Capitolo .3.


È un nuovo giorno, suona la sveglia. La spengo, e oggi nonostante debba andare a scuola, sono felice.

Mi vesto simile a ieri, solo che oggi i colori prediletti sono giallo e lilla.

«Buongiorno, amore mio, dormito bene? Mi sembri di buon umore oggi» Dice mio padre guardandomi saltellare di gioia per la cucina.

«Meravigliosamente grazie, buongiorno anche a te, com'è andato l'appuntamento? Voglio sapere tutto» Chiedo tenendo il mio super sorriso in volto, accomodandomi.

«Bene grazie, quando è arrivata con quel vestito blu credevo di star sognando ahahah» Inizia con un sorriso.

Il mio invece si affievolisce un po' «Un vestito blu?» Naah ma che vado a pensare... non è possibile no? Mi sto sbagliando.

«Si, e poi aveva una treccia dorata sulla spalla, sembrava una dea»

Una persona che conosco che è uscita ieri sera era vestita così... naaah è impossibile che sia la stessa persona... o no? Aiuto-

«Parlami di più di lei, come fa di cognome?» Chiedo sperando di sbagliarmi.

«Ehm... Hann...?...» Risponde incerto.

Mi lascio sfuggire un piccolo sospiro allegro che lui fortunatamente non nota.

«... Hunter! Susan Hunter!» Esclama ricordandoselo improvvisamente.

Rimango a bocca aperta, il mio sorriso si spegne.

«La conosci? Ehi? Eve? Sveglia!» Mi richiama corrugando la fronte iniziando a preoccuparsi.

«Eh oh si, ehm, la conosco, faccio sempre da babysitter alle sue figlie, ieri sera ero lì con loro» Rispondo tornando alla realtà e mettendomi un sorriso simile a quello che avevo prima in volto, solo che questo era falso.

«E poi mi ha detto che ha anche un altro figlio» Mi dice, già, come se non lo conoscessi.

«Charles» Charles, oddio devo parlargli!

«Si, conosci anche lui?» Mi chiede stupito.

«Si, andiamo a scuola insieme» Gli spiego brevemente.

«Si infatti, è lì che l'ho conosciuta Susan, hai colloqui genitore insegnante pre scuola» Mi racconta pensando.

Brutta infame, appena riesco ti do fuoco, sempre tu a causare i miei problemi eh scuola? Cos'hai da dire a tua discolpa!?

Sento un clacson fuori.

«Vado a scuola» Saluto mio padre.

«Chi è?» Mi chiede aggrottando la fronte.

«Non lo so» Rispondo cupa, ma appena apro la porta riconosco subito a chi appartiene la Porsche nera: al mio ragazzo.

«Buon lavoro» Dico impassibile.

«Buona... scuola» Dice piano incerto di come dovrebbe reagire, con una pausa.

Cerco di scacciare tutta la tristezza dalla mia testa e ritornare felice come quella mattina appena sveglia.

«E tu che ci fai qui!?» Lo saluto impressionata salendo in macchina.

«Sorpresa, ho pensato che adesso che stiamo insieme sarebbe stato carino se- hai messo l'outfit felice! Che dolce!» Esclama osservandomi spalancando un sorriso.

«Cosa-?» Chiedo incredula che se ne sia accorto.

«Ti vesti sempre così quando sprizzi felicità da tutti i pori, solo che... mi sembri meno energica oggi cos-» Prima che possa indurmi a raccontargli ciò che avevo appena scoperto, e a rovinare la giornata lo bacio.

«Ti amo, ma ora devo guidare» Dice staccandosi piano sorridendomi.

«Anch'io ti amo» Rispondo con gli occhi un po' lucidi.

«Ehi, che succede? Questo non è l'atteggiamento da giornata super felice, cos'è successo di primo mattino?» Mi chiede preoccupato della riposta, rincominciando a guidare.

«Ho scoperto una cosa...» Inizio abbassando il tono della voce.

«Così però metti ansia» Si lamenta ridendo nervosamente.

«Riguardo alla persona con cui era uscito mio padre...» Continuo.

C'è il silenzio, attendo che siamo parcheggiati nel parcheggio della scuola.

«I nostri genitori sono usciti insieme ieri sera» Sputo fuori.

Lui ha fatto una faccia simile a quella che avevo fatto io.

«E quindi come dovremo... insomma, se diventiamo fratellastri possiamo... possiamo stare insieme?» Mi chiede esitante con il viso corrugato.

«Era proprio quello che volevo sapere...» Rispondo, mi scende una lacrima.

«Cazzo, ma non è giusto! Stiamo insieme da nemmeno 24 h e già dovremo lasciarci!? E poi loro sono usciti una volta sola, e si sono conosciuti quando avevi detto? Ah sì la settimana scorsa, noi invece ci conosciamo da quattro fottuti anni!» Anche lui è a pezzi come me.

«Facciamo così, per il momento rimaniamo insieme, non sappiamo nemmeno se fanno sul serio, semplicemente non glielo diremo» Propongo con un'altra lacrima a rigarmi il viso.

«Ok,... ti amo» Mi dice stringendomi la mano.

«Anch'io ti amo, lotterò sempre per noi, quando avremmo la vittoria in pugno, e anche quando sarà una missione suicida, sempre e per sempre» Rispondo guardandolo dritto nei suoi occhi lucidi.

Mi lascia un bacio a stampo, facciamo in modo che non si veda che abbiamo pianto, e scendiamo pronti ad affrontare la nostra prima giornata da coppia.

Passa qualche giorno, e la vita non cambia, la mattina passa a prendermi e andiamo a scuola, quando riusciamo ci vediamo nelle pause, e poi ci incontriamo comunque il pomeriggio mentre faccio la babysitter alle sue sorelle.

Sto camminando fino al bagno delle ragazze cercando Maggie, quando una mano mi tira dentro di esso.

Sto per urlare quando riccioli d'oro molto vicino a me, chiudendomi tra il muro e lui, con l'indice a pistola sulle labbra mi dice «Shhh»

Gli sorrido lievemente. «Non si sequestrano le persone» Mi lamento.

Mi sorride divertito e mi bacia.

«E se-» Provo a dire ma non sembra intento a scollarsi.

«Hey, dovremmo parlare di questo nuovo modo di fare, può diventare un problema serio» Lo ammonisco ridendo.

«Non è romantico?» Mi chiede spiazzandomi un pochino.

«Beh, si, ma-»

«E allora qual è il problema?»

Sto per dire qualcosa, ma ci ripenso e rispondo «nessuno» e lo bacio sorridendo.

Mi stringe i fianchi facendomi appoggiare al muro.

Sentiamo dei passi, ci nascondiamo in uno dei bagni.

«E allora Madison mi dice:"Guarda che Dublino non sta in Germania" ero tipo "No ma dai!? Seriamente!? Voglio dire è ovvio lo sanno tutti no!?" Assurdo ragazze, assurdo» Dice una ragazza stando davanti alla parete piena di specchi.

"Che facciamo?" Mi scrive Charles con il cellulare per non parlare.

"Silenzio, speriamo se ne vadano presto" Rispondo con un volto poco incoraggiato dalla situazione.

«Ehi Matilda hai visto Evelyn?» Domanda la voce di Maggie entrando.

«No plebea» Le risponde facendo la superiore, la scimmiotto senza emettere suono, Charles sta morendo dalle risate, sta cercando di non fare rumore.

«...Comunque... la pausa è quasi finita dovremmo avviarci alle classi» Le informa Maggie, parlando lentamente.

«Già, lo stavo per dire, andiamo ragazze» Schiocca le dita e le sue ancelle che io chiamo "povere disgraziate", le vanno dietro.

Sembrava fossero uscite tutte, ma poi la ragazza dalla coda castana, spalanca la porta del nostro nascondiglio.

«Che cavolo fate!?» Mi chiede furiosa e confusa Maggie.

«Ciao» La saluta Charles a disagio.

«Da quando te la fai con Riccioli d'oro!?» Le chiede ancora più confusa.

Io sono senza parole.

«Non è esattamente il termine esatto ma pazienza, è molto diffuso questo mio soprannome?» Domanda cercando di smorzare la tensione.

Lei lo fulmina con lo sguardo, si allontana e mi mima con le labbra un "buona fortuna".

«Allora?!» Insiste Maggie.

«Io, ehm,... è una cosa recente, prima ti stavo cercando per dirtelo, poi Charles mi ha teso un imboscata poi è arrivata Matilda e tu ci hai salvati e... non ho più aria» Rispondo parlando velocemente.

«A-ha quindi... hai un ragazzo?» Mi domanda prima roteando i bulbi oculari per poi piantarmeli addosso.

«Si...» sul suo viso spunta un sorriso, le sorrido anch'io.

Iniziamo a saltare emozionate "Ho un ragazzo" ripetiamo divertite e felici.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top