#1 SFIDA - LANNISTER

Qui di seguito troverete le prove della famiglia Lannister.

Sotto ad ogni one shot troverete delle tabelle con dei punteggi: ciò che vi interessa è il numero in fondo, che può essere compreso tra 0 e 75. Per essere più chiare possibili, abbiamo deciso di mostrarvi i punteggi di ciascun giudice. Se la fascia inferiore, che racchiude i punteggi totali, è rossa, allora siete eliminati. Se è bianca, no.

▪️William Rathborne - crilu98

Il vento che sferza le torri di Castel Granito sembra ridere di lui, mentre scende le ripide scale con il cuore in tumulto.

William Lannister si appoggia al muro per riprendere fiato, strizzando gli occhi nel tentativo di dimenticare ciò che ha appena visto.

"Cosa devo fare?" si chiede, abbassando lo sguardo sul superbo leone dorato che decora la sua tunica cremisi. Sotto la guida di suo zio Tywin i Lannister hanno schiacciato ogni resistenza, superato indenni la guerra e ora si apprestano a imparentarsi con il nuovo re tramite sua cugina Cersei.

"Cersei... Cersei che in questo momento sta scopando suo fratello in una stanza al piano di sopra!"

William non immaginava certo di inciampare in un segreto così pericoloso, quando si era intrufolato in quella camera: credeva di poter cogliere qualche servo in flagrante, per i sette inferi! Inizia ad analizzare le varie possibilità che gli si aprono davanti: potrebbe correre da suo zio e rivelargli tutto, anzi, sarebbe la cosa più ovvia da fare. Cersei verrebbe spedita immediatamente ad Approdo del Re e Tywin farebbe in modo di non farle mai più vedere Jaime. Inoltre... Suo zio ha sempre guardato con orgoglio quel suo figliolo dorato, il suo prezioso erede, ma questo era prima...

E se Jaime venisse escluso dalla successione, è improbabile che la dimora di famiglia e tutte le sue ricchezze vadano al Folletto, il figlio minore e deforme che Tywin non ha mai fatto mistero di disprezzare.

"Se parlo ora" pensa William con un sorriso astuto "Potrei diventare in breve tempo l'erede di mio zio!"

D'altro canto, però, c'è in ballo il buon nome della famiglia e Tywin e suo padre gli hanno insegnato che è quella la cosa più importante. William si irrigidisce di colpo quando sente un leggero sibilo alle sue spalle, seguito dal peso inconfondibile di una lama sul collo.

"Cosa fai qui tutto solo, cugino?"

La voce canzonatoria di Jaime nasconde un velo di nervosismo.

"Stavo riflettendo. Tu e la tua cara sorella mi avete dato parecchie cose su cui pensare."

Jaime stringe la presa sulla spada e serra le labbra in una smorfia minacciosa.

"Attento, William: non vorrei essere costretto a staccare la tua graziosa testa dal collo!"

"Non sarà necessario!" lo rassicura l'altro "La nostra famiglia non può uscire indenne dallo

scandalo che si scatenerebbe se la notizia venisse fuori. Puoi stare tranquillo che tuo padre non lo verrà a sapere da me."

Fa una pausa e ghigna:

"Certo, una maggiore discrezione da parte vostra sarebbe gradita!"

Jaime appare visibilmente sollevato, ma non ancora convinto:

"Non sei mai stato un uomo altruista. Perché proteggerci adesso?"

"Perché è la cosa più giusta da fare. Per te, per la famiglia e anche per me."

William si riassetta la veste e il simbolo della sua casata scintilla nella penombra della torre, brillante come l'oro delle miniere che li hanno resi la famiglia più ricca di Westeros.

"Sei in debito con me, ora. E un Lannister paga sempre i suoi debiti."

(499 parole)


▪️Venerina Bini - secretmephoenix

Il giorno in cui il Conclave aveva deciso di mandare Venerina Bini in missione presso la nobile
casata dei Lannister, i suoi lineamenti non avevano lasciato trasparire alcunché. La soave brezza
della sua voce aveva accarezzato la platea riunita, promettendo senza tentennamenti la vittoria sulle armate dei Grownight.
Tuttavia la sua parte tenebrosa aveva esultato, nelle pieghe più nascoste del suo cuore. La famigli Lannister significava potere. Venerina Bini era potente e ambiziosa, più di tutti i Lannister messi assieme. Abbigliata come si conveniva, si era presentata a Castelgranito e si era fatta annunciare per ciò che non era: una cugina lontana; e per ciò che era: una guerriera implacabile. Qualcuno aveva riso, all'idea dell'anziana, elegante signora in battaglia e non aveva visto l'indomani.

- Scusa, caro, terresti un attimo? - aveva garbatamente profferito all'indirizzo di un giovane
soldato, porgendogli una microscopica sacca ricamata di perle.

Non si era neppure sporcata di sangue, Venerina Bini, ma aveva chiesto perdono ai suoi ospiti per aver malauguratamente macchiato il pavimento.

Nessuno avrebbe mai più riso al suo passaggio, pensò Cercei Lannister guardandola, con un sorriso enigmatico sul volto pallido.

Erano passati pochissimi giorni; Venerina indossava nuove, sontuose vesti, donatele in gesto di
benvenuto. Mentre le pietre del maniero ardevano al sole, lei era nel fresco, umido interno. Lo
stendardo, con il leone scintillante sul fondo cremisi, rammentava da ogni parete a Venerina
l'appartenenza, sia pur fittizia, al casato e la fedeltà a Tywin. Il matrimonio di Cercei era
imminente. La più enigmatica tra i suoi parenti da poco acquisiti l'aveva osservata ogni giorno, da
sotto le ciglia scure.
Forti gemiti interruppero le sue riflessioni: umani, sporchi e inferiori creature schiave dei propri
istinti!
Spinse piano la porta di legno. Due corpi, lucidi di sudore, sembravano bruciare avvinghiati, alla
luce delle torce: Cercei e Jaime.
Venerina inarcò delicatamente le sopracciglia: aveva giudicato sua "cugina" più distaccata dalle
umane debolezze di quanto quella scena non dimostrasse. L'incesto non era facilmente tollerato, che lei sapesse e, probabilmente, ancor meno sarebbe stato accettato il mettere in pericolo un
matrimonio politicamente importante. Tossicchiò.

- Buonasera, cari. No, non c'è bisogno di coprirvi, Jaime caro. Nulla di quello che mostri è di mio
interesse. Cercei, cara, capisci che la porta va chiusa con maggiore attenzione, vero?

Jaime era scattato in piedi, coprendosi maldestramente. Cercei, bella e impudica, aveva sorriso.

- Hai ragione, Venerina. La prossima volta. Come ci hai trovati?

- I gemiti, cara. Siete leggermente sopra le righe, ahimé, quando indulgete nelle vostre fragilità.

Venerina sedette.

- Perdonate, alla mia età la schiena duole. Dicevamo? Ah, sì! Dunque, cara, capisci bene che tuo
padre non è come me e te. Noi siamo persone che guardano gli obiettivi, nonostante questa tua, per così dire, caduta di stile - sorrise, sventolando graziosamente la mano - Tuttavia tuo padre farebbe
questioni di principio molto poco pratiche. Jaime, caro, se copri quel tuo... quella tua sporgenza ed esci, io e la tua sorellina dobbiamo fare due chiacchiere. Una regina ha bisogno di buoni consigli!

(498 parole)

▪️Madeleine Hitchcock - Not_only_fairytales

Finalmente...
Finalmente una prova...
Finalmente una conferma...
Finalmente quel corpo marmoreo, nudo d'innanzi ai miei occhi.
Era da anni che sospettavo di loro, di quei loro sguardi, di quei loro bisbigli. E, finalmente, eccoli qui tutti i miei sospetti, intenti a rivestirsi d'innanzi a me in gran fretta e a vergognarsi di quei corpi che prima erano tanto ben disposti a mostrare al
vento.
Lo avrei detto a zio Tywin? Può essere.
Sono stata gelosa di Cersei per tutta la vita, la vendetta mi era dovuta. Ma Jaime...
no, non gli avrei mai fatto del male.
Sorrisi: - Moriremo tutti. Andremo tutti a marcire sottoterra. È il nome della famiglia
che sopravvive, l'unica cosa che resiste. Dobbiamo proteggerlo - dissi con fare rassicurante: - Sarebbe una gran disgrazia per la nostra casata sé le nozze reali venissero annullate. Come sarebbe una grande disgrazia se, una volta letto il mio
testamento, si scoprissero le reali cause della mia morte -.
Non ero tanto ingenua da credere che i gemelli mi avrebbero risparmiata solo perché condividevamo cognome e una manciata di parenti: quella sera stessa avrei scritto dell'accaduto su di una lettera, l'avrei sigillata e consegnata al Gran Maestro chiedendogli la cortesia di leggera alla mia (si spera lontana) veglia funebre.
Non avrebbero mai osato uccidermi.
Mi feci da parte liberando il vano della porta, invitandoli ad uscire sereni e lieti, senza rancori o preoccupazioni... per il momento.
Cersei doveva pagare e avrebbe pagato col sangue.
Ogni uomo avrebbe ucciso per stare una sola notte fra le sue cosce: cavalieri, re, fratelli, chiunque. Aveva ai propri piedi ogni uomo del regno e fra tutti aveva scelto
proprio lui, Ser Jaime Lannister: l'unico uomo che avessi mai amato in vita mia.
Mentre tergiversavo con lo sguardo sul cavaliere impegnato nel nobile atto della vestizione, capii che il tempo della mia tanto agognata vendetta era giunto.
Sorrisi alla mia cara cugina Cersei intenta a lanciarmi mute grida colme di odio, tipiche del fiero leone chiuso in gabbia.
Chissà se aveva capito, chissà se era riuscita a decifrare il mio sguardo, chissà se aveva compreso che ogni mia notte, negli ultimi dieci anni, era stata regina dei miei
sogni, dei mei sogni sporchi di sangue.

(366 parole)


▪️Ares Rilke - imsarah_98

Il mondo sembrava essersi fermato davanti agli occhi di Ares.
Gli atti osceni che la sua curiosità l'avevano portata ad osservare, si erano propagati
all'interno del suo animo con la stessa velocità con cui si propaga una macchia di vino rosso
su un abito bianco.
Senza sbatter ciglio, Ares continuò il suo cammino lungo il corridoio e raggiunse, in modo
del tutto indifferente, la sala in cui si sarebbe tenuta la cerimonia quella mattina. Nonostante
il banchetto non fosse del tutto pronto, Ares si fiondò sulla caraffa d'oro piena di vino rosso e
ne versò una dose alquanto abbondante dentro un calice di cristallo, il cui stelo era decorato
con pietre preziose.
Ne buttò giù un bel sorso e meditò sul da farsi.
Vedere tutta quella preparazione le aveva messo una felicità addosso che Ares ostentava a
credere che lei stessa poteva provare: un matrimonio così sfarzoso e imponente non si era
mai visto nella storia dei Sette Regni. Raso, pietre preziose, cristalli ma soprattutto oro, oro
da per tutto.
Perfino il tappeto che avrebbe accompagnato Cersei lungo la sua entrata, presentava inserti
d'oro.
"E' tutto così bello" pensò, osservando attentamente ogni singolo dettaglio di quella stanza
"E' tutto così perfetto, e quella stupida sgualdrina di mia cugina sta per rovinare tutto"
continuò, buttando giù un altro sorso della bevanda rossa.
Adesso capiva il motivo per cui Tyrion ne beveva in continuazione: l'avrebbe aiutata nella
scelta che avrebbe preso, ovvero quella di denunciare gli atti osceni della cugina e di suo
fratello, Jamie.
"Se io dicessi tutto allo zio, potrei entrare nelle sue grazie e guadagnarci qualcosa" pensò,
mentre fissava con sguardo attento il trono di fronte a sé.
-Ha la faccia di chi trama qualcosa... tipica dei Lannister -
Ares si voltò, incrociando lo sguardo di Lord Varys: i suoi occhi erano talmente penetrante da
esser capaci di far confessare un segreto anche al più terribile dei bugiardi.
«Lord Varys, non pensavo facessero entrare anche i ragni a questo evento» rispose, con tono
sprezzante.
«Vedi Lady Ares, meglio tenere un uomo come me amico, piuttosto che nemico. Ho più
potere di quel che sembra» sussurrò, guardandola dritta negli occhi «il segreto che nascondi
è grande e... potrebbe distruggere qualcuno, non è così?» domandò il Lord, girandole
intorno.
Ares non mosse un muscolo, non diede segno di alcun cedimento ai giochi di Varys: era abile
in questo e sapeva che se solo avesse incontrato il suo sguardo, gli avrebbe confessato tutto,
distruggendo non solo Cersei ma anche tutta la famiglia Lannister e questo non poteva
permetterselo.
«Il mio consiglio è: tieniti i segreti e fatteli amici. Se questo è un segreto che ti porta a
qualcosa, meglio elaborare il modo in cui servirlo e il momento - si fermò davanti a lei - non
peccare di bramosia del potere. La vedetta va sempre servita fredda» concluse
allontanandosi silenziosamente.
Varys aveva ragione: avrebbe aspettato.
D'altronde quale miglior vendetta se non quella di vedere sua cugina intrappolata in un
matrimonio infelice?

(499 parole)

▪️Henry - DarkDarrik

La vista da Castel Granito era ottima, poggiato a una delle finestre del maniero, osservavo le colline e le catene montuose che si espandevano per buona parte delle Terre d'Occidente. Tutti quei territori erano sotto il controllo della nostra famiglia: i Lannister, la più ricca e nobile di tutte le casate dei Sette Regni.

Presi il mio calice con dentro dell'ottimo vino e sorseggiai, staccandomi dalla finestra e voltandomi in uno dei grandi corridoi del castello.

Lisciai sul petto il mio corsetto rosso borgogna con inserti dorati e poi posai distrattamente il calice su un mobile li vicino, mentre giocavo con un anello dorato che avevo al dito e guardavo un grosso drappo dei Lannister appesa a una parete: un leone dorato su sfondo rosso.

Ero fiero e orgoglioso di far parte di quella famiglia, mia cugina avrebbe sposato quello che era diventato il Re dei Sette Regni, un ciccione barbuto maniaco dei combattimenti, ma a mio avviso poco avvezzo a governare su tutti noi.

Tuttavia mio zio era furbo, avrebbe unito la nostra casata a quella reale dei Baratheon, con un matrimonio. Cersei era davvero un bel partito, ci avrei fatto un pensierino io stesso, parentela o meno.

I Targaryen si sposavano tra fratello e sorella, cosa poteva mai essere farsi una cugina?

Camminai per il lungo corridoio, cercando le scale per scendere nelle parti più fresche del castello, ovvero i sotterranei.

Non erano molto frequentati e ci si poteva fare un giro in tranquillità visto che il maniero era sempre pieno di gente.

Durante la mia camminava solitaria dei rumori molesti attirarono la mia attenzione, sembravano dei gemiti. Non vedo l'ora di trovare il pretesto per punire qualche servo che si divertiva invece di lavorare.

Mi intrufolai di soppiatto nella stanza da dove provenivano i gemiti e aprì la porta di legno senza fare rumore.

Notai un culo nudo e una zazzera bionda che si muoveva avanti e indietro, seguendo i movimenti di quelle natiche muscolose.

L'uomo teneva da dietro il collo una donna altrettanto bionda con i capelli mossi e lunghi. Lei era curva appoggiata a una botte di legno e gemeva ad ogni colpo che il suo compagno di giochi le dava da dietro.

Tuttavia quando il volto della giovane si girò nella mia direzione con gli occhi chiusi e le labbra spalancate riconobbi mia cugina Cersei.

Lei non mi vide e io mi nascosi meglio, quando anche l'uomo mi diventò visibile rimasi letteralmente senza parole. Era suo fratello, ovvero mio cugino Jamie!

Mi dileguai più velocemente e anche più silenziosamente possibile.

Pensai che quella scoperta poteva tornarmi utile una volta che Cersei sarebbe stata Regina, avrebbe avuto un favore da farmi in cambio del mio segreto.

Una sguattera abbastanza carina stava andando verso lo scantinato, dove si stava consumando l'incesto, ma io la fermai con una scusa dicendole che poteva prendersi una pausa con il sottoscritto.

Vedere Cersei posseduta, mi aveva fatto venire una strana voglia...

(491 parole)


Resoconto:

▪️Missing: Lucifero di alicepaliuca02
▪️Ellie di SherlockM -> ritirata

Eliminati:

▪️William Rathborne - crilu98

Esultate, piccoli e ignari figli dell'Estate, perché per ora - ancora - siete vivi. Con la testa attaccata alle spalle. Gioite, stavolta il Gioco del Trono è stato clemente con le sue pedine di carne.

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