Take back my life song

Rose

-Quindi adesso vi riunite senza di me?- piombo a casa di Daisy dove, insieme agli altri, sta discutendo di qualcosa di importante che, evidentemente, non mi compete, o che non mi riguarda.

-Come diamine ha fatto la pazza suicida a sapere che dovevamo vederci?-

-Sta' zitta Skyler- la rimprovera Daniel, passandosi una mano tra i capelli biondi.

-Sì infatti, non attacca, te lo dico per esperienza- Diana mi fa un mezzo sorriso, per poi accennare un saluto. Certo che ne stanno succedendo di cose strane ultimamente.

-Hai lasciato il cellulare a casa mia ieri sera, e ti è arrivato un messaggio da Daisy. Mi urlava 'leggimi, leggimi'. Tra l'altro non è nemmeno la prima volta che lo fai, stai perdendo colpi amico mio– gli sventolo l'iPhone davanti agli occhi e lui sospira, avvicinandosi a me.

-E tu lo hai ascoltato, ovviamente-

-Mi sembrava sofferente- afferra l'apparecchio elettronico, cacciandoselo in tasca. –A parte gli scherzi, stavo passando quando ho sentito din, è stato automatico girarsi...e non ho guardato nessun altro messaggio, te lo posso assicurare-

-Tagliarsi le vene non le ha fatto passare il sarcasmo-

-Zitta Skyler- Daisy si massaggia le tempie. Forse sarei dovuta rimanere a casa, mi sembra che un po' tutti stiano soffrendo la mia presenza. –Hai fatto la strada da sola Rose?-

-Sì, sono ancora senza Vespa, mia madre non si fida- il silenzio cala come una cappa. Nessuno si azzarda a fiatare, sono tutti troppo spaventati di ferirmi. E questa situazione sta iniziando a starmi stretta. –Okay ragazzi sono passate tre settimane, dovete pur ricominciare a parlarmi-

-Volevamo solo evitare di coinvolgerti subito in tutta questa storia, però sono felice di riaverti tra noi, dico sul serio- Chris arriccia il naso lentigginoso. Sembra quasi un leprecauno, completamente vestito di verde e con i capelli arancioni.
-E vi ringrazio, dico sul serio. Ma sto meglio, posso aiutarvi, soprattutto se la faccenda riguarda anche Albus- i ragazzi mi guardano, poco convinti dalle mie affermazioni. –La sera prima di tentare il suicidio sono riuscita a sbloccare il suo cellulare, ma si è spento subito dopo. Se lo caricassimo, credo che potremmo avere le risposte a tutto-

-Come ti ho già detto, la situazione è più complicata di così- Daniel si schiarisce la voce, attirando l'attenzione di tutti i presenti. –Gli Psuché sono riusciti a prendere l'urna con le ceneri di Morsein-

-Che cosa?- esclamo. Com'è possibile che io stia venendo a sapere una cosa del genere soltanto adesso? –Credevo che mia nonna l'avesse consegnata al Consiglio-

-E' stato così, ma pare che ci fosse una talpa all'interno. L'hanno presa ma, nella colluttazione, si è rotta, spargendo tutto, beh, tutto quel che era rimasto del suo corpo. Ne resta solo una parte, forse abbastanza per comporre un suo braccio-
-Ti pare il momento di scherzare?-
-Uso il sarcasmo per stemperare la tensione, dovresti saperlo ormai Chris, ci conosciamo dall'asilo-
-Stanno venendo per me, non è così? Perché solo io posso riportarlo in vita-

-Sì esatto- tutti si girano verso Audrey, che alza le mani. –Che c'è? È la verità, non ha senso mentirle-

-Devi stare tranquilla Rose. Non hanno la sicurezza di questo, ed io dormo sempre con un occhio aperto- guardo bene le iridi di Daniel: sono ancora entrambe azzurre, quindi non è preoccupato. O forse sta soltanto mentendo a se stesso. –Dovremmo decisamente migliorare come dare la cattive notizie, siamo davvero pessimi- il ragazzo incrocia le braccia al petto, e mi fa l'occhiolino-
-Scusa, la prossima volta cercherò 'come non ferire i sentimenti di Rose Greyson' e farò un lavoro migliore-
-Ti rendi conto che tu e le tue amichette mi avete picchiato senza alcuna pietà?-
-Hai mai pensato che, forse, te la sei cercata?-
-Hai mai pensato che, forse, io non ho davvero fatto niente ed era semplicemente Daniel a venir da me?- subito dopo mi volto verso il ragazzo. –Mi dispiace dico sul serio, ma sono stanca di essere sempre messa in mezzo-
-Figurati, hai perfettamente ragione: tutto quel che è successo è solo ed esclusivamente colpa mia-
-Non ti sei mai tirata indietro però-
-Skyler, non ci siamo parlati per cinque mesi-
-Dì la verità, non ti sei davvero tagliata le vene, hai solo finto. Dopotutto sei autolesionista da anni, penso che tu sappia come farti male senza morire-

-Posso aiutarvi in qualche altro modo?- chiedo, a quel punto, io. L'unica cosa che voglio, in questo momento, è cambiare l'argomento della discussione, anche perché sto lottando contro la voglia di farla volare dall'altra parte della stanza.

-Potresti dirmi per quale diamine di motivo ti sei tinta i capelli di questo colore. Tua madre li ha visti?-

-Sì Daisy e, a dir la verità le sono piaciuti tanto. Ti dovrei mostrare il tatuaggio, sono sicura che lo adoreresti-

-Oh signore- si porta una mano sul capo, fingendo un mancamento. E poi dicono che sono io quella teatrale. –Suppongo che dobbiamo ringraziare te per questo-

-Okay, adesso noi due ce ne andiamo, ciao a tutti, ci vediamo domani- Daniel si dirige a passo deciso verso di me e mi afferra per la vita con un braccio. In un attimo, mi ritrovo a volteggiare nel cielo stellato.

-Ti hanno mai detto che hai modi poco convenzionali?-

-Tu, sempre- allaccio le braccia intorno al suo collo, giusto per essere sicura di non cadere giù. –Mi dispiace per come è andata la riunione, non si aspettavano la tua presenza e Skyler vorrebbe ucciderti-

-Non m'importa di lei onestamente, quanto sapere se credi davvero in quel che hai detto prima: dobbiamo preoccuparci oppure no?-

-Non credo o, perlomeno, per ora non ci sono stati segnali negativi. Per quanto, dopo ciò che è accaduto, ritenga il Consiglio un branco di incompetenti, non permetterebbero mai che la situazione degenerasse più di così, hanno pur sempre una reputazione da mantenere. Ed io sono sempre sull'attenti per ora, ti sto praticamente attaccato, meglio di una guardia del corpo-

-Sì, effettivamente è strano che tu non mi segua anche in bagno-

-Non mi sfidare- ridacchia, prima di scendere in picchiata e di atterrare nel balconcino di camera mia. –Devi smetterla di tenere la porta finestra aperta, potrebbe entrare chiunque- metto di nuovo i piedi sul pavimento, e Daniel si sbriga a chiudermi lì dentro. –Dovresti prendere in considerazione l'idea di tornare a scuola-

-Che cosa? Io lì dentro non ci metto più piede!- sospira e si avvicina a me, poggiando le mani sulle mie spalle. –Non posso farcela Daniel, non posso proprio-

-Sì che puoi. Tu sei più forte di loro, e sei una persona migliore. Non devi dargliela vinta in questo modo. Già possono gongolare di averti spinta al suicidio, non darli altre cose per cui essere orgogliosi- ci guardiamo negli occhi, non sono totalmente convinta di questa decisione anzi, non sono convinta per niente. –Rose, io non ti lascio sola, va bene? Sarò sempre un passo dietro di te, nessuno ti farà più del male, te lo prometto-

-Ho paura che, vedendoci insieme, le voci possano ricominciare-

-Non lo faranno. Interverrò se qualsiasi persona si azzarderà anche solo ad emettere un fiato. Siamo io e te contro tutti Rose, come sempre, solo che, adesso, prometto che adempirò al mio ruolo di angelo custode nel migliore dei modi, fosse l'ultima cosa che faccio- passa una mano tra i miei capelli, le sue labbra si curvano appena. –Sei il mio cuore Rosebelle, ed io non posso permettere che ti venga fatto di nuovo del male-

-Voglio stare ancora una settimana a casa però. Tornerò il giorno del mio compleanno, nessuno può essere cattivo il giorno del mio compleanno- mi torturo le mani, fantasticando su come le cose possano peggiorare ulteriormente.

-Ehi Rose, guardami- prende il mio viso tra le sue mani, le iridi leggermente più scure. –Stai di nuovo per avere uno dei tuoi attacchi, ma non devi. Io sono qui, sono qui per te, niente può andare male-

-H-ho dimenticato di prendere le mie pillole oggi, ecco perché- mi divincolo dalla sua morsa e mi avvicino al comodino. Daniel, però, è più veloce di me, e afferra il flaconcino al posto mio.

-Smettila di assumerle, non fanno altro che rimbambirti. Sono degli antidepressivi, intervengono con i recettori sinaptici, con le proteine o con gli enzimi e alterano le normali funzioni cerebrali. So che può sembrare che, per un momento, risolvano ogni tuo problema, ma non è così- strabuzzo gli occhi. Daniel Manson ha appena citato qualcosa in campo medico?

-Non voglio essere indelicata, ma sai di avere appena parlato come un dottore?-

-Sì, ne sono consapevole- si stropiccia gli occhioni azzurri, sembra un bambino in questo momento. –Quando tu hai tentato il suicidio e abbiamo letto la tua lettera, mio padre e Holden hanno iniziato a usare paroloni come 'depressione', 'attacchi d'ansia', 'patologie psicologiche' e mi sono accorto di non conoscere bene cosa volessero dire. Così, nelle ultime settimane, mi sono documentato su cosa volesse dire essere depressi, su cosa volessero dire i tuoi attacchi, e come reagiscono le persone che affrontano un trauma del genere. Mentre tu dormi, io passo le serate davanti al computer, a capire come posso aiutarti-

-Penso che sia la cosa più dolce e romantica che tu abbia mai fatto per me da quando ci conosciamo. Insieme a donarmi il sangue, si intende-

-Daniel Manson ha un cuore, difficile da credere, vero?-

-No, per niente. L'ho sempre saputo, avevi soltanto bisogno di qualcosa che ti desse la spinta-

-Sì, solo che avrei preferito che non accadesse col tuo suicidio-

-Mi dispiace avervi fatto preoccupare, non era questo ciò che avevo in mente. Volevo che foste liberi da me e da tutti i problemi che ho causato-

-Nessuno sarebbe stato bene se tu fossi morta, fidati-

-Anche Diana non mi insulta più, la cosa mi preoccupa- il ragazzo si siede sul letto, ridacchiando.
-Come avrebbe fatto senza la sua nemesi numero uno?-

💟💟💟

-Sono a casaaaaa- urla mia madre dal piano di sotto. Prima non lo faceva mai, adesso, è un modo per capire se ci sono oppure no. E se sono ancora viva. –Rose?-

-Siamo sopra mamma- Daniel mi fa l'occhiolino, si rialza e mi supera. –Andiamo, sto morendo di fame- ormai mi sono abituata alla sua presenza non sempre richiesta e voluta. Torna a casa sua soltanto per lavarsi e cambiarsi, e gli unici momenti in cui mi lascia sola sono quelli in cui è, controvoglia, a scuola. Mi chiedo cosa ne pensi Derek di tutto ciò.
-Oh ciao, immaginavo ci fossi anche tu, avete già mangiato?-

-No, siamo tornati adesso- Daniel mi supera e, nel farlo, mi prende delicatamente la mano. Ancora una volta la sfilo via, spaventata dalla possibilità di riavvicinarmi a lui. D'altronde non faccio altro che chiedermi se sarebbe cambiato qualcosa, se io non mi fossi suicidata. L'amore che Daniel tanto decanta avrebbe finito per avere il sopravvento o sarebbe rimasto con Skyler? E' un dilemma che non riesco a far sparire dalla mia testa. –Siamo andati a fare una passeggiata- lo guardo per un attimo ma, d'altronde, non avrebbe potuto dirle che li ho raggiunti a casa di Daisy e che, adesso, so ogni cosa, darebbe sicuramente di matto, e troverebbe qualche altro modo per rinforzare la campana di vetro sotto cui mi ha messo. E non posso nemmeno biasimarla, perché chissà che cosa ha provato, chissà quanto è stata male.
-Sono contenta...ora vi preparo da mangiare, avete qualche preferenza?- scuotiamo entrambi la testa e lei si inabissa in cucina.

-Credo che pensi che stiamo insieme-

-Beh in questo modo fa le prove per il prossimo futuro-

-Sei troppo sicuro che le cose, da oggi in poi, andranno bene- mi siedo sul divano e mi torturo le mani. Qualche secondo dopo Daniel mi raggiunge, e incastra le sue dita con le mie. Nuovamente interrompo il contatto, sospirando.

-Ne sono certo perché, se così non fosse, ce la metterò tutta per cambiarle-
-Daniel io apprezzo quello che stai facendo, dico sul serio, mi hai salvato la vita, ma io non me la sento ancora di parlare di noi, della mia vita, di tutto. Ho costantemente paura che possa accadere qualcosa all'improvviso, qualcosa di brutto-
-Devi essere più positiva, il mondo, tutto sommato, è un bel posto-

-Un giardino fiorito- ridacchio. Allungo la mano verso il telecomando e accendo la tv. –Uh, c'è Grey's Anatomy-

-O mio dio- getta la testa indietro, disperato. –Quante puntate mi avrai fatto vedere?-

-Non abbastanza. Sono dieci stagioni!-

-E ancora Derek e Meredith non riescono ad avere una relazione stabile, ti pare normale?-

-Perché noi due, invece, siamo l'esempio un rapporto stabile e maturo-

-Touché- attorciglia una ciocca dei miei capelli intorno al suo indice. Perché Daniel è dovuto diventare così dopo che io ho tentato il suicidio? E perché non riesce a stare più di tre secondi senza toccarmi? –A che stai pensando? Sento il rumore delle rotelline che muovono gli ingranaggi del tuo cervellino-

-Stavo pensando che è stato necessario che io mi tagliassi le vene, perché tu reagissi in questo modo- il suo corpo si irrigidisce, le sue iridi diventano viola. –E sai anche tu che è la verità-

-Non posso ribattere in alcun modo per il semplice motivo che hai ragione. Non ho battuto ciglio mentre ti ferivano, non ho battuto ciglio mentre tu stavi male, non ho battuto ciglio quando mi hai chiesto aiuto, e non posso aspettarmi che ti fidi di me o altro, né di avere il tuo perdono. Ma sono sincero quando dico che ti proteggerò da ogni cosa, e che farò la qualsiasi per farmi perdonare-

-Ci vuole del tempo. Non sei l'unico a cui non credo più, provo lo stesso anche per tutti gli altri. Mi sento fuori dal mondo, come quando vi ho conosciuto. Ci siete voi, ed io che cerco di integrarmi di nuovo, senza troppo successo-

-Ci lavoreremo tutta l'estate, se è necessario. Ma non è una battaglia che esigo perdere-

-Ho solo paura. Paura del mondo là fuori. Non è stato molto carino con me, ed io non riesco ad avere fiducia-

-Non devi farlo immediatamente, sta tranquilla. Però devi tornare a scuola, ne va del tuo futuro. L'anno prossimo ci diplomiamo, e tu devi andare ad Harvard-

-Tu e Daisy alla Stanford, Chris a Berkeley, Audrey alla Brown e Diana all'università statale. Saremo tutti sparpagliati per il Paese-

-Di una cosa devi essere sicura- mi lascia un delicato bacio sulla fronte, e accarezza il mio viso con i polpastrelli. –Dove vai tu va Daisy. Ed io sono il tuo angelo custode, devo seguirti per natura-

-Penso che anche Albus sarebbe venuto con noi. Voi due eravate le facce della stessa medaglia, il sole e la luna, anche se non so dire bene chi sia cosa. Ma il punto è che avete litigato così tante volte che, alla fine, ritornavate sempre insieme-

-Sai che dicono la stessa cosa di noi due?-

-Perché hanno sbagliato tutto- ridacchio, sentendo gli occhi leggermente umidi. Parlare di Albus fa male, e lo farà ancora per un po' di tempo. –La più grande storia d'amore era la vostra, ne sono sempre stata convinta-
-Mi manca davvero tanto sai? E' vero, litigavamo sempre, ma non lo so, adesso mi sento come se avessi perso una parte di me, una parte importante-
-Succede quando qualcuno che amiamo muore, quando ci lascia, e lui è sparito così, senza lasciare traccia, quasi come se non fosse mai esistito, e forse è questo che fa più male, che se ne sia andato in un battito di ciglia, e noi non abbiamo potuto fare niente-
-Smettila di essere tanto dura con te stessa, sai che non è colpa tua-
-O forse sì. Forse avrei dovuto stargli più vicina, cercare di capirlo. D'altronde, se mi ha tradito con Diana, se lo ha fatto talmente tante volte, ci sarà pure un motivo, non credi?-
-Credo che tu debba smettere di pensare, non ti fa per niente bene, soprattutto in questo momento-
-Rilassati, non ho alcuna intenzione di provare ad uccidermi di nuovo, anche perché non potrei nemmeno farlo, visto che mi state continuamente addosso-
-Rose non scherzare-
-E' la verità-

💟💟💟

-O mio dio Rosebelle! Non ci posso credere, ti stai riprendendo benissimo- Holden spalanca la porta di casa sua, sprigionando una felicità che non gli vedevo addosso da molto tempo. La prima, e anche unica, volta che eravamo giunti davanti al suo uscio, la sua fidanzata stava per morire e, dentro l'abitazione, si respirava un'aria di consapevolezza mista a rassegnazione che appesantiva i polmoni. –Prego, entrate- si sposta, lasciandoci campo libero nell'elegante salotto in parquet. Tutto è rimasto uguale a quando lo abbiamo visto, nessun oggetto ha cambiato collocazione. Se, per noi, è stato brutto perdere Albus, non oso immaginare cosa ha voluto dire per lui lasciare andare la persona con cui avevi pensato di trascorrere la tua intera vita. Chissà se, proprio come me, sente ancora quel dolore nel petto, che ti ricorda che non hai potuto fare niente per poter cambiare le cose. –Daniel mi ha detto che tornerai a scuola la prossima settimana, e volevo vederti prima, giusto per parlarti un pochino-

-Sono appena uscita dalla psicologa, le mie idee non sono molto lucide- mi accomodo sul divano verde, con Daniel mio fianco. La sua mano si poggia sulla mia e, come sempre, questa si sposta. Penso che abbia deciso di provare fino a quando non lo lascerò fare.

-Non fraintendermi, non voglio assumere quel ruolo nei tuoi confronti, semplicemente vorrei che mi raccontassi qualcosa, tutto qui-

-Avete bisogno di una mia testimonianza per via di quel che è successo a scuola?-

-Cosa? No no no- Holden prende posto di fronte a noi, nella stessa poltrona su cui, un anno e mezzo fa, stava la sua fidanzata, con quello sguardo pacato e felice di chi ha la consapevolezza di quello che le sta per accadere. –Non vi avrei fatto venire qui sennò. Sei la mia migliore studentessa Rose e, per quanto quello che sto per dire potrà essere equivocato, ho sempre sentito una sorta di connessione con te. Non fraintendermi, ti considero come la sorella minore che non ho mai avuto, per questo ho bisogno di sapere che tu stai bene, prima di rivederti in quella giungla- si toglie gli occhialini rotondi e li pulisce col bavero della camicia a quadri. Aveva davvero ragione Albus, ci sono tante persone che tengono a me, anche se io non me ne accorgevo.

-Ho paura di ritornare lì dentro. Nessuno aveva mai prestato tanta attenzione a me, mi conoscevano perché ero loro amica, niente di più, niente di meno. Ma è strano come la gente si interessi alle relazioni degli altri, decidendo di mettere bocca in ogni cosa. E' in questo modo che noi tre siamo diventati il fulcro dell'attenzione della maggior parte degli studenti della Marymount. Per un periodo ho creduto persino io che fosse sbagliato, che fosse sbagliato provare determinati sentimenti per Daniel. Ma non era così. Non avevo mai tradito Albus, non avevo messo loro due contro, non li avevo illusi, non ci avevo provato con entrambi. Sono soltanto stata vittima dei pettegolezzi, con tutto quello che ha comportato- abbasso lo sguardo, trovando normale graffiarmi i palmi delle mani. Daniel mi blocca, ed è allora che inizio a piangere, silenziosamente. –Non sono una brutta persona, lo giuro, non è stata mai mia intenzione ferire chi mi stava intorno-

-Lo so Rose, lo so benissimo. A volte la gente può essere davvero crudele, specialmente con chi è più debole o più in gamba di loro. Ma tu devi tornare, anche perché ci sono gli esami finali, e tu hai ancora la possibilità di andare ad Harvard-

-Lo crede davvero? O vuole semplicemente risollevare il morale della ragazzina che ha tentato il suicidio?-

-Ne sono sicuro Rose. Racconta ogni cosa nella domanda di iscrizione, non per giustificarti, ma per farli capire che i tuoi voti non sono crollati per tua volontà, ma semplicemente perché c'è tanto schifo nel mondo-

-Devono essere mandate entro la fine del mese, vero?- da quando sono uscita dall'ospedale, i giorni si susseguono sempre uguali, senza una denominazione specifica. Non esistono i lunedì, i martedì, o le domeniche. Sono archi di ventiquattr'ore sempre uguali tra di loro, che non passano mai.

-Sì, hai ancora un paio di giorni, non ti preoccupare- si sistema gli occhiali sul ponte del naso. Il suo volto si colora di nuovo, consapevole che, forse, la parte peggiore è passata, e adesso la discussione sarà in discesa. –Detto questo, avete fame? Ho provato a preparare una torta-

-Ha intenzione di avvelenarci per caso? Perché mio padre sa che siamo venuti qui, quindi manderebbe qualcuno a cercarci-

-Tranquillo Manson, ho imparato ad apprezzare anche te. Spero che vi piaccia la torta di mele, era la più semplice da cucinare-

-E' uno dei miei dolci preferiti- l'uomo sembra rincuorato da quelle parole, prendendo un respiro di sollievo. Ci chiede, perciò, di attendere un attimo, mentre lui sparisce in corridoio.

Mi guardo intorno, osservando meglio la casa. E' piena di loro foto, e penso che lo rimarrà ancora per molto. Holden ha ventisette anni, ma dolori come questi non sono facili da mandare via e, qualche volta, non si vuole farlo.

-Rose, smettila- Daniel sibila, pizzicandomi. Il suo sguardo è duro, ma non troppo. Ha paura di rimproverarmi adesso, dopo che, negli ultimi anni, ha fatto in modo che, su di me, piovessero tutte le sue frustrazione, non risparmiandosi per nessun motivo al mondo, neanche quando barcollavo alla ricerca di un appiglio. Buffo come le persone inizino ad ascoltare e a prestare attenzione quando pensano che non ci sia più niente da fare. O quando tenti il suicidio nel mio caso.

-Di fare cosa?-

-Lo sai benissimo- avvicina le sue labbra al mio orecchio, per non farsi sentire. –Di cercare il fantasma di lei. Chi ti ha detto che è rimasta qui?-

-Perché è quello che avrei fatto io- torno a torturare le mie mani. Non riesco ancora a muovere bene i polsi, su cui troneggiano due belle cicatrici. Penso che sia il momento di aumentare ulteriormente i bracciali. –Non so bene come funziona, ma sarei voluto rimanere a vegliare su mia madre ancora per un po', fino a quando non si sarebbe stabilizzata e sarebbe andata avanti con la sua vita- sarebbe rimasta sola, ed io non mi sarei mai perdonata una cosa del genere. Anche nel mio egoismo, ho pensato per un attimo agli altri. –E poi, magari, avrei potuto incontrare Albus, e avremmo potuto scoprire chi gli ha fatto del male-

-Sta diventando un'ossessione, ti ho già detto che non voglio che ti cacci nei guai-

-Il cellulare si è caricato, potremmo leggere i messaggi- Daniel sospira, stremato dalle mie continue richieste. –Ti prometto che, dopo che avremo appurato quale delle nostre teorie è esatta e chi ce lo ha portato via, mollerò la presa e non darò più la caccia ai fantasmi. Lascerò il suo assassino a te e a alla tua rabbia-

-Rose, se ti azzardi...-

-Te lo giuro Daniel- assottiglia le labbra e si passa una mano tra i capelli biondi. In quel momento ritorna anche Holden, che ci porge un piattino a testa con la torta di mele.

-Spero che vi piaccia, da quando...- si blocca, prendendo posto sulla poltrona. -...da quando lei non c'è più ho dovuto iniziare a rimboccarmi le mani, e imparare a cucinare- i suoi occhi sono ancora tristi, una tristezza ed una malinconia che non passeranno facilmente, che rimarranno incatenati a lui per chissà quanto tempo. –Devi proteggerla ad ogni costo, hai capito Daniel? Ragazze come questa signorina qui presente non capitano sempre, quindi smettila con le cazzate, che te ne ho viste fare davvero tante negli ultimi tre anni-

-Ma come...?- ci guardiamo stupiti. Holden scoppia a ridere, prima di addentare la sua torta. E' strano pensarlo nei termini di un professore adesso, sembra quasi un amico di vecchia data.

-Sin dal primo momento in cui vi ho rimproverato perché stavate litigando, ho capito che sareste finiti insieme, in un modo o nell'altro, solo che non pensavo che ci avreste messo così tanto tempo, dannazione, vi volete dare una mossa, o dobbiamo aspettare fino al diploma?-
-Beh...-
-Manson, quando intendo 'vi volete dare una mossa', intendo soltanto te in realtà. Devi deciderti a crescere una volta per tutte- 


Sbaaaam!

Holden uno di noi fino alla fine ahaha.

e niente, ho aggiornato oggi perché non sapevo che fare.

anyway, anche per questa settimana ghost rimane fuori dalle classifiche, yeah, però ci tngo a ringraziare lo stesso tutti gli affezionati lettori. Per questo, volevo chiedervi di passare dalla nova storia che ho pubblicato sul mio profilo. Si chiama 'Shadows' e, visto che, ormai, non mancano più tanto capitoli alla fine di ghost, pensavo che vi sarebbe piaciuto leggerla, mentre aspettate che Daniel e Rose ritornino.

detto questo mi dileguo, immagino che abbiate mille cose di meglio da fare oggi, che stare qui ad ascoltare me.

un bacio e a presto

rose xx

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