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« Le auguro una buona giornata, signorina » pronunciò Ernest, quando Nicole fu fuori dalla macchina.
Ricambiando, ella si diresse verso l'edificio imponente che era la sua scuola.
Si sedette sulla panchina di legno sotto l'albero di quercia, come faceva tutti i giorni da quando arrivò lì.
Aspettò il suono della campanella che avvertiva i cinque minuti mancanti alle lezioni ed entrò.
Le prime due ore della mattina si concentravano su inglese, si avviò al suo armadio per prendere i libri, ma una mano bloccò l'apertura dell'anta.
« Ehi Nicole, come va? »
Collegò quella mano ad un viso, girandosi verso esso con una smorfia annoiata.
« Brad, togli la mano dal mio armadietto » gli disse linciandolo con lo sguardo.
Brad era il solito cocco di papà, come la maggior parte delle persone che frequentavano quella scuola, era alto e muscoloso, praticava tre diversi corsi sportivi ed aveva un bel paio di occhi azzurri, era un bel ragazzo, ma meglio se non apriva la bocca. Lo aveva sempre associato ad una capra, ma probabilmente era più intelligente di lui.
« No grazie, sto comodo così » rispose con un sorriso beffardo.
« Ho detto di toglierla » disse lei, cominciando a spazientirsi.
« E dove vorresti che le metta? Magari su di te? » disse facendo ridere il gruppo di amici dietro di lui.
« Si puo' sapere cosa vuoi da me? » alzò la voce, si stava incazzando, a momenti suonava la campanella dell'inizio delle lezioni e stava per fare tardi.
« Che esci con me, Niki »
Trasalì quando udì quel nomignolo, aveva perso le staffe.
Lo prese per il colletto della camicia e lo strattonò verso di sè, facendolo sussultare per la sorpresa.
« Senti, testa di cazzo, mi sono stufata delle tue continue proposte e battute varie, mi facevi schifo la prima volta che mi hai rivolto la parola, mi fai schifo ora e mi farai schifo sempre! E non ti azzardare mai più a chiamarmi in quel modo, chiaro? E ora se non togli immediatamente quella tua sudicia mano dal mio armadietto te la stacco a morsi, capito? » sbraitò lei.
Tornato composto, Brad si sistemò la camicia e rimase a guardarla negli occhi.
« Dai, andiamo Brad, faremo tardi anche noi se non ci sbrighiamo » gli disse un ragazzo del suo gruppo, toccandogli la spalla.
Lui rimase a guardarla per alcuni secondi, mentre lei prendeva i suoi quaderni e se ne andò.
« Certo che l'hai fatta davvero incazzare sta volta » sentì Nicole, mentre se ne stavano andando, la mattina era cominciata bene.
***
Noiose, monotone, ripetitive, qualsiasi aggettivo le veniva in mente non potevano descrivere in pieno le lezioni che le venivano proposte, e come se non fosse abbastanza aveva preso un'insufficienza nel compito di chimica.
"Probabilmente lo brucerò" pensò mentre glielo consegnavano. Alla fine delle lezioni si precipitò a cambiarsi in bagno, uscì alla svelta e richiamò l'autista, aveva voglia di camminare, adorava passeggiare. Nell'auto, agitato, lo aspettava Ciel. « Dove la porto? » chiese gentilmente Ernest.
« In centro, grazie ».
L'auto si mise in moto, ma qualcuno bussò all'ultimo momento sul finestrino.
« Ciao, com'è andata la giornata? » chiese Jhonatan, salendo in macchina e accarezzando Ciel.
Fu ignorato profondamente, Nicole era concentrata nei suoi pensieri, persa all'immagine della città che la circondava.
« Devo passare prima al negozio » ordinò lui.
L'autista fu obbligato a svoltare.
« Ma perché, ... Uh, ciao » disse Nicole, accorgendosi della presenza di un'altro individuo nella macchina.
Non fece in tempo a nascondere il test di scienze che gli fu strappato letteralmente dalle mani.
« Ehi! Riddammelo! » quasi urlò.
« Non ci credo... Ma che vergogna! È tuo questo test? »
« E di chi se nò? » rispose contrariata Nicole, riprendendo il pezzo di carta.
« Perché ti è andata così male? » chiese Jhonatan, interessato, sembrava quasi preoccupato per la sua situazione scolastica, ma in realtà Nicole sapeva che voleva solo fare la spia al padre per metterla nei guai.
« E a te che t'importa? Ficcanaso »
« Vuol dire che mio padre ti paga le lezioni private per il gusto di spendere soldi? »
« Puo' sempre essere, tanto è gonfiato, non sa dove spenderli! »
« Ehi! Rimangiati quello che hai detto, trovatella! »
« Cosa hai detto? A chi hai dato della trovatella, pezzo di merda viziato! »
Mancava poco che venissero alle mani, se non fosse stato che erano arrivati al negozio e Jhonatan doveva scendere.
« Che ignorante che sei, tanto sono cazzi tuoi! » disse prima di chiudere la portiera.
« Gne, gne, gne, tanto sono cazzi tuoi » li fece il verso Nicole.
Adirata, prese a strappare la verifica, tanto il professore dopo un po' di tempo si sarebbe dimenticato della firma e nessuno ne avrebbe sentito parlare.
In centro, prese a fare la strada lungo il lago, era un posto molto bello per passeggiare, fece due volte il giro del parco e prese la strada di una piccola via che portava in altitudine, dopo un breve tratto di salita si fermava sempre su una panchina ad ammirare il panorama mozzafiato, e rimaneva spesso là per ore.
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