Capitolo 64. Gesù Cristo spara raggi laser dagli occhi

N/A: sì, ci sarà proprio quello che avete letto.
Per le scemenze che leggerete, do la colpa alla mia poca salute, su cui mi dilungherò nella parte finale.

Spero comunque che vi possa piacere il capitolo e, se è così, fatemelo sapere, lo scorso sembra che vi ha fatto schifo qwq.
Vabbè, ormai è andata così; buona lettura.


Aleksander alzò la testa di scatto e, come se qualcuno avesse premuto un pulsante, abbozzò un piccolo sorriso verso Giorgio e commentò: <Niente tragedia del tappeto, tranquillo.>

Si alzò lentamente, aggrappandosi alla bandiera, e scandagliò il gruppo.
Domandò: <Solo voi siete stati salvati prima di me?>

<No, c'è un altro gruppo, ma è impegnato.> rispose Anna, scrutando il globo luccicante, in cui si vedevano solo detriti e fumo.
<E non se la stanno passando troppo bene.> aggiunse.

<Ce la faranno!> esclamò Giuseppe, tentando di rimanere positivo <E andiamo avanti, su!>
Gilbert però alzò la mano per fermarlo e indagò, sporgendosi verso Mario (il più vicino): <Lui è?>

<Questo qua.> indicò il laziale <Non sai dove sta la Slovenia?>
<Eppure mi sembrava che l'aveste collezionata nella seconda guerra mondiale.> borbottò Rosa.

<Rosa!> la ammonì Francesca <Cioè, sono d'accordo con quello che hai detto, ma non è il momento!>
<Ma palesemente stavamo parlando delle foibe con lui!> e la ligure indicò il friulano <Quindi, già che eravamo in tema!>

<Se lui ce l'aveva con le foibe-> iniziò Giuseppe.
<Ehi, io sono qua! E non riguarda le foibe! Cioè, non solo-> si giustificò il nuovo salvato.

<Beh, comunque, secondo voi quante sono le probabilità di trovare Carlo in versione fascista?> continuò il campano.
<Dio mio, no.> supplicò Anna, che trattava la questione molto personalmente, dato che Mussolini era nato nei suoi territori.

<Basta pensarci, su.> incitò Sofia, con Kiku e Ludwig che annuirono in modo entusiasta quasi di riflesso.

<Cosa stai facendo?> domandò Ivan, indicando Giorgio, che stava facendo scomparire la grande bandiera in una carta.

<Fatti miei.> tagliò corto il veneto, poi mettendosi a staccare rametti dell'albero lì accanto.
Buttò dentro tutti i bastoncini eccetto uno, estrasse un pezzo di stoffa recuperato dai precedenti soldati e iniziò a legare due estremità del tessuto ai bastoncini.

<Stai... costruendo una bandiera?> inquisì Antonio.
<Fatti miei.> ripeté Giorgio, buttando dentro la bandiera, e ripetendo il processo.

<Andiamo avanti, ci conviene.> concluse Gilbert <Dove andiamo?>
<Io proverei il luogo più improbabile per Aleksander: la chiesa.> suggerì Sofia.

<Ci sto!> esclamò entusiasta il friulano, prendendo per il braccio Giorgio, guidandolo dentro la chiesa, con il resto del gruppo al seguito.

•~-~•

<Giuro che mi sto incazzando.> scandì Luciano, battendo un pugno sulla console di controllo.
<Non distruggerla.> lo ammonì Oliver, impiegato a guardare con disdegno la partita di poker in corso.

<Noi ora non ci smuoviamo.> asserì Flavio, buttando giù due re e due regine <Mi sta andando bene, non voglio interrompere la mia fortuna!>

<Non possiamo rifare la cosa dei crocifissi volanti con i rosari? Erano divertenti!> propose Kuro, alzando gli occhi dalle sue carte.

Luciano ci rifletté qualche secondo e poi un ghigno gli si allargò in volto, fissando il gruppetto nella chiesetta.
<Ho una fantastica idea!> esclamò, battendo i pugni dalla gioia <Oliver, mi serve più potere!>

<Ok, ok, ma basta picchiare la console!> si esasperò il britannico, avvicinandosi in fretta, immergendo le mani nella console.
L'italiano lo imitò, ma sfruttando l'energia che aumentava esponenzialmente sotto le sue mani.

•~-~•

<Dove potrebbe trovarsi l'uscita?> domandò Henrique, cercando con lo sguardo qualcosa che assomigliasse ad un'uscita.
<Io proverei dietro l'abside.> tentò Aleksander, avanzando, stando attento che Giorgio (ancora impegnato a fare delle bandiere bianche) non inciampasse.

<A me non sembra.> commentò Francesca, rabbrividendo un istante per il freddo. Inoltre era romanica e ciò le dava un leggero senso di oppressione.
<Ci sarà una botola.> ribatté il friulano.

Quando ormai erano a metà navata, successe l'impossibile.
Il mosaico di Gesù, sulla mezza cupola sovrastante l'abside, tremò e si staccò. Piombò a terra e fissò il gruppo di nazioni e regioni.

<Oh, questo non ha il crocifisso e non ci sono collanine pronte a strozzarci. Dovrebbe essere più semplice!> si rallegrò Ivan, sollevando il suo tubo magico del dolore.
<Come, scusa?!> domandò in acuto Francesca <Avete già combattuto contro un Gesù Cristo?!>

Il Gesù-mosaico alzò le mani e anche i beati e gli angeli si staccarono dalla composizione e finirono accanto a lui. Questi ultimi lanciarono, rispettivamente, le proprie aureole (stile boomerang) e piume che sembravano fatte di metallo dalle loro ali.

Schivarono e, chi poteva combattere a distanza, provò a colpire qualcuno. I mosaici schivarono e Gesù, che ancora non aveva fatto niente, chiuse gli occhi per poi aprirli e sparare raggi laser dagli occhi.

<Questo è decisamente peggio!> strillò Gilbert, buttandosi dietro una panca di legno, evitando di venire tagliato a metà per un pelo. 
<Gesù Cristo che spara raggi laser dagli occhi mi mancava... e sembra una bestemmia, adoro!> esultò la toscana, respingendo con la frusta un'aureola-boomerang.

Sofia creò un enorme scudo difensivo, proteggendo praticamente tutti. Strizzando gli occhi chiusi, ordinò: <Bisogna abbattere Gesù Cristo- cazzo quanto suona male-, vabbè, perché altrimenti non riusciamo neanche a sfiorare gli angeli e i santi... Ora è anche peggio!>

<Chiunque abbiamo come nemico, dietro le quinte, ha di sicuro una vena molto... creativa.> commentò Kiku, pensando al metodo migliore per prendere Gesù di sorpresa.

<Ci penso io, dammi ancora un minuto, porco Dio! E sono in tema!> rispose Giorgio, chinato dietro una panca, intento ancora a creare bandiere. 

<Pensi davvero che sventolando una bandierina bianca riuscirai a sconfiggere Gesù?> domandò Rosa, sprezzante <Papà ha preso da te 'sto vizio?!>

Giorgio alzò un istante lo sguardo, fissandola inviperito, e promise: <Tra poco vedremo se la penserai ancora così.> 
Fece correre lo sguardo sul resto del gruppo e aggiunse: <E anche voi!>

<Qualsiasi cosa vuoi fare, falla in fretta!> lo riprese, invece, Sofia, che iniziava a sentire le braccia cedere. Ivan si mise subito al suo fianco, allungando un braccio e proponendo: <Se serve, sono disposto ad aiutarti di nuovo.>

Giorgio fece un'ultima bandiera, la ri-infilò nella carta, e ordinò: <Aprimi un buchetto, devo uscire.>
<Ma ti renderanno un groviera subito!> si preoccupò Aleksander, prendendolo per il polso <Sicuro che non puoi fare la magia qui dentro.>

<Sicurissimo. E ora aprimi un varco, Sofia.> s'impose il veneto.
L'emiliana lo fissò, indicò con la testa un angolino dello scudo, che diventò verdognolo, e rispose: <Lì ora si può passare. Fa in fretta.>

<Sì, porca Madonna!> sbottò Giorgio, sfrecciando verso l'apertura, la carta contenente le bandiere in mano. 
Appena la testa e la mano che stringeva la carta furono fuori, urlò: <Che la pace difenda!> e lanciò la carta in avanti.

Uscì fuori del tutto mentre la carta si dissolse, facendo sbucare svariate bandierine da lui create e la grande bandiera presa da Aleksander. "Scoppiarono" in una luce azzurrina che si plasmò, diventando una corrente fluttuante, che si scagliò contro gli angeli e i santi, sbriciolandoli in pochi istanti.
Il suo ultimo obiettivo fu Gesù che oppose resistenza, usando anche i suoi raggi laser, ma fu tutto inutile, divenne anche lui mera polvere per terra.

La corrente azzurrina, finito il suo lavoro, si sfaldò e dissolse nella fredda aria della chiesa. Sofia, un po' per lo shock, un po' perché finalmente la minaccia era passata, fece scomparire il suo scudo.

Giorgio si voltò verso il gruppo e, ghigno in volto, li apostrofò: <Sono ancora inutili al culo le mie bandierine?>
Poi barcollò, il terreno che oscillava sotto i suoi piedi, gli occhi si rivoltarono e svenne.

Aleksander, praticamente, si tuffò in avanti e lo afferrò prima che sbattesse la testa giusto per un pelo, dando lui la schienata.

<Pure l'uscita ad effetto, wow.> ironizzò Rosa con voce piatta.
<Sei in vena di essere cinica.> commentò Mario.
<Ah, perché di solito sono un fiorellino?>

<Beh, sei Rosa-> si aggiunse Giuseppe.
<Zitti o giuro che spacco il cranio a tutti e tre.> minacciò Francesca, sedendosi sulla panca più vicina e osservando il veneto svenuto. Aggiunse: <E ora che facciamo, aspettiamo che si svegli?>





N/A: la cosa delle bandiere ce l'avevo in testa da tempo, ma Gesù-laser mi è venuta a cazzo di cane stamattina sabato 25 febbraio. Io continuo a dare la colpa al mio pessimo stato di salute.

Riassunto: la notte tra giovedì e venerdì avevo emicrania e febbre, venerdì ho avuto la febbre, l'emicrania e la tosse. Ora, mattina di sabato, ho solo emicrania e tosse (in combo con un molesti raffreddore) ma so che la febbre è dietro l'angolo che mi aspetta.

E io che pensavo di potermi rilassare una volta finita la sessione E INVECE NO, DA MALATA DEVO PASSARE I GIORNI DI PAUSA TRA GLI ESAMI E IL RICOMINCIARE DELLE LEZIONI, ZIO PAPERINO.

Comunque ringrazio il mio precario stato di salute per avermi regalato questa bellissima idea (nonlonegateèbellissimissima). Inoltre, è stato complicato scrivere questo capitolo da malata, quindi spero davvero possiate apprezzarlo lo stesso.

Alla prossima volta!

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