I'm broken, do you hear me?

-Hai intenzione di fare così per tutto l'anno?- guardo Daisy di sottecchi, e sbatto violentemente l'anta dell'armadietto, brontolando.

-In realtà, pensavo fino a quando mi passerà la cotta per Daniel- sorrido e, neanche lo avessi evocato, il ragazzo fa il suo ingresso a scuola, cercando di sfuggire alla presa di Skyler. Manifestazioni d'affetto in pubblico, le ha sempre odiate.

-Dovrai affrontare la situazione prima o poi-

-Poi mi piace molto di più Audrey- mi stringo nelle spalle e isso la tracolla sulla spalla. Proprio in quel momento, felice come un leprecauno alla fine dell'arcobaleno, Chris ci raggiunge, saltellando allegramente.

-Ehi ehi, siamo juniores adesso, possiamo dire che, una parte della scuola, è nostra- gli occhi miei e di Daniel si incontrano per un nanosecondo, prima di spostarsi, fin troppo arrabbiati. –E devo dire che siete di ottimo umore-

-Chris lascia stare, credo di essere riuscita a sviluppare qualche potere durante l'estate-

-Davvero?- china la testa di lato ed io faccio un lieve cenno di sì. In realtà no, sono ancora rimasta la stessa Rose di sempre, ma sarebbe bello pensare che, per una volta, non sia più la donzella in pericolo. E sarebbe anche bello pensare di poter far prendere fuoco a Daniel Manson seduta stante. Dio, se solo ripenso a tutte le bugie che mi ha rifilato nell'ultimo anno. –Ma, in tutto ciò, qualcuno ha visto Diana?-

-No- Audrey si guarda intorno. Proprio come me, anche la persona che odio più sulla faccia della terra non ha preso bene la nuova relazione di Daniel e, onestamente, non posso proprio biasimarla. Nel giro di una manciata di mesi, Skyler è riuscita dove solo Rebecca ha fallito, facendomi realizzare che, in realtà, Albus e tutti gli altri avevano ragione sin dall'inizio: non gli sono mai piaciuta veramente, i suoi poteri avevano enfatizzato ogni cosa. E avevano ferito me.

-Io vado in classe. Ho dovuto usare metodi poco ortodossi con la Miller lo scorso anno, voglio provare a cominciare col piede giusto-

-Non mi aspetti?- domanda il ragazzo. Roteo gli occhi al cielo e, senza battere ciglio, giro i tacchi e mi dirigo verso la classe. Perché non può semplicemente lasciarmi in pace? –Rose!-

-Non ho voglia di parlarti Daniel-

-Rosebelle- mi afferra per un braccio. Mi volto verso di lui e, con uno strattone, mi libero dalla sua presa. –Credevo che avessimo superato questa fase-

-Come si può superare il fatto che, per un anno intero, mi hai mentito spudoratamente?-

-Tutto quello che ti ho detto era vero-

-Ah, quindi vuoi dirmi che i tuoi sentimenti verso di me sono cambiati nel giro di tre mesi? Perché è di questo che stiamo parlando-

-Le cose sono un po' più complicate di così. Non può sempre essere o bianco o nero-

-Non venirmi a fare la morale, perché giuro che mi arrabbio ancora di più!- il ragazzo sospira, ed io ne approfitto per seminarlo. Non ha nemmeno avuto il coraggio di dirmi che lui e Skyler si erano messi insieme, semplicemente, all'improvviso, aveva smesso di venirmi a trovare la notte.
Dopo la scomparsa di Albus, infatti, trovavo difficile addormentarmi, principalmente per i sensi di colpa che mi stanno lentamente divorando dall'interno: come posso provare sentimenti per due persone contemporaneamente? Che razza di persona sona?

-Smettila di scappare da me!- arrivo fino alla mia meta. Adocchio il nostro vecchio posto, un nodo mi stringe lo stomaco. Tutto, ora come ora, mi ferisce in un modo o in un altro, che si tratti di lui o del suo migliore amico svanito nel nulla una calda notte di giugno. Non c'è via di scampo.

-E tu lasciami stare, dico sul serio Daniel-

-Non posso, sono il tuo angelo custode-

-Non mi risulta che stiano vicino ai loro protetti, sono un caso eccezionale io, o sbaglio?- mi lascio andare sulla sedia. La mia mano destra continua a pulsare nella fasciatura, rivelando qualche macchia di sangue qua e là.

-Perché mi stai rinfacciando anche questo Rose?- mormora, e prende posto accanto a me. I capelli corti sono alzati sulla fronte, e mi provocano quasi un fastidio, perché, per due anni, ha portato il ciuffo che gli arrivava fino agli occhi, e tutti questi cambiamenti non mi piacciono. Quanto sono patetica. –Ti fa ancora male?-

-Ho spaccato uno specchio due giorni fa, io non guarisco immediatamente come te- sputo acida. Non mi sarei mai sognata di pormi in questo modo Daniel ma, in questo momento, ho un vuoto nel petto, che non la vuole smettere di ingrandirsi sempre di più. Vedo tutto sotto un'ottica differente, sotto una lente più oscura ma, allo stesso tempo, più reale.

A quel punto, il ragazzo sospira, e allunga le sue dita verso le mie, ma io mi sposto bruscamente. –No, la ferita si rimarginerà da sola-

-Non capisco proprio cosa pensi di ottenere con questo tuo comportamento-

-Che, prima o poi, faccia meno male. Perdere te ed Albus lo stesso giorno non è stata proprio una passeggiata. Non so nemmeno io come sia possibile provare interesse per due persone allo stesso tempo, ma il bene che volevo ad Albus era qualcosa di immenso. Senza contare, di certo, non è bello essere trattata come un'appestata-

-Finiscila Rose-

-Non hai visto come mi guardano tutti? So anche io cosa si dice in giro sul mio conto- le sue labbra si dischiudono appena, pronte ad articolare una risposta ma, proprio in quel momento, l'insegnante fa il suo ingresso nell'aula, attirando l'attenzione dei presenti.

-Buongiorno ragazzi, spero che abbiate passato delle buone vacanze e che vi siate rilassati come meglio potevate-

-Non ci credo- biascico, sentendo quella voce. –Holden è tornato!- finalmente la giornata sembra aver preso una piega decente. Il mio professore preferito è tornato ad insegnare, ed io non dovrò più avere a che fare con quella sgualdrina. Un problema in meno, la prima cosa bella che mi capita da un bel po' di tempo.

-Coral era stata presa solo per un anno, non te lo avevo detto?-

-No, credo che tu abbia dimenticato questo piccolo dettaglio- guardo il ragazzo. I capelli biondi sono dritti sulla sua testa, lasciano la fronte scoperta, e questa cosa mi infastidisce parecchio. Da quando l'ho conosciuto, Daniel ha sempre avuto i capelli lunghi, con un ciuffo che, spesso e volentieri, gli arrivava fino agli occhi. Adesso, tutti questi cambiamenti che sono avvenuti in così poco tempo, mi hanno destabilizzata, e mi hanno dato un malumore perenne. E il fatto che io continui a pensare una cosa del genere mi infastidisce ancora di più. –Ma poco importa. Questo vuol dire che ho ancora una speranza di essere presa ad Harvard, alla Stanford, o alla Berkeley, o Yale, o in qualsiasi altra università dell'Ivy League. La mia media è salva-

-Coral ti ha messo il massimo lo scorso anno, quindi non capisco dove stia il problema- si stringe nelle spalle. Per un attimo sono tentata di colpirlo con il libro, ma non voglio dare ulteriore spettacolo, visto che l'intero corpo studentesco della Marymount, lo scorso anno, è stato testimone delle vicende che includevano me, Albus e Daniel. Un quadretto non del tutto edificante.

-Sì lo ha fatto, ma dopo che, per tutto il secondo semestre, mi ha tempestato di voti bassi per via del nostro riavvicinamento. Probabilmente, se non avesse capito che io sapevo tutto di voi due, mi avrebbe promossa con la sufficienza stentata-

-Daniel, Rosebelle, certe cose non cambiano mai, vero?- Holden ci rimbecca, ed io e il ragazzo ci voltiamo verso di lui. Sembra invecchiato parecchio nell'ultimo anno, o forse è stata tutta colpa di quel che ha passato. Anzi, a dir la verità, non so nemmeno come sia finita con la sua ragazza, ma spero che sia guarita.

-Tendiamo ad essere coerenti- Daniel sfodera il sorriso più falso che si ritrova. Il professore, dal canto suo, prende un foglio posto precedentemente sulla cattedra e lo osserva, con fare meticoloso.

-Questa è una copia del registro della Miller e, a quanto pare, solo due persone hanno preso il massimo lo scorso anno. Una è Rose, di cui non mi stupisco, e l'altro sei tu- spinge gli occhiali lungo il ponte del naso e poggia il foglio dov'era prima. –Quindi deduco che lei abbia saputo stimolare un'enorme crescita in te-

-Oh lei non immagina quanto- mi tappo immediatamente la bocca. Quella che, in realtà, voleva essere una battuta sottovoce che avrebbe dovuto sentire solo Daniel, si è rivelata una risposta acida che, purtroppo, sarà arrivata anche all'orecchio di Holden. Ben fatto Rose. A quanto pare hai imparato a non balbettare più, complimenti.

-Okay, venite entrambi alla cattedra, voglio testare il livello di preparazione del signor Manson-

-Che cosa?- esclamiamo entrambi. Lo scorso anno, io e la Miller eravamo entrate talmente in conflitto, per un motivo o per un altro, che io avevo studiato letteratura controvoglia, col risultato che, molto probabilmente, adesso non mi ricorderò niente. –Non capisco perché ci sia bisogno di me- balbetto, nella vana speranza di scansarmi l'interrogazione. Di solito non lascerei mai Daniel da solo, ma lui lo ha fatto, ed io ho una tale rabbia dentro che non riesco più a controllarla.

-Siete i migliori studenti di tutta la classe, a quanto pare, ho bisogno di te come paragone- mi arrendo all'evidenza e striscio la sedia sul pavimento. Mi dirigo mogiamente verso la cattedra, seguita a ruota da Daniel, che impreca ad ogni passo. –Oh su con la vita ragazzi, non state mica andando al patibolo! Piuttosto, chi dei due mi sa parlare dello sviluppo dell'Amor cortese nella letteratura?- oh, mi ricordo quando lo abbiamo studiato. Più o meno nel periodo in cui mi lasciavo con Albus, mi riprendevo una cotta per Daniel, ma poi scoprivo della faccenda con la Miller e ritornavo col suo migliore amico. Forse aveva ragione mia madre, avrei dovuto concentrarmi di più sullo studio che sui ragazzi. Sono la sua più grande delusione e, anche se non lo dice apertamente, lo intuisco dal suo modo di guardarmi, da come scuote la testa quando parlo, dai suoi sospiri rumorosi quando discutiamo. La sua adorata bambina, quella che ha cresciuto da sola, quella che è sempre stata considerata la più intelligente tra i suoi amici, quella che era destinata a grandi cose, ad entrare in qualsiasi college volesse, adesso, ha perso tutto il suo splendore, riducendosi ad uno spettro di sé stessa. O forse è questa la vera Rose? Forse il mio carattere, dopo sedici anni, sta venendo fuori adesso. O forse mi sono semplicemente persa tra un'avventura e un altro, tra un piano riuscito bene ed uno riuscito male, tra incantesimi e ali perse, tra angeli e vampiri.

🤢🤢🤢🤢🤢🤢

-Quale miglior modo per cominciare il terzo anno se non con una bella interrogazione di letteratura? Senza contare che, adesso, dovrò subirmi Johnson- esasperata, getto le braccia al cielo. Non credo che potrò sopravvivere ancora altri nove mesi.

-Sei leggermente stressata oggi, vuoi che provi ad alleviare un po' questo tuo stato d'animo?-

-No, devi starmi il più lontano possibile, visto che l'ottanta percento di questa situazione è solo colpa tua- entriamo nell'aula di scienze, ed io sbatto violentemente il libro sul tavolo. Non capisco per quale motivo non mi lasci in pace, è davvero talmente sadico da volermi lo stesso nella sua vita? Non sarebbe più facile se si decidesse ad uscire dalla mia vita una volta per tutte?
-Rose, capisco che tu sia arrabbiata, però...-

-Non ne voglio parlare!- proprio nel momento esatto in cui urlo, Johnson fa il suo ingresso in aula, appoggiandosi ad un bastone. Sembra essere invecchiato notevolmente durante l'estate, la schiena si è incurvata e il volto sembra essere diventato ancora più astioso di quanto mi ricordassi.

-Signorina Greyson, noto con piacere che è di buon umore e che la sua voglia di chiacchierare non è di certo scemata durante tutti questi mesi. Che ne dice di venire alla lavagna e riepilogare alla classe quel che abbiamo fatto lo scorso anno?-

-Ha di nuovo intenzione di prendersela con me per caso? Perché è da quando ero una matricola che mi dà il tormento, e mi sono veramente scocciata di questa storia- di solito non mi azzarderei mai a rispondere in un modo del genere ad un professore, anche se si tratta di Johnson, ma, ora come ora, il mio livello di stress ha superato i massimi storici.

-Come diamine si permette? Lei non ha nessuna prova che io...-

-Oh andiamo la smetta, sembra che provi quasi piacere a prendersela con me e con lei. E' per caso qualche perversione sessuale alla Cinquanta sfumature di grigio?-

-Daniel...- sibilo. –Non esagerare-

-Manson, Greyson, in presidenza, adesso!- sospiro, esasperata. Sto iniziando davvero nel migliore dei modi. –Non ho alcuna intenzione di tollerarvi anche quest'anno-

-E noi non abbiamo alcuna intenzione di rischiare di non entrare in un buon college per colpa sua- Daniel sembra essere infervorato di quell'antico fuoco che scorreva nelle sue vene, con gli occhi che brillano e che stanno diventando sempre più scuri. –Io non sarò tra i migliori studenti, ma Rosebelle sì. Ha il massimo in tutte le materie, ma solo lei sembra essersi intestardito con lei a tal punto da far traballare quella che, prima, sembrava una certezza- in questo momento, nonostante sia davvero colpita dal modo in cui Daniel mi stia difendendo a spada tratta, posso tranquillamente salutare Harvard, la Stanford e la Berkeley con la mano. Dovrò rassegnarmi a frequentare l'università locale, e mia madre darà in escandescenza. Che cosa mi è successo? Cosa c'è che non va in me? Si è forse rotto qualcosa?

-Sparite dalla mia vista, ORA!- brandisce un dito contro di noi, il volto rosso e gli occhi praticamente fuori dalle orbite.

-Perfetto- brontolo, raccogliendo le mie cose ed uscendo da quell'aula. –La mia carriera scolastica è ufficialmente terminata! Ma che mi è saltato in mente, rispondere ad un professore? Questa non sono io, io non faccio queste cose-

-Rose rilassati, prendi un respiro profondo-

-Finirò per frequentare l'università di New Orleans ma il mio curriculum, ormai, sarà irrimediabilmente macchiato, così lavorerò in un fast food, e non diventerò mai una scrittrice e...-

-ROSE!- Daniel mi afferra per le spalle e mi scuote leggermente. –Datti una calmata. Il tuo futuro non è compromesso, va bene? Puoi ancora andare alla Stanford, a Berkeley o dovunque tu voglia passare quattro anni della tua vita, devi solo ritornare in te. Penso a tutto io-

-Oh certo, perché siccome, ogni volta che mi hai detto una cosa del genere, è sempre andato tutto per il verso giusto-

-Smettila di essere tanto acida con me, va bene?- alza nettamente la voce, il che non succedeva davvero da tanto tempo. –Comportarti in questo modo non cambierà niente. Non lascerò Skyler solo perché non mi parli e, di certo, non ci metteremo insieme noi due. Devi imparare ad accettare le cose così come sono, e a non comportarti più come una bambina viziata che non riceve il giocattolo che voleva. Albus è scomparso, nessuno sa niente di lui, ed era il tuo ragazzo, e tu, invece, hai pensato a me prima di tutto. Per un anno intero, sei balzata tra noi due, indecisa come sempre. Ma lui era il mio migliore amico, ed io non posso mancargli così di rispetto- chiudo le mani a pugni, affondando le unghia nella carne del palmo. Credo di non essere mai stata tanto arrabbiata in vita mia, perciò spingo Daniel contro l'armadietto, iniziando a prenderlo a pugni sul petto. Come diamine si permette a parlarmi in questo modo?! A dare tutta la colpa a me?

-Mi vieni a fare un discorso del genere, facendo passare la sottoscritta per la cattiva, quando, nel momento in cui io e lui ci siamo lasciati, tu mi hai detto che, forse, eravamo noi due a dover stare insieme?!- è davvero un miracolo che nessuno debba assistere ad uno spettacolino del genere, non voglio dare ulteriormente corda alle voci che hanno iniziato a girare durante l'estate. Ma, soprattutto, vorrei che Albus tornasse. –Non sto cercando di uscirne pulita, ma se vado giù io Daniel, tu vieni giù con me. Sei stato tu che, dopo quel che mi aveva rivelato Seth, mi hai incitato a ritornare con lui, e non permetterti mai più di insinuare che io non tenessi ad Albus, perché sai benissimo che non è così- gli do un'ultima spinta e mi sposto. Daniel si passa una mano tra i capelli biondi e sospira. Le sue iridi sono ancora azzurre come il cielo senza nuvole, quindi non è davvero arrabbiato con me. O magari Skyler è così brava e perfetta da avergli insegnato a gestire meglio la rabbia, una cosa in cui io ho fallito miseramente. Come ho fallito nell'aiutare Albus visto che, anche lui, ha preferito un'altra a me nel momento del bisogno.

-Hai ragione, ed io ho sbagliato ad aggredirti in quel modo, ma non sono abituato al modo in cui mi stai parlando oggi. Non voglio che mi odi Rose, e so che hai il cuore spezzato e...-

-Io ti odio Daniel- lo interrompo, con le lacrime agli occhi e un dolore nel petto. –Ti odio per aver giocato con me, per avermi fatto credere di essere importante, per avermi fatto perdere la testa per te. Non sono felice, e sai perché? Perché vedo solo cose negative. Albus è sparito, tu mi hai abbandonata, e non so se sia per aver perso mio padre da piccola, ma credo di non essermi mai sentita tanto sola in vita mia, e fa schifo, perché mi fa capire quanto io dipenda dalle persone, ed io non voglio, non voglio essere sempre la fanciulla in pericolo che deve venire salvata da tutti- scrollo le spalle. E' un periodo in cui la mia testa è più confusa del solito, in cui i punti di domanda si accumulano sempre di più ed io non riesco quasi a respirare.

-Non parlare quando sei arrabbiata, me lo hai insegnato tu. La nostra amicizia...-

-Noi non siamo amici Daniel- decreto, con una freddezza che non credevo di possedere. –Non lo siamo mai stati, in realtà. Abbiamo solo finto per tutto questo tempo, ed ecco il risultato. Se fosse stato vero, non ci saremmo ritrovati in una condizione del genere-

-Se è davvero questo quello che pensi, allora non abbiamo più niente da dirci-

-Bene, finalmente qualcosa su cui siamo d'accordo- incrocio le braccia al petto, mettendo su il broncio. Una parte di me sa benissimo che non riuscirà a rimanere arrabbiata con lui per troppo tempo, ma l'altra sa anche che deve farlo per forza, ho bisogno di allontanarmi da Daniel, di disintossicarmi da lui in ogni modo possibile e immaginabile, solo così potrò stare meglio.

-E adesso, se non hai altri dammi da tirare fuori, sarebbe meglio andare dalla preside, giusto per quantificare i danni ed assicurarci ancora un futuro in un buon college-

-Non ti è mai importato niente di queste cose-

-Pensavo che, ormai, avessi capito che ero cambiato o che, almeno, sto cerando di farlo-

-Oh certo, e immagino che tutto questo sia merito di Skyler, è riuscita a fare il miracolo- roteo gli occhi al cielo. Credo di non essere mai stata tanto gelosa di qualcuno in vita mia, forse soltanto di Diana, dopo che avevo scoperto la storia tra lei ed Albus.

-No idiota- si volta verso di me, adesso le sue iridi sono viola, e il suo volto adirato. –E' stato per te. Ogni cosa che ho fatto nell'ultimo anno, ogni più piccolo dettaglio che ho tentato di migliorare, di perfezionare, è stato tutto per te Rose. Non volevo più che soffrissi o che incorressi in pericoli stupidi solo per seguirci. Volevo proteggerti ad ogni costo, ma non potevo farlo, se fossi rimasto la persona che ero. Vedevo il modo in cui tu ed Albus condividevate i voti migliori del nostro anno, in cui lui ti rendesse tanto orgogliosa nel suo essere un principe azzurro dall'armatura lucente, e sentivo un nodo allo stomaco perché, per la prima volta in tutta la mia vita, volevo essere qualcun altro, volevo essere il mio migliore amico. Per questo ho lasciato che tu mettessi ordine nella mia vita o che, almeno, ci provassi. Era divertente vederti rimproverarmi perché non stessi attento quando mi spiegavi le cose, o aggiustarti gli occhiali mentre io ti ripetevo per l'ennesima volta un misero paragrafo di scienze. Non te l'ho mai detto, ma era bello passare i pomeriggi in quel modo, e vederti armeggiare con la matita per tenerti su i capelli, visto che odi portarti dietro gli elastici. Io tengo a te Rose più di quanto tu possa immaginare. Quando sei spuntata a casa mia, quel giorno di fine agosto, con i tuoi grandi occhiali neri e la tua insicurezza indossata come una seconda pelle, non avrei mai potuto pensare che saresti diventata tanto importante per me, così tanto che quasi mi vergogno. E lo so che ti ho ferita con tutta la storia di Skyler, ma credimi, non era mia intenzione. Voglio ancora far parte della tua vita, voglio ancora vederti roteare gli occhi al cielo perché non presto attenzione alla lezione, perché non mi concentro, perché scherzo troppo quando tu vorresti solo studiare. Non avrei mai voluto che le cose tra di noi prendessero questa piega e, se solo potessi fare qualcosa per farle ritornare come prima, sacrificherei la qualsiasi pur di fare in modo che accadesse- abbasso lo sguardo e sbatto le ciglia, piccole lacrime corrono lungo le mie guance, fredde e piene di rabbia e rancore. Perché sono così debole? –Rose...- si avvicina per abbracciarmi, ma io lo scosto. Non posso cedere tanto facilmente, non smetterei mai di soffrire in questo modo. –Finiscila- ma, con uno strattone, Daniel mi afferra e mi stringe al suo petto, nonostante io mi dimeni e cerchi di sfuggire alla sua presa. –Shh, va tutto bene, riusciremo a superare anche questa-

-Oh Daniel, perché non capisci?- piagnucolo, affondando la testa nel suo petto. –Non c'è più niente da sistemare. Abbiamo messo fine ad ogni cosa quando è scomparso Albus. Adesso rimangono solo dei pezzettini che puoi solo provare a rincollare, ma che non avranno mai la stessa forma di prima-

-Rosebelle, non credi di essere un tantino melodrammatica? Per quanto, ammetta, la metafora sia alquanto poetica. Sono sicuro che Holden approverebbe immediatamente-

-Idiota- borbotto, dandogli una leggera spinta e staccandomi da lui. –Riesci sempre a rovinare ogni momento-

-Sì, mi hai ripetuto un paio di volte anche questo devo dire- roteo gli occhi al cielo. Essere arrabbiata con lui è davvero estenuante. –Adesso andiamo, e lascia parlare me. Farò in modo che tu ne esca indenne-

-Ho esagerato- mormoro. –Non so cosa mi sia preso-

-La rabbia fa brutti scherzi, ed io lo so molto bene-
-Già- esclamo. Chissà come la prenderebbe mia madre, se sapesse che, il primo giorno, sono riuscita a finire nell'ufficio del preside. –Mi manca comunque-
-Manca tanto anche a me se è per questo. Non abbiamo smesso di cercarlo, solo che non sappiamo da dove ricominciare: nessuno di noi ha la più pallida idea di dove sia finito o in che cosa possa essersi cacciato, insomma, come è possibile che non conoscessi il mio migliore amico? La persona con cui condivido persino il compleanno?
-Daniel, Rose- la preside Smith esce dal suo ufficio, poggiandosi sullo stipite. –Mi sembrava di aver sentito le vostre voci-
-Il...-
-Johnson lo so Daniel, mi ha già avvertito. Non vi dà tregua, non è così?-
-Per niente- esclamo. –Ancora non riesco a capire per quale motivo ce l'abbia tanto con noi, ma ci dà il tormento sin dal primo anno. E' l'unica materia in cui raggiungo la sufficienza, e le posso assicurare che è anche quella che studio di più-
-Perché non entrate? Facciamo due chiacchiere. Vi assicuro che non avrete nessuna punizione- 


Sbaaaam!

e anche il terzo libro è outtttt.

okay, come potete notare, ho deciso di incasinare un po' le cose tra Daniel e Rose, soprattutto facendo cambiare totalmete il carattere di quest'ultima.

Non voglio mentirvi, ghost sarà più oscuro, insidioso, psicologico e triste rispetto agli altri libri , poiché si basa su una mia esperienza.

detto questo, potete trovarmi su

twitter _moonljght

instagram _hurricavne_

un bacio e a presto

rose xx

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top