POV. Simone.
Siamo di nuovo al campo. La voce di come Lei ha tenuto a bada Gaalb si è diffusa a macchia d'olio, e adesso la evitano tutti come un'appestata.
Io la guardo, e noto quello che invece loro non vedono.
Adesso è con la schiena appoggiata all'albero, una gamba piegata col braccio sopra, apparentemente rilassata ma pronta a prendere la beretta, dalla quale non si è separata.
Ma... io vedo il lieve tremore delle sue mani, il suo sconcerto per le proprie azioni nel modo in cui china la testa, facendosi coprire il viso dai capelli.
Probabilmente è più sconvolta di noi da quello che ha fatto... e probabilmente anche da quello che è successo dopo.
Rabbrividisco, per poi guardare Pyro che si allena, e Ginevra che dorme placidamente.
Rabbrividisco di nuovo, pelle d'oca.
Flash di quanto è accaduto ieri pomeriggio..
La guardo, muto ed inorridito.
Sento la persona soffrire, vedo il viso contrarsi.
Sento il ferroso odore del suo sangue.
Guardo Valentina e Pyro, e loro guardano me.
Sappiamo tutti che è necessario, p-però..
Deve aver imparato in quella sua.. Setta, della quale una volta ci ha detto di fare parte.
Pensavo fosse uno scherzo... invece no.
Eppure..
Scuoto la testa, cercando di scacciare i pensieri, ma non vogliono saperne di andarsene.
Il sole è più basso all'orizzonte. Ascoltiamo le informazioni che ha da dirci, sulla famiglia imperiale.
Inutili. Avrei potuto dire molto di più, e risparmiare tutta questa sofferenza all'uomo che agonizzante sta a terra in fronte a me... e allo stesso tempo non avrei potuto.
No, perché poi sarebbero sorte domande; domande scomode... questo fa di me un egoista? Non è forse altrettanto colpevole chi assiste ad un delitto senza fra nulla?
***
Abbiamo finito finalmente, possiamo andarc-
Mi blocco paralizzato.
Il pugnale di quel... mostro... che ci ha portato qui, è dentro il petto di quell'uomo, morto.
I suoi vitrei occhi fissi nei miei, senza vedermi... Non vedranno mai più nulla.
BASTA.
Mi alzo e mi avvicino a Valentina, posandole una mano sulla spalla.
Lei trasale, mi guarda smarrita; io la sorrido, e il sorriso che ricevo in risposta mi pare molto più gratificante di qualunque altra cosa abbia mai ricevuto.
POV. Morena
"Oddiooddiooddio.
Okay mi calmo... NO NON MI CALMO." Penso mentre avanzo con i miei amici, scortati da tre soldati, a fare un ispezione.
Tanto per abituarci ai ritmi.
Li guardo, uno ad uno. Matteo appare pensoso, ma vigile. Nulla indichi che sia agitato come me...
Bilal silenzioso, molto. Troppo.
Da quando è successo questo macello, parla molto poco. E dire che finalmente avrebbe un motivo per vantarsi del suo fisico precedentemente inesistente.
Rachele guarda di sottecchi tutto e tutti, e quando i nostri sguardi si incontrano le sorrido.
Giriamo, e giungiamo al mio posticino preferito, un parchetto solitario, calmo e tranquillo.
Inspiro a pieni polmoni, contenta... e mi blocco.
《Ragazzi... sono io... o c'è uno s-strano odore nell'aria?》balbetto, per poi essere costretta a correre dietro ai soldati e al resto del gruppo... finché non giungiamo ad uno spettacolo rivoltante.
Sento il sangue defluirmi dal viso, e l'impulso di vomitare.
Sangue.. ovunque... Non pensavo che una persona potesse contenerne così tanto.
Vedo Rachele appartato per vomitare, e Bilal assumere uno strano colorito verdastro.
《Era un funzionario dello Stato.》afferma un soldato, apparentemente indifferente.
《Deceduto non più tardi di ieri.》Prosegue un altro.
《Come... chi può essere stato...》mormora Matteo, senza parole.
《N-non... e se.... lui?》sussurro con un filo di voce.
《Potrebbe darsi.》fredda, la voce di Bilal mi giunge alle orecchie.
《Non lo sappiamo.... ma vi siete addestrati per scoprirlo.》Ci fissa la guardia in maniera penetrante, e sento lo stomaco contrarsi. In che pasticcio siamo finiti?
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