CAPITOLO 12

Salve ragazzi, sono tornata finalmente. Premetto che scrivendo questo capitolo mi sono quasi messa a piangere in una parte precisa 💖
So già che alcuni di voi capiranno esattamente in quale punto. Come al solito mi scuso se il mio stile è pieno di dialoghi e pensieri e poca narrazione ma... A me piace così perché credo coinvolga di più. È diventato il mio stile.

Buona lettura :)
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Quella sera a tavola, Hoshi era riuscita a disinibirsi e si parlò molto dei viaggi che Kirinmaru e Rion avevano fatto insieme secoli prima.
La ragazzina dai capelli viola era visibilmente felice mentre raccontava a Hoshi tutto quello che aveva visto in quegli anni. La natura, gli animali, culture e popoli differenti...

Sì poteva percepire chiaramente quanto tutto questo provocasse in Rion un particolare entusiasmo.

"Chiedo scusa, sto parlando troppo. Prima hai detto di essere qui a lavorare per mio padre, giusto?"
"Ah sì, è corretto. La mia famiglia possiede da anni un negozio di stoffe nel quale vengono creati anche abiti su misura. E io sono qui per questo"
"Davvero?! Mi piacerebbe molto vedere qualche creazione, sono davvero curiosa"

Hoshi si sentì nervosa per un momento. Dopo che la convivenza con Kirinmaru aveva preso una piega decisamente inaspettata, non aveva più lavorato così tanto. Non avrebbe avuto molto materiale da mostrare; se non altro Rion non sapeva esattamente da quanto tempo lei fosse lì perciò... Forse per il momento si sarebbe salvata.
"Ovviamente, mi farebbe più che piacere avere un parere femminile sul mio lavoro. Sarò lieta di mostrarti ciò che ho prodotto finora. Ora perché non mi precedete e non iniziate a prepararvi per dormire? Io aiuto a sistemare le ultime cose nelle cucine e poi mi ritiro "

Hoshi tentò di lanciare uno sguardo d'intesa a Kirinmaru. Voleva che padre e figlia avessero un momento solo per loro due. Il demone colse il segnale e si alzò da tavola.
"Giusto, si è fatto tardi e immagino tu voglia riposare dopo il viaggio. Vieni con me Rion, andiamo nelle nostre stanze".
La ragazzina lo seguì senza protestare ma al tempo stesso senza aprir bocca.
Hoshi li aveva osservati entrambi, e in breve si fece strada in lei una sensazione di disagio.
*Accidenti... Si nota eccome che tra quei due c'è qualcosa che non va. Al momento non ho idea di come possa aiutarli ma ci voglio provare...*
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Nei corridoi, Kirinmaru e Rion si stavano avviando nelle loro stanze.
"Padre, chiedo scusa, ma vorrei farvi una domanda"
"Mmh? Cosa?"
"Non so, tutta questa situazione è strana. Voglio dire, quella ragazza è un'umana giusto? E già questo mi convince poco; oltretutto le vostre richieste nei suoi confronti sono alquanto inusuali. Oserei dire perfino frivole per come vi conosco. Ho l'impressione che ci sia altro ma... Ovviamente non spetta a me giudicare. Posso solo attendere e capire cosa avete per la testa"

Kirinmaru non si meravigliò per nulla, sapeva bene con chi aveva a che fare.

"Senti Rion... Ti prometto che ti racconterò ogni cosa successa a tempo debito ok? Non voglio che ci siano incomprensioni, mai più. Ma... Voglio qualcosa in cambio. Vorrei che smettessi di parlarmi in questo modo così formale. Non lo sopporto, siamo pur sempre padre e figlia... Ci stai?"
"...ci proverò. Direi che si può fare. Attenderò con impazienza di scoprire di più. Buonanotte padre".

Il grande demone stava iniziando ad essere in difficoltà, nonostante la sua natura demoniaca, la situazione in cui si trovava come padre era alquanto frustrante. Tutta la tensione accumulata gli sfuggì in un lungo e profondo sospiro.
In un tentativo di togliere certi pensieri dalla sua mente decise di ricongiungersi con la ragazza.
Nelle cucine non sembrava esserci la sua presenza.
"Se state cercando la signorina temo sia già nei suoi alloggi, Signore. Almeno questo è quanto ha riferito lei"
"Nei SUOI alloggi?... Grazie"

*Santo cielo, ora ci si mette anche lei... Ma perché deve essere così difficile averla vinta una volta ogni tanto con le femmine?Devo parlarle assolutamente, dovevo immaginare che fosse una scusa per non dormire con me stanotte*

Proprio mentre Kirinmaru imboccava il corridoio, Hoshi stava per entrare nella sua stanza personale.
"Hoshi aspetta!"
La ragazza tentò di fingere di non aver sentito la voce del demone, ma all'improvviso sentì una presa sul suo braccio.
"Per favore, devo parlarti... E poi scusami, che cosa ci fai qui? Speravo che avremmo continuato a dormire insieme"
Kirinmaru le rivolse queste parole fissandola dolcemente negli occhi e la ragazza non riuscì a resistere.
"Senti Kirinmaru io... Non lo so, al pensiero che tua figlia possa vedermi nella tua stanza insieme a te insomma... Mi mette a disagio. In parte mi sento fuori posto e poi non vorrei darle una brutta impressione"
"Allora fammi entrare e parliamo, va bene?"

La ragazza acconsentì e in breve tempo si ritrovarono entrambi adagiati sul futon.
"Questa sera a tavola ho notato la tensione che c'è tra di voi. Io capisco che è difficile per te però... Se devo aiutarvi devo sapere che cosa è successo. Mi basta il minimo indispensabile, ma devo sapere..."
Kirinmaru era cosciente del fatto che, prima o poi, in qualunque modo sarebbero andate le cose, avrebbe dovuto ricordare ed esternare l'accaduto di 600 anni prima.

"Lo so, speravo di non doverlo mai fare ma sinceramente è più importante il rapporto tra me e Rion, e soprattutto la sua felicità. Io ti racconterò ciò che è successo e tutto quello che ho fatto di concretamente sbagliato... Purtroppo i problemi non si limitano a questo, ma vorrei che il resto te lo dicesse lei di sua spontanea volontà. Credo che tu possa riuscire a raggiungere un'intesa più che sufficiente perché si confidi. E forse farebbe bene anche a lei. Penso ci siano cose che solo lei può dirti, ed è giusto che sia così".

Hoshi prese le mani del demone fra le sue in un gesto affettuoso e gli diresse un dolce sguardo.

"È più che sufficiente non preoccuparti, capisco quello che vuoi dire"

Kirinmaru prese fiato con un profondo respiro, come se dovesse raccogliere tutte le sue forze per poter parlare.
"...ti avevo già detto che Rion è morta una volta giusto? Insomma... Di fatto lo è ancora. La sua anima è viva e il suo corpo è effettivamente uguale a lei, ma non è il suo. È solo un contenitore artificiale, e ovviamente necessita di energia vitale per muoversi. Io... Sono riuscito a convincerla a restare in questo mondo seppur tra difficoltà e misure varie solo per darmi una seconda possibilità come padre".

La ragazza aveva notato una certa agitazione in lui, il suo tono di voce era cambiato, quasi come a voler reprimere le forti emozioni che altrimenti avrebbero preso il sopravvento.
Era già successo una volta, e che la storia si ripetesse non era di certo ciò che lui voleva.

"Ho sbagliato Hoshi, ho sbagliato tutto... Sono stato un pessimo padre, non ne ho mai fatta una giusta nei suoi confronti. A partire dalla mia abitudine di portarla con me ovunque, perfino sul campo di battaglia senza insegnarle a combattere. Ero convinto che finché ci fossi stato io con lei non le sarebbe potuto accadere nulla; e invece non è stato così.
È stata uccisa da un mezzo demone praticamente davanti ai miei occhi e io... Che cosa ho fatto io in quegli istanti?
Ero sicuro di avere la situazione sotto controllo e ho abbassato la guardia. Non me lo sono mai perdonato e non volevo accettarlo, così ho fatto l'ennesimo sbaglio trattenendo con la forza la sua anima sulla terra. Io... Non lo so se ci sia un modo per farmi perdonare e riuscire a recuperare il nostro rapporto, come quando mi accoglieva sempre con un sorriso, ed era per quello che io continuavo ad andare avanti e a combattere... Odio doverlo ammettere ma ho bisogno di aiuto. Ma se sarai tu a supportarmi ne sarei più che felice, Hoshi"

"Non credo ci siano parole che io possa dire per farti sentire meglio, io stessa odio essere compatita. Per cui insomma, posso solo dirti che mi farebbe piacere riuscire ad aiutarvi. Ricorda che ho perso mio padre poco più di due anni fa, avrei voluto che potesse vedermi crescere ancora, magari avere una famiglia. Io penso che Rion non abbia mai smesso di volerti bene, e forse da sola non riesce ad esprimere tutto quello che si sta tenendo dentro. Vorrei riuscire a farla parlare con te a cuore aperto, vorrei che capisca che è importante farlo. E poi, diciamo la verità, a me piace davvero sai? Si nota che ha un animo gentile... In fondo in fondo proprio come suo padre..."

Kirinmaru reagì dapprima guardando la ragazza negli occhi poi, con uno sbuffo di sdegno, si voltò dalla parte opposta.
Hoshi iniziò a ridere sotto i baffi ma il gesto non passò inosservato, di conseguenza il demone tornò ad ammirare il suo dolcissimo viso con la coda dell'occhio ed accennò ad un lieve sorriso.

"È incredibile quanto tu riesca a farmi sentire meglio con così poco. Mai avrei pensato di arrivare ad avere una debolezza simile"
"Vieni qui, Kirinmaru"
"Eh?!"
La ragazza avvicinò a sé il demone portandogli la testa sul proprio petto e iniziò ad accarezzargli i capelli.
Rimasero così per diversi minuti, ciascuno immerso nel respiro sereno dell'altro.

"Senti Kirinmaru io... Non sapevo se parlarne o meno però ecco... La madre di Rion, immagino fosse un demone affascinante e... Diciamo che mi fa uno strano effetto sapere che c'è stata un'altra prima di me che sicuramente era tutta un'altra cosa, io sono solo un'umana. Voglio dire, non che pensassi che in diversi secoli di vita tu non avessi avuto esperienza ma, diciamo che essere messi davanti ai fatti è diverso..."
Ora sì che Kirinmaru si sentiva in difficoltà. Ovviamente non aveva intenzione di dire bugie, ma avrebbe dovuto scegliere le parole giuste.
Decise così di cambiare prospettiva. Si liberò dalla presa della ragazza e si distese sopra di lei, i loro volti a pochi centimetri di distanza.

"Te lo dirò ora e mai più, d'accordo? Sì è vero, era un demone, sicuramente di una discreta bellezza per i nostri canoni, certamente non ci siamo uniti contro la nostra volontà. Sono tutte cose vere e non voglio negarlo. Ma quello che voglio che ti sia chiaro è che non era vero amore. Vista la mia posizione dovevo avere una discendenza, certo non ho scelto la prima femmina che mi è capitata ma... È stato tutto poco più che convenienza. Ci siamo separati poco tempo dopo la nascita di Rion e io ho deciso di non separarmi da mia figlia, nulla di più. E, ultima cosa, lei era lei e tu sei tu, ok? E so con certezza che questa volta sì, è amore... Ne sono sicuro"

*Sa sempre come usare le parole per comunicare con me e farmi sentire meglio. Accidenti, il mio cuore sta accelerando i battiti, sicuramente se ne accorgerà. Anche se ormai a pensarci bene... Non ho più nulla da nascondere*
Le labbra di Kirinmaru stavano già percorrendo il collo della ragazza senza che lei avesse tempo di accorgersene.
Quando fu riportata alla realtà dal gesto carnale del demone gli chiese di fermarsi. Non si sentiva a suo agio quella sera.
"Ah Kirinmaru per favore, no. Lo sai che se continui così non riusciremo più a fermarci. Ti prego, lasciami almeno conoscere meglio tua figlia prima io... Non mi sento a mio agio a farlo ora"
"Va bene, come vuoi. Ma... Io non mi muovo da qui stanotte, sappilo!"

Dopo essersi scambiati un sorriso e un semplice bacio, Hoshi portò Kirinmaru su un fianco per poter dormire avvolta nel suo calore. La mente più serena ma proiettata all'indomani e alla dolce ragazzina che aveva bisogno di lei e di tutto il suo sostegno...

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