#1 SFIDA: BARATHEON

Ecco le prove dei Baratheon!

Sotto ad ogni one shot troverete delle tabelle con dei punteggi: ciò che vi interessa è il numero in fondo, che può essere compreso tra 0 e 75. Per essere più chiare possibili, abbiamo deciso di mostrarvi i punteggi di ciascun giudice. Se la fascia inferiore, che racchiude i punteggi totali, è rossa, allora siete eliminati. Se è bianca, no.

▪️Meriel Turner - Mooneygiuls

Lo sapeva.

L'aveva capito non appena la borraccia era passata di nuovo dalle mani di Lancel a quelle del suo Re, uno dei parenti lontani di Meriel, Robert Baratheon, e le sue forze sembravano abbandonarlo ancora di più, che qualcosa non andava. E la causa, era proprio il vino.

Che Lancel lo stia avvelenando?, si chiese Meriel, seduta sul proprio cavallo, dietro a tutti, vestita con un semplice abito grigio e una treccia a scenderle sulla spalla - non amava sfoggiare le proprie ricchezze come le altre Lady, soprattutto per una semplice battuta di caccia; non quando l'intera Approdo del Re viveva di stenti.

Cosa avrebbe dovuto fare? Fermare la compagnia e indicare Lancel come attentatore alla vita del Re? E se non fosse al corrente di cosa conteneva quella borraccia?

Non poteva attirare troppo l'attenzione e rischiare di passare dalla parte dei sospettati, ma Robert Baratheon stava sempre peggio, e tra non molto le sue forze lo avrebbero lasciato andare. Non poteva neanche aspettare la sua morte per averne conferma... E allora cosa?

Osservò le persone dinanzi a lei, intente a ridere e a scherzare tra loro, incuranti di ciò che stava accadendo al loro Re; tutti tranne uno: Renly Baratheon, fratello minore del Re e Lord di Capo Tempesta, sembrava essere diventato serio tutto di una volta, e osservava Robert con sguardo pensieroso.

Meriel fece avvicinare il suo baio scuro a quello bianco del ragazzo, prendendo la sua attenzione.

«Potrei chiederti due minuti per parlare?» chiese a bassa voce, in modo che soltanto lui potesse sentirla.

Il ragazzo annuì, lanciò un'occhiata a suo fratello, poi rallentò l'andatura del cavallo per rimanere dietro a tutti con Meriel. «Di cosa vuoi parlarmi?»

«Del Re» disse, arrivando subito al sodo. «Non sta bene, penso sia a causa del vino.»

Renly osservò prima lei poi la borraccia che veniva nuovamente passata da Lancel a Robert. «Ho notato il suo stato, pensavo che non stesse bene, anche se era sospettoso, ma non avrei mai pensato fosse a causa del vino...»

«Conosco quei sintomi, è veleno di certo. Lancel è un Lannister...»

Renly divenne paonazzo in volto. «Cosa stai suggerendo?»

«Lo stanno avvelenando.» Meriel osservò il ragazzo accanto al Re, al quale non sembrava importare della salute del proprio sovrano, ma continuava a sorridere.

«Perché dovrebbero fare una cosa del genere? Cersei è sua moglie, la Regina.»

Meriel scosse la testa. «Chi altri potrebbe? Gli Stark, per esempio? Che sono così fedeli al proprio Re? No, Ned Stark è il suo miglior amico, ci scommetto che sono loro gli artefici... i Lannister.»

Renly deglutì e guardò nuovamente suo fratello. «Cosa dobbiamo fare?» chiese, palesando a voce i pensieri di Meriel, che si limitò a sospirare e a scuotere la testa.

«L'unica cosa che possiamo fare, adesso, per non rischiare la morte, è continuare ad osservarlo per avere una conferma ai nostri sospetti. E poi agiremo.»

(489 parole)

▪️Ryan - RomBones

Re Robert ha ordinato di fermarci in una radura per una sosta e la cosa mi sorprende ancora, come altri dettagli nell'arco di questa battuta di caccia.
Robert sembra stanco, affaticato e non fa che bere vino. Un vino che il suo premuroso scudiero gli serve con sollecitudine.
Il re scende da cavallo e si stravacca amabilmente contro un tronco, che fa concorrenza alla sua
stazza; in attesa che Renly ci raggiunga col suo gruppo, un servitore accende un falò, un altro
lucida e controlla le armi.
Scendo da cavallo anch'io e mi avvicino al mio re: «Fa davvero caldo questa sera, Maestà. E quel
vino sembra davvero dissetante.» Indico la fiaschetta che ha portato nuovamente alle labbra.
Robert quasi lo sputa di getto e scoppia nella sua fragorosa e grassa risata: «Piscio di cane! Ma fa il suo lavoro.»
Noto un guizzo nello sguardo di Lancel... Certo, fa sicuramente il suo lavoro...
«Viene da Dorne?» chiedo direttamente al ragazzo.
Lui si sorprende di essere stato interpellato e per un attimo tentenna, così incalzo con le domande:
«O forse da Essos?»
Lancel ingoia un groppo di saliva e solleva la schiena: «Non so, mio signore, l'ho preso dalle cucine della capitale.»
Il re ride di nuovo, divertito da quella risposta, ma a me la cosa non piace ancora.
«Permetti, allora, che ne assapori un goccio.» Non glielo sto chiedendo.
Stavolta Lancel si pietrifica e lancia uno sguardo da me a Robert: «Non posso, mio signore, è la
scorta del re!» prova a protestare.
«Maestà,» chiedo quindi a mio cugino: «come saprai, conosco tutti i vini di questo e dell'altro
continente, ed essere in presenza di una fiaschetta di rosso di cui non conosco l'origine
rappresenta una grande sfida per i miei sensi.»
Robert fa un cenno con la testa e Lancel è costretto a passarmi il vino.
Avvicino il naso all'apertura, dalla quale sento arrivare un forte profumo dolciastro: «Dolce, ma
non viene da Dorne. E non riconosco le spezie tipiche di Essos.»
Guardo di nuovo Lancel e fingo di avvicinare la fiaschetta alla bocca, finché lui non ci casca e urla: «No!»
«Perché, Lannister? Qual è il problema? Il tuo re vuole che beva dalla sua scorta!»
Ma ora lo scudiero trema vistosamente, non sa come ribattere, così getto il vino sul terreno e
sguaino la spada, puntandola contro la sua gola: «Tu, vigliacco, stai attentando alla vita di re
Robert!»
«No...» geme, stavolta, il leone. Un gatto randagio avrebbe più coraggio di lui.
Ma la risata di Robert irrompe ancora nel bosco: «Ryan, ho capito che sei un esperto, ma non
essere così critico! È solo piscio di cane!»

(455 parole)

▪️Yuri Sevensuns - amarantoazzurro

" Ormai è quasi giunta sera. Il vecchio reucolo è un pazzo! Ha affidato la sua vita mpf, a un ragazzetto cieco e disarmato!" pensava ripetutamente Lancel ogni volta che gli somministrava il vino corretto col veleno. "Bene, sarà più facile ucciderlo assieme a lui. Barcolla già!"

"Il fruscìo dei loro passi è cessato" notò Yuri. "Anche il vento ha placato il suo soffio. Il re è sul punto di trangugiare l'ennesimo sorso di veleno! Cosa faccio?

Cosa spinge questi sudditi a volere la morte del loro re? Dal forte odore che avverto non ho dubbi su quale e quanto veleno hanno mescolato in quella bevanda. È vero. Sin da quando ho messo piede in questo regno non ho fatto altro che percepire sofferenza, disperazione, fame... ma giustiziare quest'uomo risolverebbe i problemi? O piuttosto ne creerebbe altri anche peggiori? Dov'è la verità?" Si domandò Yuri strappando dalle labbra del sire la borraccia nefasta.

Oltraggiato oltre ogni limite, il re lo ammonì pesantemente.

«Sta zitto e stammi vicino se vuoi vivere!» emise lapidario Yuri lanciando ai piedi di Lancel la sacca del liquido mortale. «Vi stanno avvelenando con l'aconito napello!»

Le spade e gli archi armati impiegarono meno di attimo per orientarsi verso il ragazzo, il quale, apparentemente irragionevolmente, affondò una mano nel collo taurino del re spingendolo contro la quercia alle sue spalle.

"Cosa fa? Vuole ucciderlo! Ma allora è dalla nostra parte!" ghignò Lancel frenando l'affondo della lama tra le scapole del cieco.

«Perché hai ritirato la tua arma Lancel?» domandò Yuri voltato di spalle, mentre sprigionava il suo misterioso potere taumaturgico a beneficio di Robert.

Lancel sbiancò in volto. Malgrado il caldo afoso, sentì un freddo innaturale frustargli la spina dorsale. «Tu sei cieco! Com'è possibile?!»

Intanto, il re sputò fiotti puzzolenti di succhi gastrici misti a vino avvelenato. Era frastornato ma le gambe non gli vacillavano più.

«Oh! È uno stregone! Il cieco è...» emise l'accompagnatore di Renly che rimase scioccato vedendo Yuri lanciare una pietra e colpire con precisione la gola dell'urlatore, zittendolo all'istante. Mosse le mani d'istinto anticipando l'eventualità fosse il prossimo bersaglio.

«Chi ha organizzato l'attentato?» domandò Yuri serafico.

Sciabole stridenti e corde tese d'archi con frecce incoccate risposero al quesito.

«Praticamente tutti!» ripetè retorico. In quell'attimo il re fece per sguainare l'arma regale emettendo il suo giudizio, ma Yuri lo prese per la barba e lo trascinò a terra. Il tonfo della lama conficcata nel tronco giustificò quel gesto irriverente. Il re, vedendola, soprassedette bellamente.

"Dov'è la verità?» ripetè il cieco afferrando con le mani tre dardi scoccatigli contro, rispedendoli manualmente ai mittenti centrando le giunture delle braccia.

L'aria si mosse per un solo istante. Lancel e Renly videro svanire le loro armi e le braccia anchilosate repentinamente. Quando udirono i ferri taglienti cadere ai piedi del cieco, realizzarono la propria disfatta.

«Uccidili tutti ragazzo! Ti darò tutto ciò che i forzieri reali contengono!» ordinò terrorizzato Robert.

«Nessuno morirà oggi. Io cerco la verità, e dubito che i tuoi forzieri possono contenerla!»

(507 parole)

▪️Matthew Huges - ellybit

L'invito a corte era giunto all'improvviso, e in una stagione poco favorevole: quando aveva toccato Approdo del Re, Matthew l'aveva trovata sprofondata in un calore infernale. Gli erano sempre piaciute le battute di caccia: le fronde a schermare il cielo, i cani che uggiolavano, le grida e i sussurri dei cacciatori, il cuore che batteva mentre incoccava la freccia, l'odore del sangue della bestia ferita.

Questa volta, però, nemmeno il verde del fogliame contribuiva a risollevarlo dopo il giro in città: il popolo stava morendo di fame e disidratazione, le malattie invadevano ogni quartiere, eppure nessuno sembrava curarsene. Certamente non Robert Baratheon, che ora barcollava instabile verso il cinghiale colpito da suo fratello Renly. Robert era sempre piaciuto a Matthew: lo trovava capace, coraggioso e intelligente, oltre che molto spiritoso. Ultimamente però un vortice di fiacchezza e immobilità sembrava aver avvolto lui e il suo regno, facendo precipitare entrambi in condizioni disperate.

«Porco cane, Renly! L'hai preso nel culo! Pensavo ti piacesse il cazzo e invece... vuoi solo metterlo nel culo a tutti!» Matthew strizzò gli occhi, leggermente irritato: l'ilarità di Robert negli ultimi tempi era divenuta putrida come i sobborghi del suo regno. «Altro vino, Sire?» chiese Lancel Lannister, che lo seguiva pedissequamente rimpinzandogli il fegato. Robert afferrò la borraccia di cuoio che gli veniva porta e ne trangugiò una lunga sorsata, sporcandosi la barba con scie di liquido rossastro. A Matthew parve di cogliere in quei bagliori sanguinolenti l'immagine di brutti presagi.

Smettila. Sta solo bevendo, gli è sempre piaciuto. Mettendo a tacere il proprio istinto, riprese a camminare, tendendo le orecchie per cogliere eventuali grugniti. Ma la testa gli doleva per il troppo caldo, e il puzzo del muschio era così acre da mettergli sottosopra lo stomaco, tanto che faticava a concentrarsi. Chissà come fa Robert a bere tutto quel vino senza vomitare.

Poche ore più tardi, mentre il crepuscolo colorava di indaco le querce e tutti si chiedevano quando quell'infinita battuta di caccia si sarebbe conclusa, il re si sedette su un tronco caduto e fece cenno di riunirsi attorno a lui. Matthew si avvicinò con calma, stanco e spossato dopo tutte quelle ore di cammino con solo del pane e della carne essiccata a tenerlo sveglio.

«Matthew!» esclamò Robert. «Vieni qui, dimmi come va a Capo Tempesta. Cosa raccontano le mie vecchie spasimanti laggiù?»

«Che siete il miglior toro da monta dei Sette Regni, Sire.» Robert scoppiò in una risata tonante.

«Oh, certamente. Vorrei solo che mio fratello mantenesse alto il nostro nome... Sai, ogni tanto temo che non si comporti come dovrebbe» sussurrò, diretto soltanto a Matthew. «Non è lui che dovete temere» sibilò questi, indicando con il capo Lancel, che si teneva in disparte e guardava assorto la borraccia. Robert mugugnò qualcosa, poi gli sorrise. «Torniamo alla Fortezza. Non mi sento molto bene, in effetti. Troppo vino, che dici? Meglio essere prudenti e finirla qui.» Si alzò in piedi.

«La caccia è terminata!» annunciò, prima di precipitare bocconi a terra.

(504 parole)

▪️Gloria Melas - PMillerEunaNotte

"E così, tu sei la figlia di Leo, il nipote del figlio della zia di mia prozia Angela, zia di mia madre..."
"... che al mercato mio padre comprò!" Gloria Melas, ventitré anni e un'invidiabile faccia di bronzo, concluse così la frase di Robert Baratheon, lasciando i presenti con un'aria piuttosto interrogativa sul volto. Reazione comprensibile: Branduardi non era tra i menestrelli che rallegravano la corte di Approdo del Re. Le conoscenze musicali degli altri partecipanti a quella battuta di caccia arrivavano al massimo a "Le piogge di Castamere" e "Jenny di Oldstones". "Quindi saresti nostra cugina... di terzo grado?" chiese Renly, fratello del Re. "E intendi forse entrare nei Guardiani della Notte? Guarda che le donne non sono ammesse!" proseguì, indicando i vestiti completamente neri di Gloria e provocando l'ilarità generale. Robert, che aveva appena bevuto una generosa sorsata dalla borraccia che Lancel Lannister gli aveva per l'ennesima volta porto, spruzzò attorno tutto il vino appena ingurgitato, non riuscendo a trattenere le risate.

Gloria ignorò le critiche al proprio vestiario, che quel giorno era costituito da jeans neri e da una t-shirt altrettanto scura con raffigurato un corvo che strappava un occhio a uno zombie. "Non entrerei mai in un'organizzazione così sessista! Sono qui piuttosto per vedere l'Iron Throne. Sapete, mi interessa tutto ciò che è metal". "Oh!" esclamò Ser Barristan Selmy. "Indubbiamente il Trono di Spade è realizzato in metallo. Ma che strano accento, Gloria, venite da Westeros o da Essos?"
"Da Cagliaros."
"Cagliaros? Mai sentito. Dov'è?"
"È su un'isola meravigliosa, l'Isola delle Sardine. Là il mare è di smeraldo..."
"Forse io ne ho sentito parlare!" intervenne Renly. "L'isola-smeraldo. Ho ballato con una ragazza che proveniva da lì. Bionda, seria, alta e grossa come un uomo! No, forse mi sono sbagliato, era dell'isola dello zaffiro..."
"Zaffiro o smeraldo, non mi stupisce che tu ci abbia ballato, se sembrava un uomo..." replicò Gloria, sogghignando. Poi proseguì, sussurrando all'orecchio del cugino: "Senti... Ma io non ti ho visto all'ultimo Pride?"
"Del vino, Maestà?" Lancel stava offrendo di nuovo da bere al Re, che non faceva certo complimenti e trangugiava tutto. Gloria lo aveva notato: ormai era la quindicesima o la sedicesima volta dall'inizio della partita di caccia, e ciò non le era sembrato affatto giusto.

"Hey, Lannister: cosa stai facendo con quel vino? Non vedi che mio cugino non si regge in piedi e che noi invece camminiamo perfettamente dritti? Non ti sembra di avere esagerato con lui?"
Lancel sobbalzò. Con l'espressione preoccupata, cercava di sfuggire gli sguardi, riuscendo solo a farfugliare: "Ma... io..." Gloria proseguì: "E non ti sembra soprattutto di essere stato invece
scortese con noi? È forse educato far bere solo lui, lasciando tutti noi con la gola secca? Ho capito che è il Re, ma il coppiere dovrebbe offrire vino a tutti, altrimenti il Re che figura ci fa? Quella del tirchio inospitale. Sbaglio forse, compagni? Vino per tutti!"
"Vinoh!" risposero, in coro, gli altri due.

(489 parole)


Eliminati:

▪️Gloria Melas - PMillerEunaNotte

Esultate, piccoli e ignari figli dell'Estate, perché per ora - ancora - siete vivi. Con la testa attaccata alle spalle. Gioite, stavolta il Gioco del Trono è stato clemente con le sue pedine di carne.

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