Capitolo .13.
EVELYN'S POV
Oggi mi sento particolarmente allegra nonostante non ci sia nulla per cui essere allegri.
«Yeah, I'd rather be a lover than a fighter,
'cause all my life, I've been fighting...» Mi squilla il telefono, è mio padre.
Che faccio rispondo?
Se non rispondessi sarebbe sospetto.
Quindi?
«Pronto?» Risponde El al posto mio guardandomi con aria interrogativa.
«Eve?» Chiede lui non riconoscendo la sua voce.
«No, non si può ricordare di me signor Coleman, comunque sono Eleanor» Dice per farsi identificare.
«Ma certo che mi ricordo! Eve mi aveva detto che eravate capitate insieme, come stai? E tuo fratello? Ho saputo di vostra madre mi dispiace tanto» Continua mio padre con tono gentile.
«Stiamo bene grazie, lei come sta?» Risponde lanciandomi degli sguardi confusi.
«Tutto bene grazie, Eve è lì intorno? Sono venuto fino a Yale per una sorpresa» La informa emozionato.
Ho perso un battito.
«Ehm» Prende tempo El cercando di capire i gesti che le faccio, che per la cronaca cercano di dire "DIGLI CHE NON CI SONO".
«C'è o no?» Semplifica mio padre.
«N-si- cioè no- cioè, c'è ma sta studiando» Sospira guardandomi male.
«Ha tutta l'aria di non essere una risposta veritiera» Sento la sua testa curiosa inclinarsi, come fa sempre quando attende che confessi.
Eileen non dice niente, mi guarda attendendo che le dica cosa dirgli.
Le faccio cenno di aspettare, apro silenziosamente la porta per poi richiuderla in modo molto sonoro «Eccomi El ho preso i caffè ora possiamo studiare» Urlo sperando che mio padre abbia sentito.
«Ah eccoti! Eve c'è tuo padre al telefono» Me lo scarica in mano.
«Grazie» Le dico per poi avvicinarlo all'orecchio «Ciao papà, come stai?»
«Sai che so benissimo che non sei appena tornata vero?» Mi domanda diretto.
«Ma non è possibile perché io sono appena tornata» Dico cercando di credere alle mie parole.
«Allora come mi spieghi il fatto che dalla finestra della vostra camera che da sul giardino vedo che sei in pigiama?» Noto che ho una finestra che da sul giardino alla mia sinistra.
Accidenti.
Lo vedo che mi guarda con un mezzo sorriso e le braccia incrociate.
Gli faccio "ciao" con la mano.
Risponde allo stesso modo.
«Sto venendo lì» Mi avvisa chiudendo la chiamata facendo il giro.
Mi volto verso El che sta già riordinando, e nascondendo delle liste con su scritto cose come: "Cosa non fare con bambini in casa", "Come scegliere il nome giusto", "Come dire ai tuoi che diventeranno nonni" e così via.
Mentre le chiude a chiave in un cassetto, io elimino le cronologie di ricerca dal computer e anche dal telefono, non si sa mai.
E perché non sembri sospetto apro qualche scheda su canzoni e video buffi di gatti.
Bussano alla porta.
«Buongiorno padre, ordunque ci rivediamo» Lo saluto rigida con un sorriso sforzato.
«Sei nervosa?» Mi domanda alzando un sopracciglio.
«No, orsù entrate» Lo invito con un gesto.
«Sei nervosa» Conclude annuendo alle sue parole.
Si guarda intorno come se cercasse di trovare qualcosa.
«Cosa sta cercando?» Domanda Eileen restando calma.
«Lo avete interpretato come cercare... quindi avete nascosto qualcosa, la domanda è "che cosa"?» Mi guarda con il suo penetrante sguardo investigatore.
«Datti una calmata Sherlock» Giro gli occhi nel tentativo di sembrare rilassata.
«Che succede?» Mi chiede guardandomi con uno sguardo compassionevole.
«Perché ti sei seduto sulla mia sedia che gira?» Lo guardo un po' male sedendomi sul letto.
«Perché adoro le sedie girevoli» Mi sorride socchiudendo gli occhi.
«E perché le adori?» Continuo distraendolo.
«Eve ho pensato dei nomi fantastici per- SALVE SIGNOR COLEMAN» Esclama Maggie sbiancando mentre entra.
«Salve Margareth» Risponde mio padre girando sulla sedia a mo' di entrata di un supercattivo.
«Benché il tuo comportamento sia sospetto sono più interessato alla fine della frase della signorina Thompson» Si rivolge alla mia migliore amica.
Lei è un po' pietrificata.
«Ok» Sospiro «Ti dirò la verità» Inspiriamo.
«Si?» Mi esorta portando su di me tutta la sua attenzione.
«Stiamo pensando di mettere su una band» Sputo fuori cercando di essere credibile.
«Cosa?» Chiede esitante El.
«Cosa?» Domanda confusa Maggie.
«Cosa!? E perché non me lo hai detto subito?» Esclama entusiasta mio padre.
«Perché non eravamo ancora molto sicure di voler concretizzare l'idea» Rispondo continuando a sorridere in modo forzato.
«Prima hai detto di avere delle idee per i nomi facceli sentire!» La guarda contentissimo il signor "non ho di meglio da fare nella mia vita".
«Ehm certo» Maggie è disperata, mi guarda in cerca di aiuto.
Indico un vaso di fiori.
«Ehm... Flower Babes...» Tenta esitante.
El si mette una mano in fronte, poi tira fuori una nuova borsa di tela con un bel sole splendente sopra.
«Sunshine's Girls... oppure Queens of Gold» Propone fermandosi poi.
Mio padre storce il sorriso «Non sono molto ehm... accattivanti...»
Mi squilla nuovamente il telefono.
«Perché Susan mi sta chiamando?» Domando a mio padre che sbianca, guardandolo con una faccia che sembra dire "Ti ho beccato bello".
«Ciao Susan come stai?» Le chiedo sicura di star vincendo la partita.
«Tuo padre è lì vero?» Ha un tono esasperato.
Lui mi fa cenno di no.
«Si è qui» Le dico facendogli una linguaccia.
Lei sospira «Ad ogni modo, sai dov'è Charles? L'ho chiamato ma non mi risponde»
«È a pranzo con Iris» Interviene Eileen rassegnata.
Non piangere non piangere non piangere.
«Già» Commento cercando di distrarmi.
«Quella Iris? Cioè fammi capire: non solo doveva provarci con il ragazzo che ti piaceva, ma ora gira pure intorno a tuo fratello?» Mi domanda indignato.
«Ma stanno insieme?» Chiede la madre.
«A quanto pare» Rispondo con l'amaro in bocca.
Ho fame.
«La voglio conoscere! Che ne pensi se organizzassimo un pranzo fuori?» Sono molto contrariata.
Sto per dirle che giammai assisterò a una cosa del genere e che preferirei staccarmi la lingua a morsi...
Ma interviene mio padre «Potrebbe non essere una buona idea...»
«Invece lo è, potremmo fare domani, andiamo in quel locale com'è che si chiama... quello sul mare che fa anche caffetteria...» Ribatte la vecchia dall'altra parte del telefono.
«Non parli di "Seasiders" vero?!» Le chiedo sperando che non abbiamo appena deciso di rovinarmi anche l'ultimo paradiso rimastomi sulla terra.
«Proprio quello!» Esclama contenta «Allora a domani, ditelo a Charles e ad Iris. Ah e Eve, se vuoi portare qualcuno non è un problema. Erik torna a casa, non mi fido di quella nuova babysitter»
«Cos'ha che non va Stacy Howard?» Le domanda offeso.
«Si infatti, Stacy è brava l'ho istruita io» Intervengo in difesa di quella poveretta.
«Ho sentito che esce con un rapper!» Si giustifica.
Non ho parole «E quindi? Stacy è apposto! Vabbè sai che ti dico? Addei» La saluto.
«Vorrai dire a doman-» Ops ho spento la chiamata.
«Forse è il caso che vada» Si arrende «A domani»
«Se ci arrivo» Rispondo.
Lui mi guarda male, poi guarda le mie amiche «Controllatela vi prego»
Maggie annuisce e lui se ne va.
Mi getto all'indietro sul letto «Aiuto» Espiro.
«Mi dispiace» Mi dice El per poi mettersi a disegnare.
«Comunque pensavo, che ne pensi di Desdemona? Significa "nata sotto una cattiva stella", direi che ci sta» Mi propone Maggie divertita.
«Piuttosto Genoveffa» La guardo male.
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