Just me and my shadows, and all of my regrets
-Ti giuro, Rosebelle Greyson, come ti ho creata, io ti distruggo! Come diamine ti è saltato in mente di teletrasportarti fino a San Francisco senza dirmi niente?!- mi massaggio il ponte del naso. Isebelle urla al telefono da ieri sera, e non c'è stato alcun verso di calmarla, nonostante abbia provato a spiegarle la situazione.
-Mamma te l'ho detto: devo portare a termine la missione che mi ha affidato papà. Potrebbero succedere cose molto gravi, se le ceneri di Morsein non vengono distrutte al più presto-
-Ti giuro che, non appena metterai piede a New Orleans, ti chiuderò in casa e getterò la chiave. Sono stanca dei tuoi colpi di testa e dei tuoi moti di ribellione continui. Per non parlare del fatto che oggi è arrivata una lettera dalla scuola. Un'insufficienza in latino Rose, fai sul serio?- non sapendo più cosa risponderle, metto giù. I miei voti stanno colando a picco come il Titanic quando ha colpito l'iceberg, ed io ho davvero troppi pensieri in questo momento per potermene occupare.
-Tu sì che conosci perfettamente l'espressione 'svegliarsi di buon umore'- Daniel sorseggio il suo caffè, prendendo una forchettata di waffle.
-Non pensavo che saresti rimasto-
-Ti ho già detto che non ti lascio sola in questa storia-
-Skyler si arrabbierà-
-Lo so Rose, non c'è bisogno che me lo dica tu-
-Vedo che vi siete svegliati- nonno Alfred, di cui ho scoperto l'esistenza soltanto ieri sera, quando si è svegliato per il rumore che stavamo facendo, ci sorride bonariamente, prendendo posto accanto a Daniel. –Hai un brutto taglio di capelli figliolo-
-Glielo ripeto sempre anche io- Daniel mi incenerisce con lo sguardo. Questa notte è venuto in camera mia e si è seduto sulla poltrona, rimanendo a fissarmi per tutta la notte. E quando mi sono svegliata, qualche minuto fa, l'ho trovato nella stessa posizione, leggermente assopito. Lo odio per questo, non vuole proprio rendermi facile il lavoro. Non pensa di essere un tantino egoista nel cercare di tenermi tanto stretta a lui nonostante abbia Skyler?
-Ho capito, me li farò ricrescere- prende un altro boccone di waffle, mettendo su il broncio.
-Dobbiamo risolvere questa cosa al più presto, così possiamo tornare a New Orleans e affrontare l'ira funesta di tutti, mi sta venendo l'ansia-
-A te viene l'ansia per qualsiasi cosa, quindi questo non fa testo- incenerisco Daniel con lo sguardo. Non dovevamo teletrasportarci a San Francisco senza dire niente a nessuno, i ragazzi saranno furiosi, senza contare che sono fermamente convinta che Isebelle abbia davvero intenzione di chiudermi in casa fino alla maggiore età.
-Buongiorno tesoro- nonna Cece mi poggia una mano sul capo, dandomi un bacio. E dire che mia madre la descrive sempre come un Cerbero. –Quanto vi trattenete qui?-
-Dopo colazione andiamo a cercare quella cosa e poi torniamo a New Orleans. Mamma è arrabbiatissima e penso che anche il padre di Daniel sia piuttosto arrabbiato-
-Per niente, il mio non si è manco accorto che mancavo da casa, pensa tu- scuoto la testa. Devo seriamente smetterla di farmi trascinare dagli slanci eroici di Daniel, e iniziare a pensare con la mia testa.
-Oh Isebelle è sempre stata troppo apprensiva e non si è mai sforzata di capire il nostro mondo. Io, per esempio, sono sempre stata contraria al fatto di non dirti niente sulla tua vera natura. Dovevi sapere la verità, anche perché, prima o poi, i tuoi poteri verranno fuori all'improvviso, e là potrebbero esserci dei seri problemi, visto che non ha la più pallida idea di come affrontare una cosa del genere-
-E' già successo, questo non l'ha visto? O, più semplicemente, ieri sera non l'ha ascoltata?- mia nonna e Daniel si lanciano occhiatacce da ieri sera. Il ragazzo, dal canto suo, sorride sornione come al solito, con la faccia d'angelo di chi non c'entra niente con tutta questa storia.
-Mi hanno fatto arrabbiare davvero tanto ed ho fatto esplodere tutte le luci in mensa. Da quel giorno, se sono stressata o se sono particolarmente nervosa, succede qualcosa-
-E Isebelle non ci ha detto niente, benissimo. Sa che solo noi possiamo aiutarti-
-Non essere così severa Cece. L'ha cresciuta praticamente da sola-
-Perché lei ha voluto prendere questa decisione Alfred! Io le ho offerto tutto l'aiuto possibile, e lei che decide di fare poi? Di prendere la bambina e di portarla a New Orleans! L'unico posto dove non si possono rintracciare le creature del nostro mondo! La Mecca per quelli come noi-
-Beh in effetti abbiamo anche i lupi mannari lì- tiro un calcio a Daniel sotto il tavolo. Sedici anni che cammina sulla Terra e ancora non ha imparato quando può fare battute oppure no.
-Forse perché tu e lei non avete fatto altro che litigare da quando si è fidanzata con Ron-
-Mio figlio poteva avere tutte le donne di questo mondo! Ma non è del mio rapporto con sua madre che stiamo parlando adesso-
-Credo che l'urna sia nascosta dietro la biblioteca di uno studio o roba simile-
-Il vecchio studio di tuo padre, seguimi- io e Daniel ci alziamo di scatto, e la donna fissa il mio amico, con gli occhi ridotti a due fessure. –Deve per forza venire con te in qualsiasi tuo spostamento?-
-Hanno provato in tanti a dividerci, ma non ci sono riusciti- Daniel si stringe nelle spalle e caccia le mani in tasca. Quell'odioso ciuffo, oggi, non sta dritto sulla testa, ma ricade disordinato sulla fronte e, per un attimo, mi sembra di rivedere il ragazzo che tenevo per mano a Barcelona, mentre danzavamo allegri per le strade.
-Ma tu non hai una ragazza, o sbaglio?-
-Sì ce l'ha, e sono sicura che vorrà la mia testa, non appena torneremo-
-Beh è anche colpa sua. Smettila di essere il suo satellite. Non hai bisogno di un ragazzo per essere felice o per essere perfetta. Sei intelligente, bella, sei una Greyson, sei già fortunata così. Smettila di concentrarti sulle cose che non hai o su quelle sbagliate o su quelle che non ti piacciono, ed inizia a focalizzarti su tutte quelle positive e che ti rendono quella che sei- non ho mai guardato la situazione sotto questo punto di vista, impegnata come sono a concentrarmi sul mio cuore spezzato e su tutte le sfighe che, in questo momento, mi piovono addosso come la pioggia.
-Praticamente quello che le dico sempre io-
-Zitto Daniel- esclamiamo insieme. Il ragazzo sgrana gli occhi, spaventato.
-Dopo che avrete finito la colazione e vi sarete sistemati, vi porterò nello studio di tuo padre, ma lui non deve toccare niente-
-Non sono mica un cane-
-Peggio, almeno quello puoi addestrarlo-
🤢🤢🤢
-Ecco, questo era lo studio di tuo padre. Da adesso in poi, farò qualsiasi cosa tu dirai- mi avvicino alla libreria, analizzando ogni più piccolo particolare. Ci sono tantissimi libri qui, più di quanti ne abbia visti fino ad ora, tuttavia non so bene cosa cercare. Ad un tratto, però, trema leggermente, prima che una delle sezioni si sposti, rivelano un passaggio segreto. E' talmente buio che non se ne riesce a vedere la fine.
-E adesso?-
-Non lo so Daniel, nel ricordo che mi hanno sbloccato i Guardiani diceva che ci sarei arrivata da sola grazie a dei suoi insegnamenti, ma non so se contasse di morire due anni dopo, potrebbe anche non essere arrivato in tempo per quel che ne so il ragazzo, per tutta risposta, mi supera ed entra all'interno del passaggio. Poco dopo, però, una scarica lo avvolge completamente, e lui ricade per terra.–Ehi, stai bene?- chino leggermente il capo verso di lui. Ecco cosa succede ad essere troppo impulsivi.
-Credi davvero che mio figlio avesse reso le cose così facili? Povero illuso-
-Mea culpa, come al mio solito- gli tendo una mano e lui la afferra. Scuote un paio di volte gli arti, per poi ravvivarsi i capelli con le dite.
-Daniel, potresti provare a fare un altro passo?-
-Cosa? Non ci penso per niente, tuo padre mi ha quasi incenerito, con tutto il rispetto ovviamente-
-Evidentemente, dall'alto, sta osservando un po' la situazione, non credi?- il ragazzo gonfia le guance e sospira, incenerendomi con lo sguardo.
-Potrei lanciare una nelle mie sfere luminose, ma non capisco a cosa potrebbe servire-
-Voglio vedere se le scariche elettriche si presentano sempre nello stesso punto o se cambiano in base ai passi che si fanno-
-Non so essere grato per tutti quei telefilm gialli che vedi oppure no-
-Ma riesce a fare qualcosa senza per forza rispondere in modo sarcastico o sparare una battuta dietro l'altra o è chiedere troppo?-
-E' chiedere troppo nonna, non riesce proprio a farcela- Daniel lancia la prima sferra, poi una e un'altra ancora. Come pensavo, le scariche elettriche non seguono un processo uniforme, ma si manifestano in diversi punti del corridoio. –E' la danza dell'orsetto-
-Eh?- il ragazzo corruga la fronte. Analizzo una seconda volta l'andazzo delle onde, riconoscendo un movimento ben preciso.
-Era un balletto che mio padre faceva prima di mettermi a dormire-
-Ne sei sicura?-
-Non sono sicura nemmeno di venire domani a scuola, figuriamoci di questo- prendo un respiro profondo e faccio un salto, atterrando sulla prima mattonella a sinistra. Non succede niente. –Okay Daniel, seguimi-
-Che il cielo mi protegga- mormora, alzando gli occhi verso il soffitto.
Salto in diagonale, faccio giravolte, ondeggi, balzi a gambe aperte, a piedi uniti, fino a quando non arriviamo alla fine del corridoio.
Lì, sotto una teca di vetro, giace un'urna nera con qualche rifinitura dorata, la stessa che mi stava mostrando mio padre nel ricordo.
-Non posso credere a quello che ho appena fatto, è stato parecchio imbarazzante-
-Lo sai che, in questo momento, stiamo praticamente salvando il mondo?-
-Mi risulta che Iron Man e tutto il resto degli Avengers siano dei gran fighi quando lo fanno-
-Non ce la fai proprio a rimanere serio-
-Sono geneticamente creato per fare l'idiota, è più forte di me. Però sono bello-
-Daniel!- dico, stizzita. –Sto cercando di ragionare-
-Cosa c'è da ragionare, devi semplicemente allungare una mano e prendere l'urna, semplice-
-E tu credi che sia davvero tanto facile?-
-E tu credi davvero che, ogni volta, debba per forza succedere qualcosa a complicare la situazione?-
-E allora prendilo tu, coraggio- sbuffa e, senza pensarci due volta, si accinge ad afferrarla. Nell'esatto momento, in cui le sue mani si avvicinano alla teca di vetro entro cui è riposto l'oggetto, un fascio di luce lo colpisce in pieno, facendolo cadere e scivolare lungo il corridoio.
-Okay, tuo padre mi sta facendo decisamente il culo dall'aldilà-
-Diciamo che ne stai prendendo abbastanza oggi. Però devo ammettere che non mi dispiace, finirò all'inferno, questo sì, ma almeno ci finirò contenta- lo aiuto a rialzarsi, mentre lui continua a borbottare.
-Probabilmente ha visto quanto ti abbia fatto soffrire in questi anni e sta sfruttando la situazione per punirmi, non lo posso biasimare- scuoto la testa. A quel punto, davanti alla teca, compaiono delle gemme colorate, scintillanti e bellissime.
-Le vedi anche tu?-
-Sì, non hai le visioni questa volta- lo incenerisco con lo sguardo e, a quel punto, lui alza le mani. –Okay la smetto, promesso- ne tocco una, e questa si illumina.
-Forse ho capito come fare-
-Sono tutt'orecchie-
-Hai visto cosa è successo non appena ho toccato quella rosa, no?-
-Sì, sono qui accanto te-
-Credo che mio padre abbia messo un blocco che si basa sulla mia preferenza nei colori. Penso di dover creare una specie di scala dei miei favoriti-
-Il mio, tra poco, nemmeno sa di che colore io abbia gli occhi- il ragazzo ridacchia. Le mie dita sfiorano, per un solo secondo, il palmo della sua mano.
-Ce li hai di un azzurro particolare, molto acceso, colore evidenziatore come dico sempre io, con qualche striatura blu. Quando sei arrabbiato, però, diventano viola, un viola che inghiotte ogni traccia di quel bel colore che hai di solito- le mie guance diventano calde improvvisamente e, sicuramente, rosse come due pomodori. Dopo tutto questo tempo non siamo ancora riusciti a mettere un punto a questa storia, io non sono riuscita a mettere un punto a questa storia.
-Grazie di esistere Rose, non so davvero come avrei fatto senza di te in tutti questi anni-
-Avresti avuto una rogna in meno-
-No Rosebelle, dico sul serio. Sei sempre l'unico elemento positivo in tutto, sia che le cose andassero bene che male. Ci sempre stata solo e soltanto tu, l'unico raggio di sole degli ultimi anni- sono davvero tentata di fargli una battuta riguardo alla frase appena pronunciata, ma le sue mani stanno tremando, e i suoi occhi sono velati dalle lacrime. E' vulnerabile, forse per la prima volta.
-Va tutto bene Daniel, sai che non ti lascerei mai solo- si volta verso di me, le sue labbra si curvano appena. E' così bello da far male, e dico sul serio.
-Risolviamo questo dannato enigma e torniamocene a casa, prima che tua madre decida di mandare qualcuno a riprenderci- faccio un lieve cenno di sì con la testa. Prendo un respiro profondo e allungo una mano verso la prima gemma, per poi proseguire in ordine, fino a quella che ha il colore che mi piace di meno.
La teca di vetro si illumina di una luce accecante e, improvvisamente, si alza, liberando l'urna.
-Certo che ne ho viste di cose in questi tre anni, eppure continuano ad aggiungersene sempre altre- afferro l'oggetto, una strana energia proviene da essa, un'energia che non mi piace per niente.
-Dici che dovrei distruggerla io o...?-
-No Rose, portala qui, la daremo al Consiglio- dice mia nonna, ancora ferma all'entrata.
-Sono un branco di incompetenti- esclama Daniel.
-Faccio parte anche io del Consiglio-
-Restano sempre degli incompetenti, con tutto il rispetto nonna Greyson-
-Portate quella dannatissima urna fuori, adesso-
-Sei sicura che non abbiate discendenze da Hitler?-
-Daniel!- sibilo. Lo afferro per un braccio e lo conduco fuori, tenendo sempre ben stretta la tomba di Morsein. E' davvero raccapricciante pensare una cosa del genere.
-Che c'è? Devi ammettere che è parecchio autoritaria- roteo gli occhi al cielo. Perché non riesce ad essere serio nemmeno per un minuto?
-Sei davvero irritante come ragazzo, è davvero un sollievo che voi due non stiate insieme, non sei per niente adatto a mia nipote-
-Lo so- Daniel assottiglia le labbra, mentre io do alla donna l'urna. –Senta, lo so che lei fa parte del Consiglio e tutto il resto, ma io non credo che sapranno gestire al meglio la situazione-
-Quanti anni hai Daniel?-
-Sedici-
-Ecco appunto. Non eri nemmeno nato quando è scoppiata la guerra nel nostro mondo, non puoi gestire tu una situazione tanto grave-
-Negli ultimi anni abbiamo affrontato fantasmi, dipendenze dalla soluzione argentea, Psuché, lupi mannari...quindi mi creda, so esattamente di cosa sto parlando-
-Il discorso si chiude qui, non ho nient'altro da dire a riguardo, e neanche voglio sapere quante volte avete infranto le regole, anche se ho qualche sospetto a riguardo- storco la bocca. Non ho mai capito quale siano queste regole in realtà, o se ci sia effettivamente un codice scritto da qualche parte. Quel che so per certo è che, in questo campo, l'esperto era Albus, era lui che cercava di tenerci fuori dai guai in qualsiasi situazione, e adesso che lui non c'è nessuno di noi sa più che fare. –Piuttosto Rosebelle, sarei più che contenta se tu decidessi di rimanere qui. Adesso che i tuoi poteri sono venuti fuori hai bisogno di addestramento, ha bisogno che qualcuno ti insegni, che ti aiuti a controllarli. Pensaci bene: so che non eri per niente contenta di andare a New Orleans e che San Francisco ti è sempre mancata. Ti iscriverei alla Lick Wilderming, la migliore scuola della città e potresti ricominciare daccapo, d'altronde tu non sei felice lì, o sbaglio?- assottiglio le labbra. L'idea di tornare nella mia città mi alletta parecchio, poter staccare finalmente da tutto quell'ambiente malsano, lasciare la Marymount e le loro voci di corridoio, dimenticare definitivamente Daniel. Ma poi penso a mia madre, a Daisy, a Chris, a Audrey. Ho già stravolto la mia vita una volta, o meglio Isebelle lo ha fatto, sono pronta a farlo di nuovo?
-In questo momento la mia vita un inferno, lo ammetto, ma non posso abbandonare i miei amici, o la mamma, per quanto sia arrabbiata con lei per avermi nascosto ogni cosa-
-Pensaci bene Rose, io potrei sfruttare il tuo potenziale al massimo, potrei farti diventare potente-
-Le ha già detto di no, perché deve insistere?- si intromette, a quel punto, Daniel. –Abbiamo bisogno di Rose, quindi lei non va da nessuna parte-
🤦♀️🤦♀️🤦♀️
-Io mi chiedo cosa tu abbia al posto del cervello! Hai solo sedici anni Rosebelle, non puoi salvare il mondo, riesci a capirlo questo?!- mia madre sta urlando, ormai, da venti minuti abbondanti, contati sull'orologio di fronte a me, e scanditi dall'incessante rumore delle lancette.
-In teoria ci siamo riusciti. Papà mi aveva insegnato come arrivare all'urna, solo che io non sapevo ancora che la danza dell'orsetto servisse proprio a questo, e poi nonna Cece si è occupata di tutto il resto-
-Oh, lei. Dio, quella donna farebbe qualsiasi cosa pur di rendere la mia vita un inferno-
-Hai mai pensato che, forse, non si parla sempre e solo di te?- a quel punto, la donna mi tira uno schiaffo in pieno viso. Il mio volto gira di centoottanta gradi, non mi aveva mai picchiato prima d'ora. –Questa sì che è un'ottima argomentazione mamma, ti faccio i miei complimenti, sicuramente vincerai il premio madre dell'anno- mi massaggio il punto colpito. La guancia pulsa mentre la donna, dal canto suo, si mangia le unghie, come se non fosse stata lei a stamparmi cinque dita in faccia.
-Mi dispiace tesoro, non volevo, te lo giuro-
-La nostra conversazione è finita, oppure hai intenzione di darmi tante botte fino a quando non ti chiederò scusa?-
-Va' pure. Potrei anche metterti in punizione, ma so che troveresti comunque un modo per svignartela- non dico niente, mi limito ad uscire dalla casa e a camminare, con le mani cacciate in tasca. Non so dove andare, non posso rifugiarmi da Daniel, sicuramente anche lui starà passando un brutto quarto d'ora con Skyler, e non voglio mettermi ancora in mezzo nella loro relazione.
-Ah eccoti qui!- Daisy compare davanti ai miei occhi. Porto una mano sul petto, col cuore che batto all'impazzata. –Aw ti sei spaventata? Perché anche io mi sono spaventata, quando Mike è venuto alla festa e ci ha annunciato che tu e il tuo caro amichetto avevate deciso di teletrasportarvi a San Francisco per salvare il mondo!-
-In mia difesa dico...-
-Rose!- urla, arrabbiata come mai prima d'ora. –Smettila di reagire in questo modo. Da quando Albus e scomparso e Daniel ha iniziato a frequentare Skyler, tu hai completamente perso il senno-
-Perché non fate tutti che ripetermi la stessa cosa?-
-Perché è così! Ma devi metterti bene in testa che questo tuo comportamento non ti restituirà nessuno dei due. Prima accetti la cosa, meglio è-
-E tu hai accettato quel che ti ha fatto Seth?-
-Rose- mi tira un colpo sulla nuca. Com'è che oggi le prendo da tutti? –Smettila di fare la stronza. Io sono la tua migliore amica, l'unica che ti è sempre stata vicina, quindi smettila di allontanarmi- mi mordo il labbro. Mi sto davvero trasformando nel mostro che tutti descrivono? –E smettila con Daniel. Dico sul serio, sembri una disperata-
-Okay, adesso stai esagerando-
-No. Continui a stargli addosso, ma non riesci a capire che, a scuola, fai pena a tutti-
-Quando non mi chiamano con epiteti peggiori-
-Esatto. Quindi datti una regolata, che stai prendendo una strada che non mi piace per niente, e voglio fermarti prima che sia troppo tardi-
-E' bello avere l'appoggio degli amici, dico sul serio. A questo punto non so se sia meglio rimanere a casa o parlare con te-
-Rose...- mormora, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Vorrei riavere la mia migliore amica indietro-
-Scusa, ma volevo allontanarmi per scaricare un po' la tensione- la supero mentre, dentro di me, sento la vecchia Rose morire sempre di più.
-Non ti verrà a salvare, non questa volta-
-Non voglio che lo faccia- cammino velocemente, le tempie che mi pulsano, le dita che tremano, le lacrime agli occhi. Come diamine mi sono ridotta in questo modo? Come ha fatto la situazione a sfuggirmi di mano?
Vago per una buona mezzoretta, fino ad arrivare al cimitero comunale.
Spingo l'enorme cancello di ferro, c'è molta gente oggi, venuta a trovare i propri cari.
Mi avvicino ad una signore e compro un mazzo di peonie bianche.
Le mie dita continuano a tremare, mentre mi avvicino sempre di più alla mia meta. E' la prima volta che lo vengo a trovare e, con questo gesto, è come se stessi ammettendo che se ne è andato per sempre.
-Ciao Al, scusami se sono venuta a trovarti solo adesso- poggio le labbra sulla sua foto, e sistemo i fiori nel vaso. Sua madre passa ogni giorno, qualche volta la vedo, con un foulard che le copre il volto e lo sguardo basso. –Di recente ho scoperto che mi hai cancellato qualcosina di importante dal cervello, eppure, nonostante questo, non riesco ad avercela con te, nonostante tu mi abbia ferito parecchio- mi siedo, il mio cuore si stringe in una morsa. –La verità è che mi manchi parecchio, non so bene se mi manchi il mio ragazzo o, più semplicemente, il mio amico. Sto iniziando a credere che, forse, tutte quelle voci che girano a scuola siano vere. Te, Daniel, poi di nuovo te, e Daniel ancora...mi sono ritrovata con il cuore spezzato- finalmente, le lacrime rigano il mio viso, è una bella sensazione, mi sento libera. –Da quando sei scomparso è tutto un casino, niente è al suo posto...io non sono al mio posto. Non so più cosa sono, cosa voglio...sono confusa. E vorrei anche sapere chi ti ha fatto del male, ci ti ha strappato dalle nostre braccia così presto. E scusami se non ho mai dimostrato di tenerci a te, se ti ho sempre dato l'intenzione di avere un debole per Daniel. Avrei solo voluto farti capire quanto significassi per me-
-Lo sapeva- mi asciugo frettolosamente le lacrime. Non ho bisogno di voltarmi, per sapere a chi appartiene quella voce. -Lo sapeva benissimo, me lo ha anche detto, a dir la verità-
-Non pensavo di trovarti qui- mi volto, Daniel si china per posare un mazzo di fiori di campo, giusto per dare un po' di colore a tutto questo ammasso di grigiume.
-Neanche io, ti sei sempre rifiutata di venire-
-Avevo bisogno di dirgli alcune cose che, mentre era ancora in viva, non avevo avuto l'opportunità di fargli sentire-
-Va tutto bene? Tua madre si è arrabbiata tanto?-
-Mi ha tirato uno schiaffo, non lo aveva mai fatto in vita sua-
-Anche Skyler, mi ha buttato adosso qualsiasi cosa le passasse per le mani. Sai, in questo, non siete molto diverse-
-Penso di no- mi alzo, spolverandomi gli skinny jeans neri.
-Devo stare un po' buono adesso, però, quindi non credo che potremmo frequentarci più di tanto-
-Immaginavo una sparata del genere. Ormai tutti i giorni sono uguali tra di loro, e le situazioni si ripetono all'infinito. Buon per te, spero che la vostra relazione sia duratura e salutare, te lo meriti-
-Rose!- mi urla. Io mi stringo nello spalle, camminando via dal cimitero. Se c'è sempre un lato positivo nella storia, lo sto ancora cercando.
Sbaaam!
mi hanno finalmente rimesso internet, sono una bambina contenta yay.
detto questo, vorrei rispondere e chiarire alcuni piccoli particolari.
so che molti di voi sono scontenti dal mio non sempre costante aggiornamento delle storie, ma io, come penso tutte le persone che si trovano nella mia stessa situazione, ho vent'anni, mi mancano le ultime otto materie per laurearmi, ho vissuto sei mesi in spagna, ho una famiglia disfunzionale e chi più ne ha più ne metta. non so cercando di giustificarmi o di fare la vittima, semplicemente di farvi capire che, se per qualche motivo non aggiorno, è perché ho qualche problema, non perché me lo dimentichi.
spero che nessuno si offenda più,
rose xx
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