Capitolo 87. Aleksander ride nei momenti meno opportuni

Quasi tutto l'esercito venne sciolto all'istante, investito in pieno dalle fiamme dell'emiliana. Praticamente non era neanche quasi rimasta acqua a terra, erano stati sublimati.
Gli altri membri nevosi si squagliarono comunque in fretta, investiti dall'onda di calore delle fiamme, più blu che rosse.
Il bagno di quel mare incandescente lasciò la radura libera e Sofia ansante e su gambe instabili.

Il posseduto ricomparve in mezzo alla radura dopo aver accuratamente evocato uno scudo.
Si lamentò: <Davvero maleducati, avete distrutto tutto in un sol colpo un nell'esercito, eh!>
Poi la sua espressione si contorse in un ghigno vittorioso ed esclamò: <Ma non mi faccio abbattere con così poco! Bozen wird regieren!*>
Si mise a risuonare il flauto e la terra iniziò a tremare, mentre crepe vistose spuntarono come ragnatele dovunque.

Sofia, tanto per peggiorare la situazione, svenne mentre una crepa si stava espandendo sotto i suoi piedi. Ivan la prese per un braccio e Anna per i vestiti, tirandola efficacemente via dalla voragine.

Il russo se la issò sulle spalle e domandó: <Ok, che sa fare le magie rimane sono il bevitore con le bandierine.>

Tanto per innalzare la torta della loro sfortuna, dalle crepe più grandi iniziarono a spuntare tentacoli o mani che li attaccarono.

<E non ha mai bestemmiato da quando siamo qua, Giorgio che ti è successo-?> domandó Francesca, guardandosi attorno.
Non trovò né Giorgio, né Aleksander.

Impallidì un pochino.
<Giorgio ed Ale non ci sono.> decretò la toscana, vagamente spaventata. Erano morti? Erano stati presi prima? Come? Quando? Come non se ne erano accorti?!

<Gilbert-!> urlò allora Ludwig, avendo un'epifania.
<Non è con te?!> si spaventò a sua volta Antonio, rotolando per schivare un tentacolo molesto.

Ecco la ciliegina sulla torta della sfortuna.
Il parapiglia ebbe inizio.

Hans se la rise di gusto, commentando: <Sie sind in meiner Falle gestorben! Nur Idioten würden darauf hereinfallen, aber anscheinend habe ich habe sie gefunden!**>
Stava leggermente bluffando, perché non aveva più controllato se erano morti, ma ci sperava.

<Parla italiano!> si scocciò Carlo, provando a tagliare una manona. Il braccio amputato si agitò come una biscia prima di accasciarsi e morire.

Hans premette le labbra in una linea sottile. Scrollò poi le spalle con finta nonchalance e proseguì, sempre in tedesco: <Io parlo come mi pare e piace.>

[N/A: basta traduzioni perché diventano troppe e la Nota Autrice più lunga del capitolo non mi va... E anche per permettere più o meno a tutti di capire. Comunque il corsivo di Hans indicherà tedesco per tutto il capitolo.]

E riprese a suonare il flauto, animando con ancora più cattiveria i tentacoli e le braccia di ghiaia e erba tenute insieme dalla neve, andando contro qualsiasi legge della fisica.

Molte più imprecazioni volarono mentre Hans se la rise di gusto, chiedendo sempre nella sua lingua: <Vi state divertendo~? Io sì!>

<Dovrebbe sembrare una festa? Sembra stiate ballando la samba assassina!> esclamò una voce, da lontano.
<Dove cazzo eravate spariti?!> indagò Rosa, schivando e tranciando due dita ad una mano.

<Il magnifico me ha avuto un contrattempo e loro mi hanno aiutato!> spiegò Gilbert, sorridendo smagliante.
Nonostante tutto fosse allo sfacelo, Ludwig tirò un sospiro di sollievo: il fratello era salvo.

Il prussiano vide il loro nemico e commentò: <Siamo contro il pifferaio magico?>
Hans s'adirò e riprese a suonare con ancora più rabbia, praticamente strillando a suon di note "Ti faccio vedere io!".
Infatti muri di fuoco si ersero tutti attorno allo spiano, stringendosi piano piano sempre di più attorno il gruppo di nazioni e regioni, ma lasciando intoccato Hans.

Ludwig ebbe l'impulso di darsi una manata in fronte e poi picchiare il fratello: l'avrebbe ammazzato personalmente, se non fossero morti prima in quella battaglia.

<Giorgio, puoi fare qualcosa? Ci serve la tua magia, Sofia è K.O.!> impose Giovanna, rendendo groviera tentacoli che poi Giuseppe finiva per rendere purè di ghiaia fine, acqua e stracci d'erba.

Il veneto emise un verso strangolato mentre pensava velocemente a tutte le carte e a tutte le possibilità, finendo quasi per essere schiacciato.
Gilbert si mise davanti in modo molto eroico e assolutamente disinteressato, salvandolo.

Giorgio fece a malapena un accenno, impietrito dal fatto che un attimo prima stava ragionando, poi rischiava di diventare una sottiletta e ora capiva che aveva un'unica scelta.

Estrasse una carta ed esclamò: <Appeso!>
La carta nella sua mano scattò via, non prima di avergli lacerato il palmo della mano.
<Gigi! Porco Dio, cosa-!> ma Aleksander si bloccò, capendo che Giorgio non aveva sbagliato.

Il sangue dalla mano continuò a fluire, come un fiume in piena, ma allo stesso tempo il sangue sembrava moltiplicarsi da se stesso, finché una corrente cremisi non si creò.

Il veneto strinse i denti e direzionò con entrambe le mani la corrente contro il primo muro di fuoco, che evaporò in un sfrigolio, mentre un po' di sangue venne perso.

Hans batté il piede a terra, incazzato, e costrinse le sue creature ad attaccare con più veemenza il veneto.
Aleksander non ci mise neanche un secondo per pararsi davanti il fidanzato e brandire l'ascia a destra e a manca, urlando: <Venite qua, Giorgio ha bisogno di tempo!>

E mentre i più vicini accorsero per guadagnare secondi (e non finire abbrustoliti), Giorgio riuscì a spegnere un secondo muro di fuoco.

Non sapeva quanto avrebbe retto.
Le gambe tremavano, il mondo ondeggiava e la vista stava piano piano cedendo il posto a dei pallini neri.

Strizzó gli occhi chiusi per un attimo, lasciando che la carta prendesse altro suo sangue.
Doveva resistere. La carta funzionava tramite il sacrificio. Se fosse svenuto in quel momento, non sarebbe servito ad un cazzo e, anzi, si sarebbe reso una zavorra extra in una situazione di merda.

La fronte si imperlò di sudore e ormai metà della sua visione era oscurata. Le braccia erano blocchi di piombo, ma riuscì a direzionarle contro il terzo muro.

Solo uno, solo uno!
Le gambe cedettero.
Con un gemito sbatté le ginocchia per terra e il mondo per un attimo divenne totalmente nero. Strizzó gli occhi e uno straccio di vista tornò.
La voce di Aleksander gli graffiava le orecchie, ma non capiva niente. Però intuì la solfa.

Sibilò tra i denti stretti: <Lasciami fare.>
Chissà come, per fortuna, non aveva abbassato la mano con il taglio.
Costrinse anche l'altra a tornare per aria, lasciò che il suo respiro diventasse sempre più irregolare, concesse al suo corpo di urlare, ma si costrinse a reggere.

Uno scatto delle braccia.
L'ultimo muro di fuoco svanì.
Giorgio non abbassò le mani.
La carta gli ricomparì in mano.

Ghignó trionfante.
Svenne faccia a terra nella neve.
<Giorgio!> gridò Aleksander, abbandonando la lotta per abbracciare il fidanzato.

Aveva perso tanto, troppo sangue, soprattutto sapendo ora quello che il suo amore gli aveva confidato poche settimane prima-

Hans rise soddisfatto e domandó in tedesco: <Oh no, i vostri cari maghetti sono svenuti! Se vi scatenassi addosso dei tornadi finalmente morireste? Oh, non vedo l'ora!>

E nonostante il terrore, la stanchezza delle membra e l'incomprensione, Aleksander rise.




N/A: Bozen wird regieren!*= Bolzano regnerà!

Sie sind in meiner Falle gestorben! Nur Idioten würden darauf hereinfallen, aber anscheinend habe ich habe sie gefunden!**= Sono caduti nella mia trappola! Solo degli idioti ci sarebbero cascati, ma a quanto pare li ho trovati.

Mi scuso se il tedesco fa cagare, ma Google traduttore arriva fin lì e pure le mie capacità di assemblaggio stile Frankenstein di pezzi di frasi.

E chissà perché Aleksander si è messo a ridere! Qualcuno di voi tira ad indovinare~?

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