#3 SFIDA: BARATHEON
▪️ In questa sfida, le redini saranno in mano solo e unicamente all'Esercito del Re della Notte, che nell'ultima sfida ha ottenute delle nuove e fresche reclute, e anche per questa sfida non avrà alcun eliminato ufficiale. Avrete un compito più importante e più "doloroso" da svolgere: decidere le sorti dei vostri ex compagni.
Ebbene sì, solo per questa sfida noi tre admins vedremo la guerra dall'alto, non muoveremo un dito, il tutto si disputerà fra voi, come nella serie tv. Avrete il compito di leggere TUTTE le one-shot, quindi di ciascuna casata, e commentare con un commento in linea "➡️" il vostro pensiero (esaustivo). Dato che voi non sapete come sono caratterialmente i personaggi delle altre squadre, dovrete valutare secondo questi tre canoni:
- Creatività nell'inserimento delle parole chiave
- Grammatica/lessico
- Originalità della one-shot in sé.
▪️ Avrete tempo cinque giorni, ossia fino a sabato 13, alle h. 14.30
▪️ Chi manderà le valutazioni oltre l'orario verrà eliminato dal gioco.
▪️ Non riducetevi all'ultimo e, cosa più importante, che non siano commenti generici di quattro righe.
▪️ Mandateci via messaggio privato le valutazioni che andranno da 0 a 5 (valgono anche i mezzi voti) per ciascuno.
Es.
*nome personaggio*
Creatività = 4
Grammatica/Lessico = 3.5
Originalità = 2
▪️ @RomBones - Ryan➡️
«Principessa!» Ryan salutò Shireen con un inchino.
La bambina alzò lo sguardo dal libro che aveva posato sulle ginocchia e gli rivolse un sorriso: «Salve, Ryan!»
L’uomo era abituato al suo viso, ma, ogni volta, la vista della tenera pelle della piccolina martoriata dal morbo grigio gli procurava una fitta di dolore al petto.
Nascose quella sofferenza dietro un’espressione gioiosa, proprio per non rattristarla. Le si avvicinò e si inginocchiò al suo fianco: «Cosa leggi?»
Shireen sollevò il tomo per mostrargli la copertina di pelle: «Le cronache della battaglia del Campo di Fuoco.»
Ryan si mostrò interessato, come era successo nelle ultime settimane da quando soggiornava a Roccia del Drago; spesso si fermava a chiacchierare con la principessa, instaurando con lei un rapporto di fiducia reciproca.
La bambina gli aveva mostrato il cervo che Ser Davos aveva intagliato per lei, nell’atto di spiccare un salto, con lunghe corna ramificate, mentre lui le aveva raccontato che spesso gli ricordava Emily, la sua promessa, con il naso sempre ficcato nei libri, persa in qualche storia affascinante.
«E come si è svolta?»
«I Lannister e i Gardener si sono uniti per combattere contro i Targaryen e stavano anche vincendo... Finché Aegon e le sue sorelle non sono saliti sul dorso dei loro draghi!» La voce della piccola era eccitata. «Balerion, il Terrore Nero, era il più grande dei tre! Anzi, il più grande di tutti i draghi mai esistiti!»
«Davvero?» Ryan fece una faccia meravigliata.
«Sì! Si dice che avesse denti lunghi come spade!»
Il suo entusiasmo era così contagioso che lo zio scoppiò a ridere: «E gli altri due draghi come si chiamavano?»
«Vhagar e Meraxes. Fu l’unica volta in cui combatterono tutti insieme. Bruciarono vivi quasi quattromila persone, compreso Re Mern Gardener.»
Ryan corrugò la fronte: «Ma è terribile!» commentò, mi mando paura.
«Infatti!» convenne lei: «Durante la battaglia il sangue scorreva a fiumi, come il vino alle nozze di un re.»
Una risata gutturale venne fuori dalla gola dell’uomo, che nel frattempo scuoteva la testa incredulo: «Ma come fai a leggere questa roba? Poi riesci a dormire?»
Shireen parve imbarazzarsi a quella domanda, ma poi risollevò lo sguardo verso di lui, negando con il capo: «Queste sono storie paurose, ma mi piacciono, perché raccontano ciò che è successo un tempo. Vite di grandi uomini e donne coraggiose! I racconti di Macchia… invece… a volte… mi
spaventano molto di più…»
«Mmm…» Ryan mise una mano sotto al mento, pensieroso: «Vuoi che gli parli? Che gli dica di smettere?»
La bambina scosse ancora i lunghi capelli e gli pose una mano sul braccio per rassicurarlo: «No, tanto so che sono storie inventate le sue. E poi… è divertente… poi…»
Si guardarono un momento, quasi guardinghi, come se ognuno volesse studiare la reazione dell’altro, finché entrambi non scoppiarono a ridere allegri.
▪️Mooneygiuls - Meriel Turner➡️
Meriel si affacciò alla finestra della stanza che le era stata messa a disposizione a Grande Inverno - in quel breve periodo di soggiorno, prima che la raggiungesse anche il Re - e passò lo sguardo tra i volti delle persone in movimento nel piazzale sottostante. Le sua carrozza e i cavalieri dei Baratheon erano in lontananza, con gli stendardi oro sui quali era raffigurato il nero cervo rampante, dalle lunghe corna aggraziate, in bella mostra.
Nostra è la furia, pensò Meriel, sentendo la mancanza di casa sua. Eppure doveva ammettere di essersi trovata bene lì, e non le era dispiaciuta la compagnia dei ragazzi che vi abitavano, soprattutto di Arya, che aveva più o meno il suo stesso carattere. Eppure invidiava il suo poter fare quello che voleva, avrebbe pagato oro per non indossare più quei vestiti eleganti, che erano piaciuti molto, invece, a Sansa Stark.
Una scena in particolare prese il suo interesse, e corse immediatamente di sotto, con il lungo vestito di velluto pregiato, della stessa sfumatura del vino, e i ricami in oro, che strusciava ad ogni gradino che superava. I capelli le erano stati legati in uno chignon tenuto fermo da una spilla a forma di rosa, ma i capelli più corti le ricadevano ugualmente sulla fronte, recandole fastidio; per questo, durante il suo cammino, si passò più volte la mano sulla fronte, in modo da non farli finire sugli occhi.
Arrivò al cortile con il fiato corto, ma questo non la fermò dal continuare ad avanzare, sorpassando persone intente a lavorare, verso la minuta figura che si stava allenando con l’arco, accanto ai due ragazzi più grandi di lui di qualche anno, che Meriel riconobbe subito. Bran impugnava l’arco, deciso a colpire il bersaglio davanti a lui. Robb, suo fratello maggiore, lo guardava attento, ma divertito, mentre Jon Snow, il figlio bastardo di Eddard Stark, gli sussurrava parole d’incoraggiamento. Sebbene Meriel sapeva che Catelyn, moglie di Eddard, non approvava questo figlio illegittimo, il ragazzo era ben voluto dai fratelli. Meriel aveva visto soprattutto il legame che aveva instaurato con Arya, e li aveva quasi invidiati.
«Ho fiducia in te, so che ce la puoi fare.» Il ragazzo si allontanò di alcuni passi, annuendo verso di lui quando lo guardò.
Ma proprio quando il bambino stava per tirare, una freccia partì dalle sue spalle e passò più veloce del vento, finendo nel centro preciso del bersaglio. Scoppiarono tutti a ridere, mentre Arya Stark faceva un inchino provocatorio nei confronti di Bran, il quale aveva abbassato lo sguardo ferito. Meriel scorse Eddard e Catelyn Stark che sorridevano amorevolmente, guardando i propri figli interagire tra di loro, dall’alto del balcone a cui si erano affacciati.
Jon cercò di non far demordere Bran, mentre Meriel si avvicinava a loro per assistere da più vicino la scena.
▪️ ellybit - Matthew Hughes➡️
Disteso sul letto, Matthew osserva il soffitto grigiastro della sua stanza.
Ora che la battaglia della Baia delle Acque Nere è stata persa – come lui temeva – l’esercito dei Baratheon si è ritirato a Roccia del Drago, a ripulirsi le corna araldiche dopo l’affronto subito a opera dell’Altofuoco.
Matthew si volta, osserva la figura stesa al suo fianco: Anysa ha la pelle scura, i capelli lucidi come olio nero, gli occhi plumbei. L’ha incontrata cinque anni fa, in una spedizione conoscitiva a Essos che si era inoltrata fin quasi a raggiungere le Terre della Lunga Estate. A Mantarys, sotto un sole che ustionava ogni centimetro di pelle scoperto, Matthew aveva incrociato gli occhi grandi di Anysa.
E da allora non ha più smesso di guardarli.
«Che succede, non dormi?» chiede ora lei, risvegliandosi.
Matthew le bacia le labbra, scuote la testa. «Ho troppi pensieri.»
Anysa gli sfiora i capelli con le dita. «Ne vuoi parlare?»
Lui si alza, la prende tra le braccia, annusa il suo profumo di vino dolce, le lascia baci umidi di desiderio sulla nuca. «Temo che Stannis stia impazzendo. Questa… Donna Rossa gli sta mettendo in testa strane cose.»
«Del tipo?»
«La storia del Signore della Luce, di questi assurdi poteri… Ora l’ha pure convinto a uccidere il figlio illegittimo di Robert per poter svegliare dei draghi che secondo lei ancora stanno sepolti qui.»
Anysa si strofina contro di lui, preme le sue mani contro il proprio ventre. «Ti manca Rob, vero?» Matthew annuisce. «Più di quanto immagini. Era un uomo di valore, anche se ha perso la strada.»
«Cosa farai?»
«Non ne ho idea. Immagino che aspetterò di vedere cosa deciderà Stannis, ora che Melisandre
è tornata.»
In quel mentre la porta si apre di scatto, e un soldato fa irruzione nella camera da letto. «Huges» esclama, «siete richiesto da Re Stannis.»
Re? – si chiede Matthew, vestendosi in fretta e seguendolo lungo i corridoi bui della fortezza. Di cosa sarà mai re?
Nella Sala Grande sono già riunite le alte cariche, e Matthew fatica a capire il suo ruolo. Poi, due guardie armate trascinano tra gli uomini Ser Davos.
«Ser Davos ha tentato di uccidere Melisandre, e per questo sarà imprigionato» tuona Stannis. Matthew fa inconsciamente un passo avanti, e lo sguardo di Stannis si posa su di lui. «Che
succede, Huges? Non siete d’accordo?»
«No, Sire.»
«Sulla base di quale testimonianza?»
Matthew trema da cima a fondo, ma sente dentro di sé che quello che sta accadendo è troppo. È sbagliato. «Nessuna, Sire.»
«Quindi lo appoggiate per simpatia?»
Gli occhi di Davos lo fulminano: taci, paiono dirgli, ma Matthew non arretra.
«Fiducia, Sire.»
Stannis sorride, tristemente. «Una bella parola. Va bene, allora gli farete compagnia nella cella.» Una delle due guardie afferra Matthew per il gomito: lui si lascia trascinare via, gli occhi bassi e il pensiero ad Anysa, ai suoi occhi scuri e all’amore che prova per lei.
Andrà bene, dolcezza. Troveremo il modo di andarcene da questo rifugio di anime perse.
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