9- Eclissi forzata
Il passaggio che da Malia porta a Victoria non è altro che un corridoio che affianca la sala in cui l'Ordine si è riunito.
Al momento Irvan e Mirta sono gli unici a percorrerlo.
-Tu ne sei sicuro Irvan?- ripete lei per l'allieva della Morte per l'ennesima volta.
-Le parole di Irina sono state chiare.- Ormai le ricorda a memoria. -"L'ombra è sinonimo di morte e di nascondiglio e di inganno, la luce è vita. L'ultima parte l'ho capita solo ora che ho trovato questo libro, che ho sentito l'anima che gli ho dato tanto tempo fa ancora accesa dentro di lui e ho deciso di affidargli questo messaggio." Parla dell'ultima parte della profezia, Mirta.-
-Il passato l'ombra voleva infangare, il futuro la luce dovrà rischiarare.- recita la sorella senza particolare convinzione.
-La luce è sinonimo di vita. La vita che svela parte del futuro. Un libro vivo che svela parte del futuro.-
-E se l'ombra è la morte può riferirsi a Martina?- ingrana Mirta -Al fatto che le Custodi volevano tenere segreta la sua esistenza?-
-Io credo di sì.- conferma Irvan.
-Meno male che le parole di Irina sono state chiare.- ribatte.
-"Non è facile giocare con le parole, specialmente quando bisogna trovarle a partire da immagini che già non sono chiare."- recita ancora Irvan, ad occhi chiusi, quasi avesse ancora davanti la pagina -Pensaci, le visioni di Irina e Marvin sono appunto visioni, immagini di qualcosa che deve ancora avvenire, non profezie. Non possono aver semplicemente formulato frasi che c'entravano con il futuro mentre morivano ti pare?-
Mirta si ferma. -Stai dicendo che se le erano preparate? Che la profezia è completamente opera loro?-
-Forse solo di Irina, ma sì. Hanno scelto loro di partecipare a quella battaglia. Sapevano che era una trappola e sapevano come sarebbe andata a finire. Io credo che si siano preparati le proprie ultime parole. Criptiche e in rima.-
-Non potremmo più semplicemente chiederlo a loro? E se hai ragione perché non ce l'hanno detto?-
-Ma ce l'hanno detto.- osserva Irvan -Irina me lo ha detto.-
-Sul libro.- Mirta è decisamente scettica.
-Sì.-
-Secondo te non ce l'hanno detto perché sapevano che avremmo ricevuto il messaggio del libro?-
-È possibile.-
Prima che Mirta possa replicare, il corridoio intero trema, come per una scossa di terremoto.
-Cos'era?- esclama Irvan.
La scossa si ripete.
Il corridoio sembra dilatarsi. Il punto di arrivo comincia a farsi sfocato, così come la strada che hanno appena percorso.
-Corri!- urla Mirta aiutando il fratello a tirarsi su con uno strattone e poi sfrecciando a tutta velocità verso la fine del varco.
Ricorda uno di quel sogni terribili in cui per quanto ci si possa sforzare, il traguardo continua ad allontanarsi.
Mirta riduce gli occhi a due fessure, cercando di mettere a fuoco l'immagine dell'ambiente davanti a sé. Sente il suo corpo illuminarsi mentre irradia la propria energia e raggiunge una velocità disumana.
Fuoriesce dal varco come se l'avessero sparata fuori, rotola dolorosamente sul pavimento e poi rimana stesa a terra immobile, il respiro spezzato.
Un peso ulteriore le piomba addosso soffocandola, poi rotola via. Era Irvan.
Torna a respirare. Le fa male ovunque.
Rimane immobile, il corpo premuto sul pavimento, gli occhi serrati e le orecchie che fischiano.
Poi un'energia calda e piacevole comincia a diffondersi dentro di lei da un punto imprecisato del braccio. La guarisce in pochi istanti e la rinvigorisce.
Solleva la testa e socchiude gli occhi. Una luce e intensa ma non accecante la avvolge.
Si tira su e si ritrae mentre la Luce si sposta su Irvan, disteso accanto a lei.
-Andrea?- ipotizza Mirta.
-Noel.- la corregge la Luce.
Mirta si limita a fissarla. Stando ai continui aggiornamenti, la creatura che ha davanti è sua nonna. E metà di sua nonna è il padre di Jared. Decisamente anomalo. Decide che è meglio non pensarci.
Si volta, ma alle sue spalle, invece di un corridoio, non c'è altro che una parete a cui è appeso uno specchio.
-Cos'è successo?- chiede Irvan appena si sente meglio.
Noel fa qualche passo indietro. -Qualcosa di grave.- risponde -Il varco che collega Victoria a Malia si è chiuso. E per poco non ci siete rimasti dentro.-
-Sono già stata qui.- osserva Mirta guardandosi intorno. Preme una mano contro lo specchio. -Ero ancora con Irina. Qui abbiamo parlato con Seth.-
-Ero certo che questo posto fosse importante.- commenta Irvan rialzandosi lentamente -Andrea doveva avere un compito ben preciso per tenersi così lontano dalla famiglia. Non è nemmeno andato a cercare Jared quando sua madre è morta.-
Mirta non replica nulla. Prende la mano che il fratello le tende per aiutarla ad alzarsi a sua volta.
-Le Custodi sono ancora in riunione?-
Noel ha perso la sua sembianza umanoide perciò è impossibile sapere cosa stia guardando. Se è corretto il concetto di guardare nel caso di una Luce. -È probabile che abbiano appena finito.-
Prima ancora che abbia finito di parlare un suono lungo e fastidioso, come di un allarme, si diffonde praticamente ovunque.
Mirta si preme le mani sulle orecchie. -È probabile che non ci sia più tempo.-
Insieme ad Irvan segue Noel nella sala principale del locale. Andrea e tutti i clienti sono in fermento.
-Che succede?- chiede Irvan.
Mirta sta per unirsi alla richiesta, ma poi lo sguardo le cade sulla strada. Sul denso fumo nero che sta colando dall'altro strisciando lungo le pareti degli edifici e poi a terra.
Un'eclissi forzata.
-Com'è possibile?- esclama Noel -Lo scudo di Dafne dovrebbe fermarli.-
-Martina.- è l'unica risposta di Andrea.
Mirta e Irvan si raggelano. Si scambiano uno sguardo lungo e intenso. L'adrenalina rende le loro percezioni improvvisamente più acute. Tutto sembra rallentare.
-Dove sono le Custodi?- domanda Irvan con fredda lentezza.
-La sala riunioni è nel settore della vita.- impossibile dire chi delle due Luci abbia risposto.
-Dove di preciso?-
-Lo sanno solo le Custodi.-
-E voi.- replica Irvan, lo sento nelle vostre menti.
-Noi dobbiamo rimanere qui. Nessuna indicazione vi sarebbe utile in quel settore.-
-Ma il varco ormai è chiuso!- protesta Mirta, ma il fratello le fa segno di tacere.
Irvan esita solo un altro istante, poi annuisce ed esce in strada.
In cielo, tre enormi serpenti di fumo nero dagli occhi blu, verdi e viola si muovono disegnando un'enorme spirale. Altre luci colorate ogni tanto si intravedono nella nebbia segnalando la presenza di altri demoni.
-Muoviamoci Irvan!-
-Verde.- indica uno dei tre serpenti più grandi -Quella è Lucy, Mirta.-
-E quello blu sarà Blake. Ora dobbiamo andare. Dimmi che non dobbiamo prima arrivare all'Esagono.-
-No.- Irvan abbassa lo sguardo e si concentra sulle strade possibili che può prendere al momento. -Il settore della Vita è di qua.-
Hanno il tempo di superare tre isolati prima che l'intera città cada nel buio più totale.
Mirta allunga un braccio alla propria destra fino a trovare la parete dell'edificio più vicino. Con la sinistra stringe il polso del fratello.
Rimangono immobili a lungo, aspettando invano che i propri occhi si abituino all'oscurità.
Espandono la loro energia e la usano per esplorare l'ambiente intorno concentrandosi per ricostruire una mappa nella mente.
Mirta prova a creare una luce, ma se ci riesce rimane impossibile vederla. Prova con una sfera argentata. Questa volta l'effetto è quasi spaventoso. Quasi tutta la strada si accende di bagliori guizzanti, come in un caleidoscopio.
Sobbalza e riassorbe immediatamente la sfera.
-Di sicuro ci hanno visti!- impreca mentalmente Irvan.
Il silenzio è inquietante.
Riprendono a camminare occultando il suono dei propri passi. Irvan si concentra così intensamente sulla pista da seguire che solo dopo diversi minuti si rende conto che qualcosa lo sta guidando. Una strana consapevolezza esterna, come se fosse entrato nello strato più superficiale della Rete della Colonia.
-La senti?-
Sì. Che cos'è?
-Non ne sono sicuro.-
Più proseguono più le loro percezioni si acuiscono. Le loro energie riescono a coprire distanze maggiori. La mappa mentale si estende.
La città non è impreparata. Ad intervalli regolari si imbattono in segugi di guardia e percepiscono scudi di protezione intorno a determinati edifici.
Perché nel settore della Vita sono inutili le indicazioni?
-Lo vedrai, ormai dovremmo esserci.-
Un'altra energia interseca le loro. Agganciano immediatamente la mente del proprietario. E si rendono conto che si tratta di ciò che li stava guidando.
-Ilaria.-
-Irvan. Mirta. Finalmente. Seguitemi, dobbiamo trovare un generatore.-
Entrambi evitano di fare domande.
Mirta continua a stringere il polso del fratello. Può percepire la sua energia unita alla propria e il ronzio dovuto alla connessione mentale, ma non vede la sua sagoma e non sente i suoi passi, il contatto fisico delle dita è l'unica reale certezza che sia ancora accanto a lei.
Arrivano ad un incrocio un po' più spazioso degli altri, con ben due segugi di guardia. Addossata ad una parete c'è una sagoma rettangolare su cui la loro energia si scontra ripetutamente. Percepiscono una specie di aura provenire dall'interno. Quella di un'Ombra, realizzano mentre vi si avvicinano.
Ilaria si lascia toccare e riconoscere dalla creatura che si fa da parte.
Esplorano la piccola cabina con la loro energia. Sembra una di quelle macchinette per fare foto per documenti.
Nell'oscurità si disegnano due sottili lame di luce. Due occhi. Uno azzurro e uno ambrato che brillano come piccoli fari. Ilaria indirizza lo sguardo sullo schermo spento davanti a sé, poi vi preme la mano finché non si accende illuminandosi debolmente.
Ilaria si sporge all'esterno, oltre Mirta e Irvan, per guardarsi intorno, la luce emanata dagli occhi che saetta come quella di un faro sul mare. Per un momento Mirta e Irvan riescono a scambiarsi un'occhiata.
Potrebbero provare a concentrare la propria energia argentea sugli occhi anche loro, ma servirebbe più a farli sentire scoperti che a tranquillizzarli.
Ilaria torna a fissare lo schermo nella cabina e a premere velocemente tasti in sequenza finché sul monitor non compare una barra di caricamento ferma all'1%. L'argentea si sistema meglio sul sedile e appoggia la schiena alla parete alle sue spalle. Si concentra e crea una sfrigolante sfera di energia che galleggia a mezz'aria per qualche istante prima prima di andarsi a posizionare dove si dovrebbero inserire i soldi per pagare una foto. Comincia a sfavillare, come se si stesse consumando, e Ilaria si impegna per continuare ad alimentarla.
La barra di caricamento sullo schermo comincia a riempirsi velocemente.
All'inizio parte solo qualche scintilla dalla lampadina in alto, poi l'intera cabina viene illuminata dalla stessa luce propria degli argentei. Uno dopo l'altro, i lampioni lungo tutta la strada si accendono risvegliando lentamente il settore della Vita.
-Com'è possibile?- fa Mirta.
-Tecnologia argentea.- risponde Ilaria -La stiamo istallando in tutta la città. Temevo che non fosse ancora operativa.-
-Fino a dove arriva?- domanda Irvan.
-A quasi tutto il settore. Di sicuro al perimetro più esterno, non credo che arrivi all'Esagono.-
-E fino a quanto durerà?-
Ilaria fa una smorfia. -Fino a quando continuerò ad alimentarlo.- Con un cenno della testa indica la sfera sospesa accanto al monitor. -Ora muovetevi, non avete tempo da perdere.- li sprona.
-Tu sai dove si trova la sala riunioni, vero?- chiede Mirta.
Ilaria annuisce. -Ma ogni indicazione...-
-Sarebbe inutile.- la anticipa Irvan -Una qualche sorta di aiuto?-
-Pensa da argenteo. Ora andate.-
-Non è pericoloso per te rimanere qui?-
-Sì. È per questo che ci sono due segugi e un'Ombra.-
Entrambi esitano ancora un altro istante, poi annuiscono e cominciano a correre verso il cuore del settore della Vita.
Qualche idea?
-Nessuna.-
E allora dove stiamo andando?
-Al momento verso la scuola. Ferma!-
Mirta capisce troppo tardi a cosa si riferisca l'avvertimento del fratello. Mentre si guarda intorno in cerca di pericoli, finisce contro qualcosa di solido e massiccio. Disorientata, fa un passo indietro e fissa la strada davanti a sé. Sembra assolutamente normale. Tende una mano e incontra di nuovo un muro. Non è dovuto ad una runa, è reale.
-È un dipinto?- esclama attonita. Solo spostandosi dal centro esatto della strada si rende conto che l'immagine si distorce come solo un disegno bidimensionale potrebbe fare.
-Sì. Vieni, di qua.-
Irvan segue la parete dipinta fino al disegno in prospettiva di una porta, la spinge in avanti e poi la fa inserire lateralmente nel muro come una normale porta scorrevole. Mirta lo segue dentro e poi si guarda indietro. Anche tutte le finestre dipinte in realtà sono vere finestre, anche se trapezoidali e sempre più piccole man mano che si avvicinano al centro.
Anche il soffitto è per metà dipinto e per metà vetrato, aree trasparenti sono circondate da intricati arabeschi che ricordano chiome di alberi. Il pavimento, insolitamente elastico, è colorato come un marciapiede. Dall'alto, questo deve sembrare il proseguo della strada.
Sia Mirta che Irvan concentrano la loro energia argentea sui propri occhi, che si accendono come hanno fatto quelli di Ilaria.
-Questa è la palestra?- costata Mirta guardandosi intorno.
Il fratello annuisce.
-Quindi siamo nella scuola.-
Nuovo cenno di assenso con la testa.
-C'è qualcosa che non va?-
Irvan non risponde. Attraversa la palestra fino a raggiungere l'entrata dall'altra parte del campo. Un'altra porta scorrevole, questa volta vetrata. Distrattamente, Mirta si chiede se non sia pericoloso tenere una porta a vetri nella palestra, ma subito realizza che è protetta da uno scudo sottile. Varcata la soglia si ritrovano in una piccola area neutra di pochi metri, una specie di anticamera, che finisce con una porta identica alla precedente oltre la quale si vede perfettamente un corridoio.
Irvan avanza con la sicurezza di chi conosce bene l'ambiente in cui si trova.
-Sono tutte così le porte?- chiede Mirta.
-Non tutte.-
Fa per dire qualcos'altro, ma il fratello la precede.
-Non so perché sono così.- afferma chiudendo velocemente il discorso. Si ferma. Sembra preoccupato. -Non abbiamo incontrato nemmeno un Cacciatore.-
-E nonostante l'apparente fortuna non è un bene, vero?-
-Mirta, pensaci. Abbiamo visto almeno tre demoni alimentare l'eclissi forzata e solo Martina poteva distruggere lo scudo di Dafne. Le strade sono libere e i Cacciatori sanno come muoversi. Sono qui, posso sentirli, ma allora perché non li vediamo? Abbiamo illuminato per sbaglio un'intera strada e nessuno è venuto a controllare.-
-Sanno come muoversi.- ripete Mirta -Evidentemente sanno dove si trovano le Custodi, o hanno un modo preciso per trovarle. Magari Martina può percepire la loro presenza come se fosse una bussola.-
-Se le avessero già trovate lo sapremmo, credimi. Non sarebbe tutto così tranquillo.-
Irvan riprende a camminare, questa volta molto più velocemente. Mirta deve quasi correre per stargli dietro. -Frena, frena!- dice afferrandolo per un braccio -Ora che siamo nella scuola non possiamo solo muoverci a casaccio. I Cacciatori non lo stanno facendo.-
Irvan si ferma e la guarda in attesa.
-Lucy.- spiega lei -Ricordi come ci ha fatto uscire da Victoria la prima volta, quando è cominciato tutto?-
Irvan deve pensarci qualche istante prima di capire. -I tunnel sotterranei!- esclama -Lucy sa come spostarsi dentro Victoria senza essere scoperta.-
Mirta annuisce. -E ha detto che hanno uno sbocco sul mare, perciò nel settore dell'Acqua o in quello della Terra. E quest'ultimo abbonda di tunnel sotterranei, credo che si tratti di una specie di prolunga.-
-E Martina conosce bene la palude.- Irvan si porta le mani tra i capelli mentre si guarda intorno con agitazione. -Okay, okay, ora sappiamo come si muovono, ma dove vanno? Non possiamo seguirli sottoterra, non possiamo seguirli affatto, dobbiamo anticiparli.-
Riprende a correre. E Mirta lo ferma ancora una volta.
-Perché le indicazioni servono a poco nel settore della Vita? Non può essere solo per una palestra mimetizzata.-
-Perché ci sono passaggi e scorciatoie create da rune praticamente ovunque. Potrebbero dirti "sempre dritto, infondo a quella strada" e a metà potrebbe esserci un passaggio che ti catapulta da tutt'altra parte.-
Mirta rimane scioccata. Come fanno allora ad orientarsi? Come fanno a non perdere la pazienza, a ricordarsi ogni passaggio?
-Non guardarmi così. So che sembra assurdo, ma è più semplice di quello che sembra. È solo un concetto diverso. Lasciamo perdere, non è il momento.-
Ma Mirta non lascia perdere. Corre alla prima finestra che si apre sul corridoio e guarda fuori. Non riesce a vedere nulla, per strada non c'è neanche un lampione acceso, devono essere molto lontani dalla zona in cui si trovava la palestra.
Senza pensarci due volte, si gira e torna sui propri passi, ignorando le proteste di Irvan. Supera la prima porta a vetri e rimane nell'area neutra. Aspetta che il fratello la raggiunga.
-Che stai facendo?-
-Penso da argentea.- è l'unica risposta che gli dà. Gli ordina mentalmente di fissarla e lei ricambia lo sguardo per non posare gli occhi altrove.
Allunga una mano verso l'altra porta scorrevole, quella che dà sulla palestra. Come se fosse a Malia, si concentra sul luogo la raggiungere. Si volta solo dopo aver aperto la porta.
Al posto della palestra, c'è una sala riunioni con tutte e sei le Custodi riunite intorno ad un tavolo rotondo.
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Martina se ne sta seduta a terra sull'argine del fiume con gli anfibi quasi completamente immersi nell'acqua fangosa. Giocherella con le piante intorno a sé strappandole via dal terreno quando appassiscono completamente a causa del contatto prolungato con la sua energia. Ha l'aria di essere perfettamente a proprio agio.
Il buio dell'eclissi forzata si disperde creando una bolla tranquilla intorno a lei.
-Non vedo l'ora di assistere alla reazione di Miranda quando torneremo. Ormai avrà saputo dell'attacco, sarà su tutte le furie.-
Carlos Cahill risponde con un grugnito. Gli altri tre Cacciatori che sono rimasti di guardia insieme a loro non danno segno di averla sentita.
-Sei sicuro che funzionerà?-
-Mi pare che sia stata una tua idea.-
-Tecnicamente è stata un'idea di Lucy.- specifica la Custode -E un tuo piano.-
-Stiamo parlando della Custode del Fuoco, non potevo restare a guardare.-
-Ciò non toglie che il tuo sia un pessimo piano. Ci stiamo affidando a una ragazzina!-
Il Cacciatore sbuffò e si allontanò di qualche passo, fino a dove le lingue di oscurità segnavano la fine della protezione fornita da Martina. -Se fallisce vuol dire che la energia non è potente come dici.-
La Custode gli incenerisce la schiena con lo sguardo. -O perché la tua creatura continua a sorprendere.-
Carlos non risponde.
-Devo ancora capire se era particolarmente acuta e brava a recitare prima e perciò adesso è diventata un docile cagnolino o se prima era davvero pacata come sembrava e ora sia una grande bugiarda. E ho un altro dubbio. Ora non sembra molto interessata a te, cioè si sente in famiglia ma non hai un forte ascendente su di lei, perciò... era prima che era una figlia ubbidiente?-
Carlos si volta trattenendo a stento una specie di ruggito.
Martina non si spaventa minimamente. -È vero che non volevi rovesciarla? Che è stato un errore?-
Carlos le rivolge uno sguardo di fuoco, tutti i muscoli della mascella contratti. Martina si costringe a non distogliere gli occhi dai suoi.
Alla fine, lentamente, il Cacciatore si rilassa di nuovo. O forse è rassegnazione. Anche se può vedere le auree delle persone, la Custode non è molto brava a leggerle.
-Non ha più importanza ormai.- afferma Carlos e Martina non ha la soddisfazione di vederlo mentire.
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-Voi cosa diavolo ci fate qui?- esclama Marta raddrizzandosi di botto.
Mirta quasi barcolla. -Ilaria,- risponde -ci ha mandati Ilaria.-
-Per...- la incoraggia Dafne.
-Avvertirvi. I Cacciatori cercano voi e...-
-Lo sappiamo già, grazie.- la interrompe bruscamente Marta -Siamo rimaste qui dentro apposta. Contro il mio parere.- sottolinea.
-E il mio.- si aggiunge Viky.
-Si stanno muovendo sotto la città.- interviene Irvan -Attraverso i vecchi tunnel, per questo le strade sono libere.-
Questo sembra finalmente interessare le Custodi. Dafne si rivolge a Diana. -È possibile?-
-Sì. Spiegherebbe le mie sensazioni, spiegherebbe perché fino ad adesso le mie indicazioni non sono state utili. Li stiamo facendo cercare per le strade.-
Dafne annuisce. -Adesso dove sono?-
Diana fissa il vuoto, la sua concentrazione è altrove. -Si sono divisi. Martina è sicuramente nel settore della Terra. Sento almeno tre gruppi di Cacciatori, ma continuano a spostarsi.-
-Se cercano noi gireranno a vuoto per un po'.- commenta Alya.
-Non c'è possibilità che sappiamo di questa posto?- chiede Irvan.
-Considerando che non esisteva fino a pochi giorni fa e che abbiamo individuato tutti i rovesciati, direi di no.- risponde Marta.
-Se sono nei tunnel posso inondarli.- propone Sarah -Così saranno costretti ad uscirne.-
Alya scuote la testa. -Di sicuro hanno altri assi nella manica, se capiscono che sappiamo dove sono diventerà impossibile seguire le loro mosse.-
Marta si lascia sfuggire un verso esasperato. -È già abbastanza impossibile, visto che non abbiamo la minima idea di dove stiano andando!- sbotta. -E noi, le Custodi, ce ne stiamo qui rintanate lasciando che i Cacciatori facciano i loro comodi nella nostra città.-
Mirta deve sedersi perché comincia a girarle la testa. Stare dietro a tutte le Custodi messe insieme è un'impresa ardua, non le è difficile capire perché nei secoli la collaborazione sia stata tanto problematica.
-Non stanno girando a vuoto.- le interrompe Dafne. Sta fissando Diana con intensità, come se potesse vederle dentro, come se stesse ascoltando ogni singolo pensiero. -Stanno facendo il giro largo per arrivare nel settore del Fuoco.-
Si voltano tutti simultaneamente verso Viky.
-Hai un qualche clone ancora lì?- esclama Sarah preoccupata.
-No!- replica immediatamente l'altra -Mi sono riunita completamente prima di raggiungervi. E poi lo saprei se fossi da qualche altra parte. Non posso...- lascia la frase in sospeso, l'ombra di un dubbio le attraversa il volto.
Dafne si porta le mani alla testa con un verso incredulo, i boccoli biondi le ricadono intorno al viso come delle tende. -Non ci credo.- mormora fra sé.
-Viky?- fa Sarah alzandosi e andandosi a sedere accanto alla Custode del Fuoco.
-Mi sono addormentata.- spiega lei.
Marta scatta in piedi esasperata. -E ti pareva!- sbotta ancora, dando un calcio alla sedia e mettendosi poi a girare intorno al tavolo.
-Svegliati che stai aspettando? Raggiungici.- comincia invece Sarah -Dove sei?-
Mirta non può fare a meno di sorprendersi. Di tutte le Custodi, quella dell'Acqua era l'ultima che si sarebbe immaginata essere così pronta ad aiutare quella del Fuoco.
-Mi sto svegliando!- replica Viky, lo sguardo assente -Ma sono sola, come fanno a sapere dove sono? Perché proprio io?-
-Dove sei?- ripete Sarah.
-Nel mio studio, sul divano. Sto chiamando mio fratello.-
-Perché? Crea un passaggio, vieni qui.-
Viky la fissa in silenzio. Sarah si guarda intorno senza capire. Ci vuole un po' perché qualcuno le risponda.
-Non può.- afferma Diana alla fine -Solo un argenteo può deviare un varco fisso fino a qui. E se io esco per raggiungerti le altre saranno bloccate qui e ci saranno ben due Custodi in pericolo.-
-Grazie mille,- Viky le rivolge un sorriso sgarbato -sapevo di poter contare su di te.-
Solo dopo qualche momento Mirta arriva all'unica soluzione alternativa. Dall'angolo accanto alla porta in cui è rimasta alza lo sguardo sul fratello. Irvan sta chiaramente pensando la stessa cosa. Loro due sono gli unici altri argentei che le Custodi hanno a disposizione.
Nella stanza è calato il silenzio.
Sei paia di occhi sono puntati su di loro.
Mirta si alza lentamente dalla sedia di legno su cui si era appollaiata. Irvan non si muove.
-Cari, cari ragazzi!- Marta viene di loro allargando le braccia come se volesse abbracciarli.
Mirta tende le mani avanti per fermarla. -Okay, okay! Ci andiamo.-
La ragazza nera non può fare a meno di ridere.
-Come facciamo a trovarla?- chiede intanto Irvan alludendo a Viky ma rivolgendosi a Dafne.
-Sapete dove sia l'armeria?- replica la diretta interessata.
Annuiscono.
-Mio fratello Torak vi aspetterà lì.-
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Lucy atterra a pochi passi da Martina.
-Sono nel settore del Fuoco.- annuncia -Ora come devono procedere? Puoi localizzare Viky da qui?-
La Custode annuisce. -Sì, ma vi servo comunque io per catturarla.- Si alza in piedi ripulendosi appena i pantaloni sporchi di fango. Raggiunge Lucy e si lascia inglobare nel suo scudo di energia verde prima di sfrecciare verso l'alto.
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Attraversare alla velocità della luce in una città buia e vuota fa un certo effetto. Sembra davvero che il tempo sia fermo e che non debba mai più ripartire.
Arrivano all'armeria in pochi istanti.
Il fratello di Viky, Torak, li aspetta accanto ad un segugio. Non si perde in convenevoli. Porta quelli che sembrano occhiali da sole.
-Tecnologia argentea.- spiega rispondendo al loro sguardo -In teoria è ancora in prova.- Fa loro segno di seguirlo e li guida con destrezza attraverso le strade sgombre.
Il settore del Fuoco sembra lo spaccato di una metropoli.
Quando passano vicino a dei tombini sentono l'acqua scorrere sempre più velocemente. Sarah deve aver deciso di stanare i Cacciatori.
Dopo l'ennesimo incrocio Torak indica l'edificio più alto della strada. -Quella è la scuola, lo studio di Viky è lì.-
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Lucy atterra sul tetto dell'armeria e riassorbe il suo scudo per lasciare andare Martina. È la costruzione più alta della zona e permette una buona visione panoramica.
Martina lascia che la propria energia dissipi leggermente la nebbia nera dell'eclissi forzata per potersi guardare intorno. I suoi occhi saltano da una palazzina all'altra finché non si fissano su una in particolare. La presenza della Custode del Fuoco è chiarissima. -Lì.- indica.
Lucy annuisce. -Dovrò lasciarti sul tetto, devo tornare a dare una mano a Blake e Amos. Dove sono gli altri?-
-Molto vicini, mi raggiungeranno in pochi minuti.-
Lucy le stringe un braccio e ricrea lo scudo verde per sollevarsi.
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Mirta rimane in qualche modo delusa. L'edificio scolastico del Fuoco non sembra avere niente di particolare. Piani di aule vuote si susseguono uguali gli uni agli altri, molto più simili ad una comune scuola umana che all'idea che si era fatta dello studio degli Elementi.
Solo lentamente, con la guida della mente di Torak, riesce a coglierne gli aspetti diversi. Si rende conto che non ci sono vere e proprie aule, ma solo laboratori in cui ordine e disordine regnano insieme in ogni angolo della scuola. Tutti gli attrezzi e i materiali sono riposti negli appositi armadi, ma alla rinfusa; i tavoli sono scombri e lucidi, ma anche completamente riempiti di schizzi di progetti, scarabocchi, appunti a matita; ogni cestino trabocca, oltre che di carta, di schegge di vetro, pezzi di metallo, fili di rame; le sedie sono tutte al loro posto, ma quasi tutte hanno parti fuse o carbonizzate; alle pareti sono appese stampe di prototipi robotici e delle loro varie parti, quasi sempre con correzioni apportate con pennarelli colorati.
-Quando si pensa al Fuoco, gli si associa sempre l'immagine di un potere devastante o di distruzione, anche quando viene contenuto.- spiega Torak con il pensiero senza fermarsi -Ha il suo fascino ma non è tutto. Il Fuoco è costruzione, è realizzazioni di progetti, è l'idea che si converte in realtà concreta. Siamo meccanici, ingegneri, architetti, fabbri e artigiani. Siamo quelli che più di tutti credono nella passione. Siamo quelli creativi.-
Credevo che la Morte fosse l'Elemento dell'architettura. E la Vita della creatività, replica Mirta.
-Ognuno lo è a modo suo, ma in linea di massima... la Morte fa progetti, ma da sola non li traduce mai un fatti, è nella sua natura lasciare tutto in sospeso. Si dice che abbia progettato l'intera città e può essere vero, ma in pochi hanno visto i suo disegni. Sono bellissimi, ma puramente istintivi. Negli schizzi prospettiva e proporzioni non sono quasi mai esatte e nei progetti veri e propri manca di praticità, di studio dei materiali o di scaricamento del peso, di accessibilità degli ambienti. Sono le bozze di grattacieli senza fondamenta disegnati su pezzi di carta.-
Mirta non replica per un po'. Non è sicura di condividere questo punto di vista, ma ammette che non è sbagliato. Dovreste fare questo tipo di discorsi prima di farci scegliere un Elemento.
-Le Custodi sono convinte che la scelta debba essere istintiva.-
Stanno per svoltare un nuovo corridoio, ma Irvan si ferma di botto e rimane in ascolto. Dopo qualche istante, il rumore di passi affrettati per le scale diventa chiaro.
Corrono verso la rampa che hanno appena superato e si sporgono. Un figura scura sta salendo velocemente dai piani bassi.
-Chi c'è?- fa Torak ad alta voce.
La figura si immobilizza. Tiene le mani strette al corrimano, evidentemente si sta muovendo alla cieca a causa dell'eclissi forzata.
Irvan crea una sfera argentata tra le rampe di scale. La figura alza lo sguardo verso di loro.
-Irvan! Mirta!- esclama riprendendo a salire.
Riconoscono immediatamente la voce. -Grace!-
La ragazza li raggiunge in pochi minuti. Si scambiano sorrisi sollevati. Torak invece le rivolge uno sguardo diffidente.
-Che ci fai qui? Non dovresti essere in un sito protetto?-
Grace scuote la testa. -Da quando mi sono svegliata mi hanno tenuta praticamente in isolamento. Nessuno mi è venuto a cercare quando hanno radunato i gruppi.-
-E sei venuta qui?-
Annuisce con energia. -C'è sempre un suo clone nella scuola. E devo avvertirla. I Cacciatori sono qui per lei e sono vicini.-
-Come lo sai.-
-L'altra me stessa.- spiega lei -Quella che è stata rovesciata. È qui, ne sono certa, ho sentito i suoi pensieri.-
Torak riprende immediatamente a muoversi, quasi correndo. -Quanto vicini?- chiede intanto.
-Sopra e sotto di noi.- risponde Grace.
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L'eclissi forzata non interferisce con la tecnologia. Il fatto che nessuno possa vederle, non vuol dire che le luci non siano accese, o che non sia ancora giorno. O che l'ascensore non funzioni.
Martina preme insistentemente sul pulsante di chiamata ancora rosso finché non sente la propria energia influenzare il lavoro del congegno.
Lucy l'ha lasciata sul terrazzo dell'ultimo piano e non ha alcuna intenzione di farsi tutte le scale fino al terzo.
Quando le porte dell'ascensore si aprono e la nebbia scura si dissipa a causa della sua presenza, si rende conto che la cabina non è vuota.
-Grace.- saluta entrando e affiancando la ragazza che la fissa stupita per un attimo. Preme il pulsante del terzo piano e le porte si chiudono. -Viky è nel suo studio?-
-Dovrebbe.- risponde la giovane Cahill stringendosi nella giacca arancione -La stavo giusto cercando.-
-Dove sono gli altri?- Martina vorrebbe che l'ascensore andasse più veloce, ma teme che usando ancora la propria energia lo manderebbe in cortocircuito.
-Sono venuta qui da sola.-
Si volta per guardarla meglio. Aveva una giacca arancione? Scrolla le spalle, infondo se la ricordava anche più alta. -Ti hanno lasciata indietro?-
Grace le sta fissando i lunghi capelli neri raccolti in una coda bassa. -In pratica.-
Le porte finalmente si aprono sul terzo piano, proprio davanti alla presidenza.
.
Quando arrivano davanti alla presidenza trovano un clone di Torak ad attenderli accanto alla porta. -Finalmente.- dice mentre quello appena arrivato tira un sospiro di sollievo.
-Viky è dentro?- chiede Grace aggirando Mirta e Irvan per poter guardare attraverso il vetro opaco della porta.
-È con me.- risponde il Torak che hanno trovato lì.
Grace fa un passo indietro sollevando un sopracciglio. Mirta e Irvan invece adocchiano la grossa runa delle anomalie sul braccio di Torak. Viky deve essere lì dentro.
-Ora potete aprire un passaggio?- chiede l'altro clone, quello che era con loro.
Annuiscono e si scambiano una rapida occhiata.
-Le tue sono più precise.- decide Irvan. Si alza una manica della maglietta e porge il braccio alla sorella.
Grace si sposta di nuovo alle loro spalle per poter vedere meglio.
Mirta traccia un doppio infinito tagliato da una linea sul braccio del fratello. Quando però lui va verso Torak per fargliela toccare, sbatte contro una parete invisibile. Si guarda intorno confuso finché lo sguardo non gli cade sul cerchio nero disegnato a terra intorno a loro due.
-Ma che...- Si voltano verso Grace. Era alle loro spalle, poi si è spostata in avanti, poi di lato ed è tornata dietro di loro. Un cerchio.
-Grace?- fa Mirta.
Torak senza runa si sposta immediatamente mettendosi tra il proprio clone e l'allieva del Fuoco, le mani già protese in avanti e l'espressione concentrata. Nello stesso istante, il suono di un campanello riempe il corridoio.
Grace sospira di sollievo mentre l'altra Grace, quella che sta uscendo dall'ascensore con quella che sembra Marta, trattiene il respiro incredula.
-Martina.- sibila il Torak con la runa mentre la Custode si fa avanti.
-Quanto tempo.- saluta lei.
Mirta e Irvan si allontano dalle pareti invisibili che li imprigionano.
Il buio dell'eclissi sembra essere risucchiato e allo stesso tempo spazzato via dalla sola presenza di Martina. In un unico momento di immobilità, tutti trattengono il fiato. Poi esplodono.
Grace arancione va verso Mirta e Irvan, ma Grace vestita di nero scatta verso di lei placcandola e poi spingendola a terra. Quella le scaglia contro prontamente una pioggia di scintille incandescenti come avrebbe fatto con un pugno di sabbia, ma nel momento in cui toccano la pelle della rovesciata bruciature dolorose compaiono sulle braccia di entrambe, negli stessi punti.
Nel frattempo entrambi i Torak fronteggiano Martina, ma indietreggiano velocemente verso Mirta ed Irvan. L'aria intorno ai cloni comincia a tremolare, come se emanassero un intenso calore.
La Custode non mostra nessuna fretta.
Mirta si disegna un'altra runa dei passaggi su una mano, poi con l'altra afferra il braccio di Irvan e attraversa la prima runa per ritrovarsi a pochi passi di distanza, oltre la runa di blocco.
Torak si volta immediatamente verso di lei, il braccio teso, ma quando si toccano, Mirta sente solo un improvviso bruciore ustionarle il palmo. Con urlo serra le dita in un pugno che porta al petto facendo dei passi indietro. Quando riapre la mano intorno al doppio infinito è comparso un cerchio di blocco.
Torak si sposta verso Irvan, appena uscito dalla runa di Grace a propria volta, ma all'improvviso entrambi i cloni sbiancano e cominciano ad ansimare.
-Sta' indietro, ragazzo.- intima Martina ad Irvan -Non voglio fare più male del necessario.- I suoi occhi, violacei, sono fissi sui due Torak che si stanno lentamente accasciando a terra. Tende le braccia in avanti verso ognuno dei due cloni che si portano le mani alla gola in cerca di aria mentre la pelle sul loro collo si tende. Martina avvicina di scatto le mani, facendo sbattere i palmi, e i due immortali si sovrappongono per poi fondersi insieme e tornare ad essere un'unica persona.
Torak rotola definitivamente a terra, annaspando.
Irvan fa per scattare di nuovo verso di lui, ma lo sguardo di Martina lo inchioda sul posto. Degli spasmi cominciano a scuoterlo. Mirta lo raggiunge nel momento esatto in cui cade a terra. Gli circonda le spalle e crea uno scudo intorno a loro. Irvan smette di agitarsi e torna lucido, ma gli manca ancora il fiato.
L'energia di Martina preme con forza spaventosa sullo scudo che sfavilla, diventa argentato e alla fine si distrugge.
Stringono entrambi i denti, pronti a sopportare l'imminente ondata di dolore che però non arriva. Mirta riapre gli occhi che aveva serrato e vedere un cerchio nero disegnarsi intorno a loro senza che Martina muova un muscolo. Si ritrovano di nuovo bloccati e questa volta sulle pareti invisibili compare una runa di chiusura. Questa volta non potranno uscire con un passaggio.
Distratta, la Custode si accorge troppo presto della pioggia di scintille che le piove addosso dal soffitto controllata dall'energia di Torak. Al contrario del pugno di sabbia di Grace, questa è una vera e propria cascata di luce che si riversa a terra. Alcune scintille rimbalzano sul pavimento e si schiantano sulle pareti invisibili del blocco, dividendosi in scintille più piccole.
Torak ha il tempo di rimettersi in piedi e prepararsi ad affrontare ancora la Custode.
Mirta vorrebbe urlargli di scappare, ma sarebbe inutile. Ovunque andasse, Martina sarebbe in grado di rintracciarlo e raggiungerlo in un attimo. L'unica speranza che ha di salvare se stesso e Viky è che loro creino un passaggio per la sala dove sono le altre Custodi, o per Malia, gli unici posti che solo un argenteo può raggiungere.
Le pioggia di luce si esaurisce nel giro di qualche minuto. E Martina ne esce illesa. Le ultime scintille che la colpiscono spariscono come assorbite dalla sua pelle senza causarle alcun danno.
-Tutto qui?- chiede con un sorriso, lo sguardo che fa paura. Allarga le braccia, e da ogni centimetro della sua pelle le scintille inghiottite si riversano fuori.
Torak si accuccia a terra, ma non per nel tentativo di proteggersi. Traccia un cerchio intorno a sé e nuove pareti invisibili lo proteggono finché la raffica non si esaurisce.
-Vuoi davvero giocare con la Morte, Torak?- Martina si avvicina. Il suo aspetto cambia, diventa più maturo. Da ragazza ancora un po' infantile divine quasi una donna.
-Non si può uccidere un immortale.-
-Pare di no.- Si appoggia alla parete invisibile generata dalla runa. -Ma nessuno ha mai lascoato provare me.- Un alone violaceo indica dove le sue mani stanno attraversando la barriera che lentamente si fa più opaca. -Chissà cosa vuol dire davvero essere immortali.- continua. Dalle sue dita comincia a colare una sostanza scura e densa come pece. -Che la vostra anima è immortale, quindi semplicemente diventate fantasmi? Oppure si tratta di anima rinchiusa per sempre in un corpo immobile nel tempo?- La sostanza scivola fino a terra. Torak si ritrae. Prova a tracciare una runa dei passaggi, ma qualcosa non va, le sue dita si muovono inutilmente senza che nessuna linea di energia indichi la creazione di una runa. -In questo caso la tua anima rimarrebbe intrappolata nelle tue ceneri se ti bruciassi.
Torak schiocca le dita e accende una fiammella come se avesse in mano un accendino. La sostanza nera che ormai imbratta quasi tutta la metà inferiore della barriera prende fuoco all'istante. Fiamme viola, inconsistenti come ologrammi si propagano ovunque nella prigione invisibile.
Martina ritira le mani. -Non prendertela, devo pur fare pratica per quando sarà il turno di Sarah, anche lei è un'immortale, no?-
Qualcosa scatta dentro Torak, il suo sguardo si fa di fuoco come se si stesse rimprendendo di colpo da una potente ipnosi. Si fa avanti. Appoggia le mani esattamente dove erano quelle di Martina. Le pareti della barriera si fanno ancora più opache e poi cominciano a colare come vetro fuso. Le fiamme viola sono inghiottite da quelle rosse che consumano la sostanza nera e si propagano ovunque come se il pavimento fosse cosparso di benzina.
Le due Grace interrompono la loro interminabile lotta per potersi riparare. Mirta si era comoletamente dimenticata di loro.
Lei e Irvan sono ancora dentro una runa di blocco che li protegge dalle fiamme.
Intorno a Martina si crea una bolla di vuoto, ma lei è comunque intrappolata in un mare di fuoco. Adocchia Torak che si sta dirigendo di nuovo verso i gemelli e stringe i denti. Si inginocchia a terra, preme le mani sul pavimento e un'ondata di energia sfrigolante soffoca le fiamme dal basso. Dalle zone carbonizzate sulle pareti ricomincia a colare la sostanza nera, come se i muri stessero sanguinando.
Quando Torak per sbaglio vi passa un piede sopra vi rimane incollato.
-Ora basta!- ringhia Martina -Grace, dov'è Viky?-
La rovesciata fa per parlare, ma dalla sua bocca non esce che un gemito e del sangue. La Grace originale si è morsa la lingua.
Al contatto con la sua pelle, intanto, la sostanza nera sta velocemente paralizzando Torak.
-Ha detto di averla con sé.- riesce infine ad articolare la rovesciata l'attimo prima che l'originale Grace la aggredisca in preda alla rabbia e alla disperazione dovute all'impotenza.
Lo sguardo di Martina scorre su Torak finché non si ferma sulla runa delle anomalie seminascosta dalla manica della maglietta. Sorride.
-No!- urla Torak.
La runa si illumina. Viky sta per uscirne. Ora che è stata trovata non ha intenzione né motivo di rimanere nascosta.
Ma Martina è di tutt'altro avviso. Con un semplice gesto a distanza delle dita, un cerchio rosso si disegna sul braccio dell'immortale, intorno all'anomalia, bloccando Viky nella runa.
Torak tenta inutilmente di divincolarsi, ma la presa dei lacci di materia nera è salda e la paralisi quasi completa.
Mentre Martina si avvicina di nuovo, a passo svelto, la temperatura nel corridoio sale spaventosamente, al punto che le due Grace devono rifugiarsi a loro volta dentro una runa di blocco e che vetri e oggetti metallici cominciano a fondere e deformarsi. Poi, altrettanto velocemente, la temperatura si abbassa. Dentro la runa, Mirta e Irvan iniziano a tremare.
Mirta batte contro le pareti della barriera, impotente. Martina sembra immune a tutto. Inarrestabile, ha ormai raggiunto Torak. Loro sono gli unici che possono fermarla e sono bloccatti da una maledetta, semplicissima, runa. Vi preme tutta la propria energia e sente il fratello fare lo stesso, ma è inutile. L'ha creata Martina, non hanno speranze di romperla, possono solo continuare a prosciugarsi.
Martina afferra il braccio di Torak e vi preme le dita. L'immortale urla di dolore come se gli stesse strappando la pelle. E l'impressione è proprio quella. La Custode solleva la runa come se fosse stata un adesivo e la riposiziona su una propria mano, completa di cerchio. Ad un gesto dell'altra, la sostanza nera si ritira e Torak cade a terra privo di sensi.
La temperatura torna normale.
Le due Grace si liberano dalle rune. La rovesciata raggiunge Martina raggiante, l'altra corre a liberare dall'esterno Mirta e Irvan.
Potrebbero ancora provare a fermare Martina, ma quante speranze avrebbero? Sono troppo scioccati per fare qualsiasi cosa.
-Riferitelo, alle Custodi.- dice loro Martina poco prima di scomparire insieme alla rovesciata -Nessuno è abbastanza potente da fermarmi. I loro giorni sono contanti.-
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