Prologo
Una volta c'era solo il nulla. L'uomo non esisteva. Vi era solo una massa informe, viola e gelatinosa. Su questa palla di energia oscura un giorno nacque un albero. No, non un giorno. Ancora questi ultimi nemmeno esistevano: non vi era tempo; tutto era immobile al nulla. Nacque il giorno, e frutti e foglie dell'albero volarono via. Caddero perché la terra li voleva. Dietro i frutti e le foglie non si era mai saputo cosa si celasse. Infatti l'albero, poiché spoglio, era diventato molto brutto e anche spaventoso. La terra, quell'informe massa viola, aveva rubato la bellezza dell'albero che, se fosse stato uomo, avrebbe semplicemente pianto. Il Grande Viola non voleva brutte presenze sulle sue spalle, perciò con una grandissima spinta riuscì ad inglobare l'albero nella sua Sostanza. Quella poi si strinse intorno alla prima creatura che, ormai al suo perfetto centro, venne disintegrata. Il Grande Viola si strinse così tanto che assorbì il colore dell'albero: un brutto marrone sporco che copriva tutto il madido e luccicante viola. Il Grande Viola iniziò a compattarsi ed indurirsi. Iniziava quindi a morire lentamente, per poi spegnersi del tutto. Così è nata la nostra terra.
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