Capitolo 16


Giusto il giorno prima erano usciti a passeggiare per il vicinato, sempre sotto lo sguardo vigile di Ukai. Sarebbero potuti sembrare una normale coppia di teenagers, ma erano costantemente all'erta, qualsiasi sguardo estraneo troppo prolungato era motivo di panico, ma avevano avuto la fortuna che la notizia della loro fuga fosse passata in sordina. Secondo Ukai, i responsabili del progetto Gene X avevano preferito evitare clamori, anche perché le fughe dal Distretto erano decisamente aumentate negli ultimi mesi, quindi avevano pensato bene di nascondere la polvere sotto il tappeto ed evitare allarmismi eccessivi. I civili a cui passavano accanto non avevano idea di cosa stesse accadendo o di chi loro fossero, ciò però non significava che non potessero esserci agenti in borghese che scandagliavano le strade per trovarli. Il clima anche nel mondo esterno si era fatto teso e secondo Ukai questo non poteva che andare a loro vantaggio:

"Il sistema sta scricchiolando, le crepe si stanno allargando, basterebbe solo una piccola spinta..." non aggiungeva altro, forse per non dare loro false speranze, però era innegabile che ci fosse apprensione, perfino i media non ne erano immuni. Quando guardavano la televisione la sera, si accorgevano che erano sempre di più coloro che questionavano il Distretto, erano sempre di più i genitori che rifiutavano con fermezza che i figli venissero loro sottratti per finire in un luogo sconosciuto e senza poter assistere alla loro crescita e le sparizioni di alcuni degli studenti, come il fratello di Tsukishima, non faceva che alimentare un generale clima di sfiducia. Hinata si chiese se, tra quei genitori che lottavano, non ci fossero anche la famiglia sua e di Natsu.

Dall'altro lato della barricata però, la confraternita di Exodus stava proseguendo il conflitto a modo suo, alternando atti dimostrativi a gesti più cruenti. Ogni volta che sentiva il loro nome, lo sguardo di Hinata schizzava verso lo schermo, le pupille che rimbalzavano da una parte all'altra, scrutando quelle poche immagini caotiche e sgranate senza alcun risultato; era solo un riflesso inconscio, in realtà neppure lui sapeva che cosa si aspettare di vedere, era come se si aggrappasse a qualsiasi minimo appiglio che potesse portarlo più vicino a Kageyama.

Ad ogni modo, la loro situazione era sempre identica, e quel conflitto latente non aveva influenzato la loro vita per nulla. Almeno fino a quel momento.

Quella era stata una giornata incolore come molte altre; Hinata si stava esaminando l'attaccatura dei capelli allo specchio e sbuffò pensando che presto avrebbe dovuto ritoccarsi la tinta, altrimenti Ukai l'avrebbe minacciato di raparlo a zero. Sentì lo smartphone vibrare e vide un messaggio da parte di Yamaguchi; si erano tenuti spesso in contatto negli ultimi mesi e si erano pure visti, anche se raramente e sempre al chiuso.

"Shimada-san ha organizzato una riunione per domani notte, ci saranno altre persone ma non so chi di preciso, sembra che sia qualcosa di grosso, dobbiamo esserci tutti."

Ukai confermò tutto la sera stessa ma non aggiunse dettagli e Hinata non poté trattenere un moto di eccitazione, chiedendosi se davvero qualcosa si stesse muovendo e se la loro reclusione avrebbe finalmente visto la fine.

La notte successiva Ukai accompagnò lui e Yachi dall'altra parte della città, conducendoli in una zona molto più periferica e dismessa. Entrarono in un capannone dall'aria fatiscente e scesero le scale per accedere ad una sorta di seminterrato. Yachi si aggrappò alla sua maglia intimorita, Hinata le strinse forte la mano, venendo travolto dai suoi sentimenti di trepidazione, ma senza lasciarsi sopraffare.

Tutto ciò che aveva provato in quel momento però fu rimpiazzato da genuino sbigottimento quando si ritrovò davanti delle vecchie conoscenze. Senza la sua solita capigliatura ossigenata non l'avrebbe riconosciuto ad una prima occhiata, ma la postura curva e il vago odore di zolfo che lo circondava erano inconfondibili: quello era davvero Kenma.

Hinata strabuzzò gli occhi e i suoi piedi si staccarono da terra all'istante per correre ad abbracciarlo mentre l'altro ricambiò timidamente.

"Ma...che? Come hai fatto...?" balbettò emozionato, non dando all'altro neanche il tempo di parlare.

"Non avevamo altra scelta. Le cose sono andate abbastanza di merda da quando ve ne siete andati." a rispondere non era stato Kenma, ma una presenza ben più ingombrante al suo fianco.

"Kuroo-san?" esclamò Hinata, ritrovando il suo vecchio tono di voce garrulo. Anche l'ex capitano del Nekoma era diverso: i suoi capelli, di solito sparati in aria, erano molto più corti, quasi a zero.

"Oh... grazie per avermi notato, chibi-chan." poi si rivolse a qualcuno alle spalle del piccoletto

"Lieto di rivedere anche te, Tsukki."

Hinata seguì il suo sguardo e si accorse solo allora che Tsukishima e Yamaguchi li avevano preceduti, arrivando prima di loro.

"Dio, perché me lo sono dovuto ritrovare anche qui?" si lamentò l'interpellato.

Hinata si voltò verso la fonte di quella voce, uno Tsukishima sempre gigantesco e dalla loquela urticante ma dai capelli corvini. Al suo fianco Yamaguchi, la chioma più corta e di un biondo cenere che, strano a dirsi, gli donava, e il solito viso costellato di lentiggini.

Abbracciò teneramente sia Yachi che Hinata, quasi commosso di rivederli dopo molto tempo. Nella luce fioca e artificiale di quello stanzone, Hinata riconobbe Shimada e il sensei Nekomata. Ora tutto si spiegava, di colpo capì chi aveva fatto fuggire Kenma e Kuroo.

"Il sensei ci ha dato una mano, ma sarebbe stato impossibile senza il potere di Kenma" disse Kuroo facendo spallucce.

E poi di colpo Hinata vide Daichi, era stato in disparte fino a quel momento; sembrava più pallido ed emaciato, ma manteneva comunque una dignità solida e una forza che Hinata poteva solo sognarsi.

"Daichi è distrutto" così gli aveva scritto Yamaguchi quando era andato a trovare il loro ex capitano; Hinata gli aveva scritto per chiedere se avessero avuto notizie di Sugawara-san, ormai disperso da molto tempo. Proprio come Hinata, Daichi era stato preda della disperazione per la perdita della persona più importante, ma ne portava i segni con più fierezza di lui, non poté evitare di pensarlo.

Nekomata si schiarì la voce e sorrise guardandoli interagire, come se fossero i suoi stessi figli.

"Buonasera ragazzi, mi spiace di avervi chiesto di venire in questo luogo a quest'ora tarda." Tsukishima mormorò a mezza voce:

"Non che avessimo molto altro da fare"

Yamaguchi gli sibilò un rimprovero e Kuroo strozzò una risata.

"Lo so bene." disse Nekomata conciliante " Ma proprio per porre fine a questa situazione di stasi, abbiamo bisogno del vostro aiuto." a quel punto passò il testimone a Ukai, che riprese là dove l'altro si era interrotto.

"La nostra organizzazione lotta su due fronti distinti, da una parte stiamo cercando di bloccare la confraternita di Exodus e i loro piani folli e scriteriati, dall'altra vogliamo dare la spinta finale per distruggere il progetto Gene X dalle sue fondamenta. I nostri membri, sia umani che mutanti, hanno fatto molto finora, raccogliendo informazioni e aiutando ragazzi come voi a fuggire ma ci serve di più, ci servono più prove. E tra tutti, voi siete quelli con le abilità più potenti e utili al nostro scopo, soprattutto tu, Yamaguchi, ragazzo..."

Gli sguardi di tutti si focalizzarono proprio su Tadashi, che si sentì a disagio per tutta quell'attenzione improvvisa.

"Tu sei la chiave del nostro piano, insieme a tutti I tuoi compagni".

Hinata si fece più attento, un'emozione antica e dimenticata gli riaffiorò in petto.


"Kenma, qui ho finito!" sussurrò impugnando lo smartphone e tremando leggermente per l'ansia.

Sentì quasi subito un rumore, come un crack, lo spazio si squarciò davanti a sé ed emerse Kenma, che lo teletrasportò via. Una volta fuori, Hinata li fece levitare entrambi riportandoli a terra.

Appena furono fuori dal rifugio, Hinata usò di nuovo lo smartphone per chiamare Ukai:

"Ukai-san, è andato tutto bene, ho fatto le foto." disse stringendo tra le mani la fotocamera digitale. Quando furono certi di essersi allontanati abbastanza, si nascosero in una piccola macchia boschiva e Hinata mostrò a Kenma le immagini che era riuscito a catturare: attrezzature di vario tipo, corde, materiale esplosivo e ordigni vari. Non c'era traccia di armi, ma dubitava che la Confraternita ne avesse granché bisogno, e comunque restava l'altro magazzino da ispezionare, quello più ampio.

Si era buttato in quella missione senza remore, quando Ukai, Shimada e gli altri avevano loro descritto i loro piani. Rammentò la loro riunione di appena due giorni prima, Shimada-san era stato il primo a parlare:

"Grazie alle visioni che Yamaguchi ha avuto negli ultimi mesi, abbiamo un'idea abbastanza precisa di dove si trovino due dei rifugi della Confraternita, in un'area montuosa isolata vicino alla prefettura di Shizuoka, ma se ci rivolgiamo alle autorità con in mano nulla se non dei sogni premonitori non ci daranno mai ascolto. Abbiamo bisogno di prove per avallare le nostre teorie." Shimada si era voltato verso Kenma " Qui entra in gioco Kozume. Lui può teletrasportarsi e portare con sé un'altra persona in qualsiasi luogo, purché si trovi ad una ragionevole distanza da esso. "

L'ex alzatore del Nekoma annuì, aggiungendo con voce atona " Almeno cinque metri."

"I rifugi che abbiamo individuato fungono da magazzini per armamenti e oggetti vari, ma sospettiamo che il loro quartier generale non sia molto distante. Naturalmente sarebbe troppo rischioso tentare d'infiltrarsi lì, ma se riusciamo a spostare l'attenzione sull'intera area, allora potremmo metterli all'angolo. Secondo il sogno più recente di Yamaguchi, la Confraternita attuerà un nuovo atto dimostrativo fra due giorni. Sono stati quieti per diversi mesi, ma si faranno rivedere presto, quindi la maggior parte di loro sarà sicuramente impegnata altrove. E' l'occasione perfetta per attuare il nostro piano, qualcuno dovrà accompagnare..."

"Vado io con Kenma" proruppe Hinata risoluto.

Shimada lo fissò con attenzione: "Ne sei sicuro, Hinata? Non abbiamo la garanzia che non ci sia nessuno a presidiare i rifugi, potrebbe essere rischioso..."

" Sono piccolo, veloce e agile, fra tutti i presenti credo di essere il più adatto."

Ukai socchiuse gli occhi, poi annuì " Cosino non ha tuttti i torti, in effetti anch'io avevo pensato proprio a lui. I rifugi sono nascosti all'interno di altipiani rocciosi e la sua abilità di volare e fluttuare in aria sarebbe sicuramente utile per evitare a Kozume di doversi arrampicare per arrivare abbastanza vicino da potersi teletrasportare."

"Se ne é convinto Ukai-san allora..." disse ancora Shimada

Yamaguchi, Yachi e gli altri suoi compagni lo fissarono con una certa consapevolezza e Hinata non si sforzò di dissimulare le sue vere ragioni: aveva un conto in sospeso con la Confraternita, gli avevano sottratto ciò che aveva di più caro, quindi se poteva contribuire anche solo in minima parte alla loro rovina lo avrebbe fatto.

Era puro mero egoismo, ma non se ne curava.

" Questa sarà la parte relativamente più semplice del piano." intervenne Nekomata, inusualmente serio " L'altro nemico è di ben altra caratura e sarà ancora più ostico. Ma abbiamo bisogno di prove per il processo."

"Il processo?" pigolò Yachi con tono interrogativo.

"Alcune associazioni composte da parenti di mutanti e di ex alunni del Distretto hanno intenzione d'intentare una causa contro il programma Gene X e il Distretto stesso. Vogliono mettere in luce di fronte all'opinione pubblica quanto sia fallace e corrotto, ma ci occorrono prove, dobbiamo dimostrare che c'è una correlazione tra le scomparse e le attività del Distretto." si fermò, come ad anticipare la portata di ciò che stava per dire " Dobbiamo entrare alla Cupola."

"Cos'é la Cupola?" chiese Hinata

"La Cupola? Scherzate, vero?" intervenne Tsukishima col tono di chi si chiedeva se gli adulti di fronte a lui si fossero sbronzati a saké e grappa prima di parlare.

"Si tratta del luogo in cui si sospetta vengano imprigionati gli Omega e gli altri soggetti ritenuti a rischio dal Distretto, e sì, Tsukishima..." rispose Nekomata, fissando intensamente il ragazzo più alto "...si tratta di uno dei luoghi più blindati del pianeta, sappiamo bene che può sembrare una pazzia, ma vorrei spiegare meglio cosa intendiamo fare." tirò fuori un pezzo di carta e lo mostrò ai presenti " Grazie alle pressioni dell'opinione pubblica siamo riusciti ad ottenere un mandato per entrarvi. I pezzi grossi del Distretto sostengono che vi si svolgano solo innocue ricerche e, se vi sono cavie, si tratta comunque di soggetti consenzienti e a cui non viene fatto alcun male. Naturalmente non gli crediamo e ovviamente non ci mostreranno mai cosa avviene realmente là dentro, è proprio qui che avremo bisogno di voi, di te Tsukishima, e di Sawamura."


Hinata si ridestò da quel flusso di pensieri, Kenma accanto a lui lo guardava in silenzio.

"Devono riuscire ad entrare nella Cupola." disse Hinata con fermezza " Devono farlo e liberare tutti i ragazzi chiusi là dentro."

"Credo che prima dobbiamo concentrarci sulla nostra missione. Pensare al dopo per ora è inutile, una cosa per volta." rispose Kenma con la sua solita compostezza, poi tirò fuori lo smartphone e si collegò al GPS. " Il secondo rifugio non è molto lontano da qui."

Hinata annuì e balzò in piedi.


Note autrice:  altro capitolo più denso di trama, non ho molto da dire, spero che sia chiaro. Non dico nulla sul prossimo ma credo che piacerà a molti ahaha

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