezzato, o forse allentato. Ma non lo dico mai a voce alta, per paura che possa diventare realtà. -Rose, sei troppo stressata ultimamente, ed io sto iniziando a preoccuparmi-

-Abbiamo appena scoperto che hanno fatto fuori Albus in uno dei modi più atroci possibili, come pensi che io riesca a mantenere la calma?-

-Non puoi, questo lo so. Ma hai avuto un comportamento talmente strano... senza contare l'incidente e tutto. Se dovessi perdere anche te...-

-Non accadrà, tranquillo- eppure, in fondo, nemmeno io ne sono tanto convinta. Mi ritrovo in una condizione che vacilla, in cui non riesco a capire chi sono o cosa debba farne della mia vita. Se mi dovessero chiedere 'Chi è Rose Greyson?' non avrei la più pallida idea di cosa rispondere. Ed è talmente triste come cosa, perché vivo con Rose Greyson da sedici anni, e dovrei conoscerla come le mie tasche. Invece, quando mi guardo allo specchio, mi ritrovo davanti ad un involucro vuoto che sembra non appartenermi per niente.

-Voglio solo essere sicuro- a quel punto, si avvicina e mi schiocca un bacio sulla fronte. -Mi chiamerai, se dovesse sopraggiungerti qualche altro brutto pensiero?-

-Assolutamente no. Va' dalla tua ragazza e fa' il fidanzato modello, prima che decida di eliminarmi dalla faccia della terra. Fino ad ora, tutte le donne della tua vita mi hanno odiato o minacciato di morte-

-Forse perché hanno capito quanto tu fossi importante per me- sospiro rumorosamente. Odio questa sensazione di infelicità e impotenza quando sto accanto a lui, odio trovarmi in questa situazione.
-Va'a casa Daniel, prima che io dica cose non appropriate. Hai una ragazza, ed io non sono quel tipo di persona che si mette in mezzo alle relazioni per farle finire- ma una parte di me vorrebbe davvero esserlo perché giuro, e che il cielo mi protegga, io sono follemente innamorata di Daniel Manson.
🌹🌹🌹🌹🌹

-Rosebelle Greyson. È un nome delizioso, non lo avevo mai sentito prima d'ora-

-È l'unione di quelli dei miei genitori- mormoro, guardandomi intorno. Mi sento un leone in gabbia.

-Allora tesorino, sai per quale motivo ti trovi qui?-

-Perché Albus StCloud è stato ucciso in un modo orrendo e quindi la scuola, proprio come ogni telefilm americano che si rispetti, ha chiamato uno psicologo per farci elaborare il lutto-

-Sei molto perspicace- giuro che, se dice la frase 'sei più intelligente dei tuoi amici' mando a fuoco qualcosa. E posso farlo, ci riesco benissimo con la forza del pensiero, l'altro giorno ho rischiato di incenerire l'albero che abbiamo in giardino.
-Da quel che ho potuto sentire in giro, tu ed Albus stavate insieme, quindi per te deve essere stato un po' più difficile-

-Come lo è stato per Daisy, e per Chris, e per Daniel, e per Audrey, e per Diana, ovviamente-

-Ho già parlato con loro fiorellino, adesso voglio sapere cosa ne pensi tu- punta il suo dito con l'unghia laccata di rosa verso di me.

-Vuole sapere che cosa ne penso? Che tutto questo faccia schifo. La gente piange nei corridoi e salta le elezioni perché è troppo scioccata per poter fare altro, quando solo pochi di loro conoscevano davvero Albus. Albus era un raggio di sole, anche se nascondeva più segreti di tutti. Era lunatico a volte, e andava in panico quando qualcosa non andava come aveva pianificato. Era competitivo, oh se lo era, riusciva a trasformare ogni cosa in una gara. Albus mi ha ferita, mi ha ferita davvero tanto eppure, quando stavamo insieme, io ero felice. Aveva questa innata capacità di farti sentire speciale, di farti sentire come se fossi al posto giusto. Aveva quegli occhi così blu che si illuminavano ogni volta che sorrideva. Tutte le persone che, adesso, lo stanno piangendo, non conoscono molte cose di lui. Non sanno di quante volte litigasse con Daniel, ma di come avesse sempre bisogno di lui. Non sanno che era lui che, quando Alec piangeva, si alzava lui per farlo smettere. Non sanno che, qualche volta, quando guardavamo un film che a lui non piaceva, si addormentava con la testa sulle mie gambe e col dito che gli sfiorava le labbra rosee. Non sanno di quella sua stupida fissazione di dover essere per forza perfetto, di dover essere il cavaliere senza macchia e senza paura che salvava tutto e tutti. Non sono riuscita a fargli capire che non ce ne fosse assolutamente bisogno. Ho fallito, ho fallito in pieno, e di questo mi pentirò per sempre- potevo fare qualcosa, potevo davvero farla. Ma ero troppo impegnata a prendermela con lui per tutta la storia di Diana, e a correre dietro alle belle parole di Daniel. E se avessi sbagliato ogni cosa? E se fosse stato lui quello giusto?

-Quindi Albus e Daniel Manson erano ancora amici? Perché c'è chi dice che tu abbia avuto una storia con entrambi-

-Non credevo che una psicologa scolastica ascoltasse le voci di corridoio- mi ritrovo a scorticare il bracciolo della sedia, sempre più nervosa. In questo momento, mi sento come in quel libro che mi ha regalato Daniel quando mi ha comunicato che si era messo con Skyler. Proprio come Hannah Baker, mi sto trovando in una situazione senza uscita, messa alla gogna per qualcosa che non ho fatto. È tutta colpa di una società ancora prettamente maschilista che condanna una donna se è indecisa tra due uomini, ma che elogia quest'ultimi quando se ne fanno una diversa ogni sera.

-Ti sto solo riportando quello che ho sentito in giro, non ti sto affatto giudicando-

-Oh invece sì- strizzo un paio di volte le palpebre, è come se sentissi i suoi pensieri, forte e chiaro. -Pensa che sia davvero una cattiva persona ad essermi messa in mezzo a due migliori amici e che, probabilmente, tutto questo è dovuto alla perdita di mio padre in tenera età. Mi lasci dire che non è così. Non ho mai tradito Albus con Daniel, non sono mai stata con quest'ultimo e non ho mai spinto affinché entrambi entrassero in competizione per me. Purtroppo è successo, ma io ho sempre cercato di aggiustare i rapporti e di tenere tutto insieme- mi porto una mano alla testa, mi duole parecchio. Riesco davvero a sentire quel che pensa, non era una mia impressione. Dio mio, come fa Daniel? E' una sensazione orrenda.
-Hai molta rabbia depressa, ti firmo un'autorizzazione per poter tornare a casa- prende il blocchetto ed inizia a scriverci su. Di solito sarei contro tutto questo, non si deve scappare dai propri problemi, l'ho imparato sulla mia pelle ma, ormai, meno tempo passo in questo covo di vipere, meglio sto. -Torna pure a parlare con me quando vuoi-

-Certo- mi alzo e isso la tracolla sulle spalle. -Arrivederci- saluto, mentre le mie dita si avvolgono intorno al pomello della porta.

Mi ritrovo nel corridoio della scuola, qualche ragazza mi guarda e sussurra e, se riesco a concentrarmi, posso chiaramente sentire quello che stanno pensando, e non mi piace per niente.

-Ehi Greyson!- mi volto, Daniel corre verso la mia direzione. -Sei appena uscita dalla strizza cervelli-

-Già, un'altra persona che pensa che io sia una poco di buono, te l'ho detto che dovrei cucirmi una A scarlatta sulle magliette-

-Non aveva il diritto di definirti in alcun modo, possiamo andare dalla preside e farla sospendere- caccia le mani in tasca. I capelli sono spettinati e il viso è fin troppo rilassato. Sta andando tutto talmente bene per lui, riesce sempre a cadere in piedi. Mi vieni quasi più facile, adesso, capire Albus e la sua rabbia perenne.

-Poi le dovrei spiegare che le ho letto nel pensiero, il che sarebbe un problema abbastanza grande- corruga la fronte, mentre io mi dirigo verso l'uscita.

-Mi stai dicendo che...-

-Ne scopro uno ogni giorno. Però non è come il tuo. Riesco a leggere nella mente solo di chi voglio, il che è un gran sollievo, anche se ancora non riesco a controllarlo bene-

-Beh vedila sotto questo punto di vista, almeno ti risparmi un gran mal di testa- ridacchia, passandosi una mano tra i capelli. -Ti hanno dato il permesso di uscire?-

-Sì, a quanto pare sono un soggetto instabile- gli mostro il foglietto dove troneggiano quelle parole. Assurdo, ho ricevuto più appellativi nell'ultimo mese, che in sedici anni di vita. Quanto era bello essere invisibili.

-Dove hai intenzione di andare?-

-Di certo non a casa, o mia madre mi costringerebbe a sederci a tavolino e a parlare dei nostri sentimenti-

-Il che non sarebbe male, stai reprimendo ogni cosa-

-Smettetela di ripeterlo- borbotto, incrociando le braccia al petto. –E' tutto sotto controllo-

-Rose non hai pianto una lacrima per Albus-

-Il funerale è oggi pomeriggio-

-Sai benissimo a cosa mi sto riferendo. Frignavi per qualsiasi cosa, anche quando ti urlavamo contro e, adesso che lui non c'è più, sei rimasta fredda come un pezzo di ghiaccio, e questo mi preoccupa. Ti è capitato qualcosa quando lui è scomparso, non so esattamente cosa ti sia scattato in testa, ma non sei più la stessa. È come se vi avessi perso entrambi quella sera-

-Sono andata via con Albus- mormoro, con gli occhi che mi bruciano per le troppe lacrime versate durante gli ultimi giorni. -Adesso vado, devo trovare un posto dove nascondermi fino a un'ora prima del funerale. Dopo di esso mi chiuderò in camera, così mia madre eviterà di psicanalizzarmi ulteriormente. Vuole mandarmi da uno strizza cervelli-

-Credevo che già ci andassi quando eri a San Francisco-

-È così, ma questo non vuol dire che ci voglia ritornare di nuovo-

-Dove hai intenzione di andare adesso?-

-Mi hai già fatto questa domanda-

-Lo so, ma tu non mi hai risposto, mi hai semplicemente detto che non vuoi tornare a casa perché c'è tua madre-

-Non ne ho la più pallida idea... penso che mi limiterò a girare per la città senza una meta apparente-

-Vengo con te- afferma. Riduco gli occhi a due fessure. Il punto di stare da sola era quello di stare senza di lui, il più lontano possibile.

-Perché?-

-Perché non mi piace l'idea di saperti a gironzolare per la città da sola dopo tutto quello che ti è successo, senza contare che non riesci ancora a muoverti bene con quei cosi- sospiro, le stampelle non sono ancora il mio forte.

-In genere protesterei, ma sono davvero esausta-

-Bisogna saper riconoscere il momento in cui si devono abbassare le difese e chiedere semplicemente aiuto- ci incamminiamo insieme verso l'uscita. Per fortuna sono quasi tutti in classe, così non rischio di trovare qualche altra sorpresina sul mio armadietto.

-Io vorrei soltanto dormire, però non ci riesco perché ho continui...-

-...attacchi di panico. Lo so, lo sento ogni notte, solo che non hai lasciato più la finestra aperta, e scommetto che hai chiesto a Daisy di fare un incantesimo affinché io non possa aprirla-

-È okay, non c'è bisogno che tu accorra ogni volta che le cose vanno male-

-Ripeto, non capisco...-

-Daniel...- mi massaggio la testa con il braccio buono. -Niente pensieri e niente discussioni oggi, ti prego-

-E va bene- caccia le mani in tasca ed estrae la chiave. I fari della sua auto si illuminano, ed io sussulto.

-Non sapevo che fossi venuto con la macchina. In genere preferisci la moto perché ti dà un senso di libertà-

-È cosi, ma non posso ancora portarti su Jessie- apre lo sportello della Range Rover e mi aiuta a sedermi.

-Quindi mi stai dicendo che hai rinunciato a lei per me? Perché io ho avuto l'incidente e, quindi, non posso salirci?-

-A quanto pare...che cattiva persona che è Daniel Manson, vero?-

-È proprio un ragazzo senza cuore, lo odio tantissimo- abbasso lo sguardo, incapace di nascondere un sorriso,

-Lo conoscevo anche io. Era un ragazzo duro, uno di quelli che odiano tutti e che ce l'ha sempre con il mondo. Aveva una brutta situazione a casa, i suoi genitori litigavano sempre, e lui aveva un gran brutto caratteraccio-

-E poi che è successo?- sghignazza, ed inforca gli occhiali da sole.

-Ha conosciuto questa ragazza, veniva da San Francisco. Era una rompiscatole, so-tutto-io, ma anche tanto buona. Si era messa in testa di volerlo aiutare, ma lui non faceva altro che mettersi nei casini. E poi si innamorò-

-Credo di conoscere questa storia- appoggio la testa contro il finestrino, socchiudendo le palpebre.

-Era una ragazza più grande, e portò solo guai. Ma Daniel Manson aveva il suo personale angelo custode, e riuscì a cavarsela anche questa volta-

-Avevi dei grandi amici, o almeno, così si diceva in giro-

-Erano un bel gruppo. Albus StCloud era il suo migliore amico, nonostante entrassero sempre in competizione-

-Si volevano un mucchio di bene- Daniel abbassa lo sguardo, le labbra appena curvate.

-Il problema era che erano innamorati entrambi della stessa ragazza, e hanno combinato un casino dopo l'altro-

-Non era niente di speciale, penso che, ad un certo punto, si fossero anche stancati di lei-

-No, questo mai. Lei era speciale. Nonostante Daniel Manson avesse un carattere abbastanza discutibile, era riuscita a farle capire qualcosa, e lui era cambiato per amore suo-

-Ma non glielo aveva mai detto-

-Non ce n'era bisogno, avrebbe preso una pallottola per lei, il problema è che lei si fidava di lui, e non aveva assolutamente fiducia in se stessa-

-Hai pienamente ragione- mormoro, scuotendo il capo. -Non sarebbe successo niente, se io non mi fossi comportata come un'idiota quale sono sempre e fossi andata da Seth. Però ti prego, smettiamola di parlare in terza persona, è abbastanza sdolcinata come cosa-

-Sì effettivamente hai ragione...e comunque non è stato il migliore dei tuoi colpi di testa- si stringe nelle spalle, fermandosi al semaforo. -A dir la verità, è stata davvero un gran cazzata. Se non fossimo arrivati in tempo, avresti fatto una brutta fine-

-Avevi promesso che...-

-Non ti sto facendo alcun discorso Rose, sto semplicemente sottolineando che non sempre hai avuto grandi idee-

-Ti ho ferito molto-

-Oh sì- mi volto verso di lui, che fa scivolare gli occhiali lungo il ponte del naso. -Mi avevi davvero in pugno in quel periodo, pendeva totalmente dalle tue labbra-

-Non ne faccio mai una giusta- lo sento ridacchiare e poi, delicatamente, la sua mano si allunga verso il mio viso, poggiandovi delicatamente gli occhiali da sole.

-Non ce la faccio più a vederti sempre con gli occhi gonfi-

-Ed io non ce la faccio più ad essere sempre è perennemente arrabbiata, è davvero stancante-

-Soprattutto per una che ha l'indole di Bambi- per tutta risposta, gli tiro un colpo sul braccio. -Auh!-

-Idiota-

-Oh mi eri mancata tantissimo Rosebelle- mi sorride, con gli occhi tanto azzurri, come non li vedevo da un secolo.

-È il primo momento normale da troppo tempo-

-Lo so, ne sono capitate davvero tante ultimamente- Daniel ferma la macchina e scende. Si avvicina alla portiera e mi aiuta a fare lo stesso.

-Siamo al locus æmenus-

-Anche comunemente chiamata riserva da noi comuni mortali- attraversiamo la barriera e ci ritroviamo nell'unico posto dove, forse, potrò avere un po' di pace.

-Disse quello che è mezzo vampiro e mezzo angelo-

-Dettagli, sai perfettamente cosa intendessi- ridacchio, e mi lascio andare sull'erba fresca, lasciando che i miei capelli si disperdano per il prato.

-Che mi venga un colpo, è la prima volta da mesi che ti vedo sorridere-

-A quanto pare mi ricordo ancora come si fa-

-Ne sono lieto, rovini le mie vibrazioni positive- si stende accanto a me, ed io ne approfitto per dargli un altro colpo. -Okay, questo non mi mancava per niente-

-A me sì, mi sa tanto di normalità- socchiudo le palpebre, beandomi del silenzio che sento nella mia testa.

-Mi sembri stranamente rilassata-

-Non stanno parlando, per la prima volta dopo tanto tempo, non stanno emettendo nemmeno un suono, ed è una sensazione bellissima- il sole mi accarezza la pelle, ed io non mi preoccupo nemmeno degli insetti che potrebbero salirmi addosso. -Mi sono così tanto abituata a sentire le loro voci in continuazione che, adesso, mi sembra quasi strano che loro non mi dicano che cosa fare. Mi criticano sempre, riescono a trovare un difetto in qualsiasi cosa, anche nella più stupida. Loro sanno tutto Daniel, e stanno cercando di farmi diventare pazza, anche se credo che ci siano riusciti-

-Ma da dove vengono Rose? Quando sono iniziate?-

-Quando è scomparso Albus e tu mi hai lasciato. Sono arrivate proprio quella notte, in sordina, mentre tu dormivi accanto a me-

-Perché non mi hai detto niente?-

-Perché tu stavi cercando di guarire, ed io non potevo trascinarti di nuovo indietro con me, non potevo permetterlo- le mie palpebre si dischiudono appena, giusto per poter vedere leggermente la luce del sole. -Tu stai bene adesso, per la prima volta dopo quasi tre anni, per questo cerco di tenerti il più lontano possibile da me, oltre che per il fatto che hai la ragazza, si intende-

-Di solito ero io che facevo questi discorsi a te, eppure non mi risulta che tu mi abbia mai ascoltato, o sbaglio?- un amaro sorriso curva le mie labbra, triste, proprio come lo sono io.

-Il complesso della crocerossina-

-Credo che sia venuto anche a me. Mi dispiace Rose, ma io non ti lascio sola, e non importa cosa dirai o cosa farai, questa cosa non cambia-

-Non so se posso dire di aver amato Albus, ho ancora sedici anni e nessuna esperienza, ma io tenevo davvero molto a lui. Non mi sei sempre piaciuto tu Daniel, e non mi sono messa col tuo migliore amico solo perché per te valevo meno di zero. Albus era l'unica persona che riusciva a farmi sentire meglio, quando tutto intorno a me era uno schifo. Quando volevo solo scomparire, lui era sempre pronto a stamparmi un sorriso. Ed è ovvio che io sia stata male, quando ho scoperto che mi tradiva con Diana. Ha perso la sua verginità con lei, un passo che avrebbe dovuto fare con me quando saremmo stati entrambi pronti. Ed è vero, quando sono tornata con lui l'ultima volta, ero abbastanza riluttante, anche perché provavo dei sentimenti per te, ma non avrei mai permesso che gli accadesse qualcosa. Tutti quelli che, adesso, piangono la sua morte e puntano il dito contro di me, chiamandomi 'vedova nera' o con altri epiteti peggiori, non lo conoscevano per niente, e questo mi fa più rabbia. E non è vero che sto facendo venire fuori tutte queste emozioni solo adesso che è morto, perché...-

-...perché anche quando vi eravate lasciati, un pezzo del tuo cuoricino batteva ancora per lui, ed io lo so bene- Daniel si mette seduto ed inizia a strappare qualche filo d'erba. -Litigavamo sempre, e trovavamo sempre un motivo per entrare in competizione. E non credere di essere l'unica vittima a scuola. Dicono che, adesso, senza di lui, ho praticamente campo libero su ogni cosa. Non capiscono che rinuncerei anche a...- si blocca un attimo, si volta verso di me e sorride mestamente. -Rinuncerei anche a te, pur di riaverlo indietro- e non devo decidere se arrabbiarmi o meno, perché quel che sta dicendo è una vera e propria dichiarazione d'amore nei confronti del suo migliore amico. Quando era ancora in vita, si sono scontrati in miliardo di volte per me, e invece, adesso, lui sarebbe disposto a fare marcia indietro. Senza contare il fatto che, a modo suo, mi sta facendo capire quanto sia importante per lui.

-Mi manca tantissimo- mormoro, il mio cuore si stringe in una morsa. -Mi manca anche solo non parlare con lui. Il modo in cui corrucciava la fronte quando facevo qualche cavolata, il suo 'Ci vuoi proprio fare scoprire da tutti'-

-'Il Consiglio questa volta ce la farà pagare'- imita Albus ed, in quel momento, scoppio a piangere. Un nodo mi stringe la gola e, prima che me ne possa rendere conto, sto singhiozzando, con le lacrime che mi rigano il viso e le tempie che mi pulsano. -Rose ma tu...?-

-Mi manca, mi manca tantissimo- il mio petto è scosso da tremori. Sto piangendo tutte le lacrime che, fino a questo momento, non ho versato. -Come faremo adesso? Abbiamo perso uno di noi, abbiamo perso qualcuno di importante-

-Siamo sotto attacco Rose, e non solo noi. Credo che tutto il nostro mondo sia in una brutta situazione, e prima ce ne accorgiamo, meglio è- il respiro mi si blocca, sopra di me soltanto il sole. -Ehi, va tutto bene?-

-No, per niente- mi metto a sedere. Intorno a noi regna un silenzio sovraumano, una calma difficile da trovare al di fuori di questo posto. -Come faremo ad affrontare tutto questo?-

-Come abbiamo sempre fatto, insieme, tutti noi-

-Spero che tu abbia ragione e che riusciremo a farcela-

-Fidati di me, non lascerei mai che ti capitasse qualcosa di brutto-

-Mi dispiace- socchiudo le palpebre, che mi bruciano decisamente troppo. -Mi dispiace per le battutine che ti ho fatto, per l'odio che ho riversato su di te e Skyler, per aver tentato di allontanarti e, probabilmente, per il fatto che lo farò ancora in futuro. È che non riuscivo ad accettare che tu avessi scelto lei dopo tutto quello che avevamo passato, dopo tutto quello che mi avevi detto. Non riuscivo ad accettare che, magari, dipendesse dal legame tra Angelo e protetto amplificato dai tuoi poteri da vampiro. Negli ultimi mesi ho tenuto un comportamento da immatura, ma ho dentro una rabbia che non mi so spiegare, che mi porta a trovare una ragione per litigare anche nelle più piccole cose che mi circondano-

-Ti capisco, è una cosa che mi caratterizza da sedici anni a questa parte- abbasso lo sguardo, i capelli mi ricadono sul viso. -Ma Rose, possiamo lo stesso rimanere amici, questo non cambia niente-

-Sai benissimo che, fino a quando non riuscirò a mettere a tacere tutti i miei sentimenti per te, niente tornerà come prima-

-Riguardo a quel che hai detto prima, ciò che provavo per te...-

-No, non lo dire- mi asciugo le lacrime col dorso della mano. -Non dire che i tuoi sentimenti erano veri, perché giuro che potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro-

-Va bene Rose, farei di tutto pur di non farti stare male-

-Lo so. Magari un giorno il nostro rapporto potrà tornare come prima- e il mio cuore potrà smettere di dolore ogni volta che lo vedo con lei. -E potrei perfino diventare amica con Skyler-

-Vorrebbe tanto ambientarsi, ma sai che le ragazze non le darebbero mia tregua, fino a quando non lo diresti tu-

-Sono più potente di quanto pensassi allora- distendo il palmo della mano creando qualche saetta viola intorno. -Perché tutto quello che creo è distruttivo?-

-Credo che rifletta semplicemente il tuo stato d'animo attuale. Non me ne intendo molto di maghi, ma credo che sia più o meno come per gli angeli- Daniel distende le dita, una margherita nasce dal suo palmo, debole e piccola.

-Ti ho detto così tante cose durante i primi tempi, quando ancora tu roteavi gli occhi ad ogni mia affermazione, eppure tu te le ricordi tutte, come è possibile?-

-Si è sempre trattato di te Rose, e anche quando mi facevi arrabbiare, ogni piccolo particolare che ti riguardava, mi rimaneva in testa e non c'era davvero verso di farlo andare via- 

Sbaaaam!
SONO RIUSCITA A PUBBLICAREEEEEEEE!
Allora, perché mi segue su Instagram, già da una settimana sapeva che ho scaricato Word sull'ipad e che ho iniziato a scrivere da lì, connettendomi al mio account di Word sul computer. L'unica cosa di cui non sono sicura è la lunghezza dei capitoli, perché una pagina di Word sul mio computer non è come una dell'ipad.
Anyway, grazie a tutti quelli che leggono, commentano e votano la storia.
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Un bacio e a presto
Rose xx

Ps. È la terza volta che pubblico questo capitolo, Wattpad, riesci ad aggiustarti o dobbiamo vivere ancora nel medioevo?

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