Capitolo 30. Il dialogo non è mai la prima soluzione

Il viaggio sul retro dei carri aperti non fu neanche così male, ignorando tutti i sobbalzi sulla strada di quei dannati ciottoli quadrati.

<Appena finiremo questo viaggio avrò un male al culo tale che non avrò neanche la voglia di prendere la spada e combattere!> si lamentò Gilbert.

<Se ti può consolare, pensa a tutti questi romani: sotto quelle gonnelle non hanno boxer o altro. Solo la loro pelle giusto un po' delicata che-> Francesca venne interrotta dall'esclamazione del russo: <Quello lì sì che è orrore!>

<Concordo, strano ma vero!> si espresse Alfred. La sfera era stata resa invisibile ai romani da Sofia per non destare sospetti.

<Sono ancora più contento che le cose siano cambiate.> decretò Antonio.
Oltrepassarono una cinta di mura e trottarono per strade più strette e trafficate, la città che brulicava tutti attorno a loro.

Molti li guardarono confusi o con disgusto.
<Perché mi guardano in quel modo?> si preoccupò Kiku. Svariati lo fissavano con occhio più curioso e, in alcuni casi, con un ghigno dichiarante cattive intenzioni.

<Sarà per i suoi tratti orientali, Giappone.> ipotizzò Sofia <I viaggi erano lunghi e qualsiasi cosa che venisse dall'Oriente era esotico, specialmente i natii. Tratti somatici differenti fanno questo.>

<Comporta essere osservato come un pezzo di carne da vendere al migliore?> domandò diretto il giapponese.
<Sì.> rispose onesta l'occhialuta.

<Quando finisce questo viaggio? Odio le occhiate che ci sta lanciando la gente.> sbuffò Antonio.
<Forse stanno pensando se verremo venduti come schiavi?> ipotizzò Henrique.

<Sai che è molto probabile?> fece Francesca.
<Mi state mettendo una depressione, a sentirvi.> commentò Maurizio dall'altro lato.

<Siete ancora nel bosco?> domandò Ludwig.
<Sì! Sto rischiando di venire infilzato da non so quanti rametti!> si lamentò Francis.

<Fa' una cosa migliore, soffocati con quei ramoscelli.> suggerì la toscana, facendo scoppiare a ridere Arthur.

Intanto i carretti si fermarono e un soldato si avvicinò a loro, ordinando: <Scendete e seguiteci!>

Francesca obbedì ai loro ordini e allora gli altri la seguirono, fidandosi di lei. Entrarono in un palazzo sontuoso, dalle pareti pitturate con semplicità e i pavimenti di mosaici che narravano i miti di quel popolo.

Entrarono in una stanza sontuosa, dalla pianta rettangolare e con colonne lungo i lati. Le iconografie dei pavimenti erano più curati nei dettagli e i colori sulle pareti erano accesi, come se il colore fosse stato appena steso.

Sul fondo della stanza era stanziato un trono di marmo su cui era seduta di traverso una figura con addosso un'armata luccicante e, sotto, la normale divisa da guerra, con visibili la gonnella e i sandali.

Furono avvicinati ci malagrazia al trono, posizionato su una pedana con tre gradini.
Francesca fu quasi tentata di chiudere gli occhi; se non fosse stata certa ci fosse su quell'idiota, da quella distanza, avrebbe potuto dire che fosse Romulus.

Furono fatti inginocchiare di fronte i gradini. I soldati e il loro princeps ebbero una breve discussione da cui le regioni e le nazioni ne uscirono con le mani slegate e la stanza vuota, eccezion fatta per la figura davanti a loro.

Si alzarono in piedi e lo fissarono, ma non si mossero, spaventati un singolo movimento errato potesse scatenare un inferno.

<Romulus?!> strillò Yao dalla sfera accanto a Sofia, di nuovo visibile.
Mario (non Romulus!) si girò verso il globo magico e inclinò la testa.

Poi, con un sorriso affabile così simile al suo esclamò: <Oh, Cina! Che piacere rivederti, anche se di mezzo c'è questo aggeggio->

<Smettila con le stronzate, Mario!> lo interruppe all'istante Francesca, sicuramente non in vena per giochetti del genere.

Il laziale si girò verso di lei e la guardò aggrottando le sopracciglia: <Chi? Io sono Romulus Augusto Iulia!>

<Sappiamo che ti piace illuderti di essere quello lì, però non lo sei. Sei Lazio, nostro fratello.> ribatté Sofia.

<E tu chi sei?> indagò con superiorità lui.
<Sofia, Emilia, tua sorella! Osa usare quel tono di nuovo con me->
<O?> chiese il posseduto, interrompendola.

<Ti faccio tornare la sanità a furia di botte.> promise l'occhialuta.
<Aspettate, proviamo a dialogare-> provò Ludwig, ma il laziale aveva già evocato un gladio e aveva urlato qualcosa in latino.

Dalla porta sul fondo e da altre due semi nascoste porticine laterali affluì un piccolo esercito. Invece le regioni e le nazioni furono mandati indietro tramite un potenzialmente letale colpo di gladio scintillante.

<Volete la guerra? L'avrete!> promise Mario, ridendo con voce tuonante, e partì all'attacco.

<E ancora una volta il dialogo non è la soluzione!> si esasperò Antonio, girandosi verso le guardie.

•~-~•

<Se la sono cercata.> commentò Francis.
<È anche vero che, ora come ora, il dialogo senza un po' di lotta è stato totalmente inutile.> ribatté Angela.

<Ancora quasi non ci credo non sia Romulus. Cioè, intravedo che non è così alto o muscoloso come lui, eh, però...> borbottò Yao.

<Porta a galla dei brutti ricordi?> chiese Franco, premuroso.
Il cinese si girò verso di lui e addolcì lo sguardo. Sospirò: <Belli e brutti, bambino. Succede, quando chi conosci è un donnaiolo.>

Il molisano annuì, sussurrando delle scuse per la sua mancanza di tatto, venendo investito dagli squitti adulatori dell'antica nazione. Però, stranamente, sentì un orribile presentimento risalire la sua schiena.

•~-~•

<Stai aprendo loro la strada per dare spazio a Flavio?> domandò Oliver.
<No, guarda, adoro fare piazze e percorsi larghi come autostrade a 8 corsie per i miei nemici perché sono molto gentile!> ribatté acido Luciano.

Il britannico si imbronciò, emettendo un piccolo sbuffo contrariato. Poi guardò il portale e chiese: <E Flavio perché ci mette così tanto?>

<Può essergli sempre venuto voglia di fare qualcosa di veloce, su!> lo difese Kuro.
<Sei sboccato.> lo rimproverò la nazione dai capelli rosa pastello.

<Sai quanto mi importa?> chiese retorico il giapponese.
Non si ebbe mai la risposta all'ovvia domanda perché Flavio tornò raggiante, tenendo a braccetto i due iberici.

<Mi aspettavo qualcosa di un po' più sontuoso come quartier generale.> fu il commento di Santiago.

<Dai, l'importante è divertirsi ammazzando quegli impiastri!> notò allegramente Alfonso, il palese ghigno che non raggiungeva i suoi occhi.

<Ben detto, tesoro!> annuì l'italiano, schioccando un bacio sulla guancia del portoghese, facendo imbronciare lo spagnolo.
<Lo avrai quando te lo meriterai~.> canticchiò il meridionale.

<Bene, siete pronti per andare?> domandò Luciano.
<Ragazzi?> Flavio interpellò i suoi fidanzati, lasciando andare le loro braccia muscolose ed evocando il suo mini lancia granate. Era la sua arma preferita per fare un'entrata ad effetto!

<Certamente.> notò lo spagnolo, evocando il suo falcione, nella cui parte bassa della lama erano intarsiati alcuni simboli della bandiera spagnola, tra cui le colonne di Ercole.

<Vuoi andare subito con il pesante, tesoro?> si incuriosì Alfonso, evocando il suo spadone dall'intricata guardia a doppia C rovesciata, il granchio.

[N/A: si chiama così, granchio. Inoltre, in portoghese questa spada è anche detta "grosse palle"... che magia.]

<Certo, altrimenti che gusto c'è?> sorrise Flavio, il quale poi si rivolse ad Oliver <Siamo pronti!>

<Buon divertimento!> augurò il britannico, teletrasportandoli nella grande piazza creata da Luciano. Per non rovinare la sorpresa, rese tutti i loro tratti avvolti da un nero peggiore dell'inchiostro, lasciando visibili solo le iridi.

<Sarà divertente~.> canticchiò Kuro, stendendosi meglio <Spero solo lascino in vita i bocconcini, anche se feriti o altro. Anche Flavio non dovrebbe disprezzare un bel corpo, no?>

<Le tue priorità mi sconcertano sempre.> decretò l'inglese.
<Come sia possibile, lo sai solo tu.> notò Lutz, stiracchiandosi.

<Spero sempre che migliori. Non che tu sia messo meglio, eh!> lo rimproverò Oliver.
<Nessuno qua vuole una paternale, Oliver.> avvisò, anche abbastanza calmo, Luciano.

Il britannico sbuffò ma si arrese, curioso di vedere come se la sarebbeeo cavata i loro nemici.



N/A: comunque, dato che di 2p!Portogallo ci saranno tipo 1 o 2 cose su tutto internet e in ogni caso sembrava apatico come 2p!Spagna non ci sono stata.

Santiago ha mantenuto il carattere freddo e scostante, mentre ad Alfonso ho dato un carattere più accostabile ad Oliver... anche se per essere più precisi è un Alastor non aroace.
Sadico fin nel midollo, ma con sempre un sorriso addosso e, finché non serve il contrario, un tono affabile.

Ok, la smetto con le mie elucubrazioni mentali! Spero vi sia piaciuto il capitolo e, se è così, di commentare e lasciare una stellina, se vi va!
Tanto non posso farvi niente se non lo fate.

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