BELLADONNA E HENRY
Hall Park – Il Primo Incontro tra Belladonna e Henry
L'aria in Hall Park profumava di terra umida e rose autunnali, mentre il vento della brughiera accarezzava i rami degli olmi secolari. Il cielo, carico di nubi grigie, sembrava sospeso tra la quiete e la tempesta, proprio come il destino che in quel momento si stava intrecciando.
Belladonna avanzava con passo sicuro lungo il sentiero di ghiaia, i lembi del suo abito in seta blu notte si muovevano con grazia aristocratica, sfiorando il terreno con leggerezza studiata. Per la prima volta, si trovava ad indossare i raffinati abiti dell'alta nobiltà e, sebbene la seta le avvolgesse il corpo con eleganza impeccabile, non si sentiva del tutto a suo agio.
Non era lì per ostentare ricchezza. Era lì per valutare, per scrutare, per decidere.
La grande limonaia di pietra chiara, con le sue ampie finestre incastonate in arcate eleganti, si stagliava di fronte a lei, circondata da filari di alberi di agrumi che crescevano con fierezza nonostante il clima inglese. Il respiro di Belladonna si fece appena più lento mentre entrava.
E poi lo vide.
Un sussulto improvviso, come un colpo inferto direttamente all'anima.
Alessandro.
Il cuore le colpì il petto con una violenza che non si aspettava, tanto da dover stringere l'impugnatura del ventaglio con più forza. Il giovane che sedeva a un tavolo di legno, circondato da libri e strumenti chirurgici, era la copia vivente di Alessandro.
Stessi lineamenti scolpiti, stesso taglio degli occhi, stessa fierezza nel portamento.
Solo i capelli erano diversi. Più chiari, di un biondo cenere che pareva strappato all'aurora. Ma gli occhi... Quegli occhi freddi, di un blu glaciale, non erano quelli di Alessandro.
Per un attimo, il passato e il presente si sovrapposero, e Belladonna dimenticò dove si trovava.
"Alessandro..."
La parola le sfuggì dalle labbra in un soffio.
Henry sollevò lentamente lo sguardo dal libro che stava leggendo. Un lieve solco gli attraversò la fronte, confuso, sorpreso da quel nome pronunciato con così tanta intensità.
"Alessandro?" ripeté, inclinando leggermente il capo.
Belladonna batté le ciglia, riprendendo il controllo con uno sforzo quasi sovrumano. Non poteva permettersi di vacillare. Non ora.
Si affrettò a ricomporsi, lasciando che un leggero sorriso enigmatico le incurvasse le labbra. "Perdonatemi, Vostra Grazia. Il vostro volto... mi ha ricordato qualcuno che conoscevo un tempo."
Henry non distolse lo sguardo. "Qualcuno a voi caro, a quanto pare."
Belladonna mantenne il controllo della propria espressione, ma dentro di sé lottava con un'emozione difficile da soffocare. "Solo un ricordo lontano."
Ma sapeva che mentiva. Non era solo un ricordo. Era un presagio.
Un Duca Fuori dal Comune
Henry chiuse lentamente il libro e si alzò, la sua altezza e la sua presenza si fecero improvvisamente più imponenti.Belladonna notò il modo in cui si muoveva: non con la leggerezza frivola di un aristocratico abituato ai balli di corte, ma con la precisione e la disciplina di un uomo che aveva studiato la fragilità del corpo umano.
Le sue maniche erano rimboccate fino ai gomiti, rivelando avambracci segnati dall'inchiostro delle annotazioni che aveva scritto poco prima. Nessun nobile avrebbe mai macchiato la propria pelle con il lavoro, eppure Henry lo faceva senza esitazione.
Sul tavolo di legno erano sparsi strumenti chirurgici, modelli anatomici, testi di medicina, alcuni perfino proibiti.
Belladonna capì in quell'istante che Henry di Hall non era un duca qualsiasi.
Era un uomo ossessionato dalla conoscenza, dalla scienza, dalla vita e dalla morte.
Lo studiò per un lungo istante. Forse, per la prima volta, si trovava di fronte a qualcuno che non solo poteva essere domato, ma che poteva essere pericoloso quanto lei.
"Mi è stato detto che siete una dama di corte del Re di Sardegna." Henry incrociò le braccia, la sua voce calma ma carica di sottintesi. "Eppure... non sembrate una semplice dama."
Belladonna sorrise, un'espressione impenetrabile. "Le apparenze ingannano, Vostra Grazia. A volte una donna è più di ciò che sembra."
Henry inclinò la testa, il suo sguardo ora attento, indagatore. "Dunque, chi siete davvero?"
Belladonna si avvicinò di qualche passo, lasciando che la seta del suo abito sfiorasse il pavimento. "Sono il medico ufficiale della famiglia reale."
Un lampo di sorpresa attraversò il volto di Henry, ma non vi era derisione nei suoi occhi, solo un nuovo, bruciante interesse.
"Una donna medico?"
Non era una domanda di disprezzo, era pura curiosità.
"Ditemi, Dottoressa," continuò, "avete mai sezionato un corpo?"
Belladonna sorrise, questa volta davvero. "Molti più di quanti immaginiate, Duca. E voi?"
Henry fece un passo avanti, riducendo ancora la distanza tra loro. "Abbastanza da sapere che la medicina è una scienza crudele. Ma anche un'arte sottile."
E in quell'istante, Belladonna comprese che Henry di Hall non era solo un uomo da portare a Torino per il volere di Genevieve.
Era qualcuno che avrebbe potuto sfidarla.
Era il primo uomo, dopo Alessandro, che la guardava senza paura.
Un'Offerta Inaspettata
L'aria tra loro era densa di tensione, ma non di ostilità. Era il confronto tra due menti affilate, tra due anime che riconoscevano l'una nell'altra qualcosa di pericoloso.
Belladonna estrasse una piccola busta di velluto blu dalla sua borsa e la porse a Henry con calma.
"Qui c'è un invito per voi, Vostra Grazia. I festeggiamenti per la fine della dominazione napoleonica si terranno presto al Palazzo Reale di Torino."
Henry prese la busta, il suo sguardo ancora fisso su di lei. "E perché mai dovrei partecipare?"
Belladonna si avvicinò ancora di più, inclinando leggermente il capo, lasciando che un lieve sorriso enigmatico sfiorasse le sue labbra. "Perché mi piacerebbe foste il mio accompagnatore."
Per la prima volta da quando l'aveva vista, Henry sorrise. Un sorriso lento, calcolato, pericoloso.
"Dunque, mi state sfidando, Dottoressa?"
Belladonna sollevò un sopracciglio. "Diciamo che vi sto dando un'opportunità, Duca."
Henry fissò l'invito tra le dita per un lungo momento, poi tornò a guardarla, il suo sguardo profondo e indecifrabile.
"Molto bene. Vediamo dove ci porterà questa opportunità."
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