The girl in the dress cried the whole way home
-La mia testa...- scatto sulla sedia non appena sento la debole voce di Rose. Isebelle e Daisy, dal canto loro, si sono già fiondate su di lei. -Dove mi trovo?-
-Tesoro sei finita in ospedale, hai avuto un incidente, ricordi?- mi avvicino a lei, i suoi occhi catturano i miei, senza dire niente, senza fiatare.
-Niente da fare se c'è Daniel Manson in mezzo- borbotta Daisy. La supero e mi siede accanto alla ragazza, passandole una mano tra i capelli castano, rossi e fucsia.
-Mi hai trovata tu, vero?-
-Sentivo un leggero fastidio alla gamba- butta un'occhiata al suo arto ingessato, e fa ricadere la testa sul cuscino.
-Fantastico, la mia carriera da ballerina è praticamente finita- porta un braccio sugli occhi, sospirando rumorosamente.
-Rose cosa eri andata a fare lì?- domanda Isebelle. Il silenzio cala come una cappa nella camera. E' ciò che vogliamo sapere tutti qui dentro, ma nessuno aveva avuto il coraggio di chiederlo ad alta voce, più che altro per la paura di quel che una risposta comporterebbe.
-Non me lo ricordo- mente, mente e si vede benissimo. Ma sua madre sospira e desiste, credendo forse alla pessima balla di sua figlia.
-Vado a parlare un attimo col padre di Daniel, vediamo se possono farti uscire domani mattina-
-Ed io torno a casa, o i miei genitori mi uccidono- Daisy si abbassa e le dà un bacio sul capo. Si volta, poi, verso di me, e mi fa l'occhiolino. Tutti sanno che, non appena ci lasceranno soli, la torturerò fino a quando non spiattellerà la verità. –Se hai bisogno di me chiamami, non ti fare problemi-
-Grazie mille-
-Ricordati che ti voglio bene, anche se mi hai fatto prendere uno spavento non indifferente-
-Mi dispiace, non volevo-
-Lo so. Ci vediamo domani-
-A domani-
-Okay Rose, siamo io e te adesso, sputa fuori il rospo-
-Che intendi?- aggrotta la fronte. Le mie dita si poggiano delicatamente sul cerotto che sta su essa, e che lei ha rischiato di far scollare.
-Lo sai benissimo. Se pensi che io mi sia bevuto l'intera storia di te che non ti ricordi per quale motivo sei uscita, allora non mi conosci abbastanza bene- sospira, e cerca di mettersi seduta. –Hai una caviglia rotta e due microfratture alla gamba, sta' attenta-
-Mia madre non mi farà guidare più, su questo ci metto la mano sul fuoco-
-Che è successo Rose?-
-Ti ho mentito, quando mi hai chiamato oggi pomeriggio. Non ero con Daisy, sono semplicemente passata accanto ad un gruppo di ragazze che parlavano, così tu non avresti sospettato niente. Subito dopo che ho lasciato casa di Seth, ho sentito Albus chiamarmi. Non riuscivo a vederlo, e mi diceva di andare fuori New Orleans, verso le paludi. Lì avrei trovato delle risposte riguardo alla sua scomparsa, e così ho fatto. Ma non appena sono arrivata, non c'era nessuno. Poi ho visto un fascio nero che veniva verso di me, e mi sono risvegliata qui, fine della storia- si stringe nelle spalle. Per la rabbia, tiro un pugno contro il muro. Dannazione, perché non mi ha detto niente? Perché è stata tanto stupida?
-Hai anche solo la minima idea di quel che ti sarebbe potuto succedere Rose? Perché devi sempre avere questi colpi di testa?!-
-Sapevo che non mi avresti mai permesso di andare, ed io volevo capire di cosa si trattasse. Inoltre, non ti ho chiesto di venirmi a salvare, se non sbaglio- un altro pugno, a poca distanza dal suo viso. Perché, dopo tutti questi anni, mi fa ancora questi discorsi?
-Per te ho mandato all'aria la mia cena con la madre di Skyler, te ne rendi conto?! La mia intera vita sta cambiando per causa tua Rosebelle!-
-Non te l'ho chiesto io!- urla, di rimando. –Non ti ho mai chiesto niente-
-Non c'eri bisogno che lo facessi, lo vuoi capire?- scuote la testa, contrariata. –Rischio di perdere l'unica relazione positiva e sana che ho mai avuto nella mia vita-
-Beh grazie- sbotta, incrociando le braccia al petto. Una fitta di dolore, forse avrei dovuto dirle che si è messa fuori gioco anche uno degli arti superiori.
-E' la verità. Noi due, il nostro rapporto non è mai stato sano. Non facciamo altro che prenderci, lasciarci andare, ferire, curarci...non siamo stabili, e questo lo sai benissimo anche tu!- socchiude gli occhi, le luci della camera cominciano a lampeggiare, così come quelle dell'intero ospedale. –Adesso calmati-
-Perché sei ancora qui? Non lo capisco-
-Perché sono preoccupato per te, pezzo di idiota! Credi che la mia vita non sarebbe più semplice, se solo tu non esistessi?- solo in quel momento realizzo davvero tutto quel che le ho detto fino ad adesso. Che cosa ho fatto? –Rose...-
-Lo so- mormora, singhiozzando. Le lacrime che cadono dai suoi grandi occhi verde ambrati. –Io ci provo davvero ad uccidermi, ma non ci riesco mai-
-Che stai dicendo? Che cosa intendi?- non risponde, si limita a scivolare ulteriormente sul materasso. –Ascolta mi dispiace, sono stato davvero uno stronzo, non so che cosa mi sia preso-
-Puoi lasciarmi sola?-
-Rosebelle...-
-Daniel puoi andartene? Non ti voglio qui, non ti voglio vedere. Continui a ferirmi in un modo o in un altro, ed io non ce la faccio proprio più-
Rose
-Aspetta, ti do una mano- Daniel prende il mio zaino ed i miei libri, mentre io cerco di camminare per i corridoi senza far cadere niente, compresa me stessa. –E' una settimana che non ti si vede...mi piace il nuovo colore di capelli- attorciglia, intorno al suo dito, le punte bionde, cercando di sfoderare un sorriso più vero possibile.
-Sento puzza di sensi di colpa Manson- il ragazzo gonfia le guance. Dopo quella notte in ospedale, non ho voluto più vederlo, un po' per orgoglio e un po' perché mi ha davvero ferita. Se anche Daniel non riesce più a sopportarmi, quanto ci metterà il resto del mondo a trattarmi come un'appestata? D'altronde, qui a scuola, già tutti manifestano il disprezzo nei miei confronti. Gli epiteti che mi stanno rifilando in questi giorni lasciano poco spazio all'immaginazione, e i bisbigli di ragazzi in corridoio mentre passo mi arrivano forte e chiaro.
-Maledetti bastardi- sibila Daniel, non appena nota la scritta 'puttana' sul mio armadietto. Sospiro, quanto ancora dovrò sopportare tutto ciò? E, soprattutto, perché noi ragazze veniamo sempre chiamate così se abbiamo qualsiasi tipo di rapporto con più di un rappresentante della razza maschile? –Rose...-
-Fa' qualcosa, ti prego- alzo lo sguardo verso di lui. I miei occhi pizzicano, potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro. –Qui tutti ti venerano e ti stimano, se tu parlassi e dicessi...-
-Sai che non è così semplice. Se io potessi aiutarti, lo farei. Ma questo comporterebbe dei problemi con Skyler e, ultimamente, siamo sul filo del rasoio- mi ha sempre ripetuto che non tutto il bene che ho fatto mi ritornerà indietro e, in questo momento, ne ho appena avuto la prova: sono andata contro tutto e tutti per Daniel negli ultimi due anni, ho persino messo a repentaglio la mia relazione con Albus in più di un'occasione eppure, adesso, che avrei bisogno soltanto del suo aiuto, lui mi volta le spalle in questo momento, come se non fossi stato altro che un passatempo, un giochino da fare per non annoiarsi. -Quindi mi lasci in mezzo ai leoni? Lasci che mi sbranino in questo modo? Daniel io non ce la faccio più-
-Devi solo aspettare che le acque si calmino, fidati di me. Anche io ho avuto una pessima reputazione per un periodo di tempo, è così che va il liceo. Una volta sei il re e, il giorno dopo, un comune mortale-
-Fai sul serio?- il ragazzo sospira, e poggia le mani sulle mie spalle.
-Rose, tengo a te più di...-
-Risparmiati la solfa, o giuro che ti ritrovi la mia stampella dove non batte il sole-
-Non posso più essere il tuo principe azzurro, non posso più. Skyler mi ha dato un ultimatum e, fino a quando non si sentirà sicura della nostra relazione...- per tutta risposta, poggio una mano sul suo petto, allontanandolo. Dalla mia mano, fuoriescono delle saette viola, che gli danno la scossa. Per la prima volta da quando lo conosco, vorrei fargli davvero male, vorrei fargli provare quello che sto sentendo io in questo momento, tutta la miriade di sentimenti di cui sono in balia.
-Continui a ferirmi ma non te ne rendi conto...devi starmi lontano, e questa volta sono seria. Non voglio più averti intorno-
-Ragazzi!- Daisy arriva da noi tutta trafelata, le guance rosse come due pomodori e la fronte imperlata di sudore. –Hanno trovato un corpo poco fuori da New Orleans, vicino alle paludi-
-E allora?- Daniel la guarda con un sopracciglio alzato, ma io capisco, capisco a cosa si stia riferendo.
-Albus- mormoro. Avrebbe senso visto che io, settimana scorsa, sono stata attirata da quelle parti. Ma come è possibile che sia stato trovato solo adesso?
-Stanno eseguendo il test del DNA. Pare che il volto sia completamente sfigurato e il resto del corpo parzialmente bruciato, non sono riusciti nemmeno a recuperare le impronte digitali- il mio stomaco si contorce, il vomito mi sale alla gola. Sto per sentirmi male. Non può essere lui, non può essere. –E hanno anche annullato le lezioni-
-Okay, chiama gli altri, ci vediamo tutti nell'aula quattro- Daniel poggia una mano sulla mia schiena e mi conduce, con qualche difficoltà, verso il luogo designato.
-E se fosse davvero lui?-
-Allora dovrò dare la caccia a due bastardi: quello che ha osato toccarti settimana scorsa, e questo che ha posto fine alla sua vita- mi fa accomodare ad un banco, avendo cura di poggiare la mia gamba su una sedia. –Fai ancora quei sogni?-
-Ogni notte. Continua a ripetermi che devo trovare lo scrigno dei segreti, ma non so proprio a cosa si stia riferendo-
-Scrigno? Forse ho capito di costa sta parlando- afferra una sedia e vi ci lascia andare sopra, avendo cura di tenere lo schienale rivolto verso di me. –Da quando tu sei andata a San Francisco la scorsa estate, Albus ha iniziato a tenere in camera questa specie di scatola di legno con delle incisioni. Ogni volta che gli chiedessi di cosa si trattasse, lui rispondeva in modo vago, o spostava la discussione su di te e su quanto gli mancassi- mi ritrovo a staccare piccole schegge di legno dal banco. I tempi della mia relazione con Al sembrano così lontani, ho come l'impressione di aver passato gli ultimi due anni e mezzo della mia vita a soffrire e a struggermi prima per l'uno e poi per l'altro. Il che, in teoria, è così.
-E quindi, cosa dovremo fare? Presentarci da sua madre e dirle 'Salve, possiamo setacciare la camera di suo figlio alla ricerca di uno scrigno misterioso?'-
-Ho sentito solo una parte di questo discorso, e già non mi piace- incenerisco Chris con lo sguardo. Non abbiamo più parlato dopo il piccolo scherzetto di Seth, e forse è meglio così. So cosa pensano tutti, e vedo anche come mi guardano. Sono il piccolo cucciolo ferito della situazione, lo sono sempre stata.
-Che diamine è successo questa volta?- anche Audrey, Daisy, Diana e Skyler fanno il loro ingresso nell'aula. Sospiro, e butto un'occhiata fuori dalla finestra. Se è davvero Albus quello che hanno trovato, non me lo perdonerò mai.
Non sarei dovuta tornare insieme con lui per la terza volta. Per quanto lui mi abbia ferita, non si meritava una cosa del genere. La nostra relazione è naufragata anche a causa mia. Ero sempre troppo occupata a prendermi cura di Daniel, ad assicurarmi che non combinasse guai, che non sono riuscita ad apprezzare appieno la persona meravigliosa che avevo accanto. Dovevo essere io quella scomparsa nel nulla, non lui.
🌹🌹🌹
-E quindi io e Rose dovremmo andare a prenderlo, credo che sia la cosa migliore- cosa mi è rimasto adesso? Niente, perché la persona che ho sempre aiutato a qualsiasi costo mi ha voltato le spalle. Ho sbagliato, ho sbagliato ogni cosa.
Mentre le voci confuse si accavallano tra di loro, i ragazzi che protestano, Skyler che insiste per venire con noi, mi accorgo che ho sacrificato ogni cosa per Daniel, e che lui, invece, ha fatto come sempre: mi ha lasciato per un'altra. In tutti questi anni non ho proprio imparato niente?
-Rose!- è la voce di Diana che mi porta alla realtà. Credo che sia la seconda o la terza volta che mi chiama col mio nome senza prendermi in giro o insultarmi. –Ti eri imbambolata, sembravi in una sorta di trance-
-Stavo pensando- mormoro, trovando molto più interessante osservare la punta delle mie Converse, piuttosto che i presenti.
-A cosa?- mi domanda Daniel, col volto corrucciato.
-Che siamo nel posto sbagliato. Se quello lì fuori è davvero il corpo di Albus...- le parole mi muoiono in gola. Sono passati quattro mesi dalla sua scomparsa, eppure non ho pensato nemmeno per un minuto che fosse morto. Insomma, chi avrebbe potuto uccidere Albus?
-Buffo che ti preoccupi proprio adesso di lui- mi volto verso Skyler, che incrocia le braccia al petto. La rabbia mi monta nelle vene e, immediatamente, il suo corpo vola contro il muro.
-I problemi che avevamo io e Albus, sono affari miei e di Albus, non di certo di una che è arrivata qui da qualche mese e che pretende di mettere bocca in faccende che non la riguardano- non so come, ma riesco a tenerla sollevata e attaccata alla parete della classe. Non riesco a pensare ad altro, non riesco a sentire altro che questo: rabbia. –E' vero, abbiamo fatto entrambi degli errori. Io cercavo di salvare Daniel e davo per scontato il fatto che Albus, da ragazzo perfetto quale non fosse, non avesse bisogno del mio aiuto, e lui era semplicemente insicuro dei miei sentimenti-
-Ha ragione- si intromette Diana. –La amava, me lo ripeteva in continuazione. Aveva solo paura di perderla, e lo dimostrava in un modo alquanto discutibile-
-Ed io amavo lui- Skyler ricade al suolo, con un tonfo sordo. –Lo amavo, e non gliel'ho mai detto-
-Ed io adesso ti uccido- la ragazza si avvicina a grandi falcate verso di me, ma Daniel la blocca.
-Smettetela, tutte e due. Questa storia va' avanti da troppo tempo, ed io ne ho fin sopra i capelli-
-Io vado, ci vediamo più tardi- con molta fatica, mi rialzo. Riesco a reggermi poco sulla stampella, che trema sotto il mio peso. Devo seriamente mettermi a dieta, anche il mio peso mi sta sfuggendo di mano.
-Aspetta- mi volto verso Daniel, che si massaggia il ponte del naso. –Veniamo con te, vero ragazzi?-
-Grazie per averci dato il permesso capo- Daisy rotea gli occhi al cielo, esasperata. –Facciamo in fretta, nessuno deve vederci-
-Sì, hai ragione- Daniel si avvicina a me e, senza che io dica o faccia qualcosa, mi prende di peso, e vola via dalla finestra.
-Non c'era bisogno che mi portassi tu, forse sono capace anche io di volare-
-Sei una maga, e non riesci a controllare i tuoi poteri. Dio solo sa di cosa saresti capace-
-Non dovresti dirmi qualcosa come'non devi più toccare la mia ragazza?'-
-No, ti dico semplicemente: non fare cavolate. Non posso aiutarti perché non so di cosa tu sia capace e, soprattutto, non vorrei che attirassi l'attenzione del Consiglio su di te. Con la scomparsa di Albus e il ritorno degli Psuché, il nostro mondo è davvero un casino-
-Mai che riusciamo a passare un anno tranquilli- per il resto del tragitto, nessuno di noi fiata. Quando arriviamo al punto d'incontro, la madre di Albus sta piangendo come una disperata, e il mio cuore si blocca. –No, non può essere- faccio per andarle incontro, ma Daniel mi blocca per un braccio.
In quel momento, i medici passano davanti a noi con una barella, e il corpo su di essa. Il volto è completamente sfigurato, così come il resto del corpo. Eppure, un dettaglio mi colpisce. Un piccolo e minuscolo oggetto che attira la mia attenzione.
-Daniel...- mormoro, mentre gli altri ragazzi atterrano accanto a noi. –Quella è la collana col mezzo cuore che Albus mi ha regalato per il nostro primo mese insieme- riduce gli occhi a due fessure, prima che il suo corpo sussulti.
-No, non può essere- mi aggrappo a lui, la sua mano stringe forte la mia. –Non...non la portava mai, ricordi, ti sei lamentata anche tu lo scorso anno perché non gliela vedevi mai addosso, non è lui-
-Ehi, qui abbiamo un altro problema, Daisy sta avendo una visione- Chris e Audrey tengono la mia migliore amica con i piedi per terra. I suoi occhi sono bianchi e la bocca spalancata, rivolta verso l'alto.
-Tic toc. Il primo è andato, adesso tocca a tutti gli altri. Cadrete come mele dall'albero nell'alba di una nuova era-
-Fa sempre così?- ignoriamo Skyler. Sempre più gente sta giungendo qui. Questa faccenda non mi piace per niente.
-Sembra che siate sotto attacco- Seth si avvicina a noi, con un sorriso compiaciuto stampato sul volto. –Non fraintendetemi, non sono affatto contento di quel che è successo ad Albus, anzi, era l'unico di tutti voi che mi stava simpatico- incrocia le braccia al petto e si appoggia ad un albero. –Oltre te bambolina, s'intende. Hai rischiato di romperti sul serio questa volta- immediatamente, Daniel si mette davanti a me.
-C'entri tu, per caso, nell'attacco a Rose della scorsa settimana?-
-Adoro crearvi dei problemi, ma non farei mai del male al mio fiore preferito-
-Mi fai schifo- sibila Daisy. Probabilmente, vorrebbe soltanto incenerirlo il più in fretta possibile.
-Stava cercando di farmi venire qui, voleva che lo trovassi io-
-E' entrata di nuovo in contatto con un fantasma, a quanto pare, e si trattava di quello di Albus questa volta-
-Adesso ti spacco la faccia- Daniel è seriamente intenzionato a picchiare Seth, ma io avvolgo le dita intorno al suo polso, e lo trascino nuovamente accanto a me. Le sue iridi sono viola scuro.
-Non è detto che sia lui, devono ancora fare il test del DNA-
-Non lo percepisco più da quando è scomparso- Daniel abbassa lo sguardo. In uno dei tanti libri che mi aveva dato, c'era scritto che, quando un angelo è legato molto a qualcuno, può percepire la sua aura e la sua presenza anche se si trova dall'altra parte del globo, almeno fino a quando il so cuore continua a battere nel suo petto. –Non vi ho mai detto niente perché non volevo farvi allarmare, ma adesso credo che le mie supposizioni siano giuste-
-Quindi questo vuol dire che siamo davvero sotto attacco, e che qualcuno sta pensando bene di eliminarci- afferma Diana. Per la prima volta da quando la conosco, sembra davvero preoccupata.
-Allora ci hanno appena dichiarato guerra- ci voltiamo tutti verso Daniel. Quello sguardo non mi piace per niente. –Hanno fatto fuori lui, hanno tentato di fare del male a Rose...qualcuno ci ha preso di mira e vuole assolutamente eliminarci-
-Ma chi? Chi potrebbe avercela con noi?- Daisy incrocia le braccia al petto, visibilmente preoccupata.
-Beh io qualcuno in mente ce lo avrei, a dir la verità- quasi come se mi avesse letto nel pensiero, Daniel si volta verso di me, e nomina colui che, nel corso di questi anni, ci ha degnato di fugaci apparizioni che, purtuttavia, sono sempre riuscite a portare scompiglio nella nostra vita e ad incrinare le già di per sé instabili relazioni che ci legano.
-Marcus- afferma, ed io annuisco. –Quel figlio di puttana...scommetto che è stato lui ad aggredirti quella sera, avrei dovuto eliminarlo alla prima occasione-
-Rilassati Terminator, noi non dobbiamo uccidere nessuno, ma semplicemente metterlo fuori gioco-
-Sarò tranquillo soltanto quando l'avrò messo sotto terra con le mie mani. Non avresti saputo niente di Albus, se non fosse stato per lui, senza contare che ti ha attaccato anche quando eri a casa di Seth-
-Oh sì questo me lo ricordo- si intromette il ragazzo. –Mio padre voleva uccidermi, hanno ridotto il parquet uno schifo. Le macchie di sangue su questa particolare superficie sono difficili da mandare via-
-Scusami, la prossima volta che mi ferirò a casa tua, cercherò di perdere sangue sul tappetino- gli dico.
-Sarebbe davvero fantastico- roteo gli occhi al cielo, ed un fulmine si schianta ad un millimetro di distanza da lui. –Woah, questa cosa diventa ogni giorno sempre più atomica-
-Certo, perché non avere il controllo di quel che si fa è davvero il sogno della mia vita-
-Beh almeno, adesso, non sarai più la donzella in pericolo, credevo che odiassi questa situazione-
-Sì, effettivamente, ha dei vantaggi-
-Ragazzi- ci voltiamo. La mamma di Albus, Elizabeth, sta dietro di noi. Gli occhi sono rossi per il pianto, e il trucco è completamente colato, tramutandosi in una maschera di dolore. –Scusate se vi interrompo, ma volevo chiedere a voi due, Daniel e Rose, se poteste passare a casa oggi pomeriggio-
-Sì certo signora StCloud, non c'è alcun problema- rispondo io al posto del mio amico, nonostante mi senta terribilmente in colpa. Come posso ancora guardarla in faccia, dopo tutto quello che è successo?
-Grazie mille...io adeso devo andare in centrale, hanno bisogno del mio DNA per...- i suoi occhi si riempiono di lacrime, nel mio petto cresce un magone. –Ci vediamo più tardi allora- le sorrido appena. Nessuno dovrebbe provare una cosa del genere, mai nella sua vita.
-Sembra che riusciremo ad avere quello scrigno alla fine-
-Piantala Manson, credo di stare per vomitare. Era distrutta-
-Qua bisogna seriamente escogitare qualcosa, o finiremo tutti come lui-
-Io non mi fido di te, e credo di avertelo fatto capire in molte occasioni- Seth ridacchia, credo che non sappia fare altro. Chissà cosa ci ha trovato Daisy in lui. –Lo scorso anno non hai fatto altro che cercare di metterci l'uno contro l'altro-
-Ti correggo. In realtà il mio unico scopo era allontanare te e Rosebelle per averti nel mio branco, ma non ci sono riuscito. Pensavo foste troppo legati però, a giudicare dalla situazione, mi sbagliavo di grosso. Ed io che pensavo fosse amore, che idiota- sbatto le ciglia e, in una frazione di secondo, il suo corpo è ricoperto da scariche viola. Seth si getta a terra, contorcendosi come solo un verme come lui può fare. Ed io non provo alcun rimpianto. –Chi diamine è stato?-
-Rose?- mi richiama Daniel. Ma la mia mente è altrove, dispersa chissà in quale luogo lontano, e non riesce a sentirlo. –Rose, adesso basta su- non sono in grado di fermarmi. E, soprattutto, non voglio farlo. –Daisy, potresti darmi una mano?!-
-Io non vedo dove sia il problema-
-Daisy!-
-Ti preferivo prima sai? Adesso sei diventato un tantino noioso- la ragazza si avvicina a me, e poggia le mani sulle mie spalle. –Rose adesso calmati, o Daniel continuerà a farci la ramanzina. Non ti preoccupare, Seth ha sofferto abbastanza-
-Non so come fermarmi-
-Perfetto, andiamo di bene in meglio-
-Zitta Skyler- la riprende. –Prendo un respiro profondo su- faccio come dice. Chiudo gli occhi, questa situazione ha dell'inverosimile. Fino ad una settimana fa ero normale, e invece, ora, riesco persino a mettere Seth k.o. –Bravissima, ce l'hai fatta-
-Dobbiamo far venire fuori questo potere- esclama, a quel punto, il ragazzo. –Dico sul serio. Non è normale che, dopo essere stato in quiescenza per sedici lunghi anni, si manifesti in modo tanto violento.
-Gira a largo Seth, prima che finisca ciò che lei ha cominciato-
-Perché continui con questa farsa? Non t'importa niente di lei, lo hanno capito persino i muri- guardo Daisy, che si limita a scuotere la testa. Qualche secondo dopo inizia a piovere. –Lo avete visto? Volete davvero farmi credere che non ne sapete niente a riguardo?!-
-Anche se così fosse, non vorrei di certo a dirlo a te, non pensi?-
-In questo gruppo usate i poteri in modo sbagliato. Li sfruttate per il vostro tornaconto personale, per le vostre vendette, per le scaramucce...siete davvero assurdi!-
-Il tuo ragazzo è il campione in queste cose, dovresti saperlo- le risponde Chris. –E' anche per colpa di ciò che si è trasformato in vampiro, non lo sapevi?-
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