Capitolo 30
Emy, zoppicando, tirò fuori il telefono, mentre continuava a cercare di correre.
Digitò a fatica il numero del fratello, e sperò con tutta sé stessa che lui rispondesse. Aspettò, continuando a muoversi, mentre piano piano sentiva sempre più dolore.
- Emy? Che cosa c'è? - chiese il ragazzo, non appena ebbe risposto.
- Sono vicina alla casa dei tuoi amici - disse Emy, fermandosi sotto al portone che aveva già visto un paio di volte, visto che ogni tanto andava dagli amici del fratello con lui - Vieni giù.
- Emy, che cosa...
- È Ben.
Un secondo di silenzio. Poi Mate si limitò a dire " Sì" e a chiudere la chiamata. Quasi un attimo dopo uscì dall'edificio insieme a Susan, spalancando gli occhi alla vista della sorella.
- Emy, sei...
- Ferita, lo so - rispose la ragazza, alzando gli occhi al cielo - Adesso non importa. Andiamo in macchina, Ben ha perso il controllo.
Nate non se lo fece ripetere, ma con la coda dell'occhio continuava a guardare la sorella ferita - Dive stiamo andando?
- Verso la sua vecchia casa. Credo che voglia uccidere suo padre.
Nate premette l'accelerazione non appena si furono seduti e tre. Emy, di fianco al fratello, gli dava le indicazioni per arrivare alla casa.
- Come è successo? - chiese Nate, concentrato sulla strada e cercando di andare il più velocemente possibile.
- È stato quando gli hai detto che suo padre era stato liberato. È ammattito - rispose la ragazza, tenendosi il braccio dolorante e guardando la strada che scorreva sotto la macchina a velocità inaudita.
- Quindi ora dobbiamo salvare il bastardo? - chiese Nate, frenando bruscamente davanti alla casa.
- Esatto - rispose Emy, scendendo di corsa.
Nate schioccò la lingua - Non ti fa troppo male?
- Ho corso da casa nostra fino a sotto la casa dove stavi tu - disse in tutta risposta la corvina, andando alla porta. Stava andando a salvare la persona che più di tutte, in vita sua, avrebbe voluto vedere morta. E la stava salvando dal ragazzo che lei amava.
- Chi è? - chiese una voce maschile, annoiata. Dopo qualche secondo l'uomo parlò ancora - Senti ragazzina, se sei venuta qua per insultarmi puoi anche...
- Ben ti sta cercando - disse Emy - Vuole ucciderti.
La porta si aprì leggermente, rivelando solamente un piccolo occhio freddo e scuro che si posò sulla figura magra ed ammaccata di Emy - Stai cercando di scherzare con me su una cosa del genere?
- No - rispose la ragazza - Ben è davvero alla tua ricerca. Adesso vieni con me, se non vuoi morire.
- Anche fosse, è uno scherzo stupido - disse l'uomo, e tra le rughe del volto grassoccio Emy vide ampliarsi quello che stava a metà tra un ghigno ed un sorrisetto malvagio - Perché dovresti salvarmi? Tu mi odi.
- Perché Ben rischierebbe di diventare come te - rispose seccamente la ragazza - E io non voglio che lui sia un mostro.
L'uomo non rispose, così Emy continuò a parlare - Ben mi ha raccontato del giorno della sua morte. Mi ha detto che stava giocando ai videogiochi, poi tu sei entrato in camera sua, gli hai detto che bisognava spalare via la neve dal giardino. Così lui è uscito, trovando il telo della piscina spostato. L'hai preso per i capelli, e gli hai immerso la testa in acqua. È o non è andata così? - la ragazza concluse stringendo con forza i pugni. Solo il pensarci le faceva venire voglia di picchiare a sangue quell'uomo.
Il volto dell'uomo si corrucciò - Ben...
- Già. Ora vedi di seguirmi. Ti nasconderemo, e tu non dovrai farti vedere mai più. Non voglio che Ben ti debba mai vedere neanche con la coda dell'occhio. Niente bagagli, niente. Te ne andrai, punto e basta.
L'uomo deglutì.
- Sempre che tu non voglia essere ucciso dal fantasma di tuo figlio.
L'uomo si decise ad uscire, e seguì la ragazzina fino alla macchina. Aveva un'ombra strana sul volto, era più gobbo di quanto Emy l'aveva visto l'ultima volta, sembrava più vecchio. Come se avesse avuto... sensi di colpa?
Emy scosse la testa. Lui era un bastardo, e ormai per lui era tardi. Non aveva più tempo per pentirsi.
Il padre di Ben si sedette dietro, vicino a Susan, che gli rivolse un'occhiata a dir poco disgustata.
Se non fosse stato per il fatto che Ben non doveva diventare un omicida, Emy avrebbe lasciato volentieri l'uomo al suo destino.
- Sta arrivando! - esclamò Emy, vedendo sbucare in strada una figura in verde, che correva veloce verso la macchina.
Ogni tanto un passante si voltava a guardarlo, vedendo i suoi strani abiti, visto che quando era uscito di nuovo dal videogioco gli erano tornati automaticamente gli abiti di Link, ma poi si voltavano con noncuranza, probabilmente perché non avevano il tempo di notare i suoi occhi che lui li aveva guà superati, e credevano che stesse andando a qualche fiera del fumetto.
Nate premette l'acceleratore, e i quattro si allontanarono il più velocemente possibile. Ben li inseguì per un po', ma ovviamente non era capace di andare veloce quanto una macchina.
Il padre del ragazzo lo fissò per tutto il tempo, con gli occhi spalancati - Che cosa è diventato...
In risposta ricevette un'occhiata di ghiaccio da parte di Emy - È stata solo colpa tua.
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