And right there where we stood was holy ground


-E oggi, per la rubrica 'I posti più in inospitali d'America', il cimitero comunale di New Orleans!- Daniel trema come una foglia di fronte alle anime che vagano allegre in questa fredda notte di Halloween. Gli avevo detto di non venire e di rimanere a casa, a godersi la sua bella festa, ma lui non mi ascolta mai.

-Tu e i fantasmi non andrete mai d'accordo, vero?-

-Mai nella vita Rosebelle- Mike, a quel punto, si ferma, voltandosi verso di noi. –Ti prego, dimmi che non stai per venire posseduto o qualcosa del genere-

-No, in realtà siamo arrivati. Laggiù, nella cripta, ci sono i Guardiani. Noi non dovremmo entrare, però, le regole dicono...-

-Le regole dicono anche che gli angeli custodi non dovrebbero avere contatti con i loro protetti o innamorarsi di loro, eppure, ti posso assicurare che succede. Ora, dopo aver appurato che non sono un grande fan delle regole, andiamo- Mike alza le mani in segno di resa, mentre io rimango in silenzio, analizzando quello che ha appena detto Daniel.

-Manson, scusami se interrompo la nostra allegra scampagnata nel regno dei morti, ma hai appena ammesso che eri innamorato di me?-

-Aspetta di arrivare dai Guardiani, prima di pormi una domanda del genere. Se ti sbloccheranno davvero ogni ricordo che ti hanno e che ti abbiamo cancellato, allora non passerò una bella serata-

-Cos? Mi avevi promesso che non lo avresti più fatto!-

-Non sono stato io, è stato Albus che...- si blocca, e scuote la testa. –I Guardiani, aspetta i Guardiani-

-Non potranno restituirle tutti i ricordi in una volta sola, potrebbe essere parecchio pericoloso-

-Una ragione in più per far andare anche me. Se tu hai paura, puoi tranquillamente rimanere qui, ma io non la lascio sola, non succede niente di buono quando io la lascio sola-

-In realtà anche quando siamo insieme, le nostra probabilità di vittoria sono sempre molto basse-

-Non è il momento delle precisazioni Rose- alzo le mani. Le iridi di Daniel si dipingono di un viola acceso. Il fatto che sia successo solo adesso è un gran passo avanti. Gli anni passati, infatti, di solito erano di questo colore per tutta la giornata. Sta davvero iniziando a controllarsi, ed io non posso che essere fiera di lui.
-Vi ho osservato per un anno intero. Tutti i vostri cambiamenti, le vostre relazioni, i vostri problemi...e mi sono sempre chiesto come fosse possibile incasinare così tanto le cose come avete fatto voi. Il vostro gruppo si regge su sentimenti repressi, conflittualità e molta, molta competizione. Tu ed Albus avete perso troppo tempo a litigare, ad odiarvi e, quando lui se ne è andato per sempre, ti sei ricordato di quanto fosse importante per te- sospiro. Adesso Daniel dà di matto, sicuro.

-Ma come diavolo ti permetti?-

-Ehi, a cuccia- afferro il ragazzo per il colletto della t-shirt, avvicinandolo a me.

-Ti rendi conto di quel che ha appena detto?-

-Non ha tutti i torti- mormoro. –Non facciamo altro che urlarci le cose, ferirci, e nessuno è stato abbastanza vicino ad Albus da capire quel che gli stesse accadendo, nemmeno io. Non ti senti un pochino in colpa? Perché io non ci dormo la notte-

-Possiamo spostare la psicanalisi quotidiana ad un altro momento?-

-Hai un bel caratterino-

-Casper versione Harry Styles, vuoi essere ucciso di nuovo?-

-Danieeel-

-Siamo arrivati comunque- davanti ai nostri occhi si erge un'imponente cripta di pietra. Alla sua entrata sono posizionati due enormi gargoil che mi fanno venire i brividi. Perché ogni cosa in questa città deve avere per forza una doppia faccia che si riflette con l'altro mondo?

-Speravo che le nostre avventure con il paranormale si fossero concluse a Parigi-

-Disse il mezzo angelo e il mezzo vampiro-

-Smettila con questi colpi bassi-

-Litigate davvero tanto voi due- sbuffo, questa situazione sta iniziando a stufarmi. –Volete entrare o...?-

-Dacci un attimo Paranormal Activity- Daniel si sposta davanti a me e poggia le sue mani sulle mie spalle. –Ascoltami un attimo Rose. Non devi farlo per forza, va bene? Non devi sentirti obbligata solo perché credi che, in questo modo, salverai il mondo. Ci sarà sicuramente un'altra soluzione, ma io non voglio che tu faccia qualcosa di cui tu non ti senti sicura-

-Quando sono rimasta a casa, durante quella settimana, sono andata in soffitta alla ricerca di qualcosa, qualcosa che mi aiutasse a gestire tutto questo. Mentre rovistavo in questo baule pieno di cose vecchie, ho trovato un vecchio album di foto. L'ho aperto e, sfogliandola, mi sono accorta del fatto che ricordassi male il volto di mio padre- gli occhi mi si appannano per le lacrime, un nodo mi stringe la gola. –Sto iniziando a dimenticare Daniel, sto iniziando a dimenticarlo. La sua voce, il suo volto...quindi, se c'è anche una sola possibilità che io lo possa ricordare, sono pronta a rischiare il tutto per tutto- le iridi del ragazzo, in un colpo solo, diventano azzurre. Sospira, e mi stringe tra le sue braccia, poggiando il mento sulla mia testa.

-Okay, va bene, ma io verrò lì dentro con te, non c'è alcuna possibilità che ti lasci affrontare tutto questo da sola, quindi puoi anche evitare le tue solite scenate-

-Sembra che io non abbia altra scelta- tiro su col naso e alzo il capo. I suoi occhi si incastrano nei miei, mi tremano le gambe.

-No. Però ci tengo a dirti che sono davvero orgoglioso di te, hai molto coraggio, molto più di chiunque di noi-

-O forse, più semplicemente, sono troppo incosciente- mi stacco da lui e cerco di darmi un contegno, asciugandomi le lacrime. –Facci strada per un'ultima volta Mike, e mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a tutto questo-

-Non ti preoccupare Rose. Venite- entriamo nella cripta. Gli scalini sono di pietra, piccoli e non troppo sicuri. Scendo lentamente, tenendo le braccia aperte per darmi equilibrio.

-Dammi la mano- Daniel mi porge l'arto, ma io non posso, non posso afferrarlo come se niente fosse. Non sarebbe giusto nei confronti di Skyler.

-Puoi tenerti a me, su- quando le mie dita sfiorano quelle di Mike, si stupiscono di trovarle tanto calde e umane. Insomma, stiamo pur sempre parlando di un fantasma, dovrebbe essere, quantomeno, freddo?

-Okay, adesso le ho viste tutte- Daniel borbotta e ci supera di un paio di scalini. Lo so che è arrabbiato, ma deve capire che non posso continuare a farmi del male così, o non ne uscirò mai. Non posso continuare a vivere e morire per i momenti che rubiamo, non posso continuare a sperare che qualcosa cambi, che lui si innamori finalmente di me. Perché è tanto egoista da non voleri lasciare andare? –Diamoci una mossa, ho sempre una festa da tener d'occhio- dovrei ribattere che è stato lui a voler venire, nonostante io abbia cercato in tutti i modi di dissuaderlo, ma non voglio litigare. Non so cosa mi aspetterà qui dentro e, forse, più tardi avrò bisogno di lui.

Ad un tratto, arriviamo in un punto della cripta totalmente avvolto nell'oscurità. Perfetto, ed ecco che la nostra avventura si trasformò in un film dell'orrore.

-Daniel...-

-Lo sto per fare- in un attimo, l'intera stanza è avvolte dalle sfere luminose, rischiarando un po' le tenebre. –E non ti ho letto nel pensiero, lo sai-

-E' che ci conosciamo da tanto tempo ormai, sono quasi tre anni-

-Chi viene a disturbare il nostro sonno?- una voce profonda tuona nel buio. Immediatamente, ci ritroviamo in una stanza rotonda, illuminata da torce di fuoco. Davanti a noi, un gruppo di scheletri che indossano dei lunghi mantelli neri.

-Hanno sempre quest'aspetto, o è solo per la speciale ricorrenza di Halloween?- Daniel si piega leggermente verso l'orecchio di Mike. Ancora non ha imparato quando può o non può parlare.

Uno dei Guardiani, per tutta risposta, schiocca le dita, e lui ed i suoi amici vengono avvolti da una nube nere, che gli conferisce delle carne verdastra e degli occhi vitrei, di un nero fin troppo scuro per i miei gusti.

-Preferisce questo aspetto, signor Manson?-

-Non so dire quale sia peggio- il ragazzo fa una smorfia di disgusto, prima di passarsi una mano tra i capelli. –Ehi, ma come fate a sapere il mio nome?-

-Daniel Manson, nato l'undici gennaio del millenovecentonovantasette. Angelo custode declassato dopo essere stato trasformato in vampiro-

-Riuscirò mai a scollarmi di dosso tutta questa storia? Perché tutti non fanno altro che ricordarsi i miei errori?-

-Daniel, non è il momento- sibilo. –Siamo venuti qui per me, voglio ricordare ogni cosa-

-Rosebelle Greyson, non sottovalutare la pericolosità dei ricordi. La tua mente è stata plasmata a piacimento degli altri per molte volte durante la tua vita. Se ti concedessimo di rimembrare ogni singolo avvenimento che è stato rimosso, potresti anche morirne-

-Datemi l'accesso ad un numero limitato di fotogrammi, quelli più importanti, vi prego-

-Avvicinati- mi volto verso Daniel, che mi fa un lieve cenno di sì con la testa. Con le dita che tremano, mi avvicino a loro. Il primo Guardiano, quello che ha parlato fino ad ora, poggia un dito sulla mia fronte. –Lux pro memoriae- la mia vista è invasa da una luce bianca fortissima, prima che la figura di mio padre compaia davanti ai miei occhi.

-Ciao piccola mia! Probabilmente, in questo momento, non stai capendo niente, visto che hai appena dieci mesi, però sto per dirti delle cose che ti serviranno molto in futuro- prende un'urna nera e se la rigira tra le mani. –Qui dentro c'è un cattivone davvero...cattivo. Papà e altre persone buone lo hanno fatto fuori e ridotto in cenere-

-Ron per l'amor di dio, non dirle queste cose!-

-Ma Isebelle, deve sapere!- mi viene quasi da ridere. Non ho memoria dei miei genitori insieme e felici, non ricordo com'era essere una famiglia. Tutto quello che so è fissato nella mia testa da un paio di foto, da qualche figura che ho visto su un raccoglitore. –Dicevo, quest'urna la potrai trovare solo tu. E' nascosta nella biblioteca dello studio che avevo a casa della nonna, e si sbloccherà soltanto col tuo volto. Per trovarla, poi, dovrai seguire degli indovinelli su cose che sapremo solo noi due, non ti preoccupare-

-Ron!-

-Andiamo Isebelle, fammi giocare con la bambina- mio padre si avvicina a me, e mi dà un bacio sulla fronte. Io rido e, dalle mie piccole mani, si genera una nuvoletta viola. –Adesso hai tutti i miei poteri tesoro, sarai la più forte-

La sua immagine scompare, ed io vengo catapultata al giorno più brutto della mia vita. Mio padre mi sta portando sulle spalle, quando quel gruppo di ragazzi si avvicina a noi. Adesso, con gli occhi da sedicenne e con l'esperienza che ho acquisito stando con i ragazzi, capisco subito che si tratta degli Psuché.

La scena, per il resto, è la stessa di come mi ricordavo io, solo con qualche modifica: loro vogliono l'urna, ma mio padre non cede. Mi mette per terra, crea una bolla intorno a me e si prepara ad affrontarli. Ma i suoi poteri non sono abbastanza, e loro gli procurano un buco in pancia. Il suo corpo cede sotto il suo peso, cadendo sull'asfalto.

A quel punto, loro si avvicinano a me ma, proprio come Voldemort non riesce a toccare Harry dopo aver ucciso i suoi genitori, così gli Psuché vengono scagliati dall'altra parte della strada.

La scena cambia di nuovo e, adesso, torna ai giorni nostro, o meglio, un paio di anni fa: Halloween duemilaundici, il primo che ho passato con i ragazzi.

Albus tiene in mano il piccolo Louis, e una me più spaventata e più ingenua lo guarda incredula. Ma quando è successa una cosa del genere? Non me lo ricordo minimamente.

-C-cosa hai fatto a quel bambino?- la mia voce trema, sono sul punto di piangere. La profezia, la profezia di Daisy sul fatto che uno di noi avrebbe ceduto all'oscurità. Non era Daniel, non lo è mai stato. Era Albus, era lui fin dall'inizio.

-Ho dovuto farlo Rose. Louis aveva un problema al cuore, per questo piangeva la notte, e i suoi genitori erano così impegnati a mostrarlo orgogliosi da non accorgersene-

-Ma tu eri il suo angelo custode, avresti dovuto proteggerlo-

-Essere dei guardiani è una schifezza- lascia andare il corpicino del bambino in un attimo, facendolo cadere sul terreno. Il mio stomaco si contorce per la nausea, ammesso che sia possibile, visto lo stato in cui mi trovo. –Noi angeli siamo gli zerbini del mondo magico. Dobbiamo proteggere gli altri, essere sempre perfetti e composti quando, invece, tutti voi potete fare quello che volete. Dovremmo essere uguali alle altre creature magiche-

-Non puoi star realmente dicendo queste cose, non puoi- non lo credevo possibile di una cosa simile, come diamine ha fatto a guardarmi in faccia per tutto questo tempo?

-Rose tu non puoi capire! Quando si accorgeranno che Louis è morto, io avrò la possibilità di liberarmi di questa ombra dell'angelo custode per sempre-

-Tu non stai bene, ed io non voglio essere coinvolta in questa pazzia- scappo via da lì, veloce. Eppure, nei miei ricordi, non è andata per niente in questo modo.

Arrivo nel salone di casa di Daniel e, dopo averlo rintracciato, corro da lui.

-Rose che succede? Ti stavo cercando, sentivo che avevi paura, e anche tanta, stavi letteralmente tremando- le sue braccia mi stringono fino a togliermi il fiato, come se potessi volare via da un momento all'altro. E, in questo momento, non chiedo altro. Non sono mai stata tanto contenta di averlo accanto da quando lo conosco.

-Albus, è uscito pazzo, ha ucciso Louis-

-Cosa? Okay calmati, respira- Daniel prende il mio volto tra le sue mani. Credo fosse una delle prime volte in cui si è mostrato gentile con me. Assurdo come possano sembrare tanto lontani quei giorni. –Adesso raccontami quel che è successo- dietro di me, però, compare Albus, che tende una mano verso il mio capo. In pochi secondi, il mio corpo si piega in due come un fuscello, cadendo tra le braccia di Daniel.

Anche questo ricordo scompare velocemente, ed eccoci a marzo dello scorso anno, a casa del mio ex. Albus ci sta rimproverando perché non gli abbiamo detto niente di Seth e abbiamo fatto, come a solito, di testa nostra.

I due amici si urlano contro ma ecco che la discussione volge verso il solito finale.

-Non è stata colpa di Daniel, sono stata io che ho insistito, sai che non riesco a stare con le mani in mano- wow ha ragione Diana, da dietro il mio sedere è davvero enorme, dovrei mettermi a dieta.

-Perché, invece, non dici le cose come stanno? Credo che sia arrivata l'ora Daniel-

-Vuoi davvero sentirlo Albus? Non hai paura delle conseguenze?-

-Parla e basta. Dì che sei innamorato di lei e finiamola qui- mi ricordo questa conversazione, me la ricordo bene. Ma non mi ricordo come finisce.

-Va bene. Sono innamorato lei, sei contento adesso?- rimango a bocca aperta, incredula. Non può averlo detto sul serio, non può. –Sono innamorato di te Rosebelle, e non sai quanto mi dispiaccia- a quel punto Albus, come al suo solito, tende una mano verso di me, ed io svengo. Mi ha cancellato la memoria per l'ennesima volta, mi ha plasmato a suo piacere senza pensarci due volte. –Che diamine hai fatto stronzo?- Daniel si lancia vero di lui, inchiodandolo al muro. –Perché? Perché?-

-Perché tu l'avresti fatta soffrire più di me. Non potreste mai stare insieme. Quando c'era ancora Rebecca, scopavate e basta, e lei ti usava come dispenser di sangue. Non posso permetterti di farle del male- le immagini, nuovamente, scompaiono, ed io mi ritrovo immersa nella luce. Mi manca il respiro, e boccheggio alla ricerca di aria.

Cado per terra, inspirando a pieni polmoni. Sono tornata al presente, sono tornata al cimitero, e la mia testa potrebbe implodere da un momento all'altro.

-Rose, Rose!- il capo di Daniel si china su di me. Le sue mani passano sotto la mia testa e mi sollevano. –Va tutto bene?-

-So dove lo ha nascosto, dobbiamo andare a San Francisco- gemo dal dolore, è come se mi trafiggessero con tante spade.

-Va bene, va bene, ma non fare movimenti bruschi, credo che tu sia debole-

-Albus ha ucciso Louis, e poi mi ha cancellato la memoria- Daniel rimane a bocca aperta, mentre mi aiuta a rialzarmi. –E tu hai ammesso di essere innamorato di me, e poi lui ha fatto in modo che dimenticassi anche questo-

-Ah, quindi ti hanno fatto ricordare un paio di cose- rimaniamo a guardarci per minuti che sembrano eterni, prima che Mike si schiarisca la voce.

-Mi dispiace interrompervi, ma credo che dovremmo andare-

-Sì giusto- mormoriamo, uscendo immediatamente dalla cripta.

-Quindi dobbiamo andare a fare una visitina da tua nonna?-

-A quanto pare-

-Facciamolo adesso-

-Che cosa?- Daniel si blocca e mi afferra per un braccio. –Non possiamo, dovremmo avvertire i ragazzi e...-

-Mandiamo lui a farlo- indica Mike, che penso si stia seriamente pentendo di essere tornato nel nostro mondo.

-E la festa a casa tua? E Skyler?-

-Gli Psuché ti stanno alle costole e, se questo può fermarli definitivamente, non voglio perdere un singolo minuto- il suo volto si scurisce. Le iridi non vogliono accennare a ritornare del loro colore originario, ed io vorrei tanto abbracciarlo.
-E' una follia-
-Non sarebbe la prima volta che ne facciamo una, o sbaglio?-

-Eri innamorato di me...- riesco solo a dire. Mi hanno privato della facoltà di scegliere, della facoltà di decidere chi dei due fosse meglio per me.

-Avevo promesso ad Albus che non sarebbe mai successo, invece ho incasinato ogni cosa-

-Quindi devo comunicare ai ragazzi che siete andati a San Francisco per trovare Morsein?-

-Bravo Casper versione Harry Styles, sei più sveglio di quel che pensassi. Noi due, adesso, dobbiamo andare. Continueremo la nostra discussione in un secondo momento- Daniel sorride sornione. Mi avvicino a lui e socchiudo le palpebre.

-Daniel ma tu sai dove dobbiamo andare?-

-No, in realtà dovresti dirmelo tu-

-Nob Hill, la casa col tetto blu-

-Agli ordini capo- Il mio corpo tende verso l'alto, e il mio stomaco si chiude in una morsa. Riuscirò mai ad abituarmi al teletrasporto?

Cinque minuti dopo, i miei piedi toccano di nuovo il terreno. Anche questa volta siamo sopravvissuti, incredibile.

-Sono a casa- i miei occhi si guardano intorno, avidi e bramosi di quel paesaggio che mi è mancato tanto.

-Sai che San Francisco fa parte del triangolo della magia nera?-

-Te l'ho detto io Daniel, quasi tre anni fa-

-Ecco, diciamo che non era proprio il giorno migliore per me per venire qui-

-Potresti perdere il controllo?-

-C'è una percentuale del novanta percento in realtà-

-E il restante dieci percento...-

-Il restante dieci percento sa che deve difenderti, e che non deve fare scherzi- improvviso un sorrisetto di circostanza. Le dita delle mani mi tremano, ho davvero paura. –Bene, adesso andiamo a trovare nonna Cece-

-Un altro membro del Consiglio che, molto probabilmente, mi odierà, che bello- camminiamo fianco a fianco, fino ad arrivare a quella che, nei miei ricordi, dovrebbe essere casa di mia nonna. Io e Daniel ci guardiamo e, mentre allungo il braccio per suonare il campanello, la porta si apre, rivelando la figura austera di una donna sulla settantina, vestita come la regina Elisabetta.

-Ciao Rosebelle, ti stavo aspettando-

-Tu sei...-

-Tua nonna Cece, la madre di tuo padre- boccheggio un paio di minuti, fino a quando Daniel, per farmi rinsavire, mi dà un pizzicotto sul fianco. –Immaginavo che saresti venuta. Noi Greyson riusciamo a percepire le cose, di tanto in tanto. Inoltre, sapendo anche degli Psuché, ho fatto due più due-

-Questo spiega perché, di tanto in tanto, hai quella specie di sesto senso che predice tutte le nostre catastrofi. Ed io che non ti ho mai preso sul serio- lo sguardo di mia nonna si sposta sul ragazzo accanto a me. Daniel, per la prima volta in tutta la sua vita, sembra imbarazzato. Wow, allora anche lui è umano.

-Daniel Manson. Solo sedici anni, eppure il Consiglio conosce ogni cosa di te-

-Diciamo che non ho mai avuto una buona reputazione tra di loro, non mi hanno mai capito-

-Ascolta, so dove papà ha nascosto...quella cosa. Dobbiamo distruggerla prima che loro se ne impossessino- la donna fa un sorrisetto sghembo, visibilmente compiaciuta.

-Tua madre avrà anche provato a tenerti lontano da noi, ma tu sei una Greyson fino al midollo. Dio, mi sembra di vedere Ron alla tua età. La stessa caparbietà, lo stesso senso di giustizia, lo stesso coraggio. Oh bambina mia, benvenuta in famiglia- si sposta dall'uscio di casa, ed io mi guardo intorno. Riconosco quel posto, ci sono già stata. E tutta l'aria intorno a noi è così tanto impregnata di magia, che posso sentire le scariche elettriche lasciare i miei polpastrelli. –Devo fare entrare anche lui?-

-Io non mi faccio tutti i suoi problemi-

-Sì, Daniel è il mio angelo custode. Se uno dei due affonda, affonda anche l'altro-

-Ah già, a volte dimentico che hai sedici anni e tutti gli ormoni impazziti. Potevi sceglierti, però, un ragazzo un po' più tranquillo e più normale. C'era quel giovanotto, Albus StCloud...-

-Io e Daniel non stiamo insieme- scuoto la testa. Quando smetterà di fare tanto male? –Albus era il mio ragazzo, ma qualcuno lo ha ucciso-

-Era davvero perfetto. Serio, composto...un gioiellino per il nostro mondo- vorrei dire che non è del tutto vero, che anche Albus aveva i suoi difetti e che Daniel, per quanto sia incasinato come pochi, ha un cuore d'oro, che so pochi hanno avuto la possibilità di vedere. –Ma comunque. Come sai, tra me e tua madre non corre buon sangue e, quando tuo padre è stato ucciso, ha deciso di tenerti totalmente all'oscuro della tua vera natura, fino a prendere quella splendida decisione di portarti a New Orleans, con la scusa che avevi bisogno di protezione. Baggianate, potevo affidarti ai migliori angeli custodi e, di sicuro, non ti sarebbe accaduto niente di tutto quello a cui sei dovuta andare incontro negli ultimi anni-

-Sai ogni cosa?- sbatto un paio di volte le palpebre, visibilmente confusa.

-Tesoro- poggia una mano sotto il mio mento, stringendolo amorevolmente. –Sei la mia unica nipote, l'unica cosa che rimane di mio figlio. Ti ho tenuto d'occhio tutto questo tempo, notando come questo ragazzo ti abbia quasi mandato in rovina-
-Sto...sto bene, dico sul serio, mi sto riprendendo lentamente. Inoltro ho scoperto di avere dei poteri e...-
-Finalmente!- esclama lei, contenta. –Il sigillo si è spezzato-
-Il sigillo?- chiedo.
-Entrate su- si sposta dall'uscio della porta. Non appena metto piede lì dentro, immediatamente, vengo inondata da una serie di flashback di me e mio padre. No è la prima volta che vengo qui. –Come ti dicevo, dopo che tuo padre è stato ucciso, tua madre ha deciso che non avresti dovuto sapere niente del nostro mondo fino alla maggiore età, per questo ha chiesto ai Guardiani del cimitero di San Francisco di modificare la tua memoria, e di bloccare i tuoi poteri. Eppure sei riuscita a romperlo finalmente, devi essere davvero forte-
-Insulsa più che altro, non so cosa sto facendo per la metà del tempo-
-Rosebelle guardami- afferra il mio viso con la mano, scrutandomi con le palpebre ridotte a due fessure. –Tu sei una Greyson, hai i poteri di tuo padre, non hai la più ben che minima idea di quel che tu sia in grado di fare- 



Sbaaam!

okay, in questo capitolo succedono troppe cose. okay la gif è inutile ma mi ha fatto morire dalle risate.

la mia vita continua ad essere una serie interminabile di eventi funesti.

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