Wild hearts can't be broken
*leggete lo spazio autrice, è super importante*
-La situazione con i poteri di Rose sta prendendo una piega assurda, voglio dire, hai visto che cosa ha fatto a Seth?- Skyler continua a parlare, mentre Daniel cammina avanti e indietro per la stanza. Dopo la scoperta del corpo e le lezioni annullate, abbiamo deciso di andare tutti a casa Manson, non so bene per quale motivo, vista la tensione che si può tagliare col coltello, probabilmente i ragazzi hanno pensato che fosse meglio rimanere insieme in un momento del genere ma io, ora come ora, vorrei soltanto alla stazione di polizia, ad aspettare l'esito del DNA.
-Questa storia non mi piace. E se fosse tutta una trovata degli Psuché? Se le avessero trasmesso, in qualche modo, dei poteri? Se fosse tutto un loro subdolo giochetto?-
-Potreste smetterla di parlare come se io non fossi qui?- gli occhi di ognuno dei presenti si posano su di me. Non era esattamente questo quello che volevo ottenere, anzi, vorrei soltanto scomparire, ma anche quello, ultimamente, non mi riesce. –Cercate di mantenere la calma e ragioniamo insieme-
-Sei una bomba ad orologeria e hai dato una lezione a Seth, fine della storia- Diana si stringe nelle spalle. –Non capisco per quale motivo vi dia tanto fastidio accettarlo. Se siamo davvero sotto attacco, servirà tutto l'aiuto possibile- per la prima volta mi ritrovo stranamente d'accordo con lei, a riprova di come la mia vita si sia totalmente capovolta nell'ultimo periodo.
-Perché pensi che io non possa avere dei poteri?- gli occhi di Daniel si incastrano nei miei. Il ragazzo sospira, e si passa una mano tra i capelli.
-E' una cosa che spero, più che altro. Non ho idea di come gestirti, se davvero fosse così. Nessuno di noi è un mago, e non saprei da dove iniziare-
-Non ha bisogno di un babysitter perenne Daniel- Skyler rotea gli occhi al cielo. Non ha tutti i torti. Deve lasciarmi respirare, devi darmi la possibilità di sbagliare con le mie mani.
-Voglio soltanto che non si faccia del male, tutto qui-
-Ehi- Daisy apre la porta di casa di Daniel. Il suo volto è pallido come un cencio, non promette nulla di buono. –E' arrivato il risultato del test del DNA. Il corpo è quello di Albus- il silenzio cala nella stanza. Nessuno osa fiatare, nessuno osa muoversi. Rimaniamo tutti fermi, cristallizzati in quel momento, nel momento esatto in cui tutto quello che conoscevamo è andato in frantumi davanti ai nostri occhi.
Poi lo sento. Un ronzio si propaga, assordante e fastidioso. Ad un tratto, le lampadine scoppiano una ad una, con un rumore sordo e violento.
-Rose...- mormora Chris, massaggiandosi il ponte del naso. –Se non le diamo una regolata, finirà per ammazzarci tutti-
-Finitela di focalizzarvi sempre e solo su di me! Daisy ci ha appena detto che qualcuno ha ucciso Albus e l'unica cosa a cui sapete pensare sono i miei poteri?!-
-Din din din, finalmente ci è arrivata! Sai, stai iniziando a starmi più simpatica recentemente- roteo gli occhi al cielo. In quale assurdo universo Diana Green e Rose Greyson fanno squadra?
-Voglio sapere cosa diamine è successo al mio migliore amico. Tu sei stata con sua madre fino ad adesso, che cosa le hanno detto?- sbotta Daniel.
Si dice che, nella vita di ognuno di noi, arrivi un momento preciso che ci cambia totalmente, che ci segna e che, inevitabilmente, ci fa crescere. Adesso, in questa giornata a cavallo tra settembre e ottobre, è toccato a noi. Io ed i miei amici, dopo aver passato due anni e mezzo a giocare con i loro poteri, a fingerci supereroi in grado di poter gestire tranquillamente la situazione, ci siamo trovati di fronte ad una spaventosa verità: non siamo al sicuro, non lo siamo mai stati, e qualcuno ha sfruttato i nostri innumerevoli punti deboli e crisi adolescenziali per attaccare ed eliminare uno di noi. E noi non ci siamo nemmeno accorti di essere sotto attacco. Avremmo potuto evitarlo? Avremmo potuto salvarlo?
Avrei potuto evitarlo? Avrei potuto salvarlo?
-Ancora niente. Dovevano fare l'autopsia quando me ne sono andata-
-Volo fino alla centrale e vedo cosa riesco a scoprire, voi rimanete qui-
-Aspetta- la blocco, trovando una leggera difficoltà nel mettere insieme tutti i tasselli del puzzle. –Non potrebbero aver sbagliato il test del DNA? Perché io l'ho visto, ci ho parlato e...-
-Allucinazioni, Rosebelle. Ti hanno fatto vedere quel che volevano. Smettila con questa storia-
-Ma...-
-Rose- gli occhi di Daniel diventano di un viola acceso. –Dacci un taglio, questo non è uno dei tuoi soliti scherzi-
-Uno dei miei soliti scherzi? Sei sicuro che tu non stia parlando di te stesso?- mi guarda. Siamo arrivati al punto di rottura, e non si torna più indietro.
😢😢😢
-Ci sono notizie?- Daniel sussulta, non appena entra e mi ritrova in camera sua. –Wow, di solito succede il contrario-
-Che diamine ci fai qui?- mi risponde, senza nemmeno guardarmi in faccia. E' la prima volta che succede, il distacco si sta facendo sempre più profondo, e nessuno dei due si sta muovendo verso l'altro.
-Sono venuta ad urlarti 'pick me, choose me, love me'...volevo sapere se avessi scoperto qualcosa alla centrale, idiota-
-Devi seriamente finirla con tutto questo sarcasmo, dico sul serio-
-Vuoi rispondermi o no?- il ragazzo riduce gli occhi a due fessure, le iridi di un viola scuro e profondo.
-E' lui Rose, non c'è nient'altro da dire. Non riescono a capire cosa lo abbia ucciso, probabilmente ha combattuto con qualcuno di non umano, ma quel che peggio è che gli hanno dato fuoco per poter cancellare le tracce-
-Chi ce la poteva avere con un ragazzo di sedici anni così tanto da fargli una cosa del genere?-
-E' quello che sto cercando di scoprire Rose. Nessuno di noi sa dove sia andato quella notte né cosa avesse combinato. Nell'ultimo mese sei tu quella che gli è stata più vicina di tutti, passavate giorno e notte insieme-
-La mia conoscenza a riguardo è limitata tanto quanto la tua, lo sai benissimo, abbiamo già affrontato questa discussione la sera stessa della sua scomparsa-
-Ucciderò quel figlio di puttana che gli ha fatto questo e che ha tentato di eliminare te- sospiro, una fitta al braccio mi fa gemere dal dolore. –Va tutto bene?-
-Gli antidolorifici stanno smettendo di fare effetto, ed io percepisco ogni mia più piccola ferita...mi stupisco di essere ancora in grado di respirare, ho una soglia del dolore inesistente-
-Sì, effettivamente, non è stata la migliore delle tua cadute- incastra una mano tra i miei capelli, percorrendoli in tutta la loro lunghezza. –Ehi, mi dispiace di essere stato un po' troppo duro con te prima, non volevo-
-Tranquillo, sono abituata ormai. E' come se in tutti questi anni, avessi generato un anticorpo contro di te. A volte mi ammalo e sto male, ma non come una volta-
-Vieni qui- mi avvolge tra le sue braccia e appoggia il mento sulla mia testa. Perché gli permetto ancora di starmi tanto vicino? Perché non imparo semplicemente a tenerlo lontano? –Ti adoro, lo sai, vero?-
-Anche se pensi che io non abbia alcun potere?-
-Oh Rosebelle, sto cercando, più che altro, di convincere me stesso. Se tu continuassi a rimanere normale, loro, alla fine, smetterebbero di cercarti. Invece abbiamo acceso la miccia, e tu stai risplendendo più di qualsiasi altra cosa al mondo-
-Sai, se non fosse riferita praticamente ad una catastrofe, sarebbe una bella metafora. Sempre meglio di quella del nodo di salsiccia-
-Oh andiamo!- si stacca da me ed io scoppio a ridere, sonoramente. –Perché continui a sottolineare quella mia piccola e colorita similitudine?-
-Perché non capita tutti i giorni di essere paragonati a degli ammassi di carne e di grasso che sono sconsigliati dalle diete-
-Credevo che amassi la salsiccia-
-Hai perso di vista il punto del discorso-
-Dobbiamo trovare quella scatola, comunque. La mamma di Albus mi aspetta domani pomeriggio, vieni con me?-
-Non sono insensibile alla sua morte, anche se so che è questo che state pensando tutti. In realtà, non l'ho ancora realizzato. Spero sempre che entri da quella porta millantando che fosse tutto uno stupido scherzo e che ci siamo spaventati per nulla. Ho il cuore spezzato e sono sicura che, non appena uscirò da casa tua e farò ritorno nella mia, scoppierò sonoramente a piangere. Perché siamo sotto attacco, hanno fatto fuori uno di noi, ed io ho una paura fottuta-
-Ehi, ehi, ehi- prende il mio volto tra le sue mani e sospira. –Anche io sono spaventato, non immagini nemmeno quanto. E' una situazione assurda, e non ho la più pallida idea di come poterla gestire, mi sto semplicemente limitando a mantenere la calma-
-Come fai?-
-Penso che devo farlo per poterti proteggere. Se io vacillo, può succederti qualcosa di brutto, ed è l'ultima cosa che voglio- le mie labbra si curvano appena, contenta. –Sei sempre il mio primo pensiero Rose, è questo non potrà cambiare mai-
-Non dovresti dirmi queste cose, lo sai. Non voglio che un'altra ragazza soffra per causa mia, non sono quel tipo di persona, lo sai-
-Non stiamo facendo niente di male-
-Le parole feriscono più delle azioni Daniel, e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro-
-Ho bisogno di averti nella mia vita, in un modo o nell'altro, o impazzisco. Quei mesi in cui sei stata via, quando eri a San Francisco, mi sentivo come un cucciolo smarrito. Per qualche motivo che ancora mi sfugge, tu sei diventata la mia guida, e senza di te mi sento perso. Quando ripeti che, per colpa nostra, sei diventata dipendente sia da me che da Albus, vorrei soltanto risponderti che ti capisco, perché è quello che provo io. La mia intera esistenza ha iniziato a plasmarsi intorno al tuo essere, e non posso e non voglio fare niente per cambiare le cose-
-In altri momenti, mi scioglierei davanti a queste parole. Ho il cuore che batte forte nel petto, te lo giuro, ma so che non è giusto. Dobbiamo fare in modo di recidere il legame prima di causare troppa sofferenza a quelli che ci stanno intorno. So che sarà doloroso, ma è la cosa giusta-
-Non so se sarò mai in grado di lasciarti definitivamente. C'è un motivo per cui mi sono tatuato una rosa che esce direttamente dalla mia vena-
-Mi è venuto mal di testa- mi tocco delicatamente il cerotto sul capo. Dannazione, mia nonna ha meno acciacchi.
-Ti porto a casa-
-Ma in modo normale. Volare in queste condizioni non è proprio il massimo-
-Lo capisco. Credi di riuscire a portare la stampella sulla moto?-
-Daniel...- lo guardo di sottecchi e lui scoppia a ridere. Le sue iridi, finalmente, ritornano al loro colore naturale.
-Va bene, vada per la macchina. Stai diventando parecchio noiosa ultimamente, dov'è finito il tuo spirito d'avventura?-
-Si è un tantino ammaccato dopo il brutto incidente di una settimana fa, sai com'è-
-Immagino- tende una mano verso l'esterno della camera, ed ecco che un mazzo di chiavi si incastra tra le sue dita. –Andiamo-
-Facciamo in modo, però, che non ci veda nessuno. Non voglio un altro di quegli adorabili messaggi sul mio armadietto-
-Vorrei davvero intervenire ma...-
-Lascia stare- taglio corto, fermamente convinta. –E' la mia battaglia, e sono io che la devo combattere, o sbaglio?-
-Non mi sembra di aver mai detto una cosa del genere-
-Ma lo hai pensato no?-
-Rose sai che le cose per ora sono un tantino complicate...-
-Ti ho solo chiesto aiuto visto che, se sono in questa situazione, e anche colpa tua. E poi tu sei importante in quella stupida scuola, ed io sto passando per quella che non sono, e non è per niente giusto-
😢😢😢
-Sono davvero contenta che siate venuti a trovarmi, siete le persone più vicine a lui- Elizabeth, la madre di Albus, ha le mani che tremano, mentre ci porge due tazze. –Oh non ti preoccupare Rose, ti ho fatto un po' di cioccolata calda, so benissimo che il thè non ti piace- le sorrido, e mi sento immediatamente uno schifo. Ho amato suo figlio eppure, mentre lui scompariva, io volevo stare con Daniel. Non doveva essere lui quello a scomparire.
-Come va?- domando timidamente, beccandomi un'occhiataccia dal ragazzo che mi sta accanto. La verità è che, in questo momento, non riesco a mettere insieme due pensieri di senso compiuto, non riesco a focalizzare e a realizzare quel che sta realmente succedendo.
-Non credo che ci sia un modo adatto per descrivere come mi sento. Quando Albus è scomparso, l'unica cosa che mi teneva in vita era la speranza che, prima o poi, lui sarebbe tornato. Adesso, invece, non so a cosa attaccarmi. Non vedrò mai più il mio bambino ridere, scherzare con Alec, non lo vedrò crescere, diplomarsi, innamorarsi, sposarsi...Albus è morto, è morto a soli sedici anni, e nessuno potrà riportarmelo indietro- il mio cuore si stringe in una morsa. Adesso che è lei a dirlo a voce alta, con gli occhi pieni di lacrime, mi sembra tutto incredibilmente vero. Mi viene da vomitare al solo pensiero, all'idea che lui non ci sia più, che sia davvero tutto finito, e che nessuno noi ha potuto fare niente per evitarlo.
-Scopriremo cosa gli è successo, te lo prometto- esclama Daniel. Elizabeth ci sorride appena, prima di dileguarsi e lasciarmi Alec tra le braccia.
-Ehi piccolino, come stai?- gli strizzo una guancia e lui sorride. E' assurdo come inizi ad assomigliare ad Albus così tanto: gli stessi occhi blu, gli stessi capelli folti e scuri, le stesse labbra.
-E' una fortuna che non capisca ancora niente, almeno qualcuno si risparmierà tutto questo dolore-
-Albus non se lo meritava, non se lo meritava per niente- scuoto la testa. Vorrei davvero sapere cosa diamine gli sia successo, come abbia fatto a cacciarsi in un guaio del genere.
-Forse ho sottovalutato i problemi che ha avuto lo scorso anno, forse aveva ancora un po' di dipendenza dalla soluzione argentea, forse...-
-Non è il caso di parlarne adesso- sibilo a denti stretti. –I casini che aveva Albus devono rimanere fuori da questa casa, dalla memoria di sua madre-
-Sì hai ragione, i panni sporchi li laveremo noi inter nos-
-So che dovrei rimanere seria, ma hai appena fatto una citazione in latino, potrei sentirmi male-
-Sei inopportuna- il ragazzo rotea gli occhi al cielo e, forse, non ha tutti i torti. Ho sempre criticato gli altri, ho sempre criticato Daniel, ma sono io la peggiore.
Anche in questo momento; non faccio altro che pensare alla mia voglia di scomparire, di sparire dalla faccia della terra quando, invece, dovrei preoccuparmi di scoprire chi è che ha fatto fuori il mio ragazzo.
-Ho trovato questo ieri- la madre di Albus fa scivolare davanti ai nostri nasi uno scrigno di legno, quello di cui, presumibilmente, parlava Daniel l'altra volta. –Non so cosa ci fosse dentro, però, per qualche strano motivo, sentivo che dovessi averlo tu- incastra i suoi occhi blu con i miei. Nessuno può sapere quanto, in questo momento, io mi stia sentendo in colpa. Voglio solo scomparire. –Albus teneva tantissimo a te. Gli brillavano gli occhi ogniqualvolta tu entrassi in una discussione. Credo di non averlo mai visto così tanto felice in vita- un pugno nello stomaco, tanto forte da farmi socchiudere le palpebre. E se fossi io la cattiva in tutta questa storia?
-Anche lui era molto importante per me e...- la gola mi si secca, e devo fare appello a tutta la mia forza d'animo per riuscire a parlare di nuovo. Quand'è che è diventato tutto tanto difficile? –E mi sento persa adesso che non c'è più, non riesco nemmeno più a pensare in modo lucido, era lui che ci guidava, era lui che ci teneva uniti, era lui il nostro collante. - a quel punto, Elizabeth scoppia a piangere, trovando rifugio tra le mie braccia. Un pianto sommesso e rumoroso. Oh Albus, in che guaio ti eri cacciato? –Gliela faremo pagare, gliela faremo pagare davvero cara- io e Daniel ci lanciamo uno sguardo d'intesa. In questa battaglia ci metteremo anima e cuore, senza esclusione di colpi.
Daniel
-Stai bene?- domando a Rose. Non ha parlato per l'intero viaggio di ritorno, il che, conoscendola, è praticamente sintomo di qualche grave problema.
-No, affatto. Non posso credere a quello che sia successo- il suo sguardo è vitreo, distante. Non riesco più a capire chi ho davanti, mi sembra di avere a che fare con una sconosciuta, con una persona del tutto diversa da quella con cui ho avuto a che fare negli ultimi due anni. –E, in più, sia il braccio che la gamba mi fanno un male cane-
-Sì, questo riesco a sentirlo, fin troppo bene- ho provato a guarirla, ma i miei poteri non sono abbastanza forti, visto che, anche in questo caso, continua a prevalere la parte da vampiro. Mi sto indebolendo, proprio quando, invece, dovresti stare all'erta. –Ti va di parlarne?- mi siedo accanto a lei sul mio letto, gli occhi continuano ad essere vuoti. Non sono riuscito a salvare Albus e non sto riuscendo a salvare lei, sei davvero utile Daniel.
-Sono una persona orribile?-
-Cosa diamine stai dicendo Rose?-
-Sono una persona orribile? Perché sono ritornata con Albus quando pensavo a te, perché sei stato il mio primo pensiero anche quando non lo trovavate, perché continuo a morire per te nonostante tu sia felice con Skyler, è tutto questo è davvero sbagliato, perché le persone non devono soffrire per colpa mia. Io sono come un'erbaccia che deve essere estirpata al più presto, prima di contaminare tutto quello che le sta intorno- il suo sguardo, gli occhi colmi di lacrime, non mi piace per niente.
-Rose, Rose mi stai abbandonando di nuovo- afferro il suo volto tra le mani. –Niente di quel che è successo è colpa tua, ed io non smetterò mai di ripetertelo. Albus ti ha tradito due volte, è andato a letto con Diana ed io sono stato il peggiore di tutti, e non ho paura di ammetterlo. Ti ho chiesto di ritornare col mio migliore amico solamente perché avevo paura di impegnarmi con te. Una fottuta paura. Perché, ad un certo punto, nel cuore della notte, mi sono ritrovato a chiedermi 'posso davvero essere un bravo ragazzo per Rose? Riuscirò a non farla soffrire?' e non ho trovato le risposte che cercavo. Non potevo rischiare di ferirti Rose, non potevo proprio-
-Ecco vedi, è tutto sbagliato! Tu non dovresti dirmi queste cose, non è rispettoso nei confronti di Skyler. Anche se ha tentato di spaccarmi la faccia, non se lo merita. Ed io non sono tornata con Albus soltanto perché me lo hai chiesto tu, provavo e provo ancora qualcosa per lui, e per te, ed è proprio questo il problema-
-Tengo tantissimo a lei, su questo puoi stare tranquilla, ma non puoi chiedermi di tagliarti fuori dalla mia vita, te l'ho già spiegato- ignoro deliberatamente la seconda parte del suo discorso, troppo dolora per me da affrontare, una realtà con cui non ho mai voluto mischiarmi.
-Ho la testa che mi esplode- abbassa il capo, piangendo come una bambina. Come può una persona tanto piccola provare un dolore così grande?
-No no ti prego, non di nuovo- le passo un braccio intorno alle spalle e la stringo a me. Le mie labbra si posano sulla sua tempia. Come ho fatto a non accorgermi che fosse arrivata a questo livello? –Andrà tutto bene, te lo prometto, andrà tutto bene-
-Come fai ad esserne così sicuro?-
-Perché non permetterò che vada in nessun altro modo- si libera dalla mia presa, come se il mio contatto le provocasse dolore.
-Dobbiamo capire come diamine si apre- prende lo scrigno che ci ha dato la madre di Albus, le sue dita seguono il percorso della serratura, tremando.
-Hai tu la chiave- mormoro. –Hai tu la chiave-
-Cosa?-
-Dopo che tu lo hai perdonato la prima volta, Albus ti ha regalato, per Natale, una collana con un ciondolo a forma di chiave, dicendoti che era la chiave del suo cuore- cerco di trattenere quella piccola nota di sarcasmo che mi vien fuori ogni volta che si parla di quel dono, o di qualsiasi altra cosa che riguardi la loro relazione. Ricordo di aver tirato un pugno contro il muro e di aver fatto un enorme buco proprio al centro.
-Credi davvero che possa riuscire ad aprirla?-
-Tentar non nuoce. Dove l'hai messa?-
-Ouf- si passa una mano tra i capelli castani e biondi, sospirando. –Credo che sia nel cassetto del mio comodino, quello che è vicino al letto. Ho messo lì dentro molti dei suoi regali-
-E poi ti chiedi perché dormi male- borbotto. A volte, mi ritrovo ad essere geloso del modo in cui tiene al ricordo di Albus, custodito come se fosse qualcosa di sacro, e a tutto quello che è legato a lui, nonostante quello che le abbia fatto. E' più forte di lei, è come se entrambi fossero stati fatti per amarsi.
-Non si può totalmente cancellare una persona dalla propria vita, nonostante ti abbia fatto del male. E' una parte di me, esattamente come lo sei tu-
-Hai ragione- tira su col naso, i suoi grandi occhioni verde ambrati mi fissano tristi e spenti.
-Sei sicuro che, qui dentro, ci sia qualcosa che ci possa aiutare?-
-Ogni persona con dei segreti ha bisogno di un posto in cui riporli, soprattutto se non ne parla con nessuno-
-Mi chiedo come sia arrivato ad un punto tale da non poterci raccontare più niente. Eravamo i suoi migliori amici-
-Il problema è che abbiamo sedici anni, siamo degli adolescenti, siamo in preda agli ormoni e, come se tutto questo non fosse già abbastanza, dobbiamo anche controllare dei poteri che sono più grandi di noi-
-Stai parlando con la persona che ha appena scoperto di averli. Io non so da dove siano venuti, o perché si siano risvegliati proprio adesso-
-Perché Seth ti ha stuzzicato, e la tua vera natura è venuta fuori. Avrei tanto voluto che tu fossi umana, non chiedevo altro-
-A me non dispiace, non sono più un cucciolo da difendere, la principessina da salvare. Posso finalmente difendermi da sola, ed è davvero fantastico-
-Non pensavo che ti pesasse tanto-
-E' il sogno di ogni ragazza essere il centro dei pensieri di due come te ed Albus. E' la personificazione di tutte le storie che ci raccontavano da bambine, quelle delle principesse in pericolo e dei principi azzurre che le vanno a salvare. Il problema è che arriva un momento in cui anche loro devono crescere e capire che non possono aspettare per sempre qualcuno che risolva i loro problemi. Ed è esattamente questo che è successo a me. Non potevo continuare ad odiare uno dei voi, non potevo continuare ad aspettare che, al primo inconveniente, uno dei due arrivasse per rimettere ordine. Un giorno, quando tutto questo finirà, quando saremo al college, sparsi in diversi Stati, non potrò chiederti di venirmi a salvare in ogni situazione, dovrò rimboccarmi le maniche e cavarmela da sola, quindi, perché non cominciare da adesso? Senza contare che siamo nel duemilatredici, è assurdo avere ancora convinzioni del genere- la guardo, ha ancora le lacrime che le rigano il volto. La rose che conoscevo è sparita per sempre.
-Riesci sempre ad essere un passo avanti a noi, è incredibile- le sue labbra si curvano in un dolce sorriso, le sue gote si colorano di un rosso acceso. –Ma ehi, ti guarderò sempre le spalle, soprattutto se mi prenderanno ad Harvard-
-Non è detto che accettino me, i miei voti non sono proprio il massimo in queste settimane-
-Hai solo bisogno di rimetterti in carreggiata, tutto qui. Sei molto più intelligente di tutti noi messi insieme, te l'ho sempre detto-
-Ma anche la più fragile emotivamente. Diamine, ora come ora non mi si può dire niente che scoppio a piangere come una bambina-
-E' appena morto Albus, non è un periodo facile, per nessuno di noi-
-Io non arriverò al college Daniel, non arriverò nemmeno a diplomarmi se è per questo-
Sbaaaaam!
okay sono riuscita ad aggiornare, contro ogni aspettativa, però ho una brutta notizia.
siccome devo tornare in spagna, ed ho solo un bagaglio a mano, dovrò lasciare il computer qui e, per un mese, non potrò aggiornare. Sì LO SO STO GIA' SOFFRENDO. la valigia pesava assai, tutta colpa dei libri. a questo punto, vi giuro che non vedo l'ora che si faccia il 4 febbraio.
e niente, questo capitolo fa un po' schifo perché l'ho scritto in fretta, storia triste.
ps se qualcuno conosce qualche app per ipad che mi consenta di scrivere e di poter pubbliar su wattpad me lo faccio sapere, gli/le dedicherò un capitolo.
un bacio e a presto
rose xx
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