dodici

«Wow! Che calorosa accoglienza» dice per prima cosa Loki appena esce dal portale che ha creato, seguito da un tipo piuttosto sospetto. Anche se appoggio una mano sul fianco, pronta a prendere la pistola e puntargliela alla fronte, osservandolo riesco a capire che non è una minaccia: ha gli occhi spenti, segue Loki come un'ombra e mi rivolge solo un'occhiata di sfuggita, focalizzato su altro.
«Chi ti sei portato dietro?» chiedo, ignorando il suo commento sui miei vestiti e sulla mia immediata difesa. «Oh, lui? Beh, ti presento il braccio destro di Nick Fury, Clint Barton, detto anche Occhio di Falco. È piuttosto famoso per la sua mira infallibile e per il suo utilizzo magistrale dell'arco, oltre che per la sua relazione con lo S.H.I.E.L.D.. Spero mi torni più utile di quanto non lo sia stato finora, dato che prima non ha voluto uccidere Nick Fury come gli avevo ordinato» quando Loki si gira verso Occhio di Falco, gli lancia uno sguardo di rimprovero. «Clint, lei è Melena Matani Tivan, un pezzo grosso di cui però non posso raccontarti molto. Sappi solo che servirà per la missione» non so se siano i poteri di Loki o il genuino temperamento di Barton, ma lui mi allunga una mano per stringergliela: così faccio, e sento che la sua è una presa forte e sicura. «Piacere di conoscerti, anche se avrei voluto che le circostanze fossero state diverse» mentre ci avviamo verso la porta d'ingresso secondaria del motel, di modo che la signora della reception non cominci a farci milioni di domande in tedesco, Loki mi spiega l'incantesimo che ha fatto al soldato dello S.H.I.E.L.D.: «Non gli ho fatto il lavaggio del cervello, ho fatto solamente in modo che sia dalla nostra parte, in modo tale che potremmo ricavare informazioni dai nostri nemici senza che lui diventi una specie di robot. È meno proficuo di un incantesimo completo, ma almeno non rischio di friggergli il cranio» alzo le sopracciglia, immaginandomi la scena, e poi scassino velocemente la porta, permettendoci di accedere alla tromba delle scale di emergenza senza che scatti nessun allarme antincendio.
«Quale sarebbe il suo ruolo?» chiede Barton a Loki, sentendo però la mia risposta: «Sono la custode di Fleyra, il piano B di Loki. Piuttosto, qual è il tuo ruolo?» il principe di Asgard fa passare avanti Barton, che sembra conoscere il percorso per raggiungere la nostra stanza, e mi cinge le spalle con un braccio. Nonostante l'odore di sangue e sudore, il suo profumo dolce e inusuale spicca sugli altri sentori e risveglia i miei nervi, improvvisamente all'erta, come se stessero aspettando qualcosa da lui. «Oh non fare così! Dovrete andare d'amore e d'accordo, voi due. Barton mi serve per recuperare l'iridio, un materiale fondamentale per la creazione di un portale grande abbastanza per far arrivare i Chitauri sulla Terra. Non siamo venuti a Stoccarda a caso, piccola soldatina» schiocco la lingua e sospiro, stanca dell'ennesimo nomignolo, lanciando le chiavi a Barton, il quale le prende al volo senza battere ciglio e apre la porta, per poi esaminare l'ambiente, controllando che non ci siano minacce anche se qui è già tanto che ci siano un letto e una tv.
«E una volta preso l'iridio?» gli chiedo, allontanandomi per poterlo guardare negli occhi. Lo aiuterò come lui ha aiutato me, ma i suoi occhi sono molto più espressivi e sinceri delle sue parole: finora entrambi sono andati di pari passo, ma non si può mai sapere se cominceranno a contraddirsi. Anche se sono propensa a fidarmi, devo almeno fingere di mantenere un velo di scetticismo, per vedere fin dove è disposto a raccontarmi dei suoi intenti e della sua vita. «Raggiungeremo tutti insieme Erik Selvig, adesso diventato mio fedele scienziato personale, e un gruppo dei miei uomini, assoldati da Thanos stesso, per costruire il portale a New York, il posto perfetto per fare una bella strage e asserire la mia dominanza sul genere umano» ha un tono fresco, spensierato, il che significa che è riuscito a prendere il Tesseract senza complicazioni. Sono un po' perplessa, dato che pensavo che Nick Fury fosse più spietato e pianificatore, ma forse è stato sorpreso dal colpo inflitto da Barton e adesso sta cercando di metabolizzare la cosa. Non conosco bene gli umani, figuriamoci quelli come Fury che si nascondono persino dai propri simili.
«Spero per noi che gli uomini scelti da Thanos siano meglio dei Chitauri che ti eri portato alla Tana, perché altrimenti qui ci rimettiamo tutti le penne» Barton scrolla le spalle, terminata la sua ispezione, e poi si apposta vicino a una parete con lo sguardo verso l'unica finestra, per intercettare qualsiasi possibile minaccia. «Mi sono raccomandato di fornirci un supporto adeguato a qualsiasi tipo di nemico, perciò non abbiamo di che preoccuparci. E poi, Barton è parecchio bravo» continua Loki, per poi decidersi a farmi vedere la valigetta che si è portato dietro, contenente il Tesseract; da quando è arrivato in quella custodia ho fatto finta di nulla, perché devo pur sempre mantenere un certo decoro, ma fremo dall'eccitazione di vederlo. La sua energia si è insinuata tra le mie ossa da quando ha varcato il portale, soprattutto ora che sono attenta su di esso più che mai. «Calma, cara Mel. Non sappiamo ancora se ci stanno seguendo oppure no, e tra poco io e Barton dovremo andare a recuperare l'iridio, perciò non abbiamo il tempo per giocherellare con l'energia» annuisco e mi siedo sul letto, a gambe incrociate, per poi farmi passare la valigetta di metallo. Loki allunga un braccio verso la mia schiena, tirando fuori Fleyra e tenendola tra le mani con cautela, consapevole dei miei occhi leggermente torvi. «Mentre eri via a recuperare il Tesseract ho fatto progressi con l'energia cosmica, perciò non ci "giocherello" più. Dato che lo hai detto tu, muoviamoci a trasferire un po' di energia in Fleyra» il Dio dell'inganno mi fa l'occhiolino, sfoggiando un sorrisetto niente male e dicendo: «Cominci a piacermi sul serio. Forza, apri» ricambio il sorriso e poi faccio scattare le chiusure, per poi scoperchiare lentamente la valigia, rivelando il cubo azzurro che mio padre mi ha fatto vedere nei suoi libri un'infinità di volte, bramoso di questo strumento potente e meraviglioso.
La superficie sembra liscia ma è granulosa, i lati sono perfettamente cesellati e hanno degli spigoli molto appuntiti; l'azzurro, di mille tonalità diverse, risplende di luce propria e racchiude in sé tutti i colori del cielo, tutte le sfumature del mare e tutti gli scintillii delle stelle. Avvicinando le mie dita per poterlo toccare, sento come una forza attrattiva che mi agevola il compito di tenerlo tra le mani per poterne sentire il peso, distribuito iniquamente lungo le superfici, per poterne analizzare il materiale, che però mi è sconosciuto, e per poterne soppesare l'energia, di gran lunga più potente e maggiore di quanta ne abbia mai percepita in vita mia.
Mi sento come quando, da bambina, mio padre mi faceva tenere le reliquie a lui più care mentre ne puliva le teche, lasciandomi sola con quegli artefatti rarissimi e unici che risplendevano tra le mie mani come dei gioielli preziosi, anche se valevano molto, molto di più.
Loki apre un palmo della sua mano per farsi consegnare il Tesseract, il quale cambia luminosità e diventa ancora più lucente e brillante, come se stesse confrontando le nostre energie con la sua. «Che posso fare?» chiedo, cercando di rendermi utile. «Risveglia Fleyra» mi dice solamente Loki, come se sapessi che significa: non vado nel panico perché non è nella mia natura, ma estremamente confusa, faccio l'unica cosa che finora mi ha permesso di stabilire una connessione con Fleyra, ovvero richiamare l'energia cosmica, la mia mentore. Senza aver bisogno di scavare nuovamente dentro di me per cercare il mio nucleo vitale, senza aver bisogno di parlarle dal profondo di me, sento le punte delle dita congelarsi per poi iniziare a bruciare, segno di essere riuscita a chiamarla. «Che razza di trucchetto è?» sbotta Barton, distraendosi dal compito che (forse) si è autoinflitto e avvicinandosi per ammirare il potere che ha deciso di confluire dalle mie mani. «Brava» mormora Loki con un tono involontariamente sensuale, che mi fa perdere per un secondo le staffe, facendomi bruciare le dita dall'energia cosmica. Rivolgo le mie dita, diventate bluastre e avvolte da piccoli rivoli di fumo gialli e verdi, a Fleyra, la quale, senza neanche essere impugnata da me, ripete ciò che aveva fatto questa mattina, diventando prima incandescente e poi riempiendo le incisioni che la percorrono di energia cosmica. Loki usa la sua magia per attivare il Tesseract, il quale inizia a emettere dei suoni strani, come se fosse ghiaccio che si stesse espandendo, dei piccoli scricchiolii cupi e ruvidi: la sua luce comincia ad avere intensità e colori diversi per tutto il cubo, e come se fosse uno sciame di moscerini, la sua energia si materializza in polvere che ricopre la lama della spada di Matani, la quale ne assorbe qualche chicco. «Riesci a velocizzare il processo? Di questo passo finiremo ben più tardi dei tuoi due mesi a disposizione» dico a Loki, cercando di ottenere più energia cosmica. «Non dipende solo da noi, Mel. È come... Se avessero delle volontà proprie» mi risponde a denti stretti il mio partner, sotto sforzo. Barton indietreggia, interrompendo la sua visione allo spettacolo, e si precipita alla finestra, sentendo qualcosa da un auricolare, dato che si tiene l'orecchio destro con la mano. «È appena arrivata una comunicazione a tutti gli agenti presenti a Stoccolma. Dobbiamo muoverci» sibila, guardando Loki come se solo lui potesse capire la gravità della situazione. «Ci sono anche loro?» chiede poi, mentre altra polvere di energia infinita riempie qualche incanalatura di Fleyra, la quale sembra implorarmi di riceverne altra. Io, d'altro canto, ho gli avambracci che scottano da tanta è l'energia cosmica che sto riuscendo ad usare per permetterle di acquisire l'energia di scambio - fortunatamente il kevlar che compone la mia maglia è resistente alle temperature più di me. «Rogers e Stark» risponde Barton, facendomi aggrottare le sopracciglia: spero che Hilde mi abbia mandato i file che le avevo chiesto, perché se solo i loro cognomi bastano per far preoccupare Loki, significa che non basterà una ricerca su Google per capire chi siano. «Tra quanto comincia quella stupida serata di beneficenza in città?» chiede il principe, mentre aumenta la presa su entrambi gli oggetti che sembrano chiedergli di usare più forza per raggiungere il suo scopo, forza che non so fino a che punto potrà avere, dato che ha pur sempre teletrasportato se stesso e Barton con il Tesseract neanche un'ora fa. «Tra due ore, contando i preparativi che dobbiamo controllare» apro e chiudo con rapidità e urgenza gli occhi, dato che non riesco quasi più a vedermi le braccia, né tantomeno Fleyra o il Tesseract: la vista si fa improvvisamente bianca, come se mi avessero puntato in faccia una torcia potente quanto il Sole, ma faccio finta di nulla.
Fermandomi al mio limite, non riuscirò mai a migliorarmi.
Ma, come se la mia volontà non fosse bastata per oltrepassare il mio punto di rottura, torno a vederci perfettamente, per poi vedere il Tesseract di nuovo nella valigetta, Fleyra sul letto davanti a me e Loki piegato su di me, con le sue mani tra le mie, le quali sono bruciacchiate e leggermente sanguinanti. «Ah» mormoro solamente, guardando le ferite che cominciano già a rimarginarsi e il letto, che avevo rifatto prima di andare ad allenarmi, macchiato di sangue e di cenere, dato che sono riuscita a creare una bruciatura circolare su un pezzo di lenzuolo. «Non esagerare, altrimenti dovrai tornare al punto di partenza. Per ora basta così, Fleyra ha l'energia che basta per poter essere usata in caso di emergenza» lascia le mie mani con freddezza, come se quello fosse stato un momento di debolezza per entrambi, e poi si china su un ginocchio, portando i suoi occhi leggermente più in basso dei miei. Con una mano si sistema i lunghi capelli corvino, che erano sfuggiti alla loro solita acconciatura perfetta, e mentre lo fa, io seguo le sue dita, sporche del mio sangue e della cenere che ho generato.
Cazzo, concentrati.
«Ascoltami bene, perché ora ti dirò tutto quello che devi fare nelle prossime ventiquattro ore» la risolutezza delle sue parole mi permette di scordarmi del dio che ho davanti, dell'agente dello S.H.I.E.L.D. leggermente spazientito e di tutto il resto, focalizzandomi al 110% sulle labbra di Loki, che mi illustrano tutti i possibili risvolti del piano che ha ideato.

Avrò anche ascoltato tutte le istruzioni di Loki e le saprò anche a memoria, ma ciò non vuol dire che non abbia protestato quando mi ha spiegato cosa dovrò fare. Non solo dovrò andare con loro a quel maledetto galà di beneficenza, ma non potrò fare altro se non avvisarli di eventuali ospiti indesiderati o cambi di programma: infatti, il mio ruolo sarà quello di infiltrarmi tra gli ospiti, fingendomi la figlia di un certo Thomas Becker, un ospite di media ricchezza che non ha molta fama. Non avendo un vestito adeguato per l'occasione, Loki si rivolge a Martinka andando alla reception mentre io tiro fuori i pochi trucchi che posseggo e mi preparo, con Barton che digrigna i denti spazientito. «Neanche io sono entusiasta di questa idea» commento mentre sistemo di nuovo i borsoni, ma lui scuote la testa, incrociando le braccia. «Non è l'idea che mi infastidisce, è che abbiamo poco tempo. Tu dovrai pur sempre venire un'ora e mezzo più tardi di noi, hai tutto il tempo per entrare nella parte. Ma noi dobbiamo trovare il posto giusto dove nasconderci fino al momento opportuno» mi annuso le ascelle, chiedendomi se vale la pena fare una doccia, e convenendo che sì, devo decisamente farla. «Fury è così spietato?» gli chiedo, mentre abbandono l'astuccio striminzito che contiene un mascara, una matita nera e un lipgloss sul comodino più vicino a me. «Diciamo che va per gradi: più il suo bersaglio gli sfugge tra le mani, più diventa furente» prendo un asciugamano e dei vestiti di ricambio, per poi dirgli: «Quindi lui e Loki andranno sicuramente d'accordo» Barton legge il mio sarcasmo e ridacchia. «Ci vediamo stasera» mi saluta, consapevole che quando se ne andranno sarò sempre sotto la doccia. Porto due dita alla tempia e lo saluto, per poi chiudermi la porta del bagno e lavarmi per la seconda volta in due giorni. Un record clamoroso, considerando che solitamente a Ovunque mi lavavo una volta a settimana. Ma d'altronde, non capita tutti i giorni di accompagnare un dio di Asgard a una serata di gala.

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