Capitolo 47. Meglio non averli come nemici in una rissa al bar

P.S. pre nota: mi ha pubblicato il capitolo stile jumpscare prima del dovuto. Ora è messo a posto.

N/A: mi sto riducendo sempre più all'ultimo per scrivere questi capitoli ma vabbé :3
Spero solo vi possa piacere e, se è così, commentate e stellinate, sempre se vi va.
Buona lettura.




Ivan non era decisamente qualcuno contro cui mettersi, specialmente se si dava una buona ragione al russo per legarsela al dito.
E distruggergli la sciarpa regalatagli secoli e secoli addietro dalla cara sorellona era un filo abbastanza spesso a cui ti avrebbe impiccato, piuttosto che legarselo alla propria falange.

Fece roteare il rubinetto nelle mani e disegnò un piccolo ma preciso movimento nell'aria, che generò una corrente gelida dal nonnulla, sollevando Rosa e facendola schizzare verso il cielo.

Il russo poi poggiò la base del tubo al pavimento, costruendo un'enorme altopiano interamente di ghiacchio, raggiungendo in fretta la nemica.
Cercò di colpirla mentre tornava giù per schiantarla ancora più duramente al suolo, ma la ligure, sempre reattiva, si parò con un attacco di ambe le falci.

Venne sbalzata indietro, continuando la propria caduta. Unì le falci in una e rallentò la propria caduta conficcando una punta nel ghiaccio e scivolando a terra.

Con qualche piroetta con assicurato rischio di tagliuzzamento, tenne lontani i combattenti corpo a corpo e, dividendo di nuovo le falci, saltò e si issò sul ghiaccio, schivando qualche proiettile e colpo di magia.

<E maremma cane e la Vergine cornificata da san Tommaso, sta' un po' ferma!> imprecò Francesca, issandosi con la frusta ad un lampione e saltando, tentando di colpirla in testa.

Per poco la toscana non rischiò di perdere le gambe, accorciando la frusta all'ultimo e insieme rannicchiandosi su se stessa, ritrovandosi solo con la fine della veste tagliuzzata irregolarmente.

Mario decise di sfoderare il suo pezzo forte e, sbattendo la punta del gladio contro il cemento, esclamò: <Roma Invicta!> e la sua fidata lupa passò all'attacco.

Rosa cercò di schivarla, ma insieme Ivan era tornato giù, costruendo uno scivolo di ghiaccio attorno il pilone centrale. Nel schivare l'animale, ricevette il tubo in pieno petto.

La lupa le fu subito addosso, ringhiandole contro, senza morderla, ma bloccandole come meglio poteva le braccia.

<Togliti.> ordinò Ivan con voce atonale e, senza neanche aspettare che l'animale potesse intuire l'ordine, la scaraventò lontana con un'altra brezza gelida, sempre con lo stesso movimento di rubinetto.

<Lupacchiotta!> si preoccupò il laziale, fiondandosi sulla fidata amica.
Intanto il russo aveva congelato i polsi e le caviglie della ligure, le falci racchiuse in due blocchi di ghiaccio.

Acuminò la parte ricurva del pezzo di metallo e gliela puntò al collo.
<Dammi una sola ragione per cui non dovrei ucciderti.> la sfidò, sempre monocorde e con voce bassa.
Ma era decisamente più terrorizzante di un urlo forsennato o una risata isterica.

A scoppiare a ridere in modo sguaiato e assolutamente senza ragione fu Rosa, fissandolo negli occhi senza paura, cercando anzi di avvicinare il collo alle parti acuminate.

<Su, uccidimi! Segui la regola del nostro mondo! Anzi, provaci a seguirla. Questo è il mio luogo, si ribellerà alla mia morte, vi porterà giù con me.> gliele cantò per le rime la ligure, sorridendo vistosamente.

E, come a sostenere la sua tesi, la terra tremò per lunghi istanti, con scossoni fortissimi. Tutti diedero segno di preoccupazione, tutti eccetto Ivan, che continuò ad osservarla con un odio mascherato dietro una sottile lastra di distacco molto fragile.

<Ragione sbagliata.> decretò e tentò di affondarle le punte nella gola.
Ma non vi riuscì. Non perché fu mosso da pietà o altro, no, assolutamente no... era bloccato.

<Non ti lascerò uccidere mia sorella.> impose Sofia, muovendo la mano libera. Costrinse Ivan ad alzarsi e girarsi verso di lei. Cosa non poteva fare un buon incantesimo se riuscivi a scagliarlo sul destinatario, nevvero?

<La tua sciarpa è qua.> affermò l'occhialuta, allungando la mano con la sciarpa totalmente integra ma non nuova. Aveva tutti i segni dell'usura, proprio come appena cinque minuti prima.

<Come...?!> quasi balbettò la potente nazione, continuando a far passare lo sguardo dalla sciarpa alla regione.

<L'ho riportata al suo stadio appena precedente, non l'ho totalmente riparata.> spiegò l'emiliana, muovendo leggermente la sciarpa.

Il russo si avvicinò e la regione non gli mise restrizioni, ma ancora lasciandogli l'incantesimo addosso, perché non aveva idea delle sue possibili reazioni.

Ivan prese la sciarpa tra le mani leggermente tremolanti e se la portò al volto, inspirandone l'odore e percependone la morbidezza contro la sua guancia.
La sua sciarpa era lì. Tutto andava bene.

<большое спасибо, товарищ. Я всегда буду благодарен и обязан вам.*> sussurrò il russo, ma fissò con sicurezza e sincerità l'occhialuta.
Ella annuì e abbozzò un sorriso, ricambiato dalla potente nazione mentre si metteva la sciarpa al collo. Ma non era una delle sue smorfie poco rassicuranti, sembrava genuino e dolce.

<Ehi!> strillò Rosa, dimenandosi, ancora bloccata <Tu dovresti provare a uccidermi! Segui le leggi del mondo, su, codardo!>

Ludwig pensò che ci voleva un'enorme dose di coraggio, o stupidità, per affrontare uno come Ivan, possessione o meno.
Il russo si degnò di guardarla di nuovo, con la testa inclinata e la fronte corrugata.

<No.> rispose semplicemente <Ho riottenuto quello perso, non ha senso ucciderti.>
<Non vuoi lo stesso vendicarti? Non vuoi comunque uccidermi per l'affronto che ti ho fatto?!> lo stuzzicò la ligure.

Francesca si chinò accanto a lei e le tappò la bocca con la mano ricoperta da un pezzo di stoffa del fondo del vestito, lasciandole uscire solo mugugni.
<Ora tu ascolti.> impose la toscana, bella e spaventosa insieme, calcando ogni parola.

Non era terrificante come Ivan, nessuno avrebbe detto il contrario, ma anche lei aveva il suo charme spaventoso.

<Se sono così senza bisogno di magia nera, non voglio decisamente averli per nemici in una rissa al bar.> sussurrò Gilbert ad Antonio, il quale rispose, sempre a bassa voce: <Io neanche in guerra, fai tu. Mi chiedo come ho fatto a conquistare l'Italia nei secoli scorsi con tipi del genere in giro.>

•~-~•

Matthew perse l'arco nell'impatto, mentre Maurizio la sua lancia e Franco semplicemente sbatté il sedere con forza eccessiva. Gli occhi gli lacrimavano mentre osservava l'avanzare lesto di Michele.

A tentoni cercò di recuperare il pugnale tenuto contro il fianco per magia, ma il pugliese si bloccò per un istante prima di colpirli, fissandolo con estrema attenzione (inquietandolo un po'), dando il tempo ad Arthur di creare loro una barriera e ad Alfred di sparare.

Il meridionale si ritirò nel pavimento, spuntanto dal soffitto e cercando di colpire Domenico, Angela e Francis, che finirono quasi per cadere a terra ma nulla di più, allontanandosi agili.

Il francese, evocando una rosellina rossa, gliela scagliò contro. Esplose in un turbinio di petali e dei viticci pieni di spine provarono ad afferrare il nemico. Michele li sradicò come un provetto giardiniere assassino.

<Ritenta, sarai più fortunato!> canticchiò il pazzo.
<Non possiamo continuare così!> esclamò seccato Yao <Dobbiamo trovare il suo punto debole, quello che lo fa ragionare!>

<Mi spiace dirlo, ma sembra sia Franco quello che lo scombussola.> notò Rita, che si era messa a proteggere il suddetto molisano <Forse è lui la chiave di volta.>

Il povero Franco impallidì.






N/A:
большое спасибо, товарищ. Я всегда буду благодарен и обязан вам*= grazie mille, compagna. Ti sarò sempre grato e in debito con te.

E nienteeeeee.
Rip Franchino che deve affrontare il suo bullo personale.
Almeno Ivan ha la sua sciarpina, anche se Rosa aveva tanta voglia di essere ammazzata. E ce l'ha ancora, ma Francesca si è scazzata e quindi si parla.

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