IL PREDESTINATO
"Chi vi ha dato il diritto di occupare questa casa?" chiese l'uomo, la voce carica di autorità e sospetto.
Belladonna non distolse lo sguardo. I suoi occhi freddi e impassibili lo affrontarono, come una lama che scruta nel profondo. Con calma, lasciò che il silenzio pesasse nella stanza prima di parlare.
"Siamo solo due donne," rispose una voce ferma, che non era la sua. Genevieve si fece avanti, il mento leggermente sollevato, gli occhi di ghiaccio che scintillavano nella penombra. "Belladonna ed io. Siamo qui per l'aria salubre. Nostro padre è morto per mano dei francesi. Abbiamo perso tutto."
L'uomo la osservò attentamente, colpito dalla sua sicurezza. Un istante di esitazione passò sul suo volto, ma alla fine annuì. "Vi lascerò stare alcuni giorni," disse, con un accenno di rispetto. "Ma non voglio problemi in questo villaggio. Tornerò presto."
Quando la porta si chiuse alle sue spalle, il silenzio nella stanza divenne opprimente. Belladonna, ancora in piedi vicino al camino, fissava Genevieve con un misto di reverenza e paura.
Genevieve avanzò con passo lento e sicuro. La sua presenza riempiva la stanza, imponente e carica di un potere antico. Quando Belladonna tentò di sfiorarle il viso, Genevieve la fermò con uno sguardo glaciale.
"Non farlo," disse secca. La sua voce risuonava come un eco di tempi remoti, un comando che non lasciava spazio a repliche.
Belladonna abbassò la mano, il cuore confuso, l'anima in tumulto. "Genevieve," mormorò, come in un sussurro incredulo. "Sei davvero tu? Non posso crederci."
Genevieve inclinò leggermente il capo, come un animale che osserva una preda, i suoi occhi scintillanti di saggezza e segreti. "Mia cara," disse, con un sorriso appena accennato, "sono qui da sempre. La prima strega di Francia non abbandona mai la sua stirpe, né il destino che le è stato assegnato."
Belladonna fece un passo indietro, il petto oppresso da un peso invisibile.
"Alessandro," continuò Genevieve, ignorando il turbamento della discendente, "il giovane che hai mandato nel varco... Non lo hai capito, vero? Ha il sangue del mio Demian. Lui è la chiave per spezzare la maledizione."
"Alessandro?" Belladonna sentì il nome bruciarle in gola. "Non può essere... Quel ragazzo non è ancora nato. E comunque, non sarà nemmeno figlio naturale di Matilde!"
"Che importanza ha?" ribatté Genevieve, con un bagliore feroce negli occhi. "Non conta chi lo generi, ma chi lo cresca. Sarà Matilde, la tua amata principessa, a proteggerlo. Lei è il perno di tutto. Non puoi impedirlo."
Belladonna si avvicinò al fuoco, cercando conforto nel calore, mentre le parole di Genevieve si facevano strada nella sua mente come un veleno lento. "Matilde è troppo vulnerabile. È instabile. Come possiamo fare affidamento su di lei?"
Genevieve sospirò, una risata amara che risuonò come un monito. "La vulnerabilità di Matilde è la sua forza. Se resta buona, lo amerà. Se si incupisce, lo proteggerà con ferocia. In ogni caso, Alessandro sopravvivrà. E tu, mia cara, devi smetterla di intrometterti."
Belladonna scosse la testa, la frustrazione che cresceva dentro di lei. "Non capisci. Ho cercato di fermare sua madre! Ho provato a salvare tutti, persino me stessa, ma è tutto troppo... troppo grande."
Genevieve si fece avanti, il suo sguardo perforante come un pugnale. "Hai dimenticato chi sei, Belladonna. Hai giocato a fare il medico, a salvare vite, e hai perso di vista la tua vera natura. Sei una custode. Sei il ponte tra ciò che è stato e ciò che sarà. E ora, dobbiamo agire."
Belladonna sollevò gli occhi verso di lei, una scintilla di speranza mescolata al dubbio. "Agire come? Cosa devo fare?"
Genevieve sorrise, un sorriso carico di potere e gravità. "Dobbiamo tornare a Racconigi. Lì, il destino prenderà la sua forma definitiva. Ma per ora... riposa. Hai un mese per prepararti. Quando aprirò il varco, non ci sarà più spazio per esitazioni."
Mentre Genevieve usciva dalla stanza, Belladonna restò sola davanti al fuoco, il suo sguardo perso nelle fiamme. La figura dormiente di Matilde sul divano le ricordava quanto fosse fragile quel futuro che tanto desiderava proteggere.
Sentì ancora una volta la voce di Genevieve risuonare nella sua mente: "Basta sentimenti, Belladonna. Il destino non aspetta nessuno. Preparati."
Eppure, nel suo cuore, Belladonna sapeva che la strada davanti a loro sarebbe stata tutt'altro che lineare.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top