4- Contagio

-Dove sono i vostri zaini?-

Mirta solleva la testa dal libro così di scatto da colpire Irvan, intento a leggere la stessa pagina da sopra la sua spalla.

Ilaria si sta passando una sciarpa intorno al collo. -Cioè, volevo dire, vi va di venire con me?-

-Dove?-

-A Victoria. Stanotte c'è stato un nuovo attacco e voglio andare a dare uno sguardo.-

-Ma è sicuro?-

-Sì, tranquilla. Allora, vi va di venire con me?-

Irvan ci pensa un attimo. -Per caso sai già la nostra risposta?-

-Sì!- risponde di getto Ilaria, poi rimane interdetta -Solo che avresti dovuto dire "perché no?" non farmi questa domanda.-

A Mirta viene da ridere.

-Non è divertente.- protesta invece l'Argentea -Non può andare diversamente! Non possiamo cambiare il futuro, è contro natura, paradossalmente...-

-Rifai la domanda.- propone Mirta.

-Vi va di venire con me?- chiede Ilaria per la terza volta.

-Perché no?- fa Irvan alzandosi in piedi -Magari ritroviamo Astrid.-

Mirta alza gli occhi al cielo. -Ah, ora che è stata momentaneamente approvata dalla mamma passi all'azione, eh?-

-Ho solo scoperto le carte.-

-Ci sono tante cose che non le hai detto.-

-Già, come il fatto che hai passato un bel po' di tempo a sbaciucchiare suo cugino?-

Mirta gli lancia l'impermeabile appena preso. -E tu allora hai sbaciucchiato Lucy, la... zia di Astrid.-

-Solo una volta. E pensavo a lei.-

-Oh!- Mirta si porta una mano al petto e allunga l'altro braccio davanti a sé in modo teatrale -Mia amata, ti ho tradita con il sangue del tuo sangue, ma pensando a te.-

-Finitela!- Ilaria si mette in mezzo a loro, un braccio intorno al collo di ognuno. -Altrimenti mi metto a commentare i vostri sbaciucchiamenti futuri.-

Entrambi la guardano male.

-Non puoi conoscerli sul serio, non posso credere che ti sia fatta raccontare anche di quelli.-

-Beh, se te lo dicessi facendoti credere che sia vero penseresti che sia inevitabile e lo faresti avverare. E a quel punto la mia sarà stata una previsione perfetta.-

Mirta sbuffa.

-E ci sono previsioni future molto prossime?- chiede Irvan.

Ilaria gli dà uno scappellotto sulla nuca. Allunga una mano davanti a loro e traccia una runa dei passaggi.

-Sicura di poterlo fare?- domanda Irvan.

-Ho già chiesto il permesso alla Colonia e avvisato i vostri genitori.-

Mirta attraversa la runa di slancio e si ritrova su un ampio sentiero sterrato delimitato da entrambe le parti da una staccionata. Da un lato vede il paesaggio scendere fino alla striscia di spiaggia che porta al mare, dall'altra salire ripidamente fino a sparire tra le nuvole più basse.

Davanti a loro si alza un muro di pietra senza nessuna entrata che interrompe bruscamente il sentiero.

-Siamo a Victoria?- chiede dubbiosa appena sente gli altri apparire accanto a lei.

-Al confine.- risponde Ilaria -Ma non te lo puoi ricordare, nessuno arriva mai così tanto in periferia e la prima volta che siete stati portati qui siete venuti con una runa combinata, una scorciatoia.-

-Ah.-

Mirta si avvicina tenendo la testa rivolta verso l'alto.

Appoggia entrambe le mani sulla parete di pietra mentre cerca di scorgerne la cima.

Il contatto è familiare ed insolito allo stesso tempo. Un formicolio le si irradia dalle dita fino alla spalla e al collo, diventando poi un brontolio di sussurri nella sua mente.

-Lo sentite?- la voce di Ilaria è un sussurro.

-Ci sono angeli?- chiede Irvan.

-Le mura intere sono vive. La pietra cresce anno dopo anno, giorno dopo giorno. Si fa più solida.- Scosta alcuni rampicanti e vi passa una mano per rimuovere terra e altri residui. Ogni singola pietra è ulteriormente saldata a quelle accanto con delle runa di blocco che disegnano un intrigo infinito di cerchi neri. Come catene che tengono insieme il tutto.

Mirta vede le proprie braccia diventare nere e le dita quasi dissolversi completamente in ombra. Chiude gli occhi, si concentra sul gorgoglio di sussurri che sente.

La pietra non ha occhi, ma in qualche modo registra delle immagini che sembrano in modalità visione notturna. Mirta può scavare nei suoi ricordi, sapere chi è stato qui prima di lei. Vede residui dell'attacco della notte prima. L'immagine di un enorme serpente di fumo che le si abbatte addosso le fa fare un salto all'indietro.

Perde il contatto con le mura e l'immagine svanisce. Le sue braccia tornano velocemente rosa.

-Wow.- commenta.

Ilaria sorride. Dà una specie di pacca alle pietre davanti a lei. -C'era già prima ancora che Victoria fosse costruita. Ha visto i primi Cacciatori morire qui.-

Mirta e Irvan non possono fare a meno di scambiarsi un lungo sguardo. La loro mente torna alla notte in cui hanno sognano quella scena, la prima volta che hanno sentito le parole della profezia di Irina e Marvin. Alla modalità che ricordava la visione notturna.

Ilaria non sembra accorgersene.

Batte un pugno sulle pietre due volte, come se stesse bussando e intorno alla sua mano si disegna per un momento un cerchio di luce. Mirta si concentra e ne segue la scia fino ad avere una vaga idea della grandezza e della forma dello scudo che protegge la città.

Dopo appena qualche istante davanti a loro si disegna un varco che comincia a scavare la parete di roccia fino a rivelare un'entrata ad arco.

-Era un'illusione?- chiede Irvan -Che lì ci fossero delle pietre intendo.-

-Forse.- Ilaria non sembra colpita dall'idea di aver toccato qualcosa che non c'era.

Dall'altra parte dell'arco di pietra si allunga un luminoso viale alberato.

È il settore della Vita. Se lo sente dentro.

Due ragazzi, uno della Vita e una del Fuoco, sono fermi al centro del viale ad una decina di metri da loro.

Mirta riconosce entrambi, anche se non ricorda i loro nomi. Il ragazzo è l'amico di Irvan che hanno incontrato ad Halloween mentre l'altra, sicuramente la sorella data la somiglianza, è la ragazza del Fuoco con i capelli tinti di rosso, arancione e giallo che qualche volta è comparsa nelle loro visioni.

-Irvan!- esclama il ragazzo, sollevato.

-Ciao Axl.-

-Che ci fate qui?-

Irvan guarda Ilaria. -Veniamo a dare una mano?-

-Io e Joy siamo di guarda, non possiamo muoverci di qui.-

-Sappiamo la strada.- li tranquillizza Ilaria -Sapete dove si trovino Dafne e le altre Custodi in questo momento?-

-All'Esagono probabilmente.-

Mentre parlano, improvvisamente la luce si smorza. Alzano tutti di scatto la testa verso il cielo, ma si tratta solo di una comunissima nuvola.

-Andiamo.- sussurra Ilaria spingendoli delicatamente avanti.

Più camminano verso il centro della città più gli edifici si fanno più vicini e più grandi. I sentieri diventano strade e cominciano ad essere costeggiati da canali sempre più grandi.

Il settore della Vita ricorda sempre il parco di una villa?, chiede Mirta.

-No, ma per la maggior parte. È quasi inevitabile data la nostra posizione. Siamo tra il settore dell'Aria, ovvero piena montagna e prati sconfinati, e quello dell'Acqua con larghissima spiaggia e benefica aria di mare. La Vita ha il clima perfetto, più luce, calore...-

Okay, okay. Gli altri settori come sono disposti?

-Quello dell'Acqua diventa una palude.-

Terra. Quella la ricordo bene.

-Invece quello dell'Aria viene bruscamente interrotto dalle strutture modernissime del Fuoco.-

Quindi la Morte è tra la Terra e il Fuoco?

-Già. Cenere.-

Cenere?

-Tra Terra e Fuoco. Continuo decisamente a preferire la Vita, anche per i vicini.-

-Non posso che essere d'accordo.- interviene una voce che non è quella di Ilaria.

Prima ancora di sollevare lo sguardo, entrambi sanno chi si troveranno davanti.

Al centro del ponte che stanno per attraversare per raggiungere l'Esagono, i gomiti appoggiati al parapetto e le mani giunte, c'è Dafne. Il suo sguardo è fisso nel vuoto davanti a lei, anche se la sua attenzione è rivolta a loro.

Ha le spalle leggermente curve e ombre intorno agli occhi. Ha anche un aspetto più maturo del solito.

-Ci aspettavate?- chiede subito Ilaria.

-No, ma non serve conoscere il futuro per sapere che certe persone prima o poi tornano.-

Mirta guarda l'Esagono dall'altra parte del ponte. Due Viky diverse stanno organizzando il lavoro degli allievi mentre una terza parla con il fratello. Diana invece si sta rivolgendo ad Ombre, segugi e quelli che sembrano demoni.

Un ragazzo in groppa ad una fenice passa a pochi centimetri dalle loro teste ad una velocità preoccupante. Un ragazzo dell'Aria gli va dietro volando appena più giudiziosamente.

Ma lo sguardo di Mirta è catturato da Marta, seduta a gambe incrociate sul tetto dell'Esagono e intenta a disegnare.

Si allontana dal fratello e la raggiunge. Si ferma il più vicino possibile, la testa rivolta all'insù.

Ci vogliono diversi minuti perché Marta si accorga di lei.

-Mirta!- esclama sorpresa quando finalmente distoglie lo sguardo dal foglio -Chi non muore si rivede.-

-Ho fatto il possibile per rimanere in vita.-

-Il che non so quanto si addica ad un'allieva della Morte.-

-Dipende quale Morte si intende.-

Il mezzo sorriso sul volto di Marta scompare di botto. -Perché sento che devo anche a te il ritorno di mia sorella?-

Mirta ci rimane male. Fa qualche passo indietro. -C'ero.- ammette -Ma anche volendo non avrei potuto fare nulla.-

-No.- conferma Marta tornando a concentrarsi sul disegno -L'avevo detto che non era una decisione intelligente usare lo specchio di Irina. Né fidarsi della setta.-

La conversazione sembra finire lì e per un po' l'attrito tra foglio e carboncino è l'unico suono tra loro. Mirta non si muove.

Con un sospiro vagamente scocciato Marta alza di nuovo lo sguardo. La fissa per un po'. -Il tuo è stato lo scrutinio più veloce a cui abbia mai partecipato, non posso certo lamentarmi.-

-Bocciata per le assenze o per tradimento?-

Marta scrolla le spalle. -Giudizio rimandato in attesa di esame.-

-Sono stata rimandata? Con quali materie?-

-Tutte. Un uomo dagli occhi dorati che dice di essere mio padre ha insistito sul mettere da parte la faccenda del tradimento. E ora entra è unisciti al circolo spichiatrico.- Marta indica l'Esagono con il carboncino.

Mirta rimane interdette, ma la Custode si limita ad un sorriso furbo.

Custode. Ha sempre pensato a questa parola come abbreviazione di Custode della Morte, mai come sua Custode, come sua protettrice.

Pensosa, Mirta entra dal primo ingresso che trova. Sugli spalti non c'è quasi nessuno. Una ventina di allievi di anni diversi sono seduti a terra lungo il periodo dell'Esagono interno. La loro attenzione è rivolta alla ragazza in piedi al centro, intenta a spiegare qualcosa di estremamente interessante.

I capelli verdeacqua sono riconoscibili a distanza.

Mirta scende velocemente i gradini degli spalti e poi rimane dietro il vetro che la separa dall'esagono interno.

Astrid la nota appena si volta nella sua direzione e smette di parlare. Le fa segno di entrare.

Sotto lo sguardo di tutti, Mirta esita un istante. Sanno tutti chi è? O in fondo non è nessuno di così importante da essere ricordato?

-Mirta.- Astrid la saluta con un sorriso. -Da quanto siete qui?-

-Appena arrivati.-

Lo sguardo di Astrid chiede altro.

-Irvan è fuori, sta parlando con Dafne. Marta mi ha mandata qui.-

La ragazza dell'Acqua annuisce. -Unisciti a noi, allora.-

Qualcuno subito si muove per farle posto. Drake. Si siede tra lui e un allievo della Terra.

-Okay, facciamo un rapido riassunto allora.- riprende Astrid con sicurezza -Il contagio è una proprietà per cui possiamo esercitare le nostre Arti tramite qualcun altro. È reso possibile dal contatto fisico e dipende più da chi contagia che da chi è contagiato.- Sorrise a due ragazzi. -Volete darne una dimostrazione?-

-Di nuovo?- protesta una dei due, un'allieva della Vita, ma poi fa quanto richiesto. Appoggia la mano sulla spalla del ragazzo accanto a sé il quale solleva una mano con il palmo rivolto verso l'alto. Una luce si accende tra le sue dita.

Ad un cenno di Astrid, la ragazza accanto gli stringe il braccio e la luce scompara dalla mano di lui per apparire in quella di lei. Poi la ragazza della Vita perde la concentrazione e la luce si spegne.

-Forte.- sussurra Mirta.

-Con le Arti dell'Aria non serve a molto,- commenta Drake -ma con altre può tornare utile.-

-Ora ognuno di voi testerà la portata del proprio contagio,- continua Astrid -perciò assicuratevi di non avere vicino qualcuno dello stesso Elemento e di potervi prendere tutti facilmente per mano. Il primo giro lo comincio io.- Si siede dalla parte opposta del cerchio rispetto a Mirta e Drake e prende la mano della ragazza alla sua destra. Subito anche i suoi capelli diventano verdeacqua e lei dà la mano a chi viene dopo.

Astrid non sembra avere nessun limite. In pochi minuti le teste di tutti si colorano di varie tonalità di azzurro, poi tornano tutte normali e il giro di contagio ricomincia a partire dalla ragazza accanto ad Astrid.

Quasi nessuno riesce ad estendere il contagio fino a Drake e Mirta, tutti si fermano dopo tre o quattro persone.

Perché c'è Astrid e non Sarah? , chiede Mirta a Drake con il pensiero.

-Pare che ultimamente ci siano più lezioni tenute da allievi che da professori o Custodi. È una specie di autogestione. Credo sia la prima volta nella storia che allievi di Elementi diversi si allenino insieme.-

-Drake, tocca a te.- la voce di Astrid li richiama all'attenzione.

Mirta tende la mano a Drake mentre dentro di sé sospira di sollievo. Astrid è ancora solo Astrid.

Anche se sente l'energia di Drake scorrerle sulla pelle, fisicamente quello tra le loro dita è un normale contatto.

Solo dopo qualche secondo si rende conto in cosa consista il contagio di Drake.

Le sue scarpe sono diventate invisibili. È estremamente strano riuscire a vedersi i piedi ma continuare a sentire i calzini.

Anche l'orlo dei suoi pantaloni comincia a scomparire.

-Smettila!- esclama.

-Ringrazia che non stia rendendo invisibile qualcos'altro.- È la risposta.

-Mirta.- Astrid la ferma prima che possa dire qualcosa.

Mirta prende la mano del ragazzo alla sua destra. Anche le sue scarpe spariscono e lui tende la mano al ragazzo successivo.

La catena di contagio arriva fino ad Astrid e lì si ferma.

Drake aggrotta le sopracciglia nello sforzo di continuare, ma non ci riesce. Dalla sua aura, Mirta capisce che Astrid sta fermando apposta il contagio.

Dopo qualche altro secondo, non senza un'occhiataccia alla ragazza verdeacqua, Drake ritira il contagio.

Con un sospiro di sollievo generale, tutte le scarpe ricompaiono.

-Mirta, è il tuo turno.-

Mirta esita solo un momento. Quale arte può usare? Non ha certo bisogno del contatto fisico per creare illusioni.

L'unica cosa che le viene in mente è la visione dei ricordi, anche se è una capacità da occultatrice.

Prende la mano del ragazzo accanto a sé. Nell'altra gli fa apparire del fumo nero. Buio. Ombra che impalpabile cola lentamente.

Contemporaneamente scava nella sua memoria. Nulla di invasivo, continua a sembrarle una fastidiosa violazione di privacy, giusto quanto basta per essere sicura di riuscirci.

Scopre di aver affrontato questo ragazzo della Terra nell'Esagono, l'unica volta che c'è stata. Non si ricorda di lui.

Si concentra per arrivare alla ragazza che viene dopo, anche se evidentemente ha perso la spiegazione su come fare.

Spostare l'ombra è facile, basta lasciare che la propria energia si estenda fino ad arrivare alla mano della ragazza, ma può fare lo stesso con la visione dei ricordi?

Si concentra sulla sua parte occultatrice. Isola mentalmente la sensazione di calore che vi corrisponde. La incanala unicamente nel braccio e la irradia nel ragazzo della Terra accanto a sé. Gliela fa scorrere sulla pelle, propagandosi da una cellula all'altra. In un certo senso è come se lo stesse abbracciando, circondando.

Crea un canale fino alla ragazza dopo.

Ora riesce a vedere anche i suoi ricordi. Non ci si sofferma, si limita a far scorrere velocemente le immagini.

Si sposta sul ragazza successivo nello stesso modo.

È estremamente faticoso, molto più di quanto si sarebbe aspettata. È un diverso livello di difficoltà di Arte?

Riesce a prendere un ritmo per avanzare. Sposta prima l'ombra, poi passa a vedere i ricordi.

È estremamente consapevole del contatto fisico di tutti, dei punti esatti in cui le dita si toccano.

La catena si allunga. Si sente come se stesse tendendo troppo un muscolo.

Arriva alla ragazza prima di Astrid. Sta per andare avanti ma qualcosa la fa esitare. I suoi ricordi sono diversi, sembrano un video venuto male, una registrazione rovinata. Hanno qualcosa di spaventosamente sbagliato.

Spalanca gli occhi e fissa la ragazza. Non sembra avere nulla di speciale.

-Mirta?-

Ignora la voce di Astrid.

Guarda nei ricordi della ragazza. È un'allieva della Terra.

Non riesce a capire cosa abbia di diverso dagli altri. Ma è come se la sua mente viaggiasse su una frequenza diversa.

Non tutti i ricordi sono disturbati, solo quelli più vecchi. Quelli più recenti sono nitidi come quelli di tutti.

Scava a ritroso fino a trovare il punto di separazione. E rimane pietrificata.

La vede essere catturata dai Cacciatori ad Halloween e portata da Carlos Cahill. La vede attraversare uno specchio e ritrovarsi dai Suspirian. Da quel momento, di colpo, tutto si fa nitido. E diverso.

-Mirta, non riesci ad andare avanti?- chiede Astrid.

Mirta riesce solo a restituirle uno sguardo di allarme.

Irvan!, chiama con il pensiero, gli mostra ciò che ha trovato, nella speranza che lui sappia cosa significa. Percepisce la presenza di Dafne nel loro contatto.

Mirta perde il controllo della propria energia che torna indietro violentemente, come un elastico teso e la fa sobbalzare.

-Tutto bene?- chiede Drake.

Non risponde.

Irvan? Che succede?

-Dafne sta guardando meglio dentro la ragazza.-

Può farlo?

-No. Può leggere i suoi pensieri e stuzzicare dei ricordi, ma non può andare a ripescarli.-

-Mirta, sei sicura di averla vista attraversare lo specchio?- si intromette la voce di Dafne.

Sì.

-E hai visto cosa è successo prima e dopo?-

Sì. No. Vagamente. I ricordi di prima sono strani, comunque aveva paura.

-Puoi ritrovarli?-

Mirta guarda la ragazza. Sembra tranquilla. Ma è troppo lontana perché possa arrivare di nuovo a lei. Ha bisogno del contatto fisico per ripescare i ricordi.

Ha bisogno di un altra catena di contagi. Nessuno sembra essersi accorto di cosa faceva, oltre che far apparire ombre tra le mani.

Si ricompone.

-Sto bene.- dice ad alta voce -Credo di aver esagerato.-

Astrid continua a fissarla. E così Drake e gli altri ragazzi. Si raddrizza, sorride. Usa i suoi poteri di illuminatrice per trasmettere tranquillità.

-Sto bene.- ripete, e questa volta tutti se ne convincono.

L'allievo della Terra accanto a lei comincia il suo turno di contagio. Mirta spera che sia abbastanza potente da arrivare alla ragazza.

Con discrezione, avvicina una mano a quella che lui tiene lungo il fianco. Lascia che le nocche si tocchino il più possibile. E si inserisce nella catena formata senza farsi notare.

Ma il ragazzo non riesce a propagare il proprio contagio oltre tre persone. Il suo turno termina.

Nervosa, Mirta comincia a mordicchiarsi un'unghia.

-Che c'è?- le sussurra Drake.

Lei scuote la testa ma evita il suo sguardo.

Come può arrivare a toccare la ragazza accanto ad Astrid senza dare nell'occhio?

-Mirta?-

Zitto Irvan.

Se fosse un'Ombra potrebbe strisciare fino a lei, ma di certo si accorgerebbero se improvvisamente diventasse nera e fluida e perdesse forma umana. E noterebbero che un'Ombra solitaria si sta muovendo nell'esagono interno.

L'allieva della Terra non le presta attenzione. Ogni tanto scambia una battuta con il ragazzo che le è seduto affianco. Sorride, annuisce, gli porge la mano quando una catena di contagio arriva fino a loro. Sembra assolutamente normale.

I suoi gesti sono normali. La sua aura è normale. I suoi pensieri sono normali.

Lo sguardo di Mirta cade sul pavimento. Sull'alveare di esagoni dorati che fanno da mattonelle. Passa un dito sul contorno di quella più vicina. La fessura che la separa dalle altre è sottile ma piuttosto profonda.

Ha un'idea.

Si avvicina a Drake finché non sono fianco contro fianco. Lui solleva un sopracciglio e lei gli rivolge un sorriso distratto.

Stai fermo e sii naturale.

-Ma...-

Per favore.

Infila la mano sotto la sua. Si concentra. Dal polso in giù la sua pelle si fa scura, sempre più morbida e fluida, finché le sue dita non sono che ombra informe. Le infila nelle fessure tra una mattonella e l'altra e comincia a strisciare.

Abbassa velocemente lo sguardo. Il suo braccio sembra svuotarsi e appiattirsi fino a sparire tra due mattonelle. Riduce la propria mano ad una striscia d'ombra quanto più sottile.

Avanza tra i piccoli esagoni. Quando arriva quasi a metà strada tra sé e la ragazza della Terra, non riesce più ad andare avanti. Non arriva più in là.

Si fa ancora più vicina a Drake e infila di più il braccio nel pavimento. Appoggia la testa alla sua spalla. Lui finge di stringerle di più la mano che non c'è.

Riprende ad avanzare. Si allunga il più possibile. Si sente estremamente svuotata, ma finalmente arriva alla ragazza.

Le sfiora il polso. Ed è abbastanza.

Chiude gli occhi e si immerge nei suoi ricordi.

Si ritrova chiusa in una cella sotterranea. La Terra è il suo Elemento, ma qui è dura e impossibile da usare. Sente la paura marcirle nelle ossa, insieme alla fortissima consapevolezza che qualcuna verrà a salvarla, che le Custodi arriveranno. Da fuori vengono urla. Grida anche lei. Ci sono Ombre dappertutto. Qualcuno l'afferra e la trascina di peso chissà dove seguendo un uomo. "Signor Cahill" lo chiamano. Dev'essere quello di cui ha sentito parlare. Quando si rivolge a lei lo sente appena, quasi non distingue la parole, ma rabbia e odio nei suoi confronti montano dentro di lei.

Ma è solo quando tenta di scappare, pronta persino a tornare nella sua cella, che finalmente fanno qualcosa. La spingono contro una parete. E lei la attraversa.

All'improvviso, tutto diventa nitido. Mirta percepisce la differenza così chiaramente che per un momento perde il controllo dei ricordi, come se ne fosse stata spinta fuori per entrare in quelli di qualcun altro.

Si vede raccogliere da un occultatore, un Suspirian, prima di perdere i sensi per un po'. Al suo risveglio, Carlos Cahill è di nuovo lì, solo che questa volta lo vede in modo diverso. Si salutano, si parlano di...

Il contatto svanisce, Mirta si ritrova nella propria mente e spalanca gli occhi.

La ragazza è scattata in piedi, gli occhi fissi su di lei.

Senza che Irvan le parli direttamente, Mirta sa che lui e Dafne stanno già arrivando, che è solo questione di secondi, e che lo sa anche la ragazza.

La vede scattare e si sente spinta violentemente di lato, ma non da lei.

Con la forza del pensiero, Drake ferma la ragazza a metà strada.

Tutti balzano in piedi.

Una delle entrate di spalanca lasciando entrare Dafne e Viky.

La ragazza della Terra non si mostra spaventata, solo arrabbiata. Serra i pugni e i vetri di contorno all'esagono interno cominciano a pietrificarsi.

Gli altri sono ancora tutti più o meno in cerchio. Mirta dà un forte spintone al ragazzo accanto a sé che si sbilancia di lato, nel giro di pochi istanti si è formata una catena di persone che si afferrano a vicenda per non cadere. Usando il contagio dei propri poteri, Mirta riesce a fare attraversare alla maggior parte di loro la parete di pietra.

Astrid intanto scatta verso la ragazza della Terra, ma Drake la spinge via con il pensiero. -Non toccarla!- le urla.

Mirta attinge all'energia di Irvan e crea uno scudo intorno alla ragazza. Lei si limita a tramutare anche quello in pietra e poi a farlo esplodere.

-Che poteri hanno quelli della Terra?- esclama Mirta.

-Se ti dicessi che non lo so?- risponde Drake mentre traccia due rune circolari nell'aria. Le afferra come fossero dei frisbee e le lancia contro la ragazza. Si polverizzano appena la toccano, ma almeno si sbilancia e cade a terra. Immediatamente tre catene scattano verso l'alto e Mirta vede dei numeri disegnarsi sulle pareti di pietra dell'Esagono.

Come se fosse uno scontro di fine mese.

La ragazza intanto disegna una runa circolare a terra e la ingrandisce con un gesto delle mani, come se stesse zoomando un'immagine su uno schermo. Il cerchio nero raggiunge il contorno dell'esagono.

Drake prova a spostare la ragazza con la sua energia ma non ci riesce, sembra pesare quanto una montagna. E intanto lei traccia altre rune.

Drake diventa invisibile.

Irvan dove siete?

-Qui! Ma non riusciamo ad entrare. Dovete bloccare le rune di chiusura.-

La ragazza prova a disegnare un passaggio ma una mano invisibile cancella la scia lasciata dal dito.

Mirta si guarda intorno. Dov'è Astrid? La vede a terra, appoggiata con un fianco contro una parete, le mani premute sulla pancia. Corre da lei.

-Astrid!-

Come unica risposta, la ragazza sposta le mani. Sulla sua pancia c'è una macchia scura. Grigia. Come pietra.

-Non riesco a fermarla!- esclama la ragazza dell'Acqua con voce strozzata -Non è possibile che la sua energia sia così potente! Ed è solo del primo anno, no...- le manca il fiato. Si accartoccia su se stessa come in preda ad un crampo.

-Posso provare a curarla.-

-Non è una malattia, né una ferita.-

-Mirta, devi farla girare.-

-Cosa?-

-Se la guardo negli occhi posso ipnotizzarla.-

Mirta si tira su. Crea uno scudo trasparente intorno ad Astrid.

La ragazza intanto sta usando le catene come delle fruste, colpendo alla cieca lì dove pensa esserci Drake.

Mirta crea delle sfere argentate tra le mani e poi le scaglia contro di lei. Una la colpisce, facendola sobbalzare come se avesse preso una forte scossa, l'altra si ferma a mezz'aria. Con un gemito, Drake crolla a terra tornando visibile.

Mirta impreca.

La ragazza si riprende in fretta. Senza nemmeno alzarsi riafferra una delle catena e la lancia verso Drake. Quella si chiude automaticamente intorno al suo polso e lo trascina verso la ragazza.

Lui non riesce ad opporsi. Apparire e scomparire non serve a nulla, tentare di allentare la presa della catena o smuovere la ragazza è inutile. Contro la sua energia lei è inverosimilmente forte e pesante.

A Mirta sembra di vedere la scena al rallentatore. Anche se potrebbe raggiungerli in un istante, non riuscirebbe a salvare Drake senza toccare a sua volta la ragazza.

La soluzione le si presenta così all'improvviso e in modo così istintivo che non c'è differenza tra il pensare e l'agire. Fa scattare un'altra catena, la più vicina a sé, e la lancia verso Drake. Come un tentacolo, gli si avvolge intorno al busto, spezzandogli il respiro e bloccandolo a terra.

Un attimo prima che la ragazza lo tocchi, lui scompare. Non nel senso che diventa invisibile. Semplicemente sparisce, come se avesse attraversato una runa dei passaggi, e le catene si ritirano.

La ragazza esita, confusa.

-Per l'Esagono Drake ha perso- non può fare a meno di spiegare Mirta -ed è stato fatto uscire.-

Mentre parla, Mirta si rende conto che nello stesso modo potrebbe riuscire a portare la ragazza fuori dall'esagono interno, dove ci sono Irvan, Dafne e sicuramente anche altri.

La ragazza deve rendersene conto nello stesso istante.

Corre verso di Mirta, ma lei si sposta alla velocità della luce. Rimane di fronte alla ragazza, cominciando a spostarsi di lato nel tentativo di portarla davanti ad Astrid.

Ci riesce, ma appena si sposta di lato, la ragazza della Terra chiude gli occhi in tempo. Senza aprirli, cerca di nuovo di raggiungere Mirta. Sembra che non usare la vista non le crei nessun problema. Poi ricorda che la consapevolezza dell'ambiente circostante è un potere della Terra.

Come illuminatrice, Mirta riesce a saltare abbastanza in alto da sfuggirle. Atterra molto più in là.

Crea tante piccole sfere argentate e le lancia a terra il più vicino possibile alla ragazza. Le catene scattano, ma appena la sfiorano si pietrificano. Sembrano i tentacoli di un mostro marino che si incurvano nell'aria mentre cercano alla cieca qualcosa da afferrare.

Mirta si ferma. Si concentra. Creare illusioni servirebbe a poco contro un'avversaria consapevole di cosa succede realmente attorno a sé.

Usa di nuovo l'energia di Irvan. Crea una specie di contatto mentale, cerca di entrarle nella mente in maniera molto più profonda, di trovare un diverso genere di pensieri. Dei comandi.

La costringe ad aprire gli occhi.

-No!- urla lei.

A Mirta tremano i polsi.

La ragazza si irrigidisce e sembra pesare una tonnellata. Tentare di farla voltare verso Astrid è come cercare di far girare una casa come se fosse una giostra.

Mirta cade a terra e per poco non sbatte la testa, ma tutto ciò che vuole è mantenere la concentrazione. Ormai vede solo dagli occhi della ragazza.

Si sente andare via e tornare nel suo corpo in continuazione.

I suoi pensieri le rimbombano nella testa. La costringe a ritirare la sua energia. Sembra più leggera ora.

Astrid si è tirata in piedi. Ha quasi tutto il busto pietrificato.

Gli occhi della ragazza si serrano di nuovo, disperatamente, ma Mirta improvvisamente sente in lei qualcosa di diverso, di innaturale. La sua paura ha qualcosa di sbagliato, non è legata alla sopravvivenza o all'autoconservazione. A questa ragazza non interessa che li si faccia del male, ciò che teme dell'essere ipnotizzata è ciò che potrebbe dire.

Mirta scava.

Carlos Cahill. Il nome del padre di Grace è come un gong costante sul fondo della mente della ragazza, ma non per paura. Per rispetto, ammirazione, lealtà.

Perché?, chiede Mirta.

In quel momento, la mente della ragazza si svuota. Ogni pensiero si spegne, come se nella sua mente fosse stata spenta la luce.

Non oppone più nessuna resistenza.

Mirta lascia la sua mente e torna nella propria. Riprende coscienza del proprio corpo e le manca il fiato, si sente come se avesse corso per giorni interi, con i muscoli che bruciano e le ossa che tremano, i nervi impazziti.

Solleva la testa per vedere la scena. La ragazza, lo sguardo e l'espressione assolutamente vacui, si avvicina ad Astrid. Tutte le catene sospese a mezz'aria che tocca si rianimano e tornano al loro posto dentro il pavimento. Quando raggiunge Astrid le infila una mano nell'addome come se fosse di burro e poi la tira fuori portando via la pietra e scoprendo di nuovo la carne.

Astrid ritorna a respirare e scivola a terra esausta, intanto la ragazza si volta e raggiunge le rune che ha tracciato. Le blocca.

Nel giro di qualche istante, mentre le pareti tornano ad essere di vetro, Mirta sente qualcuno entrare. Le gira troppo la testa per tenere gli occhi aperti.

-Ehi, Mirta! Tutto bene?- è la voce del fratello.

-Come se stessi per vomitare.-

-Potresti trattenerti allora?- questa invece è quella di Drake, anche se viene da più lontano.

-Preferisci che svenga?-

-Beh...-

Non sente la risposta, è già svenuta.

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