CAPITOLO 8

Sebastian si allontana a passo sicuro fino a scomparire in mezzo agli altri studenti. Lancio un occhiata ad Eleonora che sembra ancora persa nei suoi pensieri. E come biasimarla, è stata appena invitata alla festa da uno dei ragazzi più affascinanti seduttori che io abbia mai visto. Tutta via qualcosa mi sfugge, sono certa che alla mia compagna non importi uscire con un tipo simile. Ha sempre disprezzato i ragazzi come Sebastian, o ameno è quello che diceva durante i suoi lunghi monologhi tra una lezione e l'altra. Ma allora cosa l'ha davvero spinta ad accettare?

Mi avvicino a lei e le passo una mano davanti al viso per risvegliarla dal suo mondo immaginario. Lei si riscuote e mi guarda in modo molto strano, cerca di dirmi qualcosa.

Improvvisamente mi prende per un braccio avvicinandoci a suo fratello che la guarda come se fosse pazza.

«Vieni ti devo parlare» dice al biondo trascinandolo con noi.

Ci dirigiamo verso un corridoio un po' meno affollato, lontani da sguardi indagatori. Io e Lorenzo ci guardiamo confusi mentre Eleonora sbuffa.

«Eleonora, sul serio, pensavo che ne fossi uscita. Per favore stai bene attenta a quello che fai» le dice Lorenzo con sguardo serio. Io non capisco a cosa si riferisca ma sembra preoccupato per lei.

La ragazza sorride e scuote la testa.

«Andiamo fratellone, dovresti conoscermi ormai. Lo sai benissimo che il passato è passato, ciò che mi ha spinto ad assecondarlo è un altro» risponde la bionda convinta.

«Cosa intendi dire?» ribatte Lorenzo visibilmente confuso.

«Oh... insomma, non avete notato la collana?»

Rimango a bocca asciutta, ecco perché ha accettato l'invito di quel ragazzo. Non ci posso credere, come ho fatto a non accorgermene?

Anche il fratello è sorpreso quanto me. Nessuno dei due se lo aspettava.

«Oggi lo diciamo ai nostri allenatori e poi ci inventiamo qualcosa per convincerlo, l'occasione perfetta è proprio la festa di sabato» continua la bionda soddisfatta.

Non posso crederci, siamo in quattro adesso. Ma c'è qualcosa che non mi convince. I dominatori hanno detto che le nuove reclute si trovano distanti l'uno dall'altro, spesso in diversi continenti. Ma allora perché noi siamo tutti qui, tutti nello stesso luogo?

Ci sono ancora molte cose che non comprendo e i dominatori sono una di queste. Un giorno dovremo prendere il loro posto ed io dovrò sostituire quello sbruffone di Nicolò. Non so se ne sarò in grado, non sono mai stata capace di proteggere le persone e se poi contiamo che non riesco nemmeno a creare una misera fiamma, non sono di certo adatta a questo ruolo. Non sono forte, non lo sono mai stata e mai lo sarò.
La rabbia che mi contraddistingue, come hanno detto Lorenzo e Nicolò, non è altro che un debole sentimento dovuto alla mia scontentezza delle cose e di me stessa. La vera me è questa: debole, insicura e incapace.

Torniamo velocemente in classe al suono della campanella, ma prima di varcare la soglia dell'aula Eleonora mi ferma.

«Ti ricordi vero che dopo le lezioni vengo a mangiare da te e che poi andiamo a prendere un abito per sabato?» mi domanda ironicamente ed io rimango scioccata. Me ne ero completamente dimenticata, spero solo che mia madre non si arrabbi troppo. Ho già la pelle d'oca.

«Eh... sì, certamente» rispondo tremante e lei si apre in un sorriso magnifico.

Una volta salutato Lorenzo ci dirigiamo verso casa mia.

«Non mi avevi detto che avresti portato un ospite a casa...» mia mamma mi osserva storto ma poi si apre in un sorriso e accoglie gentilmente Eleonora.

«Ciao, sono la madre di Angelica, il mio nome è Chiara puoi semplicemente chiamarmi così. E tu sei?» le domanda a sua volta.

«Eleonora, è un piacere signora»

Si stringono la mano e poi ci dirigiamo in cucina dove troviamo Alice incollata allo schermo del cellulare. Dopo che anche mia sorella si è presentata, mia mamma la sgrida dicendole di mettere giù il telefono e ovviamente lei risponde indietro. Non poteva di certo mancare la discussione del giorno ma per fortuna Eleonora non sembra troppo scandalizzata.

Finito di pranzare informo mia mamma che questo pomeriggio sarei andata a prendere un vestito per a festa di sabato e lei non commenta, ma mi lascia sempre un ultimo sguardo indagatorio. Vorrei tanto poterle parlare.

«Allora Angy, posso chiamarti così? Raccontami qualcosa...» comincia lei distendendosi sul mio letto con fare teatrale.

«Ehm... d'accordo» rispondo poco convinta.

«Non so quasi niente su di te, rimani sempre zitta e in silenzio, sembra che tu non ti fidi di nessuno.»
"Ed è così" vorrei risponderle ma non posso, non riesco.

«So a malapena che ti piace suonare la chitarra, che sei molto timida e paurosa, ma sono sicura che sotto questo strato di diffidenza si nasconda una ragazza fantastica, una vera amica leale e sincera. Non sei d'accordo?» comincia lei, ormai conosco la sua parlantina incontrollata solo che il soggetto dei suoi lunghi monologhi non sono mai stata io e questo mi spaventa. Com'è che ultimamente tutti si divertono a cercare di capire chi si nasconde dietro di me, quando invece la vera io sono proprio questa?

"Signori e signori, diamo il via alle supposizioni e che vinca la più fantasiosa e strampalata"

«Come mai sei diventata così chiusa in te stessa? Ѐ successo qualcosa? Su Angy puoi fidarti di me, sono tua amica e ti voglio bene. Aprirti ti farebbe bene e riusciresti finalmente a tirare fuori il tuo vero carattere»

Amica? Vero carattere?

Non mi piace la piega che sta prendendo questa conversazione e se c'è una cosa che non ho di certo, quella è la pazienza.

«Tieni lo sguardo basso, ti isoli, non parli, sembra che tu voglia nasconderti. Ma perché ti vuoi nascondere? Fidati di me, non te ne pentirai» dice mettendosi seduta composta sul letto.

Come si permette di venire a casa mia e dirmi cose simili? Chi si crede di essere? Il fatto che abbia un bel faccino non implica che la gente si fidi ciecamente di lei, ma non lo capisce.

So che è una stupidata, ma non riesco a non farne un fatto personale. Proprio come quando mi prendevano in giro, proprio come quando mi sentivo sprofondare dalla vergogna e volevo solo sparire.

«Io non mi fido di te, mettitelo in testa. E invece di fare la carina venendo a casa mia per interpretare l'amica perfetta, prova a riflettere prima di parlare o di fare qualsiasi altra cosa. Ti ha mai sfiorato l'idea, almeno per un millesimo di secondo, che la vera me sia quella che vedi tutti i giorni? No, perché non ci hai nemmeno pensato. Tutti credete di sapere, di conoscermi al primo sguardo, ma non è così. Voi non sapete nulla di me.» concludo furiosa. Forse ho un po' esagerato.

Infatti lei mi guarda sorpresa, ma poi il suo guardo tramuta. Ora mi osserva con pura tristezza, non l'ho mai vista così. Lei sorride sempre, non avevo visto tutta la sofferenza che riesco a scorgere adesso dietro il suo sguardo. Una tristezza tale che come un velo oscura la luce, quella che l'ha caratterizzata da quando l'ho conosciuta per la prima volta. Ho sempre pensato che dentro ognuno di noi ci fosse un lato oscuro, un lato che teniamo rinchiuso per paura di mostrarlo agli altri, ma mai avrei pensato che lei ce lo avesse.

Vederla in questo stato fa riaffiorare anche i miei vecchi ricordi, ed ora il velo ricopre anche me. Ma forse non l'ho mai tolto queste manto, forse è sempre rimasto ad oscurarmi solo che io non lo potevo vedere.

«Sai... io ti capisco più di quanto pensi. Non sono sempre stata come mi vedi tu ogni giorno. Ormai è da tempo che nascondo la me stessa del passato ignorando il fatto che sarà sempre parte di me, della mia storia e che non se ne andrà mai via. Lei è dietro l'angolo ad attendermi, aspetta solo che io faccia un passo falso. Vedi Angelica, i miei errori non potranno mai essere riparati. Dovrò convivere con loro per sempre. Non so perché sto per dirtelo, ma so che non l'ho nemmeno mai detto a mio fratello. Lui conosce i fatti ma non ciò che provo e ho provato. Voglio farti capire che dopotutto non siamo così diverse»

Il silenzio ci avvolge e continuiamo a fissarci negli occhi consapevoli che qualcosa ste per venire alla luce. Qualcosa si profondo e oscuro. Quanta oscurità si può nascondere in un solo cuore umano?

«Era l'inizio dell'anno scolastico ed io ero molto felice di andare alle medie, significava che ero diventata grande e che avrei avuto nuovi amici. Ma mai avrei pensato che di lì a poco avrei incontrato gli amici più sbagliati di questo mondo. All'inizio era bello, formavamo un gruppo e ci divertivamo chiacchierando e scherzando assieme. Ma poi qualcosa è cambiato, tutto è cominciato in seconda media, ci sentivamo grandi e potenti ma soprattutto liberi di fare ciò che più ci piaceva e non solo... fare nuove esperienze era il nostro passatempo preferito.

In cuor mio sapevo che era errato, che stavo commettendo un grave sbaglio e che avrei fatto fatica a tornare indietro. Scoprii di possedere una delle più potenti armi delle donne: la bellezza. Vedevo negli occhi dei miei compagni l'attrazione che gli suscitavo. Così cercai sempre di più di mettermi in mostra, era così che funzionava. Più ti mostravi, più gli piacevi. Adesso che ci ripenso mi sento solo una stupida e ingenua, fa male ricordare e tu dovresti saperlo.

In seguito la cosa degenerò come potrai di certo immaginare. Cominciai ad uscire di sera e a provare sempre nuove cose. Questo è accaduto principalmente in terza, ma anche in seconda le cose non sono andate molto bene. Allora non capivo, ero cieca e inciampavo sui miei stessi piedi.
Avevo tredici anni appena compiuti quando cominciai ad ubriacarmi e a fare uso di sostanze stupefacenti. In piccole quantità, ma pur sempre sostanze erano. Persi anche la mia purezza e soltanto allora toccai il fondo. Era un peso troppo pesante per una ragazzina della mia età. Non so cosa avrei fatto senza mio fratello, è stato l'unico che non mi ha abbandonato e che mi ha aiutato ad uscirne senza troppe conseguenze. Ѐ stato il mio angelo e anche tutt'ora lo è, mi protegge e veglia su di me notte e giorno.

Ricordo perfettamente quella sera, quando tornai a casa completamente brilla e intontita. Non mi rendevo nemmeno conto di quello che facevo. Corsi in camera mia e mi rannicchiai in un angolino della stanza, ero disperata e distrutta. Ero appena stata spezzata, mi avevano appena tolto ciò che avevo. Ricordo che piangevo, fiumi di lacrime mi inondavano il viso e migliaia di brividi mi percorrevano il corpo.

Lui mi trovò così nel bel mezzo della notte. Il mio angelo si prese cura di me e mi strinse forte forte. Gli raccontai tutto e mi sfogai, non riuscivo a tenere quel macigno ancora sul mio petto, ero al limite. Lui mi salvò Angelica. E mi dette la forza di rialzarmi e di ripulirmi il viso. Ѐ solo merito di Lorenzo se sono tornata a sorridere. Lui, il mio angelo, mi ha tratto in salvo da una morte lenta e dolorosa.

Da quella volta ho giurato che sarei cambiata e che avrei sepolto il passato. Ora infatti mi appare lontano anche se in realtà si tratta solo di un anno fa. Capisci ora? Comprendi ciò che intendo?»

Le lacrime le solcano il viso lente e silenziose. Non pensavo che dietro il suo sorriso si nascondesse una tale sofferenza. Ѐ doloroso vederla in questo stato.

Agisco d'istinto senza nemmeno pensare. Mi avvicino cauta e l'abbraccio di scatto. Rimaniamo entrambe sorprese e rigide ma poi ci rilassiamo e anche lei ricambia la stretta. A volte un semplice gesto vale più di mille parole.

Rimaniamo abbracciate per un tempo indefinito. Quando finalmente ci stacchiamo lei mi rivolge un sorriso triste e poi va in bagno a sciacquarsi il viso.

Non mi ha chiesto niente, non mi ha domandato di mantenere il silenzio. Si sta fidando di me. So quanto difficile è per lei fare un gesto del genere, le costa molto.

Vuole davvero essere mia amica.

Successivamente ci prepariamo per andare via. Nessuna di noi accenna più all'argomento e lei torna ad essere la solita esuberante Eleonora che conosco.

Prendiamo l'autobus e arriviamo direttamente davanti all'unico centro commerciale di Castelgiulie.

Giriamo i vari negozi e osserviamo le vetrine ammirando tutti gli abiti più belli. Eleonora sembra stare benissimo con qualsiasi abito lei indossi. La sua carnagione chiara fa risaltare molto il colore degli occhi e quello dei biondi capelli.
Alla fine decide di puntare su un abito semplice.

Le spalline in pizzo nero danno un tocco di eleganza all'abito, anch'esso di colore nero, che scende delicato e mette in risalto il suo corpo già perfetto. L'abito è corto ma non troppo, sono certa che farà veramente colpo sul suo cavaliere.

«Allora, come mi sta?» mi chiede facendo un giro su sé stessa.

Io rimango incantata ad osservarla, è davvero stupenda.

«Ti sta d'incanto» rispondo guardandola con ammirazione.

Soddisfatta decide di comprarlo insieme ad un coprispalle del medesimo colore. Per le scarpe ha detto che è già a posto.

«Ora tocca a te, mia cara» mi dice ad un tratto con sguardo scintillante.

Io abbasso lo sguardo imbarazzata.

«Ma io non ho nemmeno qualcuno che mi accompagni alla festa, non voglio comprare un abito che poi non uso» rispondo insicura.

«Sciocchezze, su avanti prova questo. C'è ancora tempo, vedrai che anche tu troverai un accompagnatore» mi dice strizzandomi l'occhio.

E così mi arrendo al suo volere e comincio a provare un sacco di vestiti di tutti i colori, ma nessuno di questi mi convince molto.

Infine mi fa provare un abito blu molto semplice. Interamente blu e con le palline strette. Scende armonioso per poi aprirsi in una semplice gonna né troppo lunga né troppo corta. Non mi convince molto ma Eleonora sembra insistere.

«Angelica stai benissimo, sono certa che farai un figurone. Ti calza a pennello te lo assicuro, nessuno riuscirà a staccarti gli occhi dosso» mi dice entusiasmata, ed io arrossisco imbarazzata. Non voglio di certo essere al centro dell'attenzione.

Alla fine lo provo insieme ad un coprispalle e a delle scarpe con il tacco sempre di colore blu, mentre lei torna a vagare per tutto il negozio in cerca di chissà cosa.

Il camerino è stretto e delle tende coprono la visuale, c'è solo lo specchio che riflette la mia immagine con indosso ancora il vestito.

Continuo a pensare a ciò che mi ha detto prima, non riesco a scordarlo. Sono ancora indelebili nella mia mente le sue parole, il suo dolore. Rivedo il velo che gli oscurava lo sguardo e le lacrime che scendevano impetuose. Ѐ incredibile come lei riesca a nascondere tutto il male che ha dentro, le ferite che non riescono a rimarginarsi.

Sono talmente sovrappensiero che non sento nemmeno la tenda del camerino aprirsi e così sussulto improvvisamente quando due mani mi cingono saldamente i fianchi.

Grazie allo specchio riesco immediatamente ad identificare a chi appartengono.
Rimango letteralmente spiazzata.

Le sue braccia forti mi fanno voltare così da far avvicinare il mio viso al suo. Le mie guance prendono quasi subito fuoco ed il mio imbarazzo sale alle stelle.

Cosa ci fa qui nel mio camerino?

«Sei bellissima, la tua luce quasi mi acceca» mi sussurra mentre sposta delicatamente una ciocca dal mio viso dietro l'orecchio.

Il cuore batte forte come un uragano inarrestabile. Pompa fortissimo che quasi mi esce dal petto.

«Angelica, ti va di venire insieme a me alla festa sabato?»

Resto letteralmente spiazzata. E adesso che gli dico?

Maledetto angelo tentatore.

Piccolo spazio per me

Sopra i due vestiti delle ragazze⬆ e mi raccomando leggete tra le righe. Sta volta ho voluto lasciare un po' di spazio al personaggio di Eleonora che è molto intrigante, ditemi che pensate ora di lei?
Dal prossimo capitolo comincerò a presentarvi tutti i protagonisti con delle immagini di modelli presi da Internet che mi sembrano adatti. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per il terribile ritardo.

Auguri a tutte le donne🌾

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