VII

“Hey Luke!”

Il ragazzo si girò sentendosi chiamare e sgranò gli occhi. Sierra Deaton era davanti a lui in mezzo al cortile della scuola e lo guardava con un dolce sorriso sulle labbra.

“H-Hey Sierra.” Le sorrise, leggermente nervoso.

“Oh bene, ti ricordi il mio nome.” Ridacchiò in risposta. “Ti senti bene? Eri particolarmente silenzioso a lezione e non sembri stare bene.”

Il biondo la guardò sorpreso e sorrise leggermente, la mente volò immediatamente alla sera prima.

La sua cotta gli stava parlando e lui pensava davvero a Michael?

“Oh uhm non ho dormito molto stanotte, tutto qui.” Sorrise imbarazzato stringendosi nelle spalle. “Grazie per esserti preoccupata.”

“Non ringraziarmi.” Sierra sorrise, aggiustando lo zaino sulla spalla. “Volevo chiederti se ti va di uscire, domani sera.”

Il cuore di Luke prese a battere furiosamente.

Era una cosa che aspettava da mesi e adesso se ne stava in piedi in silenzio a fare la figura del coglione?

Michael gli aveva fottuto il cervello.

“Non devi rispondermi subito.” La ragazza sorride dolcemente, porgendogli un foglietto con delle cifre scritte sopra. “Scrivimi e ci organizz-wow. Lo conosci? Non l'ho mai visto, non viene a scuola qui”

Luke si girò verso il punto indicato dalla ragazza e pensò di collassare, vedendo Michael appoggiato al cancello che lo guardava con le braccia incrociate. “S-Sì è..” Si fermò un secondo a pensare. “È un amico di famiglia, sta da noi per qualche giorno.”

“Beh, porta anche lui allora!” Sierra sorrise. “Possiamo fare un'uscita a quattro.”

‘No Luke, Michael ti ucciderà.’

“Certo! È una bella idea, ti scrivo per i dettagli?”

‘Fa che dica di no, fa che dica di no.’ Si ritrovò a sudare freddo, senza smettere di sorridere.

“Perchè no.” Sierra si alzò sulle punte dei piedi e gli baciò la guancia. “A domani!”

Luke la guardò allontanarsi sorridente, mentre si malediva in tutte le lingue del mondo.

Michael l'avrebbe ucciso.

Deglutì leggermente e si avvicinó al diretto interessato sorridendo nervosamente. “Hey, che ci fai qui?”

“Dobbiamo andare da Robert, no?” Michael alzò le spalle, iniziando a camminare al suo fianco. “Così non devi tornare a casa e risparmiamo tempo.”

Luke annuì e rimase in silenzio, dopo quello che era successo la sera prima non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.

“Era la tua cotta, quella?”

Il biondo lo guardò di sfuggita e arrossì, guardando davanti a lui. “Uhm sì è Sierra.”

“Beh, ti ha baciato.” La sua voce era fredda, indifferente e ciò gli fece quasi male. “Sei riuscito a invitarla ad uscire?”

“In realtà mi ha invitato lei e..” Luke si mosse nervosamente da un piede all’altro. “Mike ho fatto un casino e ti ho coinvolto, mi dispiace.”

Il rosso alzò le sopracciglia e si fermò, guardandolo. “Sentiamo.”

“Quando me lo ha chiesto sono andato in panico, lei mi ha detto che non dovevo rispondere subito ma poi ti ha visto e io le ho detto che eri un amico di famiglia e.. lei ha proposto un’uscita a quattro.”

“Un’uscita a quattro con chi, esattamente?” La sua voce era così calma che gli faceva quasi paura.

“Io, lei, te e una sua amica.” Sussurrò a voce bassissima Luke, mordendosi il labbro.

“Non se ne parla neanche!” Michael riprese a camminare, accigliato. “Che diavolo ti salta in testa? E’ escluso, Luke. non uscirò con voi.”

“Ti prego Michael!” Luke si attaccò al suo braccio, era una scena piuttosto patetica a dire il vero. “Ti prego, ti prego non ti chiederò mai più favori. Sierra mi piace davvero tanto non posso fare casini!”

Michael lo guardò per qualche secondo, poi scosse la testa scrollando il braccio. “No, Luke. Tu mi avessi detto che si trattava di quel tuo amico con i ricci o dell’altro cinese sarebbe stato un conto, ma non uscirò con una ragazza.”

“Non devi uscirci, devi fare finta!” Il biondo si imbronciò leggermente. “E Ashton e Calum stanno insieme da anni, lasciali stare. E’ praticamente più difficile far lasciare loro due che far comportare te in modo carino!”

Michael lo guardò male, alzando poi gli occhi al cielo. “E io cosa ci guadagno?”

“L’aver fatto una buona azione?” Lo sguardo dell’altro bastò a farlo riniziare a parlare. “Esaudirò tutti e tre i desideri e ti lascerò andare, ti prego.”

Il rosso sembrò pensarci su, poi scosse la testa. “No, Luke. Mi dispiace.”

Il biondo sospirò. “Okay, allora non ho altra scelta.” Mormorò alzando lo sguardo nel suo. “Michael, io vorrei..”

Michael scattò, tappandogli la bocca con la mano. “Ma sei idiota? Sei così disperato che sprecheresti un desiderio in questo modo?!” Scosse la testa, abbassando la mano. “Va bene, se ci tieni tanto vengo con te.”

Luke sorrise e gli baciò la guancia, prima di avviarsi verso l’entrata della Casa di Riposo. “Grazie Mike, davvero. Lo apprezzo tanto.”

Il più grande lo seguì subito, scuotendo la testa. “Vengo solo a controllare che non mandi tutto a puttane, sia chiaro.”

Il biondo si morse il labbro non trattenendo un sorriso e dopo aver salutato Liz alla reception salì le scale seguito dall’altro, andando verso la stanza del nonno.

Robert era seduto sulla sua vecchia poltrona grigia e leggeva un libro con gli occhiali poggiati sulla punta del naso. Quando sentì i passi alzò lo sguardo e sorrise ampiamente, alzandosi. “Lukey!” Poi spostò lo sguardo sulla figura accanto a lui, levando gli occhiali. “Michael, sono passati tanti anni..”

“Oh mio dio, Robert.” Michael ridacchiò, entrando nella stanza. “Stai una merda!”

Luke lo guardò sconvolto, ma quando vide il nonno sorridere si rilassò.

“E tu sei uno stronzo come sempre.” L’uomo ridacchiò, abbracciandolo. “Ancora mi chiedo se scoprirò mai il tuo colore di capelli naturale.”

Michael rise e lo strinse leggermente. “E’ un segreto, lo sai.”

“Hai ragione, che lo chiedo a fare.” Robert fece cenno ad entrambi di sedersi e lui si accomodò di nuovo sulla poltrona. “Allora, come sono andati questi anni?”

“Noiosi, dopo Jonathan non sono più uscito lo sai.” Michael alzò le spalle, per poi sorridere. “A proposito, lui dov’è? Mi.. farebbe piacere rivederlo.”

Robert abbassò lo sguardo, sospirando. “Mi dispiace, Michael. E’ morto qualche giorno fa, era molto malato.”

Il sorriso sul viso del rosso si spense. “Perchè non.. Perchè non mi hai evocato? Tu non hai posseduto la lampada, potevo salutarlo io..”

Luke appoggiò la mano sulla sua schiena, quando sentì la sua voce tremare. Erano davvero così legati?

“Non ha voluto.” L’uomo sospirò, appoggiandosi allo schienale della poltrona. “Ha detto che voleva lasciarti un bel ricordo e, testuali parole, che tu ti ricordassi di lui quando era ancora sexy.”

Michael rise a bassa voce, scuotendo la testa. Non si scostò dal contatto con Luke. “E’ sempre stato un coglione.”

Luke si morse il labbro, intromettendosi nel discorso. “Eravate tanto amici?”

Il rosso sorrise appena. “Già, possiamo dire così.”

Robert si allungò verso il comodino accanto a lui e aprì il primo cassetto, per poi prendere quelle che sembravano essere vecchie foto ingiallite. La porse a Michael. “Avrebbe voluto le tenessi tu.”

Il rosso le prese e le guardò una ad una.

Nella prima erano raffigurati Michael, suo nonno e Jonathan abbracciati, sembrava che i primi due cercassero di atterrare Jonathan cigendogli il collo con le braccia e spingendolo verso il basso, nella seconda c’erano solo Jonathan e Michael, erano abbracciati e davvero molto vicini.

A Luke questo dettaglio non sfuggì.
L’ultima invece era una foto di Jonathan da solo, vestito da soldato.

“Diamine, Jonathan era..” Luke rimase a bocca aperta, guardando la foto.

“Bellissimo.” Michael finì la frase per lui, con un sorriso malinconico sulle labbra.

Il biondo si morse il labbro, aveva un sacco di domande ma non voleva che Michael si richiudesse a riccio, così si limitò a rimanere in silenzio.

Roberto sorrise e notò lo sguardo del nipote, ma non infierì. “Lo stronzo ha sempre fatto conquiste, ovunque andasse. Mike ti ricordi di quella volta che hanno provato a coinvolgere in una cosa a tre?”

Michael scoppiò a ridere, annuendo. “La sua faccia era esilarante!”

Luke ridacchiò e li guardò divertito. “Quanti casini avete combinato voi tre?”

Il rosso si girò a guardarlo e sorrise, un sorriso sincero e dolce che l’altro non gli aveva mai visto. “Non ne hai nemmeno idea.”

“Raccontetemi qualcosa!” Il biondo ridacchiò e appoggiò la mano su quella di Michael, sistemata sul letto.

Sospirò interiormente quando il rosso non rimosse la sua.

Ascoltò i due raccontare aneddoti sulla gioventù del nonno e di Jonathan fino ad ora di cena e Michael gli sembrò davvero diverso.

Però il pensiero di come aveva parlato dell’uomo che ormai non c’era più non voleva abbandonare la sua mente, così si promise che sarebbe andato più in fondo alla faccenda.

Spazio autrice
Scusare se sono sparita per così tanto tempo, adesso ho intenzione di riprendere in mano la storia.
Ho avuto un blocco dello scrittore assurdo, ma spero davvero si sia risolto.
Che ne pensate di Sierra? E di Jonathan?
Grazie davvero a chi mi è stato accanto e a chi mi ha aspettata pazientemente.
Vi adoro.

Arey

P.s. il ragazzo nella copertina è Jonathan

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