IL PRINCIPE LUPO
Nel suo laboratorio, Belladonna era circondata da un mondo vibrante di colori e profumi. Erbe essiccate pendevano dai travi del soffitto come talismani silenziosi, mentre flaconi di vetro scintillavano al debole bagliore della luce filtrata dalle finestre. La stanza sembrava respirare con lei, ogni angolo era vivo, ogni oggetto portava con sé una storia di segreti e conoscenze antiche.
Ma il vero cuore di quel luogo era Demian, il lupo bianco e nero che vegliava accanto a Belladonna. I suoi occhi, profondi e intelligenti, osservavano ogni suo movimento. Lui non era solo un compagno: era il filo che univa il presente al passato, un principe velato dalla sua forma animale.
Belladonna lo chiamava "principe lupo," e non era solo un titolo affettuoso. Geneviève, la sua antenata, le aveva parlato di lui nei sogni, dicendole che Demian era più di quanto sembrasse. Era un discendente perduto di Carlo III, trasformato e legato alla loro stirpe per portare equilibrio tra i mondi. "Lui è la chiave," le aveva detto Geneviève. "Attraverso lui vedrai i giovani. Attraverso lui il passato e il futuro si incontreranno."
Mentre Belladonna macinava camomilla e menta per un nuovo infuso, il lupo si avvicinò al tavolo, i suoi occhi blu come il ghiaccio brillavano con una luce enigmatica. Lei lo accarezzò delicatamente. "Mio principe lupo," mormorò, il tono carico di una devozione calma, "tu sei il legame che non può essere spezzato. Proteggimi ancora, come hai sempre fatto."
Una sera, mentre la pioggia picchiettava contro le finestre, Belladonna era concentrata a preparare un elisir per un nobile gravemente malato. La corte era in fermento per la sua incapacità di guarirlo, ma Belladonna era determinata a riuscirci. Le sue mani si muovevano con precisione, mescolando polvere di rosa canina, scorza d'arancia e foglie di ortica, guidata dalle conoscenze trasmesse dalla sua stirpe.
La porta del laboratorio si aprì all'improvviso, interrompendo il silenzio carico di concentrazione. Filippo Andrea De Gatte, il medico di corte, entrò senza invito, i suoi occhi pieni di arroganza e disprezzo. "Ah, la nipote della strega cacciata," disse con un sorriso velenoso. "Vi divertite con i vostri intrugli, Belladonna? O siete qui a preparare un nuovo veleno?"
Belladonna sollevò lo sguardo, le sue mani si fermarono, ma il suo volto rimase impassibile. "Cosa volete, Filippo Andrea?" chiese con calma gelida. "Non siete benvenuto qui."
"Attenzione, madama," disse lui, avvicinandosi lentamente. "Le vostre pratiche oscure potrebbero attirare attenzioni indesiderate. E non vorrei che qualcosa di brutto accadesse alla vostra preziosa vita."
Belladonna lo fissò, la sua voce bassa e tagliente come una lama. "Non sfidatemi, Filippo Andrea. La mia vita non è vostra da minacciare."
In quell'istante, l'olfatto affinato di Belladonna percepì un odore strano. Si girò verso una poltroncina dietro di lui, e con un movimento rapido si chinò per annusare il cuscino. L'odore del veleno era inconfondibile. Si rialzò lentamente, il suo sguardo ora carico di una determinazione oscura.
"Avete tentato di avvelenarmi," disse, le parole fredde come il vento d'inverno.
Filippo Andrea sghignazzò. "E se anche fosse? Nessuno crederà a una parola di quello che direte. Voi siete una donna, nipote di una strega cacciata. Io sono un medico di corte. Le mie parole valgono più delle vostre."
Belladonna non rispose. Un ringhio profondo risuonò improvviso nella stanza, spezzando la tensione. Demian era apparso nell'ombra, il suo corpo poderoso illuminato dalla luce delle candele. I suoi occhi blu fissavano Filippo Andrea con una tale intensità che il medico fece un passo indietro.
"Demian," mormorò Belladonna, accarezzandogli la testa. "Mio principe lupo, discendente di Carlo III, custode della mia stirpe. Mostrati."
Il lupo emise un ringhio ancora più profondo, il suono sembrava risuonare nelle mura stesse. Filippo Andrea indietreggiò, il viso contratto dalla paura. "Un lupo? Volete forse intimidirmi con un animale?"
Belladonna sorrise freddamente. "Demian non è un semplice lupo. È il guardiano della mia famiglia, un principe con un potere che va oltre la vostra comprensione."
Il lupo avanzò di un passo, e Filippo Andrea si affrettò a raggiungere la porta. "Non finisce qui, Belladonna," sputò, prima di scomparire nell'oscurità.
Belladonna si girò verso Demian, la sua mano ancora sulla testa del lupo. "Mio principe," disse dolcemente, "non tutti comprendono la tua grandezza. Ma io sì. E insieme... cambieremo tutto."
Demian si accoccolò accanto a lei, la sua presenza potente e rassicurante. Belladonna sapeva che lui era la chiave per le sue visioni: il collegamento con i giovani del futuro, con i ciondoli di Geneviève e con il destino della contessina. Ogni passo che faceva era guidato da lui, e ogni sfida che affrontava sembrava più leggera con il principe lupo al suo fianco.
"Proteggi la principessa," mormorò Belladonna, guardandolo negli occhi. "Perché un giorno, sarà attraverso di lei che il tuo segreto verrà svelato."
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