Capitolo 40. Anche l'essere sadico che governa tutti ha pietà, forse.

N/A: sappiamo tutti a chi si riferisce 'l'essere sadico' citato nel titolo.

MOCHI AMERICA BESTIA DI SATANA!

... Cosa, avete pensato a me?! Non è assolutamente vero!
*riflette su cosa c'è nel capitolo*

Ok, forse, ma proprio forse, sono sadica! Ma, sicuramente, sono masochista.

Leggere per capire; buona lettura! (Più o meno).

<Boss della Camorra dove?!> esclamò Francesca. Prese una breve rincorsa e saltò, estendendo la sua frusta.
La legò ad uno spuntone stile mollettone di ferro da un muro, a cui solitamente si appendeva il filo per il bucato.

Si lasciò trascinare su, evitando gli spari difensivi del campano, che decise di concentrarsi su quelli rimasti a terra.

Sofia parò i colpi con la magia e Ludwig non perse tempo, sparando contro il campano. Questi schivò ritirandosi dietro un muro.

Ricaricò l'arma e la puntò contro Francesca, che lasciò andare la frusta per fiondarsi addosso a lui.

Giuseppe la evitò per un soffio e le assestò un doloroso colpo allo stomaco, contro la fine dello sterno, con il calcio del fucile.

Francesca gemette di dolore e cadde a terra. Il terrore la colse quando avvenne lo sparo, che svanì nella confusione all'udire qualcosa infrangersi.

Aprì gli occhi, notando come alti spuntoni di ghiaccio l'avessero protetta dai colpi e si stessero dirigendo verso il meridionale.

Ivan aveva già superato Sofia e avanzava sicuro verso la regione, il tubo in mano, illuminato da una sinistra aura.

<Non sei l'unico che può giocare a fare il mafioso~.> canticchiò Ivan, brandendo il tubo come un'arma e provando a colpire il nemico.

Giuseppe schivò e sparò nella sua direzione. Il suo sguardo si assottigliò sul russo e digrignò i denti.

Emise un lungo fischio e da tutte le viuzze secondarie spuntarono tipi armati fino ai denti che iniziarono a sparare.

Tutti si nascosero o usarono la magia per difendersi al meglio, miracolosamente salvandosi con qualche proiettile che sibilò vicino le orecchie.

Il campano alzò la mano, ordinando ai suoi sottoposti di cessare il fuoco. Avanzò verso il russo, protetto da una cupola di ghiaccio che continuava a rigenerare. Sparò ancora e ancora, incrinando e distruggendo cupole su cupole, una rabbia quasi cieca nei suoi occhi.

Intanto nessuno che osava muoversi. Un passo falso e quegli scagnozzi avrebbero sparato.
Dopo aver svuotato il secondo caricatore di fila, il posseduto infilò il terzo ma non sparò.

Fissò Ivan con falsa pietà e notò: <Oh, so per certo di non essere il solo al mondo! Solo in Italia ci sono la mia Camorra, l'ndrangheta, la Cosa Nostra, la Sacra corona unita... E nel mondo ce ne stanno tante altre! Solo per dirne alcune famose, c'è la Yamaguchi-gumi, la Fratellanza Solncevskaja, il Cartello di Sinaloa... Ma è diverso.>

Si puntò il pollice contro il petto; la posa possedeva una certa fierezza, ma il tono con cui spiegò fu privo di ciò: <Anche la tua mafia non è altro che una variante dell'originale! La stessa parola mafia viene mantenuta così in molte lingue, a renderne chiara la provenienza. L'Italia e con ciò me!>

Gilbert e Antonio intanto, che non volevano restare con le mani in mano, nascosti dietro un insieme di bidoni vuoti e sacchi della spazzatura che erano diventati dei puzzolenti groviera, avevano cautamente preso la mira.

E scatenarono l'inferno.
L'uno lanciò la spada e l'altro l'alabarda contro i due scagnozzi più vicini, ferendoli a morte con le loro lame. Uscirono dal loro rifugio, richiamando a sé l'arma e usando il coperchio di bidone come scudo.

Mario approfittò del parapiglia per infondere la magia nel proprio scudo e schiantarsi contro i gruppi più consistenti di tirapiedi, sbaragliandoli e quasi uccidendoli sul colpo.

Giuseppe arretrò, spaventato dalla piega degli eventi, ma testardamente riprese a sparare mentre proseguiva a camminare a ritroso, arrivando vicino una casetta a due piani.

Sofia si materializzò accanto a lui, provando a bloccarlo. Il campano evitò la magia e le sparò, ma ella si difese e si spostò, veloce come l'acqua, dietro di lui.

Iniziarono una pericolosa danza in cui nessuno provò ad intromettersi, il rischio di colpire l'emiliana troppo alto.

Eppure qualcosa non sembrava giusto, almeno agli italiani. Si conoscevano, nonostante tutto, l'un l'altro per le abilità a combattere e il posseduto sembrava si stesse trattenendo.

Anna, che aveva imparato a stare attenta all'ambiente circostante (a lanciare coltelli, hai paura che anche gli altri possano farlo), notò con orrore più di un puntino rosso.

<Muovetevi, fuoco dall'alto!> gridò terrorizzata, scattando di lato anche lei per precauzione.

Giuseppe ghignò vittorioso al sentire uno strillo di dolore quasi gutturale e un corpo cadere a terra con un tonfo.

Sofia girò di scatto la testa, dato che dava le spalle alla scena, ma questo permise al campano di spararle e l'emiliana si smaterializzò troppo tardi. Il proiettile la prese di striscio sul braccio e il dolore la disconcentrò, costringendola a smettere la magia a metà corso, crollando casualmente vicino al russo.

Ivan si prodigò a prenderla tra le proprie braccia e proteggendo entrambi, usando per l'ennesima volta il ghiaccio, anche se ormai la sua resistenza stava scemando.

L'occhialuta fissò con orrore João steso a terra, ferito ad una gamba con un proiettile. Ripassò freneticamente tutte le sue conoscenze di medicina, mentre il sangue le pompava forte nelle orecchie, mentre il terrore di vedere qualcuno millenario come lei morire definitivamente le impediva di essere logica come sempre.

Analizzò la ferita che Kiku, il più vicino, stava già cercando di fasciare strappando la fine del pantalone del ferito e usando il tessuto come benda per rallentare la fuoriuscita del sangue.

Il proiettile insanguinato era fuori, poco più lontano. Ok, non avrebbe potuto peggiorare ulteriormente la ferita con un'infezione. Non era la zona dell'addome o della testa, quindi due zone letali in meno. Il proiettile, a giudicare da dove era e da dove aveva visto fuoriuscire il sangue, non aveva beccato le ossa, ma solo i muscoli.

Perfetto, meno probabilità di scatenare un'emorragia interna o, addirittura, erano azzerate, ma non ne era certa.

Mario si fiondò sui due, usando ancora una volta la magia e ingrossando ancora di più il proprio scudo per cercare di proteggere al meglio la nazione ferita e quella che si era improvvisata medico.

<Se vi arrenderete, sarà una morte indolore, lo prometto. Sono un boss, ma mica sono insensibile alle sofferenze altrui. Per quanto sia divertente vedervi soffrire, non posso stare qua a giocare con voi. Ho affari da portare avanti.> sospirò Giuseppe, fintamente dispiaciuto.

Alzò il braccio e, appena lo avrebbe abbassato, tutti gli scagnozzi avrebbero fatto fuoco. E allora due colpi di striscio a dei muscoli non sarebbero stati il loro peggiore problema.

Ludwig fremeva dentro di sé dall'impotenza. Due alleati erano feriti e nessuno di loro a parte due avevano un modo più o meno efficace per difendersi, ma non ancora per molto, a giudicare da come fossero provati.

Doveva esserci una soluzione a tutto quello, no? Non era sicuro esistesse il Dio cristiano, ma sicuramente qualcuno di sadico esisteva lassù, perché altrimenti non si spiegava come tutte quelle sventure fossero dovute proprio capitare a loro.

Ma c'era un limite, no?

<Beppe, smettila! Non è da te, tu non dici queste stronzate!> sbottò Mario disperato, voltando la testa verso il caro fratello, rischiando il tutto per tutto.

Giuseppe sembrò solo più irritato a quelle parole, infatti imbracciò l'arma da fuoco meglio e lo sfidò: <Vediamo chi dice stronzate quando avrai una pallottola in testa!>

Ludwig avrebbe voluto cancellare il pensiero avuto poco prima.
Decisamente esisteva qualcuno di stronzo là sopra. E si stava divertendo oltre ogni modo a farli soffrire!

<Tu non sei solo la mafia, anzi, sei tutt'altro! La mafia è qualcosa che tu non hai scelto, non hai colpa! Tu non sei un boss, tu sei il mio fratè.> aggiunse Mario, quasi urlando, cercando in quegli occhi scuri una scintilla di consapevolezza o ribellione.

Giuseppe lo fissò scioccato, mentre ordinò con un altro gesto di non sparare. Gli scagnozzi, confusi, smisero di puntare specificatamente a qualcuno, ma rimasero all'erta.

Ludwig ri-cancellò il pensiero avuto poco prima, tornando all'originale.
Forse quell'essere sadico che li governava aveva pietà! Forse! O forse morivano come dei groviera di lì a un minuto, chi lo sapeva?!

N/A: Mario fa l'idiota tipo y/n nelle fanfiction e tutti sono nella merda.
E IO HO FERITO IL MIO HENRY QWQ, È STATA UNA SCELTA SOFFERTA.

Kiku no perché poverino si era già preso il calcio nelle palle, Antonio e Gilbert servono per essere idioti, Ivan é Ivan quindi no, e Ludwig mi serve come essere inutile che sa un'unica cosa e manco la dice perché ancora si caga sotto/ fa il paranoico e pensa che nessuno gli crederebbe.

IL MIO AMORINO QUINDI È STATO COLPITO PERCHÉ QUALCUNO DOVEVA ESSERE FERITO, MA LUI È STATO SCELTO CON MOLTO DOLORE QWQ.

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