CAPITOLO 2

I giorni passano e le foglie colorate cadono sempre più numerose. Ogni mattina, appena esco, il vento gelido mi schiaffeggia dandomi i brividi in tutto il corpo. La mia mente mi ripete in continuazione di vestirmi più pesantemente, ma io non vorrei. Mi manca l'estate piena di colori e di sole, che riscalda la pelle e il cuore. Mi manca la libertà del periodo festivo, mi mancano i giorni senza scuola.

Tutta via c'è sempre un altro pensiero a bloccare la mia mente, ormai da due settimane.

Ѐ quello del ragazzo misterioso sul ciglio della strada. Ancora mi tormenta e ancora non riesco a trovare risposta. Il suo sguardo così duro e allo stesso tempo profondo, mi tormenta ogni notte. Rivedo quella sorpresa nei suoi occhi e mi sento di nuovo gelare il sangue nelle vene, non riesco a stare tranquilla.

Ho sentito tante volte al telegiornale oppure sul giornale storie di sequestri, di ragazzi rapiti o... anche peggio. Ma nonostante ciò non riesco ad allontanare questa mia continua insistenza, quasi ossessione, per questo interrogativo che ormai mi perseguita. Per fortuna è tutto passato, quel giorno è oramai lontano e non c'è più niente che mi possa spaventare o fare del male. Non c'è nulla di misterioso in tutto questo, è solo la mia fervida immaginazione che viaggia a cento all'ora.

Oggi è un lunedì come tanti altri e cammino tremando verso la scuola insieme ai gemelli, ormai succede dal primo giorno di scuola. Le mie scarpe pestano le foglie secce provocando un leggero scricchiolio.

Stretta nel mio leggero maglioncino, ancora tutta tremante, scorgo la struttura del mio carcere crescere sotto il mio sguardo mentre ci avviciniamo.

«Angelica, perché non ti vesti con qualcosa di più pesante? Stai tremando come una foglia» da come lo dice, Eleonora sembra seriamente in pensiero per me.

«Non credevo facesse così tanto freddo» rispondo cercando di difendermi, ad un tratto Eleonora volge lo sguardo verso il fratello incrociando le braccia al petto.

«E tu sei un vero cavaliere... una ragazza muore di freddo e tu te ne stai rintanato dentro la tua giacca al caldo, ma bravo!» con rimprovero Eleonora gli rivolge uno sguardo assassino, ma Lorenzo non reagisce. La guarda senza trasparire nessuna emozione, neanche indifferenza come mi sarei aspettata.

Sto per dire che non serve e che tanto siamo a pochi passi dalla scuola, ma non faccio nemmeno in tempo a pronunciare una sillaba che il gemello si toglie la sua giacca e me la appoggia sulle spalle. Lui non sbuffa e non sembra nemmeno irritato, però non sorride nemmeno. Sembra inespressivo, ma allo stesso tempo i suoi magnetici occhi blu mare parlano ed esprimono non so quale emozione.

Inevitabilmente arrossisco senza nemmeno riuscire a proferire parola, e qualche attimo più tardi riesco a guardarlo in viso e ha pronunciare un debole «Gra-zie!»

Solo dopo averlo ringraziato sorride debolmente.

Entriamo nell'edificio e successivamente in classe. Grazie al cielo non siamo in ritardo, la mia mente non avrebbe retto altra ansia.

Mi siedo al mio solito posto vicino alla finestra mettendo la giacca di Lorenzo sullo schienale della sedia. Guardo fuori cercando di evadere, di immaginarmi libera tra gli alberi e non in questo carcere che mi soffoca l'anima.

L'inizio di quest'anno è stato diverso da quello che mi aspettavo, di certo l'ultima cosa che attendevo era trovare una coetanea che mi riuscisse a sopportare e che stesse con me la maggior parte del tempo. Eleonora rappresenta una figura strana che non ho mai incontrato in vita mia, la sua solarità contagia chiunque e ha il potere di attirare la mia attenzione con discorsi che mai avrei pensato di trattare, argomenti da ragazze normalissime. Ogni volta mi domando cosa l'abbia spinta a starmi così vicina in questi giorni, cosa abbia trovato in me ancora non lo so. Nonostante io le facessi capire di voler rimanere da sola con i miei pensieri, lei non mollava la presa. Sono stati i giorni più strani della mia intera vita, in positivo stavolta. In negativo ne ho vissuti talmente tante che ho perso il conto, ogni tanto mi torna alla mente qualche brutto ricordo e irrimediabilmente rivivo ogni emozione e ogni sensazione con la stessa intensità con cui l'ho vissuta nella realtà.

Non so se considerare Eleonora ancora amica, perché veri amici è sempre difficile esserlo. Per adesso mi limito a conoscerla meglio, voglio capire se vale la pena avere la sua fiducia perché ormai conosco gli atteggiamenti di tutte le belle ragazze, quelle che sono sempre perfette e alla moda, un po' come lei. Anche se non è sgarbata e antipatica non si può mai dire.

«Pss... Angelica, va un po' meglio?» Eleonora cerca di non farsi sentire rivolgendosi a me quasi con un sussurro, ma ovviamente la prof ha puntato lo sguardo verso di noi e ci coglie sul fatto.

«Müller, Preo, gradirei da parte vostra un po' di attenzione o sarò costretta a separarvi con la forza» questa prof di Italiano sembra avercela particolarmente con noi e non ci molla neanche un attimo. Ѐ la peggiore tra tutti i professori che abbiamo conosciuto finora. Tuttavia il suo avvertimento non mi fa né caldo né freddo, il che è strano perché in genere sarei terrorizzata. Forse è proprio vero che le persone cambiano o forse è solo la mia impressione.

In queste settimane ho osservato molto Eleonora. Volevo capire se si esprimeva con sincerità, se tutti i suoi sorrisi contagiosi erano reali o solo dei ghigni nascosti dal suo bel visino. E ancora adesso non ho trovato risposta, forse è troppo presto per dirlo ma più tempo passo con lei più mi convinco. Voglio potermi fidare di qualcuno, voglio poter mostrare la vera me a qualcuno, voglio potermi sfogare e non dovermi più rifugiare in me stessa ogni santa volta. Ma come mi ripeteva sempre quando ero piccolina mia mamma "L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re", perciò non so se realmente accadrà.

Lei è una ragazza davvero fuori dagli schemi, o almeno è questo che dicono i risultati della mia analisi. Corporatura esile e alta, i capelli lisci biondo cenere che le arrivano giusti alle spalle e occhi blu mare così uguali a quelli del fratello. Durante le lezioni usa degli occhiali da vista per leggere, ma non la rendono ridicola anzi le danno un tocco più elegante e fanno risaltare i suoi lineamenti del viso spigolosi ma non troppo, sembrano quasi dolci. Ѐ quasi una contraddizione lo so, ma non posso farci nulla se è così.

Mi sto quasi abituando alla sua presenza, non smette quasi mai di parlare e delle volte mi confonde perfino le idee. Mi parla di moda e di trucco, dell'ultimo disco uscito dal suo artista preferito ed io resto lì ad ascoltarla senza capire di cosa realmente sta parlano, visto la mia scarsa conoscenza in questo campo. Però mi trovo stranamente bene, mi distrae e porta la mia attenzione lontano dai miei pensieri molesti che mi tormentano ogni giorno.

Il suo carattere così acceso e vivo mi trascina di qua e di là per intrattenere conversazioni con compagni di cui non so nemmeno il nome. Per esempio la scorsa settimana abbiamo chiacchierato, cioè lei parlava e io annuivo silenziosamente, con delle ragazze davvero simpatiche, almeno a prima vista. Loro sono due ragazze che già da parecchio tempo si conoscono e infatti stanno sempre insieme. I loro nomi sono, se non ricordo male, Deborah e Michela. Sono abbastanza tranquille e serie con cui si può benissimo fare una conversazione normale, ma Eleonora non ha lasciato in pace neppure loro. Infatti ad ogni ricreazione lei mi prende sotto braccio e mi porta da loro per trascorrere quel poco tempo insieme. Fortunatamente anche loro si sono accorte del mio atteggiamento solitario e mi rispettano, hanno capito che non devono farmi tante domande oltre un certo limite. E per ora mi va bene così, non mi piace espormi troppo.

Ma non mi sono soffermata molto su di loro, o almeno non le ho studiate come ho fatto con Eleonora.

Ovviamente in classe non poteva mancare l'antipatica di turno, l'oca in poche parole. E sfortunatamente io e la mia compagna abbiamo avuto la sfortuna di imbatterci un paio di volte in questa ragazza col cervello di gallina. So che non dovrei pensare così male di lei, ma purtroppo il rancore accumulato durante le medie è ritornato a galla alla vista di questa ragazza. Ricordo ancora alla perfezione tutte le ferite che mi hanno aperto alle medie e sono ancora troppo fresche perché io possa dimenticarmele. Ricordo ancora troppo vividamente le prese in giro, gli insulti e le umiliazioni. E mi tornano alla mente tutti i pianti e le lacrime versate, troppe ora che ci ripenso. Ho accumulato talmente tanta rabbia che non posso fare altro che pensare male di queste ragazzine viziate, che non sanno fare altro che mettersi in mostra e calpestare gli altri.

Io e Eleonora già pochi giorni dopo l'inizio della scuola abbiamo avuto l'onore di conoscere Esmeralda, per gli amici Esmy. Nome ridicolo e altrettanto il suo aspetto. Ha cominciato subito a criticarci per i nostri vestiti e il giorno dopo per il taglio di capelli... fino a quando non ha scoperto che Eleonora è la sorella di Lorenzo e da allora le dedica solo occhiatine smielate. Con me ce l'ha ancora e ogni volta che mi trova da sola mi dedica l'insulto del giorno. Quanto vorrei poterle tappare quella boccaccia per sempre, ma purtroppo ho le mani legate e perciò mi limito ad ignorarla. Alcune volte quando mi tratta male ribollo di rabbia e altre vorrei solo stare da sola e piangere disperatamente. Perché mi fa male, mi fa ancora maledettamente dolore. Ancora troppo e a quest'età dovrei averlo superato. Ma per quanto mi impegni non ci riesco, non riesco a fare appello a tutte le mie forze che già sono crollata, non posso farcela.

Esmeralda è una di quelle tipiche ragazze che vestono attillatissimo e con magliette che lasciano intravedere il loro corpicino da top model. Per questo molti le sbavano dietro e lei ovviamente ne è compiaciuta e ci gioca, come se i maschi fossero dei pupazzetti. Ma ormai da una settimana si sa che il suo interesse va solo ed esclusivamente ad un privilegiato della classe. E non serve nemmeno tirare ad indovinare, perché è proprio il gemello lo sfortunato.

Ovviamente doveva per forza andare a finire così, non poteva essere altrimenti. Mi chiedo se esista sulla faccia della terra una classe seria senza queste patetiche ragazze, mi piacerebbe saperlo...

Quando finalmente arriva la ricreazione mi alzo sgranchendomi le gambe che si stavano informicolando.

«Vieni, andiamo dalle ragazze?» mi domanda Eleonora con il suo solito entusiasmo, annuisco con la testa «Si ma prima devo restituire questa a tuo fratello» dico indicando la giacca e lei mi sorride per poi andare da Deborah e Michela che già la stavano aspettando.

Prendo in mano la giacca e assaporo il dolce profumo che emana, per poi incamminarmi verso l'altra parte della classe.

Insicura sui miei stessi passi rischio di scontrarmi con qualcuno anche facendo un metro, ma per fortuna arrivo a destinazione. Appena alzo lo sguardo mi ritrovo davanti una scena a dir poco disgustosa.

Esmeralda gira intorno a Lorenzo come un felino fa con la sua preda e poi si ferma a pochi centimetri dal suo viso mettendogli le mani sul petto. Non trovo parole per esprimere il disgusto, e così me ne resto imbambolata con la bocca mezza aperta ad osservare.

Lorenzo la osserva con uno sguardo indecifrabile e lei non molla la preda.

«Cerchi qualcuno?» faccio quasi un salto quando mi giro mi ritrovo davanti un ragazzo dalla folta capigliatura riccia e scura con due occhi nocciola. Lui mi osserva dubbioso e timoroso sul da farsi, finché non riesco a riprendere il controllo su me stessa, «N-no... in realtà dovevo solo riportare questa a...» il fiato mi si mozza in gola e non riesco a finire la frase iniziata.

All'inizio mi fissa allibito, quasi come se fossi un aliena ma poi sembra capire al volo le mie intenzioni e sorride timidamente. Osservo il suo sguardo ed ad un tratto ho come un flashback. Rivedo quelle due pozze scure, quello sguardo duro e scrutatore. Rivivo tutto in meno di un secondo, ma talmente reale da togliermi completamente il fiato. Ma perché proprio ora? Non riesco a capire...

Il ragazzo mi riporta sulla terra ferma, «Se vuoi gliela posso dare io al posto tuo... a Lorenzo intendo» si passa una mano tra i ricci e mi osserva attendendo una risposta che non tarda ad arrivare.

«S-si, gra-zie mille» gli porgo la giacca e poi mi volto senza guardare indietro, non voglio guardare indietro.

Raggiungo le ragazze e stare a sentire le loro chiacchiere mi fa dimenticare la scena appena vissuta. Non so è come una distrazione, uno scaccia pensieri.

Ascolto i loro infiniti discorsi che partono da un argomento e finiscono da tutt'altra parte. Oggi parlavano di scuola e adesso stanno parlando delle loro passioni.

«Io adoro disegnare, mi rilassa e mi tiene impegnata» esclama Michela entusiasta del suo hobby personale.

«A me piacciono molto le collane e bracciali, ma in generale tutti i gioielli. Ho praticamente tutti i tipi di collane e di braccialetti a casa, ma davvero tutti» afferma Deborah sfoggiando i suoi gioielli al collo e sulle braccia. Nonostante lei sia molto seria ha questa particolare passione per i gioielli, e non esce mai di casa senza indossarne qualcuno.

Ora è il turno di Eleonora, «Io invece preferisco i trucchi, amo sperimentare nuovi tipi di make up su me stessa o sugli altri» non sono stupita da questa rivelazione, infatti il suo trucco è sempre impeccabile e perfetto. E poi ci sono io che neanche mi trucco.

Non mi è mai piaciuto mettermi in mostra, ma questo si era capito. Mia mamma ha cercato di insegnarmi, ma è stato un completo fiasco. Meglio così, odio perdere tempo per sciocchezze simili. Ricordo ancora quanto si truccavano le mie compagne alle medie. Chili e chili di trucco su tutto il viso. Amavano esagerare ed io non lo sopportavo. Forse è anche per questo che non amo truccarmi, ho timore di finire come loro: Irriconoscibile.

«E tu Angelica, hai qualche passione?» inaspettatamente la conversazione ricade su di me e io mi trovo per un momento in difficoltà. Non so come, ma in un attimo le parole mi scivolano via dalla bocca.
«Suono la chitarra» rispondo timidamente.

Le mie compagne sorprese sorridono contemporaneamente, forse non se lo aspettavano. La giornata di scuola è passata più velocemente del solito e anche questo mi ha sorpreso.

Al ritorno mi incammino sempre insieme ai gemelli verso casa. Il sole scalda ma non come d'estate, si sente molto l'autunno. Ora il mio leggero maglioncino è sufficiente per tenermi al caldo, non come sta mattina.

La mia mente è già proiettata avanti, verso i compiti che mi aspettano e verso quello che mi aspetta una volta a casa. Non so come mai mi frullino così tanti pensieri nella mente oggi. So solo che il principale di essi è sempre lo stesso, ovvero quel ragazzo misterioso del primo giorno. Ѐ rimasto impresso nella mia testa e credo che ci rimarrà per molto tempo. Sembra come se la mia mente non volesse farmi dimenticare un fatto così insignificante che, tra l'altro, può essere anche una sciocca coincidenza.

Oggi il tragitto è estremamente tranquillo. La solita vivacità di Eleonora sembra smorzata dal malumore di Lorenzo, e il mio silenzio non migliora le cose.

Lorenzo cammina dietro di noi a testa bassa immerso nei suoi pensieri con un aria scura e negativa, è la prima volta che lo vedo in questo stato. Mentre la sorella cerca di cominciare qualche discorso per tirare su il morale e rallegrare il fratello.

Camminando arriviamo nel punto in cui abbiamo visto il macabro ragazzo dalla parte opposta della strada. Cerco con lo sguardo quello che sono consapevole non ci sarà e infatti ne rimango delusa pur sapendo che non lo avrei trovato. Riprendo a guardare avanti nascondendo la mia apparente delusione.

Ad un tratto sento una mano sulla spalla e quando mi giro incontro lo sguardo di Eleonora che mi guarda spaventata indicando qualcosa. Mi giro confusa e rimango letteralmente pietrificata, vedendo lo stesso ragazzo attraversare la strada e venire verso di noi. Gli occhi scuri mi osservano ancora gelidi e duri, ma sta volta mi soffermo di più sul suo aspetto. Alto e con un abbigliamento impeccabile completo di giacca in pelle nera che lo fa sembrare ancora più serio e misterioso. La capigliatura scura si muove a ritmo del passi, anzi della falcata che fa verso di noi.

Dovrei scappare, correre lontano, ma i miei piedi non si muovono. Non si vogliono scollare. Voglio andarmene ma allo stesso tempo rimanere.

Appena anche Lorenzo se ne accorge non facciamo più in tempo a scappare e così si mette di fronte a noi sbarrando la strada al maniaco.

Lo sconosciuto lo guarda male e poi con una rapidità incredibile lo raggira arrivando di fronte a me e ad Eleonora che rimaniamo immobili per la paura.

E adesso che vorrà? Cosa ci farà?

Non voglio neanche pensarci. L'ansia cresce e il mio terrore viene a galla senza impedimenti.

Improvvisamente mi afferra per un braccio strattonandomi verso di lui. Stringo i denti per il dolore provocato dalla mossa e cerco di dimenarmi per scappare.

«E... stai ferma ragazzina...» ringhia fra i denti scocciato, e contemporaneamente mi ferma anche l'altro braccio.

Tremo di terrore e non mi preoccupo di darlo a vedere. Trattengo le lacrime, ma la paura sta avendo il sopravvento su di me. Non avevo mai provato un emozione così forte.

«Lasciala!» Eleonora strilla e cerca di tirare pugni e calci al mio aggressore che le afferra anche a lei il braccio, facendole male. A questo punto Lorenzo scatta dalla rabbia ma tutto avviene molto in fretta.
Compare dietro di lui un secondo ragazzo, mai visto, che lo blocca letteralmente in modo che il gemello non possa più muoversi. Lorenzo non si arrende e continua a scalciare e a dimenarsi senza controllo. Io e la mia compagna invece rimaniamo immobili capendo già di non avere possibilità contro questo mostro. Sono preparati, avevano già previsto tutto.

«Co-cosa v-olete?» riesco a balbettare con enorme fatica.

Il ragazzo che ci tiene strette ci osserva tutti e tre con molta attenzione, scrutandoci fino in fondo. E poi annuisce all'amico e ricambia lo sguardo.

«Dovete venire con noi spontaneamente, non avete scelta, se non volete farvi molto male» afferma con voce dura e sicura.

Guardo negli occhi i miei compagni e tutti e tre sappiamo che non abbiamo scelta. Non possiamo fare altro, sono troppo forti per noi tre. Annuiamo scoraggiati e ancora spaventati a morte.

Spero solo non ci facciano troppo male. E spero di tornare a casa sana e salva. Vi prego qualcuno ci aiuti.
Nei paraggi non c'è anima viva che possa vederci o anche sentirci. Ѐ una strada poco frequentata per nostra sfortuna.

Così a piccoli passi e tremando mi appresto a seguire i due sconosciuti insieme ai gemelli. Vorrei solo non essere qui.

Cosa vorranno da noi? Perché proprio noi? Dove ci porteranno? Tutte domande che mi tormentano incrementando la mia paura.

Lorenzo mi mette una mano sulla spalla stringendomela forte facendomi capire che non sono da sola, che non lo sarò finché sono con loro.

Ha ragione e insieme affronteremo qualsiasi cosa, persino questo. 

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