Capitolo Tre

Hary si svegliò con un rumore sordo che gli pareva un letto che veniva spostato facendolo scivolare sul pavimento. Aprì gli occhi e si rese conto che quel rumore assordante, in verità, era la stupida influenza di Neville.

"Per favore spiegami cosa ti ha portato in Antartide durante le vacanze estive Neville!" Gli chiese Harry con la voce da bufalo assonnato.

"Ho compiuto diciassette anni e l'Antartide è l'unico posto dove cresce l'alga di fuoco " spiegò Neville soffiandosi io naso rumorosamente. Forse troppo rumorosamente. Anzi, togliamo il forse.

"Come hai fatto a convincere tua nonna a fartici portare?" chiese Ron ridendo sottovoce.

"In verità è stata lei a propormelo" rispose lui.

"Beh speriamo che adesso che sei maggiorenne, smetterà di mandarti quelle ricordelle" gli rispose facendo ridere tutti i presenti in camera compreso Neville.

"Sono stato abbastanza chiaro su questo argomento ma sapete come è fatta" continuò lui "Teme che mi metto nei guai ogni due per tre" concluse ridendo.

"E non ha tutti i torti dopotutto" rispose Ron "Credo che si ricordi ancora dell'esercito di Silente" aggiunse infine.

"Bei tempi quelli dell'esercito di Silente" replicò Seamus con sguardo sognatore "Harry perché non lo facciamo anche quest'anno?"

"Seamus ha ragione Harry" rispose Neville "Ora più che mai, con il potere di Tu Sai Chi che cresce ogni giorno che passa, abbiamo bisogno di essere pronti a combattere" 

Harry alzò lo sguardo facendolo cadere su tutti i presenti della stanza. Non ridevano più e il loro sguardo era abbastanza serio. Era davvero una buona idea farlo? Harry non lo sapeva, ma di sicuro doveva consultarsi con Hermione. 

"Quest'anno però non c'è la Umbrige a cui mettere i bastoni fra le ruote" rispose  lui cercando di alleggerire l'atmosfera. E così fu, perché Ron si mise a ridere seguito da Dean e Seamus lanciò un cuscino verso Neville che lo beccò in pieno viso e questi rispose con un altra bella cuscinata. Così iniziò un altra notte nella torre dei Grifondoro fra cuscini volanti e risate sottovoce che così sottovoce non erano. Harry era finalmente a casa.

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"E Mallock gli ha lanciato un Cruciatus?" chiese Hermione mentre cercava di spalmare del burro sulla sua fetta di pane tostato.

"E sopratutto, tu hai impedito che ciò accadesse?" aggiunse Ron sottovoce con una fetta di bacon in bocca. Hermione si voltò verso di lui e e lo fulminò con lo sguardo.

"Non essere così crudele Ron" gli rispose la ragazza avvicinandosi a lui per non farsi sentire dagli altri della tavolata "Voglio dire, non è la persona migliore del mondo ma nessuno merita di finire sotto una Cruciatus e sopratutto per qualcosa che non ha fatto" finì togliendo lo sguardo dal ragazzo e fissandolo sul suo piatto. Il rosso deglutì e tornò anche lui al suo pasto.

"Fatto sta che oggi non si è presentato a fare colazione" constatò Harry "Molto probabilmente si fa portare il cibo in dormitorio da qualche altro Serpeverde" diede uno sguardo alla tavolata dell'altra casata notando che era molto vuota.

"Ormai la loro casata è deserta" spiegò la ragazza avendo colto subito i pensieri dell'amico "La maggior parte di loro hanno seguito la propria famiglia verso la causa di Tu Sai Chi" si fermò un attimo a dare un occhiata alla tavolata "I Serpeverde presenti sono qui o perché la loro famiglia si è ribellata al signore oscuro oppure perchè non ne hanno una dove stare" dicendo questo, i suoi occhi si strinsero in un espressione triste per poi voltarsi verso i suoi genitori, che mangiavano in una tavolata aggiunta alle cinque originali esclusivamente per quelli che cercavano rifugio ad Hogwarts.

"I tuoi si trovano bene qui Hermione?" chiese Harry, anche lui cogliendo i pensieri dell'amica.

"Sì" rispose lei brevemente.

Harry la capiva. Non era facile per nessuno la situazione in cui si trovavano. Queste povere persone si erano ritrovate in mezzo ad una cosa più grande di loro e andavano assolutamente protette finché Voldemort non fosse stato neutralizzato. 

"Hai fatto qualche ricerca sull'argomento?" le chiese il moro.

"Ho letto, ma non esistono molte informazioni su quello che stiamo cercando, o almeno non sono qui nella biblioteca del castello" rispose finalmente con uno sguardo un po' più brillante "Ho letto molto invece, sui fondatori di Hogwarts dato che Silente aveva il presentimento che fossero degli oggetti appartenuti a loro" aggiunse infine. Harry si guardò attorno pensando che forse dovevano parlarne in un posto meno affollato. Lei capì subito il ragionamento del moro e prendendo Ron per mano contro la sua volontà, si diressero verso la torre dei Grifondoro.

Una volta arrivati davanti al ritratto della signora grassa, la trovarono con un pennello in mano mentre cercava di di disegnarsi dei piccoli baffetti sopra le labbra. I ragazzi rimasero a fissarla per un attimo fino a quando una volta fatto, la donna si mise su un cappello alla francese e si mise in una posa da pittore.

"Parola d'ordine?"

"Vespertilio Volat" rispose Hermione e facendo un inchino, il ritratto li lasciò passare. Harry si guardò un attimo attorno cercando qualcuno all'interno della sala comune ma non ci trovò nessuno per fortuna. trascinò i due amici verso delle poltrone e si sedettero tutti e tre in cerchio.

"Silentium" pronunciò la giovane griffondoro, creando una barriera sonora attorno a loro cosicché nessuno potesse sentire la loro conversazione. Dopodiché fece apparire una coperta sulle sue gambe e si adagiò bene sulla poltrona.

"Quindi cosa ne pensi Hermione?" le chiese Harry.

"Penso che Silente aveva ragione" rispose lei immediatamente "Anzi, ti dirò di più" aggiunse "Secondo me, non solo sono oggetti appartenuti ai quattro fondatori di Hogwarts ma sono anche custoditi qui nel castello" si fermò un attimo ad analizzare lo sguardo dei due ragazzi "Fino ad ora ne sono stati distrutti due, il diario e l'anello e secondo i nostri calcoli e secondo anche quelli di Silente, ne sarebbero rimasti quattro, giusto?"

"Quindi secondo te questi quattro sono oggetti appartenuti ai fondatori e sono nascosti qui nel castello?" chiese Ron.

"Secondo me sì" rispose lei "Pensateci, perché un mago potente come Voldemort vuole la scuola di Hogwarts? Le rispose possibili sono tre. Uno, forse voleva sconfiggere Silente e prendere il controllo del castello sarebbe stato il modo migliore per farlo ma ormai il preside è morto. Due, magari vuole il controllo sulla scuola per plasmare le menti dei giovani maghi e delle giovani streghe e attirarli a se ma non gli servirebbe a niente dato che ci sta riuscendo benissimo anche senza. Poi c'è la terza ragione, secondo me la più ragionevole. Avrà nascosto delle cose importanti all'interno del castello e ha bisogno di tenerle al sicuro da persone come, beh come te Harry, come noi."

Ron aveva lo sguardo perso a fissare la ragazza con ammirazione e stupore allo stesso tempo. I suoi occhi sembravano ammagliati dalle labbra di Hermione che si muovevano per produrre suoni.

"Sempre quella faccia sorpresa Ronald" lo riprese Hermione con uno sguardo dolce. Harry era sicuro che avrebbe potuto lasciarli soli per il momento.

"Credo che per stasera sia abbastanza. Finite Incantatem."  così facendo annullò la barriera silenziante e si alzò in piedi. "Ho bisogno di fare due passi, perciò vado in dormitorio a prendere il mantello e la mappa" aggiunse infine.

"Va bene Harry ci vediamo dopo" lo salutò il rosso.

"Cerca di stare lontano dai guai" gli gridò la ragazza ponendo molta attenzione su quel 'cerca'.

"Non sono io che cerco i guai Hermione, sono loro che arrivano da me" rispose ridendo salendo i primi gradini.




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