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Una buca fece sobbalzare l'auto, ed io mi svegliai di scatto.
-Matt sei sveglio? -Scusami ma questa strada è piena di buche.
-Non fa niente. - risposi con tono spossato.
-Siamo quasi arrivati! -esclamò la mamma.
-Evviva. - risposi in tono sarcastico.
Volete sapere il perchè dei miei modi? Bene adesso vi racconto tutto. Dopo la morte di mio padre, io e mia madre vivevamo da soli con il nostro cane Cooper a Jacksonville, ma dopo essere stata licenziata, mia madre trovò fortunatamente un altro lavoro come agente immobiliare. Io ne ero felicissimo, fino a quando, qualche giorno fa mia madre non ricevette una chiamata di lavoro in un altro stato, da lì iniziò il mio incubo. Mia madre entusiasta accettò, ed io fui costretto a passare una parte delle mie vacanze a casa dei miei nonni, che abitavano in una piccola cittadina del Mississipi, Clarksdale. La cosa che mi metteva più a disagio è che non avevo mai conosciuto i miei nonni, è per questo che mi sentivo già in imbarazzo da ora.
La macchina si fermò, aprì lo sportello e scesi, mi guardai intorno, due file di vecchie case malconce si stagliavano ai bordi della strada, il cielo di un blu grigiastro risultava ai miei occhi inquietante, grosse nubi grigie quasi fluorescenti erano sparpagliate su quel cielo tetro, raggi di luce lunare filtravano da quelle grosse nubi, rendendo l'atmosfera ancor più sinistra.
G

uardai la casa dei miei nonni, una vera topaia pensai fra me.
-Matt mi raccomando di non dare fastidio ai nonni e di non fare troppo rumore, non giocare ai videogiochi e comportato in maniera educata.
La mamma mi lasciò lì fermo sul marciapiede con due valige che sembravano macigni, si intrufolò in macchina e chiuse lo sportello.
-Mamma dove? Non vieni con me a salutare i nonni? Almeno presentameli!
-No Matt, non ho tempo ora, sono in super ritardo, non preoccuparti, la nonna e il nonno sono due persone dolcissime, non fare il timidone ometto.
Per qualsiasi problema non aspettare a chiamarmi, ciao tesoro.
-Si ciao mamma! Che tipa!
Lei non mi vuole tra i piedi e allora pur di scaricarmi mi manda a vivere in questa città di scalmanati che sembra una fogna, non ho davvero parole.
Mi incamminai verso la porta, salii gli scalini e con fare cauto avvicinai il mio indice al campanello. Din Don!
Il suono era di quei vecchi campanelli del 900 e credo fosse anche rotto, visto che nessuno venne ad aprirmi .
Risuonai più e più volte ma niente nessuno apriva, stavolta bussai e bussai per una dozzina di volte ma niente.
Innervosito mi sedetti su quello scalino impolverato e umidiccio e mi appoggiai al mio grosso zaino, senza nemmeno accorgermene mi addormentai.
-Matt, Matt ragazzo sveglia! -mi disse una figura nera che non riuscivo bene a distinguere.
Misi a fuoco e intravidi un vecchio con dei lunghi capelli bianchi proprio di fianco a me che mi fissava.
-Lei chi è scusi?
-Tuo nonno e chi altrimenti? - disse il vecchio come se fosse scontato.
-Vieni figliolo entra, tua nonna è già dentro che sta preparando qualcosa da mettere sotto i denti.
- A quell'ultima frase accennai una risatina, poiché il nonno non aveva poi così tanti denti.
Si nonno! -gli risposi con un sorrisetto.
Appena entrati nella flebile luce

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