CAPITOLO 9

Rimango immobilizzata dalla sua richiesta senza sapere cosa dire. Il mio viso è di un forte rosso ed è paonazzo dall'imbarazzo.

I suoi magnetici occhi color mare mi tengono calamitata e incapace di reagire. Il suo viso è incantato e i ciuffi biondi coronano perfettamente il suo volto tranquillo. Sarebbe da incorniciare, sembra realmente un angelo. Un solare e gentile angelo.

«Io... v-veramente» balbetto incerta, cosa devo rispondere.

Il suo sguardo si addolcisce e improvvisamente mi afferra una mano e la porta vicino alle sue labbra, tanto che posso sentire il suo respiro irregolare.

«Ti prego Angelica, fallo per me» sussurra piano per poi poggiare delicatamente il dorso della mia mano sulle sue labbra vellutate.

Il respiro mi si mozza improvvisamente e il mio sguardo si abbassa.

«D'accordo» dico guardando il pavimento del camerino, «Verrò con te alla festa di sabato».

Non posso crederci. Ho davvero accettato. Andrò ad una festa insieme ad un ragazzo. Non mi riconosco più.

L'Angelica che credevo di conoscere non avrebbe mai accettato una cosa del genere. Avrebbe preferito rifiutare e chiudersi in se stessa piuttosto che accettare. Forse sto cambiando forse non sono più io.

Che sciocchezza, non lascerò che una ragazzo mi cambi e mi rovini l'esistenza. Non lo permetterò, parola di dominatrice.

Ad un tratto lui lascia la presa su di me e mi lascia un ultimo caldo sorriso prima di sparire dietro la tendina del camerino. Che strano ragazzo.

Mi tolgo in fretta il vestito e mi rimetto i miei soliti abiti per poi uscire sentendomi finalmente più libera.

Non appena metto un piede fuori dal camerino mi ritrovo davanti un Eleonora a braccia incrociate e con un sorriso illuminante. Resto per un attimo interdetta.

«Cos'hai? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma» dice lei beffeggiandosi di me. Non cambierà mai...

Ci dirigiamo alla cassa per pagare e poi usciamo dal negozio imbattendoci nel gemello della mia compagna. Quale coincidenza...

«Lorenzo, che ci fai anche tu qui?» domanda giustamente la biondina.

Ma il gemello non si scompone minimamente.

«Sono venuto a comprare un completo per sabato, tutto qui» risponde facendo il finto innocente. Lancia uno sguardo di intesa alla sorella che risponde con un occhiata di sfuggita, cosa si saranno detti.

Successivamente il biondo si volta e comincia a camminare senza degnarmi di uno sguardo. Credo che non capirò mai il genere maschile. Prima mi implora per andare insieme a lui alla festa e poi mi ignora come se non gli importasse niente. Resto alquanto confusa, ma comunque ci incamminiamo anche noi seguendo il gemello per andare dai nostri allenatori.

Questo sarà il nostro secondo allenamento per dominatori, spero solo di riuscire ad evocare anche una misera fiamma.

E se non riuscissi ad evocare mai il fuoco, cosa accadrebbe?

Mi sentirei veramente inutile e una dominatrice fallita. Non sarò mai all'altezza di Nicolò, vorrei solamente riuscire ad acquisire le basi.

Il mio allenatore mi ha avvisato. Ha detto che il mio interior ignis è difficile da tirare fuori perché è rinchiuso nella profondità del mio cuore. Dice che sono stata io a imprigionarlo lì dentro, ma non mi ha detto come ho fatto. Ho paura, tirare fuori la potenza spaventosa di cui mi ha parlato Nicolò significa rendermi più pericolosa ed io non mi sono mai ritenuta tale e nemmeno lo vorrei essere nel futuro. Non sento di possedere questo fuoco speciale, non lo riesco a percepire dentro di me. Avverto solo un incolmabile senso di vuoto. Ma cos'è questo vuoto e come posso colmarlo?

Il fuoco. Lui è speciale, ha una potenza distruttiva inimmaginabile ma pochi riescono a vedere la sua parte benigna e sono spaventati da esso. Chi sei veramente fuoco? Porti realmente tutto questo male?

Se voglio davvero controllarlo devo prima capirlo e sentirlo mio alleato, non nemico. Me lo ha ripetuto più volte Nicolò lo scorso allenamento, che abbia veramente ragione.

Il fuoco riscalda, illumina e protegge. Infatti, quando i primi uomini scoprirono il fuoco non ebbero più il freddo da patire, nemmeno le notti furono più buie e tenebrose, né feroci predatori li attaccarono grazie al fuoco. Che sia questo il reale lato benevolo di esso.

Di solito il fuoco è il simbolo del male, dell'inferno per via del suo bruciare, ma io sono certa che ci sia qualcosa di buono.

Questo intendeva probabilmente il mio mentore.

Ci teletrasportiamo di nuovo e finalmente giungiamo a destinazione.

I quattro ci stavano aspettando e così gli raccontiamo tutto sul quarto dominatore e Eleonora spiega il suo piano per convincere Sebastian a crederci sulla parola. Nicolò sembra alquanto scettico, come sempre del resto, ma poi si convince e conferma che il tutto si svolgerà sabato durante la festa organizzata a scuola nostra.

Speriamo solo di riuscire a convincere quell'esaltato. Non mi sembra un bravo ragazzo, almeno a prima vista.

Successivamente entriamo nelle rispettive palestre e cominciamo il nostro allenamento.

Come l'altra volta mi fa fare molti esercizi fisici e di combattimento, vuole farmi diventare una macchina da guerra probabilmente. Poi finalmente arriva il momento di evocare l'elemento. Una terribile ansia mi prende improvvisamente e ho un attimo di timore.

«Che succede fifona, qualcosa non va?» mi chiede Nicolò con la sua solita aria da sfacciato prepotente. Ormai fifona è diventato il mio soprannome ufficiale, non ci posso fare niente dovrò sopportarlo.

Scuoto la testa e mi posiziono pronta per eseguire gli ordini di sua maestà, ma lui si avvicina e mi blocca facendomi alzare lo sguardo.

«Ehi, stai tranquilla. Ce la farai. Devi solo darti il tempo necessario e avere pazienza. Anch'io alla tua età volevo diventare subito il migliore, ma ci ho messo molto tempo per diventarlo e guarda ora che risultati» dice indicandosi e gonfiando il petto orgoglioso. Riuscirà mai a fare una frase senza mettere sé stesso come soggetto principale.

Così comincio ad allenarmi incoraggiato dal mio enigmatico allenatore.

«Dai riprova, devi concentrarti di più e scavare a fondo dentro te stessa, solo così potrai liberare la fiamma» mi incoraggia.

Riprovo insistentemente, ma tutto ciò che riesco a tirare fuori è una misera e insignificante scintilla appena accennata. Sono un disastro mi sento davvero inutile e inadatta.

Mi siedo di scatto e batto un pugno a terra. Perché non ci riesco, ho fatto tutto quello che mi ha detto Nicolò com'è possibile.

Il mio allenatore si siede accanto a me e mi prende per le spalle facendomi voltare.

«Angelica, non sbagli niente è solo che ti manca una cosa fondamentale» mi dice chiamandomi stranamente per nome.

«Che cosa mi manca?» chiedo arrendendomi.

«Ora te lo spiego, ma prima rispondi a questa domanda: ti senti a posto con te stessa? Ti accetti per quello che sei?»

Lo osservo confusa senza comprendere.

«Sinceramente non saprei... E poi sono due le domande, ma questo cosa c'entra?»

«È proprio questo il problema. L'interior ignis è parte di te e se tu non ti accetti e ti sottovaluti sempre non riuscirai mai a tirarlo fuori. Lo so cosa pensi, tu tendi a sottovalutarti e a sentirti sempre inutile e inferiore agli altri, quando invece non è così. Hai tutte le carte in regola per essere te stessa e non sentirti oppressa dagli altri e dal loro giudizio. Tira fuori il tuo orgoglio, sii fiera di quello che sei e credi nelle tue possibilità solo così potrai distruggere i muri che ti sei costruita attorno. Ricordati sempre che se vuoi vivere in pace devi, prima di tutto, trovare serenità con te stessa e poi con gli altri. Il tuo II aspetta solo di essere tirato fuori, ma prima tu devi accettare la sua esistenza e riconoscere la tua natura di dominatrice del fuoco» mi spiega sinceramente.

Lo osservo senza spiccare parola.

Una lacrima sfugge al mio controllo e mi bagna la guancia. Ha ragione, le sue parole sono veritiere. Mi sento svuotata e indebolita.

Un'altra lacrima segue la sua compagna, ma subito Nicolò l'asciuga con una dolcezza che credevo non gli appartenesse.

«Non piangere, non è necessario. Trasforma queste lacrime, questo dolore in forza per rialzarti. Credi in te stessa e ripetiti che ce la puoi fare. Dai su, per oggi abbiamo finito, ora fatti una bella corsetta e poi vai a casa a farti una doccia calda» mi dice sorprendendomi. Questa sua improvvisa premura quasi mi spaventa, non l'avevo mai visto così. Ma ha ragione, come fa ad avere sempre ragione.

Esco di fretta dalla palestra e corro a casa senza aspettare gli altri. Ho bisogno di restare un po' da sola a riflettere sulle parole dette da Nicolò.

Interior ignis, dove sei? Dove ti nascondi?

La serata passa in fretta, proprio come il giorno successivo. Flussi di pensieri mi attraversano talmente in fretta che non riesco a dargli un ordine. Tante incertezze mi assalgono anche se Nicolò ha detto che devo essere più sicura, ma come posso esserlo se non ho certezza di niente. Ho paura molta paura, in cuor mio sento di non appartenere a questa realtà. So che essa è verità quella vera, ma almeno prima vivevo più serenamente senza sentire un peso gravoso sulle mie spalle.

Così con tutti questi pensieri arriva il giorno tanto temuto: il sabato della festa a scuola o anche denominato il sabato della rivelazione.

Non sarà poi così male, giusto?

La mattinata scolastica passa lentamente e sembra non finire mai. Non so nemmeno quante volte guardo fuori dalla mia amata finestra. Il cielo e il giardino sembrano stare immobili anche loro, in un attesa che non finisce mai.

Eleonora per fortuna ha deciso di lasciarmi in pace sta mattina, già ieri ha notato il mio turbamento e stranamente se ne sta zitta come se stesse decidendo se dire o no qualcosa.

Lorenzo, d'altra parte, mi ignora ancora più della gemella. Ed io più lo guardo più mi domando che gli passa per quella testa bionda. Ho ripensato spesso a ciò che è successo nel camerino, e ogni volta non riesco a trovare un senso logico. Perché mi ha chiesto di andare alla festa se poi non gli interesso. Per quale ragione fa così tanto il misterioso.

Non appena suona l'ultima campanella scatto fuori come una molla e torno a casa.

Mia mamma è come al solito ad aspettarmi con il mestolo ancora mano e il grembiule da cucina legato sui fianchi.

«Tesoro, va tutto bene? Sembri triste in questi​ giorni, è successo qualcosa?» mi domanda preoccupata. Io in un primo momento non riesco a risponderle, sento un groppo in gola formato da tutti i miei sensi di colpa per averle mentito. Non posso raccontarle la verità, è fuori questione. Così a fatica deglutisco tutto e abbozzo un sorriso forzato.

«Non ti preoccupare, mamma. È tutto a posto» le dico cercando di convincere più me stessa che lei, ma per fortuna la prende bene e non mi fa altre domande.

Mangio in compagnia di mia sorella Alice come al solito, e poi mi dirigo in camera per studiare un po'.

Il pomeriggio passa in fretta tra studio e preparativi per la festa. E così alle sette precise, mi ritrovo davanti allo specchio ad osservare la mia figura con indosso il vestito preso insieme alla gemella e un filo di trucco sugli occhi.

Più mi osservo più mi sento inadatta. Non sono a mio agio in queste vesti, ma a preoccuparmi è il fatto che tra pochissimo passerà Lorenzo a prendermi e che dovrò passare l'intera serata con lui.

Osservo i miei occhi verdi scintillanti, ma non di gioia bensì di tristezza. Sia Nicolò che Lorenzo mi avevano detto che attraverso di essi potevano vedere una fiamma, però io non la vedo. Solo tristezza, non vedo altro.

Il suono di una notifica sul mio telefono mi risveglia dai miei fitti pensieri. Mi volto e prendo in mano l'oggetto incriminato. Leggo il nuovo messaggio e contemporaneamente sento mia madre chiamarmi, e avvisarmi che è appena arrivato il mio cavaliere.

Prendo la mia borsetta abbinata di colore blu e scendo le scale cercando di ricompormi e sembrare il più naturale. Ma il mio tentativo fallisce miseramente quando, a pochi gradini dalla terra ferma, metto male un piede perdo l'equilibrio finendo rovinosamente sul pavimento con una dolorosa fitta al fondo schiena. La cosa peggiore è che le scale sono proprio davanti alla porta principale e Lorenzo si trova proprio lì, in compagnia di mia madre e mio padre che osservano la scena a qualche metro di distanza.

Inutile dire che la prima a ridere è mia sorella Alice, che compare dalla cucina solo per vedere la mia figuraccia, seguita a ruota dagli altri tre che non riescono proprio a trattenersi. L'unico che non ride è il mio piccolo ometto, Giacomo, che sembra alquanto preoccupato. Mentre tento di rialzarmi Lorenzo si avvicina e mi dà una mano scusandosi e poi chiedendomi se sto bene. Io cerco di sorridere e tranquillizzare tutti, anche se la botta ancora si sente.

Un perfetto inizio di questa serata. Davvero meraviglioso.

Il mio fratellino mi corre subito incontro e mi abbraccia facendomi commuovere. Lui sì che è un vero galantuomo.

I miei genitori ci salutano e ci augurano una buona serata per poi lasciarci uscire per avviarci verso la festa.

Una volta fuori all'aria aperta torno a respirare normalmente e a rilassarmi leggermente.

Sospiro senza sapere cosa pensare.

«Tutto bene, Angy?» mi chiede lui ed io annuisco di rimando.

«Ho notato che in questi giorni sei un po' giù, vuoi parlarne?»

Scuoto la testa in segno negativo e allora lui mi mette improvvisamente un braccio sulle spalle tirandomi a se.

«Non ti obbligo a parlare, ma non posso di certo lasciarti quel muso tutta la serata. È una festa dobbiamo divertirci e non pensare a niente, poi avremo tutto il tempo per farci mille problemi, ma adesso rilassati e divertiamoci, pensi di farcela?» mi chiede sorridente ed io non riesco a non fare altrettanto. Ha il potere di strapparmi i sorrisi questo ragazzo.

Arriviamo a scuola e ci dirigiamo in palestra che è stata appositamente addobbata per la festa, con tavole di stuzzichini e varietà di cibi e di bevande, fatta eccezione per gli alcolici. La festa pullula già di gente e in poco tempo la palestra si riempie e il dj fa partire la musica a tutto volume, e così si forma anche uno spazio per ballare.

Il gemello mi tiene ancorata a sé per paura di perderci e insieme ci dirigiamo verso un tavolo per prendere da mangiare.

Dopo un po' scorgiamo due figure famigliari dirigersi verso di noi: Eleonora e Sebastian che ridono e scherzano insieme.

«Ragazzi finalmente, non riuscivamo a trovarvi con tutta questa gente» urla Eleonora per farsi sentire, visto il volume elevato della musica.

Successivamente ci fanno cenno di seguirli e di entrare in pista per ballare.

Lorenzo sembra indeciso, aspetta una mia reazione. Allora io senza pensarci troppo lo trascino proprio al centro della pista dove tutti ballano scatenati a ritmo della musica. All'inizio sono un po' rigida ma poi, anche con l'aiuto del mio cavaliere, mi sciolgo e comincio a ballare senza pensare a niente. L'unica cosa a cui riesco a pensare è il fatto di essere qui, all'inizio dell'anno non avrei mai immaginato di ritrovarmi in un posto simile in compagnia di un bellissimo ragazzo.

Non so quanto passa, ho perso la concezione del tempo, ma il fatto è che ad un certo punto il dj decide di mettere un lento per tutte le coppiette innamorate, ed io e Lorenzo ci ritroviamo in mezzo alla pista con tutte le coppie che ballano attorno.

Ci guardiamo per qualche secondo e poi lui mi cinge i fianchi e mi fa avvicinare a lui tanto che riesco a sentire il suo fiato affannato sulla mia pelle. Il suo profumo mi investe e successivamente non riesco più a pensare a nulla fuorché a lui. Il gentile e tranquillo Lorenzo che ha sconvolto un bel po' le cose nella mia vita, il misterioso ed enigmatico ragazzo che mi sta cambiando nel profondo senza che io possa farci nulla. È questo dunque l'effetto che ti fa una persona importante quando entra nella tua vita?

Il momento vola e passa via come un battito di ciglia e ben presto arriva l'ora della rivelazione per il nostro quarto dominatore. Perciò siamo costretti a staccarci a malavoglia e a dirigerci nel giardino del retro dove ci aspettano i nostri allenatori.

Lorenzo sembra davvero felice e sereno ancora più del solito e sorridendo mi conduce fuori.

«Finalmente, era ora che vi faceste vivi. Non è per niente comodo questo tronco, mi fa male la schiena ora» si lamenta Nicolò.

Non facciamo in tempo a replicare che arrivano anche Eleonora e Sebastian. Quest'ultimo ci osserva tutti confuso e alterato.

«Che ci fate tutti qui fuori? E voi chi diamine siete?» domanda subito d'impulso, volgendo lo sguardo anche verso la bionda che lo ha trascinato fin qui.

«Calmati moccioso e porta rispet-» Nicolò si blocca e rimane con la bocca spalancata per lo stupore, seguito a ruota dai suoi compagni.

«Che succede?» domanda allora Eleonora, esprimendo tutti nostri dubbi.

Osservo Nicolò che non accenna a voler rispondere alla bionda, ma che invece rimane con lo sguardo puntato sul collo di Sebastian, dove in bella vista c'è la collana del moro che sembra molto arrabbiato e scocciato.

«Non è possibile...» sussurra il mio allenatore più stupito che mai.

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