Capitolo 28.
POV. Ginevra.
Morti, morti, morti.
Tanti morti, tante persone oggi sono morte.
Non che me ne importi granché.
Non dovevano rompere le scatole.
Abbiamo finito di seppellirli, anche se io avrei fatto un bel faló e chi s'è visto s'è visto.
Mi fa male pressoché tutto, ed esamino le ferite. Poca roba; sopravviverò.
Guardo gli altri, avviandomi verso quella che mi par d'aver capito è il nostro dormitorio.
Non sembrano avere riportato ferite gravi; ne mortali ne debilitanti.
Valentina ha uno sgraffio in fronte, sanguina abbastanza ma non è preoccupante; più tagli ed escoriazioni varie.
Pyro un taglio sulle dita, che si spera guarisca in fretta poiché gli impedisce di impugnare correttamente le armi; una spalla lussata e zoppica.
Simone infine sgocciola sangue, ha la maglia strappata sul petto rivelando un ampio ma superficiale graffio, che si aggiungerà alle preesistenti cicatrici. Anche lui zoppica.
I privilegiati hanno riportato ferite meno gravi, nonostante si lamentino come moribondi, e sono seriamente tentata di picchiarli con un bastone fino a farli sentire davvero come se avessero tutte le ossa rotte.
D'altronde, indossavano la leggera armatura che è divenuta la loro divisa standard.
Camminiamo, finché Rachele non esclama con una voce che mi fa immaginare il piacere derivante dallo strapparle di netto la lingua.
《Ma siete feriti!》No, abbiamo solo affrontato una battaglia vivi-o-muori.
《Non è niente Rachy, andiamo in stanza che l'unica cosa che voglio è un bagno caldo》sospira Simone, che viene subito accostato da Matteo, che ha l'aria arrabbiata.
《Fammi vedere quella ferita, sanguina.》
Mi intrometto sbuffando. 《Matteo, è una ferita, le ferite sanguinano. Ora se muovi il culo ci sistemiamo tutti in camera.》
Alzo gli occhi al cielo, e mi avvio piantandoli lì.
POV. Matteo.
Ringhio irritato da Ginevra, e guardo preoccupato i miei amici. Sono messi peggio di quello che credevo... accidenti!
Sento in corpo la rabbia ribollire.
《Tranquillo Matt... andiamo in stanza》la voce tranquilla di Valentina mi placa, che nonostante abbia mezza faccia insanguinato poggia la mano sulla spalla, per calmarmi.
Ho un brivido, guardandola in viso, e penso a quello che possa avere subito in quel posto...
Sento la sua mano stringermi di più la spalla, in risposta ai miei pugni serrati.
《Calmo Matt, e andiamo a rattopparci.》La voce di Pyro mi raggiunge; mentre Momo e Rachy sono andate a controllare Ginny.
Con la coda nell'occhio modo Bilal che ci guarda appoggiato al muro, fresco come una rosa; ma lo calcolo a malapena.
《C'è... l'infermeria...》mormoro a bassa voce.
《Abbiamo la scorza dura!》esclama Poli con fare allegro, probabilmente per tirarmi su, e riesce a strapparmi un debole sorriso.
《Ci facciamo bastare le foglie di fico, un kit di pronto soccorso sarà un lusso》Sghignazza Vale, e ci avviamo finalmente verso la stanza.
POV. Esterno.
In camera delle reclute si vede Rachele che fissa il nulla senza vederlo, persa nei pensieri; Simone, che dopo essersi fatto ricucire dolorosamente il petto da Valentina, le ricambia il favore, mettendo qualche punto sulla fronte di lei, che sopporta il male.
Pyro osserva i due, immerso in pensieri esterni alla situazione, e Matteo in un angolo tiene il rosario di Simone in mano, e prega.
Infine, Bilal osserva tutti con un leggero sorrisetto, quasi sprezzante.
Pare tutto tranquillo, per quanto possa esserlo dopo certi avvenimenti: ma dalla parte opposta della casa...
POV. Raphael
Giro per tutta la casa, cercando mia sorella.
Provo anche con la telepatia, ma non la avverto, forse dorme, anche se Non capisco come possa dopo tutto questo casino... sto andando in palla. E se..
"Non è possibile...
Se fosse.. d-dispersa? No... non può essere..."
sento il respiro affaticato, le lacrime agli occhi, mentre questa orribile possibilità DI fa strada nella mia mente abbattendo le mie difese.
Poggio una mano sul muro, andando.
"è SEMPRE stata sfortunata... ma p-perchè sempre lei?! è una dannazione!? ed io... io a soffrire, per tutto quello che capita... sempre impotente in tutto.... Sorellina mia...h-ho paura... perchè non hanno preso me...?"
Pensieri analoghi, pensieri cupi, di autocritica e condanna, mentre corro irrompendo nello studio di papà, ovvero l'imperatore.
《Papà... Non trovo Talitha! 》
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