Capitolo 29.

POV. Morena.

Mi avvicino a Matteo, vedendo che ha smesso di pregare ed osserva il rosario rudimentale in legno e un qualche tipo di vegetale intrecciato.
《È la prima volta che lo vedo》
《Eh... perché non è mio, è di Poli. Lo ha fatto lui sai?》
《Wow...》Voci basse, per non rovinare la calma, esamino meglio l'oggetto. Si vede che è di fattura artigianale, rozza, ma per questo speciale ed unica, per noi abituati a cose da fabbrica.
《Stavo pensando.. potrei chiedergli di farmene uno, o farmi insegnare. E potremo andare insieme da un prete... e benedirli...》mormora, perso nei suoi pensieri, ma io so a cosa pensa.
Al massacro di oggi.
Rabbrividisco, il peso di quel che abbiamo dovuto fare si abbatte su di me; ma non posso permettere che rimugini su quello.
Quindi... lo abbraccio.
Lo sento irrigidirsi, e lo stringopiù forte, sperando di consolarlo.
Le sue braccia lentamente mi avvolgono, e sento il suo viso appoggiarsi sulla mia spalla, mentre la maglietta diventa umida sotto il suo viso. Lo stringo forte, lasciandolo sfogare. Oh, Matty...
Improvvisamente lo sento, che la sua stretta è più salda. Si raddrizza, mi guarda, ed abbozza un sorriso, gli occhi azzurri arrossati dal pianto silenzioso, ma luminosi circondati da riccioli biondi.
Sorriso vedendolo, incoraggiandolo; e lui sorride di rimando sempre tenendomi abbracciata.
Sento dei piacevoli brividi nei punti in cui sono a contatto con lui, e lo guardo in viso. Socchiude le labbra piene, ma la frase viene uccisa sul nascere da qualcuno che entra con violenza tale da scardinare la porta e farla atterrare al centro della stanza.

POV. Esterno.

Era Simon, l'inaspettata visita. Aveva i capelli sconsigliati, gli occhi che sprizzavano rabbia.
Fissò uno per uno i nostri ragazzi, che aveva subito mollato i kit medici per inchinarsi a lui.
Pensava, incessante, agli avvenimenti delle precedenti ore.

Inizio flashback

《Papà non trovo Talitha!》
L'inizio della fine della mia sanità mentale odierna.
Ho rivoltato casa senza trovarla, ovunque.
Nulla.
Nemmeno. Una. Fottuta. Traccia.
E poi, questo messaggio col fuoco.
"Non mandare nessuno altrimenti la tua principessa avrà molti problemi. Tua figlia è mia adesso. Saprò ogni tua mossa. Addio"
no. No. NO. NON LO ACCETTO.
BASTA. TUTTE ALLA MIA FAMIGLIA. SIAMO VAMPIRI, SIAMO DANNATI, MA QUESTO È TROPPO.
Sempre alle persone che amo... mai me... perché? Come padre avrei dovuto impedire tutto questo...
Resta l'ennesima prova di quanto sono inutile.
Perlomeno devo riuscirea salvarla... ma come?
Infine il lampo.
Dei ragazzini. Sconosciuti a chiunque tranne la mia famiglia. Chiunque sia tiene sott'occhio le mie mosse, non valuterà una banda di sciammanati senza famiglia.

Fine flashback.

《Sottospecie di scarti viventi formati da cellule》Sibila Simon, al limite dello stato mentale che separa la pazzia dalla sregolatezza.
I ragazzi lo fissano tesi, Bilal ostenta relax appoggiato al muro benché il suo nervosismo venga tradito dalla contrazioni che assume la sua mascella di tanto in tanto.

《Avete la vostra prima missione. E se non la porterete a termine, avrete modo di pentirsi amaramente del vostro fallimento e di tutte le sofferenze che mi avete creato quando giocheró coi vostri corpi martoriati. 》voce densa di rabbia bianca.

《Mia figlia è stata rapita. Voi siete le reclute più recenti e quindi meno conosciute. Raphael è riuscito ad identificarne la direzione da noi: si trova in linea retta, da qui a est.
Voglio che voi me la riportiate. 》

Non una mosca vola per un indeterminato arco di tempo.

《Perché non te la riprendi da solo, Imperatore?》

La domanda beffarda dell'afghano trova risposta in una mano stretta al collo che lo sbatte al muro con forza tale da incrinarlo.

《Zitto, che se quello che fa più schifo di tutti qui. Galahad, Lancelot... tutti in fissa per qualcosa che ti stesso brano ma non avrai mai. Potete e rispetto.》Sibila il maggiore al suo orecchio, e lo lancia contro l'altro capo della stanza.

《Hanno minacciato di farle del male se faccio qualcosa. Massima discrezione.
La vita di lei è nelle vostre mani, ed anche la vostra. 》
afferma, prima di uscire e lasciare i ragazzi incapaci di proferire parola.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top