Capitolo 17
Quando venne teletrasportato attraverso la parete rocciosa, Hinata si ritrovò di nuovo in un ambiente buio e umido. Avanzò a tentoni nell'oscurità facendosi luce col telefono, finchè non vide una luce fioca in lontananza e seppe di aver trovato ciò che cercava. Il bottino di stavolta sembrava molto più interessante: armi di vario tipo, esplosivi e ordigni artigianali. Hinata fu ben attento a immortalare tutto, non riuscendo però a trattenere la rabbia che gli faceva tremare le mani ma trovando sollievo nel pensare che presto avrebbero fermato quegli omicidi.
Scattò almeno una trentina di foto il più dettagliate possibile e si accinse ad andarsene, tirando fuori il cellulare per chiamare Kenma.
Fu proprio in quel momento che sentì il braccio bloccarsi a mezz'aria, come se una forza invisibile lo avesse immobilizzato.
"Chi è là? Fermo!" una voce autoritaria risuonò nella caverna.
Hinata fu invaso dal panico; in quelle condizioni gli era impossibile avvertire Kenma. Avevano convenuto che, nel peggior dei casi, Hinata gli avrebbe mandato un semplice SMS con una lettera a caso, in modo da fargli sapere che era stato preso e fuggire senza azzardare nulla, ma così era del tutto bloccato.
L'individuo che aveva parlato gli si avvicinò e Hinata pensò che era finita. Si chiese se lo avrebbe ucciso sul posto. Era consapevole dei rischi quando aveva accettato la missione, ma questo non mitigò il suo terrore. Venne afferrato per la spalla e costretto a girarsi.
"Come sei entrato qui? Che cosa avevi intenzione di fare?" lo interrogò l'altro. Hinata aveva il capo chino ma quando sentì quella voce più da vicino, la sua bocca divenne secca all'improvviso. Sentì la testa girargli, il suo corpo era ancora bloccato, quindi non poteva alzare lo sguardo e sincerarsi, ma non ne aveva bisogno: quella voce profonda l'aveva sentita un milione di volte, anche se adesso sembrava venata d'incertezza, probabilmente nemmeno lui sapeva cosa fare esattamente.
"Ka...g...ya ah" si sforzò di articolare nonostante le labbra paralizzate.
L'altro ragazzo si bloccò a sua volta, esitante, poi lo osservò con più attenzione, spostandogli i capelli dal volto:
"Hi...Hinata?" proferì con voce strozzata e ancora incredula.
Il ragazzo più basso senti la morsa invisibile sul proprio corpo sciogliersi e alzò in fretta la testa.
Era lui. Era davvero Kageyama. Aveva una postura più rigida e i capelli un poco più lunghi, ma era davvero lui.
Il ragazzo moro lo teneva ancora per le spalle e gli passò una mano tra i capelli scuri, scoprendone la radice rossa laddove si vedeva la ricrescita, poi sussurrò:
"Sei davvero tu, Hinata? Non ti avevo riconosciuto, che hai fatto ai capelli? E che ci fai qui, idiota? Se non ti avessi trovato io...."
Hinata si risvegliò dal suo torpore e ribatté velenoso "Ah perché, non sei diventato anche tu come i tuoi amici assassini, Kageyama?" poi approfittò della distrazione dell'altro e mandò il messaggio di allarme a Kenma, per avvertirlo che era stato catturato e che sarebbe dovuto fuggire senza di lui.
"Che cos...che cazzo stai dicendo?" replicò il più alto, sempre tenendolo per le spalle.
Hinata cercò di divincolarsi : " E non toccarmi, chi ti ha dato il permesso... mi fai schifo!"
"Kageyama? Che succede?" una terza voce risuonò e Tobio agì d'istinto. Strinse Hinata tra le braccia, bloccandolo di nuovo col suo potere affinché non facesse casino come il rumoroso cretino che era e si appiattì contro la parete.
"Non è niente, solo un topo, Hoshiumi-san" disse con voce ferma.
"Aaaah? Cazzo, fa' più attenzione la prossima volta, mi hai fatto prendere un colpo!"
"Mi dispiace."
"Vabbè, io me ne torno a letto, grazie al cielo domani tornano gli altri e questa guardia pallosa finirà" rispose l'altro quasi urlando.
Kageyama non replicò, aspettò di sentire i passi allontanarsi e che tutto fosse calmo. Hinata nel frattempo era come congelato nell'abbraccio dell'altro, il viso premuto contro il suo petto. Prima che potesse impedirsi di farlo, inspirò appieno e sentì l'inconfondibile odore di Kageyama, quello che non aveva sentito per tutti quei mesi. Dio, se gli era mancato... ma no, no! Non poteva lasciarsi andare così.
Sentì le dita del ragazzo più alto accarezzargli i capelli con tenerezza, mentre di nuovo lo lasciava libero di muoversi, ma sempre tenendolo stretto tra le braccia.
"Vieni con me."
"No, lasciami..." sibilò Hinata come un gatto selvatico.
"Fai silenzio...vuoi farti scoprire sul serio?"
"Perchè...cosa vuoi da me?" disse di nuovo Hinata.
"Solo parlare, ti prego, Shouyou!" disse ancora e lo tirò per il braccio conducendolo verso un corridoio scavato nella roccia.
Hinata avrebbe voluto strattonarlo e fuggire, ma il suono del suo nome sulle labbra di Tobio lo fece desistere.
Kageyama lo condusse in una stanza poco ampia e dagli arredi spartani; Hinata si sentì come in trappola, ma per qualche motivo non era una sensazione spiacevole.
"Come hai fatto a fuggire dal Distretto? Come facevi a sapere della posizione di questo rifugio?" due occhi neri come pece lo trafissero " Sei deficiente ad entrare in un luogo del genere da solo?"
"Cos'è, adesso mi fai l'interrogatorio? Poi mi consegnerai ai tuoi compagni terroristi? Ormai sei uno di loro!"
"Voglio solo capire perché hai fatto un'idiozia simile, proprio perché conosco con chi ho a che fare." rispose Kageyama con un sospiro " E comunque hanno mantenuto la loro promessa, non mi hanno mai obbligato a fare nulla che non volessi, non ho mai partecipato attivamente ai loro atti, ho solo fatto da supporto e da guardia, non ho mai torto un capello a nessuno!"
"Cosa che non si può dire di tutti gli altri." sputò Hinata malevolo.
"Sbagli se pensi che siano tutti uguali, dei mostri o degli assassini, molti sono solo dei ragazzi spaventati che non hanno altro posto dove andare. Solo una parte della Confraternita è davvero pericolosa. Il ragazzo che hai sentito prima, Hoshiumi, è molto rumoroso e iperattivo, ma non farebbe del male a una mosca."
Hinata fu costretto a tacere, ma non smise di guardarlo torvo:
"Allora che ci faccio qui?" disse indicando la camera " Perché non mi lasci andare? Tanto non ti dirò mai chi mi ha mandato, sappi solo che stiamo facendo tutto il possibile per distruggervi!"
Kageyama tacque, il suo sguardo un misto di malinconia e tenerezza" Mi sei mancato. Non voglio che tu vada via." si avvicinò lentamente e Hinata sentì di nuovo una morsa allo stomaco.
"No, non...non lo fare." ma poi l'altro lo abbracciò, se lo strinse al petto come se la sua vita dipendesse da quello. Hinata spinse debolmente contro il corpo dell'altro, i pugni chiusi contro il suo petto.
"No, non è giusto" disse e prima che se ne rendesse conto i suoi occhi traboccarono di lacrime. "Questo non... non dovrebbe succedere...Tobio."
Gli era mancato, immensamente, cristo se gli era mancato. Aveva seppellito quell'amore in qualche angolo della sua mente, ma era sempre lì, una presenza fissa e inamovibile che lo tormentava ogni giorno. Non sarebbe dovuto essere lì eppure c'era, e lo voleva da morire.
Kageyama lo baciò in mezzo a quei capelli dal colore insolito, non il suo, non quel rosso brillante che si adattava alla sua personalità vivace come una seconda pelle.
"Ti stanno malissimo, meglio il tuo solito colore." disse Kageyama provocatore.
"Sta' zitto, lo so! " s'imbronciò Hinata e quel punto l'ex alzatore non ci vide più; lo baciò forte sulla fronte e poi scese subito sulla sua bocca, catturandola in bacio sicuro, quasi come se non si fossero mai lasciati nei mesi passati. Hinata schiuse le labbra e lo fece entrare senza esitare, avvolgendogli le braccia intorno al collo, premendoselo addosso, quasi arrampicandosi sul suo corpo alto, mentre la sua bocca soccombeva e si apriva completamente a quel bacio, quasi lo volesse divorare.
Le mani di Tobio andarono a toccare la pelle nuda dei suoi fianchi, stringendoli in una morsa mentre Hinata gemeva contro la sua bocca.
Kageyama lo trascinò verso il suo letto, poco più di una branda che cigolò sotto il loro peso, ma non sembrò essere un problema per nessuno dei due.
Tobio lo schiacciò col suo corpo, pesante, pieno di desiderio, le mani che stringevano i suoi capelli quasi dolorosamente mentre continuava a profanare la sua bocca, mordendo le sue labbra, le lingue che si cercavano, qualsiasi parte del corpo che cercava disperatamente un contatto. D'improvviso Kageyama s'interruppe, si sollevò ansante sugli avambracci osservando il ragazzo sotto di sé; quel piccolo corpo era percorso da un tremore involontario, cosi vulnerabile che sembrava si potesse sbriciolare solo toccandolo.
"Non sai quanto mi sei mancato... quanto ti voglio." disse. Aveva sempre una certa difficoltà a leggere gli umori altrui, per cui, colto dal terrore di fraintedere, prese la mano di Hinata e la baciò
"Tu... ti va bene, Shouyou? Vuoi farlo?" sapeva che non era la situazione ideale, ma era comunque difficile resistere dopo averlo inaspettatamente ritrovato dopo sei mesi.
Hinata batté un pugno sul suo petto:
"Ti odio, mi hai lasciato da solo! Dopo tutto... tutte le promesse, le tue sfide del cazzo su chi sarebbe stato il migliore, hai mollato tutto e sei fuggito." lo guardò con durezza, lo sguardo straziato e sull'orlo del pianto ma poi si addolcì. Kageyama fece per rispondere, forse scusarsi, ma Hinata lo anticipò " Eppure non ci riesco, non riesco ad odiarti, a cancellarti, ti amavo e ti amo ancora, non ci riesco..." si sollevò per raggiungere la bocca dell'altro, le mani strette sul suo viso:
"Fallo, prendimi..."
Era suo, fin dall'inizio si erano appartenuti ed era impossibile scinderli, era solo fonte di un dolore incessante per entrambi.
Appena finito di parlare Hinata iniziò subito a togliersi i vestiti, ormai scomodi e fastidiosi per la sua pelle che desiderava più contatto. Kageyama fece lo stesso, cercando di staccarsi dalla bocca dell'altro solo il tempo minimo necessario. Una volta nudo fece completamente aderire il suo corpo all'altro più piccolo, la cui pelle scottava che se fosse incandescente, le mani che percorrevano la schiena fino a stringere forte i glutei, premendosi contro il suo bacino. A Hinata venne spontaneo aprire le gambe e avvolgerle intorno ai suoi fianchi mentre Kageyama iniziava a muoversi contro di lui in maniera così sensuale che Hinata iniziò subito ad ansimare e gemere per l'aspettativa, senza alcun pudore, i membri umidi e già eretti. Vedere Kageyama lasciarsi andare lo faceva impazzire e nonostante l'avesse visto molte volte non ne era mai sazio. Si sporse di nuovo per baciarlo profondamente con la lingua, invadente, esigente, occupando ogni più piccolo anfratto della bocca di Tobio, che lo lasciò fare, mentre era ancora concentrato a mimare in maniera oscena l'atto che sarebbe avvenuto di lì a poco, finché Hinata non ne ebbe abbastanza, gli prese la mano e iniziò a succhiarne le dita avidamente, cospargendole di saliva mentre l'altro lo guardava ipnotizzato, lo sguardo fisso per non perdersi neanche un istante di quella visione che andava direttamente alla sua erezione, ormai tesa e quasi dolorosa.
"Dai Tobio, non posso più aspettare.." ansimò Hinata in maniera così erotica che Kageyama gli obbedì come un burattino. Infilò un dito dentro di lui e poi due, spingendosi dentro e aprendolo mentre l'altro gridava e si contorcerva mentre curvava le dita dentro di lui e sforbiciava per allargarlo meglio, masturbandolo senza perdere di vista neanche un attimo il suo corpo che s'inarcava, quei capelli castani, così bizzarri e insoliti su Hinata, umidi di sudore e sparsi sul cuscino. Quest'ultimo spalancò gli occhi fissandolo intensamente, si mise a sedere a afferrò l'erezione di Kageyama, gli occhi abbastanza eloquenti.
Tobio lo baciò di nuovo e lo fece sdraiare, afferrandolo sotto le ginocchia e spingendosi dentro di lui lentamente, per godersi al massimo quella sensazione che negli ultimi mesi aveva solo potuto sognare, e per gustarsi ogni più piccola espressione di Hinata, che non era più una visione ma era davvero sotto di lui, si era fatto carne viva e pulsante che stringeva tra le mani, le falangi piantate nelle sue cosce fino a lasciare il segno, mentre si faceva spazio nella sua fessura stretta che lentamente cedeva facendolo entrare.
Quando iniziò a muoversi, Hinata aprì la bocca in un grido di godimento silenzioso, poi portò le mani dietro alla testiera del letto aggrappandosi e facendo perno per muovere a sua volta i fianchi, andando incontro alle spinte di Kageyama, in un ritmo ormai collaudato che non avevano mai perso, aumentando la frizione e il piacere che ne scaturiva. Lo faceva spesso, Hinata, non amava essere del tutto passivo, lasciava il controllo a Tobio, ma mai completamente, sia sul campo che nei loro giochi erotici. E ancora non gli bastava.
"Voglio venire sopra." ansimò con gli occhi socchiusi, battendo piano col tallone sul fianco di Tobio per farlo rallentare. Lui sorrise ( o almeno ci provò, non era migliorato molto in questo, pensò Hinata) e si mise a sedere sollevando facilmente il corpo dell'altro con sé, in posizione seduta sui suoi fianchi e senza uscire da lui. Hinata lo baciò di nuovo, poi usò le sue spalle come punto d'appoggio per sollevarsi prima di ricadere pesantemente, impalandosi di nuovo sulla sua asta durissima, provando soddisfazione nel sentire Kageyama gemere. Ne voleva sentire di più, ancora di più, perciò iniziò a muoversi più velocemente, schiudendo la bocca e ansimando per il piacere, mentre Tobio gli stringeva i glutei, per poi portare le braccia attorno alla sua schiena e avvolgerlo completamente, baciandogli prima il collo e poi la bocca in profondità, suggendone le labbra e la lingua in un dolce gioco che contrastava con i movimenti sempre più intensi e incontrollati dei loro bacini. Era troppo, sapeva che non sarebbe durato ancora molto; afferrò l'erezione gocciolante di Hinata e la pompò con la mano allo stesso ritmo forsennato con cui si muovevano, raccogliendo in bocca e bevendosi tutti i gemiti acuti di Hinata, come un nettare che gli dava assuefazione. Quando lo sentì irrigidirsi prima di schizzare sul suo ventre, lo afferrò per capelli premendo le loro bocche, soffocando ancora le sue grida, non solo per non rischiare di farsi sentire ma perché voleva possedere tutto di lui, appropriarsi del suo piacere come del suo corpo, delle sue sensazioni, delle piccole lacrime che traboccavano dai suoi occhi e che lui leccò via, mentre quel piccolo corpo era scosso dalle convulsioni di un orgasmo mai così intenso. Voleva afferrare tutto e portarlo con sé, farne tesoro per il futuro incerto.
"Tobio, basta, io..." tentò Hinata, sopraffatto da quella fiumana di stimoli.
Ma Kageyama non aveva finito. Strinse i suoi fianchi, che adesso seguivano mansuetamente le sue direttive, e con un ultimo affondo, il più profondamente possibile, si riversò dentro di lui, gemendo contro il viso dell'altro, affinché Hinata potesse vederlo, quanto lo desiderava e lo faceva impazzire.
Shouyou lo vide, allargò gli occhi ebbro del bellissimo viso di Kageyama mentre veniva e lo possedeva in maniera così intima e completa.
Alla fine piansero insieme, restando in quella posizione, le fronti calde unite, un pianto fioco, silenzioso, senza motivo. O forse un motivo c'era ed entrambi ne era fin troppo consapevoli.
Note autrice: finalmente è tornato Kageyama! (squillo di trombe), sono sicura che molte stavano aspettando questo momento. La KageHina si rincontra e ovviamente non perde tempo ahahah. Spero vi sia piaciuto questo capitolo bello succoso. E ora che accadrà?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top