Una Serata Sbagliata
Sapevo di non dover accettare quell'invito, eppure eccomi qui a seguire questo sconosciuto verso la sua macchina dopo aver accettato di andare via con lui. La mia mente sa di essere ancora in tempo per declinare l'invito, ma dopo quello che è successo oggi, a fanculo la ragione. Ho passato 4 anni della mia vita dietro uno stronzo menefreghista che pretende di comandarmi a bacchetta come se fossi la sua marionetta, ma basta, oggi per me è finita per davvero. Sono stanca di mettere il mio orgoglio sotto i piedi, di essere sempre la prima a chiedere scusa anche quando ho tutta la ragione del mondo, sono abbastanza intelligente per cavarmela da sola senza essere dipendente da lui e sono abbastanza forte per rompere una volta per tutte questa relazione tossica. Ecco come sono finita in questo nightclub. Io? In un nightclub? Si, io. Io che non sono neanche mai andata in discoteca mezza volta, io che odio l'alcool, le feste e qualunque cosa che mi obblighi a essere circondata dalle persone, io che oggi ho rotto la relazione di 4 anni con il mio primo e unico ragazzo, io che ormai la ragione l'ho persa nei 5 cocktail che questo sconosciuto mi ha offerto nelle ultime 2 ore.
Continuo a ripetermi che non è sbagliato, io posso, io devo, io ho il diritto di andare con un altro uomo. È strana si, la sensazione di tradirlo mi pesa sullo stomaco, sono 4 anni della mia vita, ero piccola quando ho deciso di intraprendere questa cazzo di relazione seria mettendo in ballo troppe cose per avere il coraggio di rompere con lui, o almeno per una debole come me, almeno su qualcosa aveva ragione quello stronzo.
Ma ora basta, ho 20 anni e tutta la vita davanti, tutto il tempo per decidere con chi stare e fare le esperienze che lui mi ha portato via.
Mi faccio forza e butto all'aria l'idea di tornare indietro sui miei passi e declinare l'offerta di questo ragazzo, ora decido io cosa voglio e cosa non voglio fare.
<<Dove mi porti?>> gli chiedo.
Mi sguarda ammiccando un mezzo sorriso <<Non è importante il dove, ciò che conta è che sia indimenticabile.>>
Intimidita abbasso lo sguardo e resto in silenzio, cavolo questa è la vera me, non può venire fuori proprio ora.
Si ferma difronte ad una Bugatti nera lucida, quasi spalanco la bocca, prima che mi prenda per il polso e mi tiri verso lo sportello. Lo apre e mi fa cenno di entrare.
Un gesto così elegante ma che mi fa rabbrividire a causa della stretta della sua mano sul mio polso. Mi guarda negli occhi per 2 secondi prima di dire qualcosa, io sono in apnea, pietrificata. Sento i brividi sulla schiena ma non so dire se sono brividi di piacere o altro. Il suo sguardo mi intimorisce. Sono sempre la solita, finalmente sono libera di fare ciò che voglio e come sempre il mio carattere di merda viene fuori.
I miei pensieri vengono bloccati dalla sua voce. <<Qualcosa non va?>>
<<Amh no. No, io... Bella auto.>>
Ride <<Gradirei ci entrassi dentro>>
Senza dire altro entro, mi chiude lo sportello e si dirige verso il sedile del guidatore.
Mette in moto e dopo un paio di minuti in silenzio decido di rompere il ghiaccio.
<<Non ero mai stata in un'auto così.>>
<<Ti credo, pochi possono permettersela.>> dice senza distogliere un attimo lo sguardo dalla strada. <<ma mi fa piacere che ti piaccia >> toglie una mano dallo sterzo per poggiarla sulla mia coscia, è così grande che riesce ad afferrarla interamente. Un'altra scarica di brividi mi pervade, ma sono ancora troppo in me, avrei dovuto bere di più.
<<Hai perso la lingua?>> E come dargli torto, sono così rigida che non so neanche se il sangue mi stia ancora scorrendo nelle vene.
<<Devo aver bevuto troppo poco per uscire così tanto dalla mia confort zone>> Gli dico sperando che la mia affermazione lo convinca a farmi uscire da questa auto che, per quanto bella, sta diventando claustrofobica.
<<Tranquilla tra 5 minuti saremo arrivati, ho qualcosa da farti assaggiare>> ride.
Ancora una volta i brividi mi pervadono e rimango in silenzio.
Fisso la strada che scorre di fianco a me, i secondi passano lenti e in silenzio, questi 5 minuti sembrano interminabili.
<<Eccoci arrivati>>
Confusa mi guardo intorno mentre imbocca una stradina che porta ad un'enorme villa. Ma cosa mi aspettavo? Ha una Bugatti.
<<T-tu abiti qui? >> balbetto
<<E non solo>>
Toglie finalmente la mano dalla mia coscia per fare manovra, non mi ero accorta che la sua presa fosse così stretta. Non mi faccio troppe domande sulla sua risposta e mi massaggio la gamba indolenzita. D'altronde non mi interessa nulla di questo ragazzo, probabilmente non lo vedrò mai più, ora voglio solo scendere da questa macchina, bere alto alcool e godermi la serata.
Parcheggiata l'auto resto un attimo immobile a fiato sospeso, non so cosa fare... non sono esperta in queste cose. Contro le mie aspettative apre lo sportello e lo sbatte alle sue spalle senza neanche guardarmi, esce un pacchetto di sigarette dalla giacca e ne porta una alla bocca mentre cerca l'accendino nelle altre tasche. Non so cosa mi aspettassi in realtà... forse il buio, il silenzio, questo garage vuoto così appartato e lontano da occhi indiscreti mi aveva fatto viaggiare troppo in avanti con l'immaginazione ... ma mi sento quasi sollevata, la mia sobrietà ringrazia.
Non faccio in tempo a tirare un sospiro di sollievo che sobbalzo al rumore dello sportello che si apre.
"Hai intenzione di rimanere qui?" dice poggiando entrambe le mani sul tetto della macchina e con il capo chino per guardarmi in faccia.
"io.." arrossisco come sempre, ovviamente! Una delle innumerevoli cose che odio di me. Tiro la maniglia e scendo velocemente dalla macchina senza dire altro o guardarlo negli occhi. Mi avvicino a lui guardandomi le punte dei piedi facendo finta di essere estremamente interessata alla lucentezza del velluto, scuotendo polvere inesistente.
"Cosa c'è, sei diventata timida ora?" ride "interessante, caratteristica piacevole per molti ma attenta a non esagerare" dice ponendomi la sigaretta, faccio cenno di no con il capo e accenno un leggero sorriso "non fumo"
"come mai?"
Già, come mai Viola? Sarà mai stato il tuo ragazzo a vietartelo neanche fosse tuo padre?
"Non ho mai provato"
Soffia il fumo fuori dalla bocca e avvicina la sigaretta alle mie labbra.
"Aspira piano... E non buttare il fumo nei polmoni" faccio come mi dice senza pensarci 2 volte, finalmente per la prima volta in questa serata comincio a sentire la sensazione di libertà che cercavo quando ho deciso di fidarmi ciecamente di questo sconosciuto, e sono ancora sobria! O almeno abbastanza sobria da essere ancora la me timida e insicura di sempre.
Aspiro ma il fumo mi finisce dritto in gola e comincio a tossire.
"Avevo detto piano"
"Ma ho fatto piano" dico cerco mentre comincio a sentire bruciare la gola e tossisco ancora. Fa un'altro tiro mentre cerco di cacciare il fumo dai polmoni.
"Credo non faccia per me" tossisco per l'ultima volta massaggiandomi la gola inutilmente mentre l'amarezza del fumo mi è ormai salita in bocca.
"Riprova"
"No davvero, non importa"
Senza dire una parola e facendo testardamente finta di nulla, mi avvicina ancora una volta la sigaretta alle labbra e mi fa cenno di fare un'altro tiro. Titubante poggio di nuovo la bocca all'estremità della sigaretta e aspiro il minimo possibile guardandolo dritto negli occhi per la prima volta dall'uscita dal bar. Sotto la luce di sicurezza le pagliuzze dorate che gli circondano la pupilla, li rendono di un bellissimo verde smeraldo che fin ora non avevo notato... Avrei giurato fossero marroni.
"Tieni il fumo in bocca, non portarlo nei polmoni" dice con un tono di voce più basso avvicinandosi sempre di più al mio viso. Allontana la sigaretta mentre con l'altra mano mi tira su il mento portando le mie labbra all'altezza delle sue. Il suo sguardo si distoglie dal mio finendo sulla mia bocca, torna a guardarmi negli occhi per un'altra frazione di secondo e poggia delicatamente le labbra sulle mie.
D'istinto socchiudo la bocca e il pocco fumo che avevo aspirato si disperde nella sua. Si allontana e soffia il fumo come se lo avesse appena tirato via dalla sigaretta.
"Visto? Non hai tossito" butta la sigaretta per terra e la schiaccia con la scarpa mentre io resto immobile ancora più intimidita di prima. Non mi sarei mai aspettata un gesto così.
"È arrivato il momento di andare a preparare quel cocktail che ti avevo promesso"
Lo seguo verso l'ascensore e una volta aperte le porte mi fa cenno di entrare. Entro seguita da lui che seleziona il piano e le porte di chiudono. Ancora una volta, forse anche più di prima una leggera sensazione di delusione mi pervade quando le porte si aprono e lui esce dall'ascensore senza che sia successo nulla... Avrò visto troppi film, ma pensavo che in ascensore.... Squoto la testa levandomi dalla mente strane idee e lo seguo fuori dall'ascensore. Ci manca solo che rimanga chiusa qui dentro.
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