17. HEATHER HA 46 ANNI

«Heather, sveglia, svegliati!»

Heather aprì di scatto gli occhi. Aveva il respiro affannoso e il cuore in gola. Con la mano stringeva qualcosa di morbido. Guardò. Era un braccio in cui stava conficcando le unghie.

Lasciò subito la presa, tirandosi su a sedere. Si calmò pian piano, premendosi una mano sul petto ansante. Stava uscendo dall'incubo e tornava alla realtà. Solo che quell'incubo era la realtà. Era il ricordo di quello che era successo. Ma il fatto di essere in una stanza da letto e non in quella strada stretta e senza lampioni la tranquillizzò. Il passato era passato, in quella camera c'era il suo presente.

Richard aveva acceso l'abat-jour sul comò e la guardava preoccupato, carezzandole lievemente la schiena coperta dalla canottiera di seta. Heather quasi si appisolò di nuovo. Richard era capace di coccolarla per ore intere; le carezzava il viso, le spalle, i fianchi, e lei sospirava di piacere e si abbandonava a quella dolcezza mai sperimentata con nessuno dei suoi mariti.

«Va tutto bene. Hai avuto un incubo» disse Richard, con la sua dolce voce.

Heather fece per scendere dal letto.

«Dove vai?»

«Acqua...»

«Te lo porto io.» Richard uscì sollecito, tornando poco dopo con un bicchiere d'acqua fresca. Non aveva il condizionatore e in camera faceva molto caldo. Heather era tutta sudata, ma era anche colpa del sogno.

Iniziava a ricordare dei frammenti. Le sue amiche che cantavano a squarciagola "We are the champions", il fossato, i due fari luminosi puntati su di loro...

Heather bevve. Il vetro tintinnò sui denti a causa del tremore della sua mano.

Richard le carezzò il braccio. «Dev'essere stato spaventoso per sconvolgerti così.»

Heather ricordò il corpo riverso sul volante che suonava il clacson. Rabbrividì, serrando gli occhi. Non voleva ricordare, voleva dimenticare, voleva bere e sprofondare nell'oblio.

«È sempre lo stesso incubo» rispose con voce rauca.

«Me lo vuoi raccontare?»

Lei scosse la testa. Non avrebbe mai potuto rivelargli quello che aveva fatto. Richard non le avrebbe più rivolto la parola e lei non l'avrebbe sopportato. Si frequentavano dall'inizio delle vacanze estive e andavano a letto insieme da un mese. Heather pensava di avere trovato l'uomo perfetto, sensibile, divertente, ottimo ai fornelli, con un buon lavoro e che adorava sua figlia. Ovviamente Becca non sapeva nulla di quella storia e Heather avrebbe voluto non dirglielo mai. Non osava immaginare come avrebbe reagito. Erano passati anni da quando Heather aveva divorziato per l'ultima volta e Becca pensava di certo che sua madre non ci sarebbe ricascata, portando l'ennesimo uomo in casa. Per di più il suo professore di inglese!

Così per ora era Heather ad escogitare modi per incontrare l'amante di nascosto. Quella era la prima volta che dormivano insieme - Becca era a un pigiama party - e ora Heather temeva che Richard pensasse di essersi portato a letto una squilibrata.

Invece lui non la pressò per sapere cos'aveva sognato. «Va bene. Torniamo a letto?»

Lei gli si accoccolò vicino come una ragazzina, seppellendo il naso nella sua spalla. Ben presto si riaddormentò, con la sensazione delle dita di Richard che le sfioravano il volto.

...

La mattina dopo entrò in cucina già truccata, pettinata e vestita. Non osava farsi vedere da Richard "al naturale". Si avvicinava ai cinquant'anni, la sua pelle iniziava ad essere secca e le rughe aumentavano ogni giorno di più.

Richard aveva preparato un vassoio, con l'evidente intenzione di portarglielo a letto, e parve deluso di vederla già alzata. «Ti ho preparato la colazione.»

Heather sorrise. «Grazie.» Si sedettero al tavolino rotondo, Heather prese un pancake e ci versò lo sciroppo d'acero. Quindi si riempì una tazza di caffè senza zucchero.

Mentre mangiavano, Heather disse: «Scusa per stanotte, devo averti spaventato.»

«Anche Cora faceva spesso incubi, sono abituato ad essere svegliato da una donna urlante e terrorizzata.»

Richard le coprì una mano con la propria, sorridendo. Raramente parlava della sua ex moglie. Avevano divorziato da due mesi senza battaglie legali. Richard si era rifiutato di chiedere il risarcimento per il tradimento. Era stato molto cavalleresco da parte sua. Si erano lasciati con una stretta di mano. Richard aveva superato il momento più in fretta grazie ad Heather. Gli era stata accanto dall'inizio alla fine e di questo Richard non smetteva di ringraziarla.

A volte Heather si sentiva imbarazzata da tutto quell'affetto. I suoi precedenti mariti avevano caratteri molto diversi; erano degli animali a letto, chiassosi in pubblico, abituati a fare e dire qualsiasi cosa senza curarsi dei sentimenti altrui. Richard invece pensava sempre prima agli altri, faceva e diceva sempre la cosa giusta. Heather si chiedeva se non fosse troppo vecchia per cominciare un'altra storia d'amore, però sentiva che il professore era l'uomo giusto per lei, era la stabilità e la tranquillità che cercava. Avrebbe tanto voluto rivelare al mondo la sua contentezza, ma il pensiero di Becca la frenava.

Dopo colazione lavarono insieme i piatti e Richard le insaponò le braccia con fare scherzoso. Heather si voltò e gli gettò le braccia al collo, baciandolo sulle labbra. Fecero l'amore come degli adolescenti sul divanetto in sala da pranzo, troppo eccitati per arrivare in camera da letto.

Heather fu costretta a farsi una doccia e truccarsi di nuovo, prima di andare a casa dei Clive. I ragazzi erano già pronti per la scuola e stavolta sarebbe stata Heather a portarli tutti. Li salutò con allegria e loro la guardarono insonnoliti e straniti. Heather poteva comprendere la loro confusione; erano abituati ad avere a che fare con una donna fredda e rigida. Beh, lo era ancora. Dovevano darle solo qualche ora di separazione da Richard e sarebbe tornata la solida Heather Blake.

«Allora, com'è andato il pigiama party?» si informò mentre guidava con prudenza.

«Eravamo solo io, Drew e Jam, mamma» rispose annoiata Becca.

«Cos'avete fatto?»

«Mangiato i biscotti fatti dalla mamma e guardato la tv» rispose Jam, vedendo che gli altri due restavano zitti.

«Niente battaglie di cuscini?»

Becca le indirizzò un'occhiata esasperata. «Non abbiamo sei anni.»

Heather serrò le mani sul volante. Ci voleva pazienza, ad essere mamme.

Parcheggiò e accompagnò i ragazzini fino all'entrata della scuola. Quando vide il professor Thompson parlare con un genitore, il suo cuore sobbalzò e iniziò a sorridere come una scema.

«Buon giorno, prof!» lo salutò Becca, entrando.

«Buon giorno ragazzi. Spero abbiate studiato per il compito a sorpresa di oggi.»

I tre si bloccarono, sconvolti.

Richard scoppiò a ridere. «Scherzo, per stavolta siete salvi.»

I ragazzi sospirano di sollievo. Becca salutò la madre ed entrò in cortile. Heather si trattenne accanto a Richard. «Lei è un farabutto, professore» disse, maliziosa.

«Faccio del mio meglio» sorrise lui.

Heather si guardò intorno, poi gli stampò un bacio sulle labbra. Sentì che lui avrebbe voluto prolungarlo, ma si staccò.

«Quando ci vediamo?» chiese lui, in tono implorante.

«Ti chiamo io.» Heather si incamminò verso il parcheggio.

Era appena salita in auto quando le arrivò un messaggio. Era Rudy, il suo primo marito.

"Questo weekend vorrei stare con Rebecca."

Heather ne fu sorpresa e contrariata. Il suo buonumore svanì immediatamente. Rudy non si era mai interessato a sua figlia. Si era limitato a pagare il mantenimento e a vederla una volta al mese su ordine del giudice, tanto perché Becca non dimenticasse la sua faccia. Non aveva mai desiderato trascorrere con lei del tempo extra e ad Heather non pareva il momento di cominciare.

"L'hai tenuta lo scorso weekend."

"Ho un tumore. Mi hanno dato tre mesi. Non dirlo a Rebecca."

Heather rimase colpita. Non provava più nulla per Rudy e non ricordava nemmeno ci fosse stato un tempo in cui lo aveva amato. Dal divorzio, i loro unici contatti erano stati tramite Becca. Però quella notizia non la lasciò indifferente. Il padre di sua figlia stava morendo. Diamine. Rudy the Rock stava morendo. Lo chiamava così perché era un omaccione grande e grosso, pieno di muscoli e con poco cervello. Avevano condiviso la passione per la fotografia e avevano viaggiato per il mondo insieme. Era stato dopo il matrimonio, con la convivenza e la nascita di Becca, che la situazione era precipitata. Rudy non era portato per fare il marito o il padre. Aveva iniziato a trascurarla, a viaggiare sempre più spesso, a ignorare le sue esigenze di neomamma. Alla fine, esasperato dalle sue continue lamentele, l'aveva schiaffeggiata. Era successo solo una volta, ma con quell'episodio Heather aveva vinto la causa del divorzio.

Scrisse: "Se non glielo dico non verrà."

Becca non amava il padre. Le aveva raccontato che i loro pomeriggi insieme consistevano in vagabondaggi al centro commerciale con un gelato in mano. Non avevano mai nulla da dirsi, Rudy non sapeva porle le domande giuste e la trattava come una bimba piccola. Persino i regali che le faceva erano ridicoli; Barbie, trucchi, una borsetta con i fiori...

"Per favore, Heather. Dammi tregua. Tra un po' sarà tutta tua."

Heather inspirò. Aveva ragione Rudy, non aveva il diritto di privarlo degli ultimi momenti con Becca, ma non dipendeva da lei. Era convinta che sua figlia non avrebbe mai accettato di passare il weekend dal padre per la seconda volta quel mese.

Ma c'era anche un altro aspetto da considerare. Con Becca lontana avrebbe potuto trascorrere un weekend da favola insieme a Richard.

"Cercherò di convincerla" rispose, e ci avrebbe provato davvero. Da anni si era annullata per il bene di sua figlia. C'erano solo lei e il lavoro. Ma ora nella sua vita era entrato un uomo meraviglioso e Heather non voleva perderlo.

Sperava solo che Becca non facesse troppe storie.

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