2- La Rete
Trasportare il file di testo dal computer al sito cancella ogni formattazione salvo, fortunatamente, i punti e a capo, perciò certe frasi che dovrebbero andare in corsivo potrebbero non esserlo perché mi sono sfuggite, perdonate e segnalate (questo avviso potrebbe valere anche per i capitoli futuri).
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La gente che gira per le strade è guardinga ed inquieta. Ognuno scruta chi gli viene incontro come se si aspettasse di vederlo scomparire o diventare un mostro da un momento all'altro.
Forse è proprio così.
L'energia di Mirta si scontro con quella di un uomo invisibile che le passa accanto.
Due demoni dalle sembianze animali attraversano la strada rincorrendosi. Loro, al contrario sembrano felici. Una donna li tiene d'occhio da una panchina sorvegliandoli come fossero suoi.
Qualcuno urla oppure scatta di lato quando li vede, altri sorridono come a dei cagnolini.
Mirta e Irvan camminano spalla a spalla. Drake li precede con passo deciso, Astrid chiude la fila. Hanno entrambi l'aria assente.
Sei sicuro che funzionerà?
Irvan scuote la testa. -Posso solo sperarlo.-
Ma perché non dovrebbe? Se sei riuscito ad entrare nella Rete come avrebbero fatto a perdere tutto?
-Non lo so, ma ancora non mi capacito di come possa funzionare.-
È una cosa da illuminatori, figurati se non funziona!
Irvan sorrise velocemente.
Arrivano ad un incrocio e girano. E si trovano davanti un muro di luce guizzante. Uno scudo.
Drake allunga una mano. Prima le sue dita e poi tutto il suo braccio lo attraversano senza problemi.
-Dev'essere uno scudo selettivo.- commenta.
Astrid li affianca. -Evidentemente gli umani possono passare. E immagino anche gli illuminatori se questo è il loro territorio.-
Drake annuisce a poi attraversa lo scudo.
Mirta allunga una mano. La luce le diffonde una sensazione di calore nel braccio oltre ad una leggera scossa.
Comincia ad illuminarsi dall'interno, le vene che disegnano un reticolo dorato sotto la pelle che si diffonde in tutto il corpo. Chiude gli occhi. Si sente improvvisamente leggera.
Riapre gli occhi e guarda Irvan. La sua carnagione è così bianca da brillare, come sotto il sole forte, gli occhi di un verde chiarissimo quasi incolore.
Lei deve avere lo stesso aspetto.
Attraversano lo scudo insieme e si ritrovano tra Drake ed Astrid.
Immediatamente sono colpiti dal contrasto con la via che hanno appena lasciato.
Il quartiere sotto lo scudo è tranquillo, luminoso e affollato.
Non ci sono macchine e agli incroci segugi gradi quanto orsi se ne stanno sdraiati sull'asfalto, il corpo rilassato ma gli occhi vigili.
La maggior parte delle persone è umana, ma tra loro ci sono Luci e illuminatori in tutte le loro possibili forme.
-Com'è possibile?- sussurra Mirta -Nella strada accanto si odiano e qui si amano?-
-Sopravvivenza- risponde Drake -Tutto ciò che c'è qui, dai negozi agli appartamenti in affitto, è della Colonia. Ci sarà stato uno shoc iniziale, ma gli illuminatori sanno come farsi amare. Insomma chi può odiare delle creature che per natura mettono di buon umore se per di più si offrono di proteggerli e far sì che portino avanti la loro vita di tutti i giorni?-
-Perché allora non lo fanno con tutti?- osserva Irvan.
-Quelli che vivono qui hanno avuto illuminatori come vicini e padroni di casa, medici che li hanno curati brillantemente, commercianti efficienti e disponibili. I figli degli uni sono migliori amici degli altri. Qualcuno forse sapeva già molte cose. La Colonia è qui da decenni, da quanto erano pronti ad un'eventualità del genere.-
-Arrivano.- li interrompe Astrid.
Due segugi marroni attraversano la strada nella loro direzione. Qualcuno si volta a guardarli, ma nessuno sembra preoccupato. Naturale, hanno la certezza che chiunque sia entrato, anche se sconosciuto, sia un umano o un illuminatore. Credono di dover temere solo le altre creature.
Invece dovrebbero temere altri umani, pensa Mirta distogliendo lo sguardo per posarlo sui due segugi.
Uno, quello più grosso si ferma davanti a loro, l'altro si avvicina e li annusa uno alla volta.
-Sono Drake Freycone.- annuncia l'allievo dell'Aria facendo un passo avanti -E loro Astrid ...- si interrompe, probabilmente rendendosi conto di non sapere il suo cognome, ma nessuno glielo suggerisce -...e Mirta ed Irvan Suspirian.-
Entrambi i segugi drizzano le orecchie e si scambiano un lungo sguardo.
-Veniamo per parlare con Xavier, o Gabrielle, o con un loro ambasciatore.-
I due segugi si scambiano un verso. Il più piccolo in pochi secondi diventa una donna bionda e familiare.
-Darlene?- fa Mirta.
Drake si volta a guardarla. -Conoscete questa donna?-
Mirta annuisce. -Fa parte del branco di licantropi di Villa Luna, è stata con noi al Clothel per un certo periodo.-
Darlene annuisce. -Felice di rivedervi.- Indica con cenno l'altro segugio. -Lei è mia sorrella, Marlene O'clan, vi ricordate di lei?-
-No.- risponde Mirta -Sinceramente nell'ultimo periodo ho conosciuto troppa gente nuova per ricordarmi di tutti.-
Il segugio alza gli occhi al cielo e latra una specie di ridata.
-Io mi ricordo.- interviene Irvan -Vagamente.- aggiunge dopo un'occhiataccia della sorella -Ma credevo che fosse un'illuminatrice, non un licantropo.-
Darlene sorride. -Lo è infatti.-
Prima che possano chiedere spiegazioni Darlene ritorna ad essere un segugio e li affianca insieme alla sorella.
Le seguono fin oltre il cancello che porta dentro il quartier generale della Colonia. Per continuare dentro riprendono entrambe forma umana, ma continuano ad avanzare a grandi falcate e in silenzio.
Mirta riconosce il mosaico a forma di occhio luminoso al centro del pavimento dell'ingresso quando ci passano sopra per arrivare all'ascensore. La cabina parte senza bisogno di essere caricata tramite pannelli fotosensibili e si ferma quasi subito.
-Probabilmente Xavier sarà troppo occupato,- annuncia Darlene -ma credo che Gabrielle sia libera.-
-Siete arrivati ieri sera vero?- chiede Marlene parlando per la prima volta.
-"Arrivati"- ripete Astrid mimando le virgolette con le dita.
-Più precisamente stamattina presto.- risponde Drake.
-Che puntualità!- è il commento entusiasta della donna.
Ho capito chi è!, esclama mentalmente Mirta, ad Halloween era vestita da strega e si è messa a predire il futuro.
Irvan annuisce.
Darlene e Marlene attraversano corridoi su corridoi senza fermarsi nemmeno una volta o rallentare per guardarsi intorno, proprio come tutti gli altri illuminatori.
Questa volta Mirta sente che potrebbe fare lo stesso al posto loro. È come se la realtà in cui si muovono fosse fatta a strati, un concentrato stabile e allo stesso tempo crepitante di energia nel quale si può immergere a più livelli.
Con quello più superficiale, può orientarsi. Aggancia la propria energia a quella che sente ed è come se potesse estenderla ovunque. Una specie di mappa le si ricostruisce nella mente come grafica al computer. Improvvisamente sa con esattezza dove si trova all'interno dell'edificio, com'è organizzato, chi altri c'è e dove si trova.
Più scava il profondità più se ne sente risucchiata. Riesce quasi a vedere gli illuminatori nelle altre stanze e negli altri corridoi, li immagina così come se fossero degli amici che conosce da sempre. Può vedere attraverso i loro occhi ed entrare nelle loro menti per chiedere informazioni, se glielo permettono.
Che ore sono? Prova a chiedere, a nessuno in particolare.
La risposta, mezzogiorno meno un quarto, le arriva come un eco.
La sua mente viaggia, è come se il corpo di ogni illuminatore della Colonia non fosse altro che uno strumento di raccolta dati. Le singole personalità, ben distinte la comunione continua di pensieri, si spostano quasi separatamente. Ed ecco che se qualcuno non sa cosa rispondere all'umano che ha davanti, le parole escono dalla sua bocca, ma sotto il comando di qualcun altro.
Il suo cuore batte a mille. Ma è davvero il suo?
Spalanca gli occhi, sforzandosi di concentrarsi solo su ciò che vedono i propri. Lentamente la testa torna ad esserle piacevolmente pesante, la mente autonoma.
Si guarda intorno.
Irvan ha lo sguardo perso nel vuoto, al contrario di Astrid e Drake che non fanno che guardarsi intorno.
Marlene si volta a sorriderle. -Prima volta in Rete, eh?-
Non risponde.
-Tranquilla, all'inizio fa sempre questo effetto, ma poi ci si abitua. A proposito, è bello sapere che non avete davvero nessuna pretesa da Cacciatori.-
Mirta stringe le labbra e si sforza di creare una specie di scudo mentale intorno ai propri pensieri.
-Trovata!- esclama Irvan all'improvviso facendo sobbalzare Drake e Astrid.
-Chi?- gli chiede Mirta.
-Juliet, l'ho agganciata e le ho chiesto di avvertire suo padre o sua madre che stiamo arrivando.-
-L'ho già fatto io.- li interrompe Darlene -Gabrielle è pronta a ricevervi. Con voi in realtà non ci sarebbe nemmeno bisogno di un incontro fisico, ma suppongo che per voi invece sì.- Le ultime parole sono rivolte ad Astrid e Drake.
Perché non ha cercato direttamente Gabrielle?
-Non saprei a dire il vero. Forse perché non la conosco abbastanza da riconoscerla nella Rete. Con Juliet invece è stato facile.-
Mirta esita un momento. Jared, pensa poi. Si concentra e si aggancia di nuovo alla Rete. Lo cerca, setacciando ogni livello come farebbe con una pila disordinata di fogli su una scrivania enorme ed ingombra. Alla fine chiede di lui. La sua domanda riecheggia superficialmente finché qualcuno non la ferma.
-Non è qui, ma a casa di Derek Cooper con Dino Ruis in attesa di direttive.-
A risponderle potrebbe essere stato chiunque, Darlene o Marlene oppure qualcuno da tutt'altra parte.
Dino Ruis? Si rende conto che non sta veramente formulando delle domande, solo irradiando la propria curiosità, o perplessità, o dubbiosità, o il proprio interesse legato a delle parole chiave.
-Immortale.- Insieme a quest'unica parola le si disegna nella mente l'immagine di un ragazzo di media statura, con capelli leggermente mossi color cioccolato raccolti in un codino, i tratti del viso ancora un po' infantili nonostante il fisico ormai da adulto, occhi di un colore indefinito tra il nero e il grigio.
Cerca di ricordare dove si trovi la casa di Derek. Di certo non saprebbe arrivarci, però ha la sensazione che non sia troppo lontana. Era vicina a casa di Jared.
Chiede dove si trovi quest'ultima. Le arriva una specie di mappa, ma è comunque troppo difficile inquadrare la zona. Non può raggiungere Jared con la Rete? È troppo lontano? O "offline"?
-Al momento i confini della Rete coincidono con quelli delle scudo.-
Irraggiungibile perciò.
Perché in attesa di direttive?
Questa volta avverte la propria domanda scivolare più in profondità prima di venire fermata. Non le arriva nessuna risposta. Dev'essere una sorta di informazione riservata.
La mano di Irvan sul suo braccio la riporta alla realtà proprio mentre entrano in uno studio. Gabrielle è lì. E anche Juliet e...
-Mamma!- la precede Irvan -Papà!-
Impossibile dire chi si muova per primo. In un attimo, Mirta si ritrova stritolata in enorme abbraccio a quattro. Allunga le braccia per dare il proprio contributo.
Affonda la testa nella spalla della madre, inspira il suo profumo di buono e di casa. La sente stranamente piccola tra le sue braccia. Quanto è cresciuta dall'ultima volta che l'ha vista? Quanto tempo è passato dall'ultima volta che le ha sorriso?
La sua mente galoppa. Troppo, troppo tempo. Ha rivisto suo padre quando sono fuggiti con Lisandro, molto prima di consegnarsi ai Cacciatori per liberare Irina e Marvin. Ma sua madre?
Considerando i salti temporali, è un anno e mezzo.
Gli occhi le si fanno umidi. Ci sono stati così tanti guai a cui pensare che se rende conto solo ora di quanto le sia mancata la sua mamma.
Si ritrae leggermente, accorgendosi di avere un braccio del padre intorno alle spalle, per poterla guardare.
Angie è bella, lo è sempre stata, solo che ora riesce a vedere oltre il suo aspetto. Vede la sua aura limpida e riconosce i tratti tipici degli illuminatori e distingue ciò che invece è genuinamente suo. Riesce a trovare persino una certa somiglianza con Jared, nonostante la differenza di età, nella forma del viso, più rotonda che ovale, nell'arco delle sopracciglia e nella curva della bocca. O si sta facendo impressionare?
Ma al diavolo Jared!, non sa bene se a pensarlo è lei o Irvan.
Angie sembra senza parole. Allunga le mani, ognuna sulla guancia di uno di loro. -Mi siete mancati così tanto.- sussurra abbracciandoli di nuovo. -Vi siete fatti crescere i capelli.- osserva ad un certo punto, non riuscendo a scompigliarli a dovere.
-Mamma!- protesta Mirta mentre Irvan sbotta -Non me li ha voluti tagliare.-
Angie si trattiene dal rispondere e mentre Dæmon stringe loro le spalle e scocca un bacio sulla tempia prima a Mirta e poi ad Irvan lei ne approfitta per squadrarli bene. -Siete cresciuti così tanto.- sospira alla fine.
-E abbiamo un sacco di cose di cui parlare.- aggiunge Dæmon.
-Che dovranno aspettare.- li interrompe la voce di Gabrielle.
Mirta trasale. Si era completamente dimenticata che non sono soli. E se Gabrielle e Juliet sorridono, completamente a loro agio davanti alla riunione di famiglia, gli sguardi e le aure di Astrid e Drake sono più cupi, le loro aure insolitamente simili.
Hanno entrambi situazioni familiari non semplici, una più dell'altro, cosa provano davanti ad una scena simile?
Entrambi, in ogni caso, si riassettano quasi subito.
-Siamo qui per recuperare dei piani.- ricorda Gabrielle.
-Come lo sapete?- osserva Irvan. -E se lo sapete perché serviamo noi per recuperarli?-
-Darlene, e quindi noi, lo ha saputo dalle vostre menti poco fa. E abbiamo bisogno di voi perché noi non possiamo recuperarli da soli.-
Irvan apre la bocca per fare altre domande, ma Gabrielle lo precede. -Sediamoci,- propone indicando con il braccio due divani messi ad L intorno ad un tavolino quadrato.
I Suspirian ne occupano uno, i gemelli in mezzo ai genitori, mentre Astrid e Drake si siedono accanto a Juliet, a sua volta a destra della madre.
La ragazza sembra stare bene, ma Mirta si riserva di non trarre conclusioni affrettate.
Da una cuccia dietro la scrivania, la cagnolina di Juliet trotterella fino a posizionarsi tra le gambe della sua padrona, gli occhi vispi e lo sguardo intelligente.
-Prima di tutto,- esordisce Gabrielle -siete certi che questi piani siano affidabili?-
-Non al cento per certo.- ammette Irvan -Li abbiamo travati nel Clothel, nelle stanze di Cleo. Non è stato affatto facile, ma non possiamo essere certi che in qualche modo non sia stata lei stessa a farceli trovare. E anche in questa eventualità, non sappiamo se lo ha fatto per depistarci o per aiutarci.-
-Cleopatra è una bugiarda.- dichiara Drake.
-Non mi sto fidando di lei, infatti,- ribatte Irvan -prendo solo in considerazione le possibilità.-
-Se anche quei piani sono veri, saranno impossibili da decifrare.-
-Può darsi.-
-Perciò non li avete visti per niente?- chiede Gabrielle.
-Li ho guardati, ma non li ho visti.- specifica Irvan -Li ho caricati sulla Rete.-
Gabrielle accavalla le gambe. -Lascia allora che ti spieghi per un momento come funziona la Rete, anche se in parte suppongo lo abbiate capito in questi pochi minuti.-
Mirta si sistema meglio sul divano. Sente sua madre accarezzarle il braccio.
-Non devi paragonarle ad Internet, perché non ci sono siti né un vero e proprio motore di ricerca, né una gestione organizzata di fondo. Però è simile ad un social network dove ognuno può rendere pubblico tutto ciò che desidera, dal proprio numero di telefono, alla lista della spesa, da ciò che vede sente o prava ogni momento ai dati che riguardano il proprio lavoro. A seconda di quanto importanti sono tutte queste informazioni per chi le condivide, più in profondità nelle Rete saranno situate, al punto che per ottenerle bisogna entrare nella mente di chi le possiede, ma solo se ci è permesso.-
-Funziona anche da botta e risposta.- osserva Mirta.
Juliet trattiene una risata.
-Vero.- conferma Gabrielle -Ma non ne senso di risposta preregistrata che arriva per una domanda specifica. I pensieri che scegliamo di condividere viaggiano nella parte più superficiale della Rete, dove tutti possono sentirli. Non c'è un ordine né un vero e proprio smistamento, però quelli simili si avvicinano e chiunque li senta può rispondere.-
-Non credo di aver capito l'ultima parte.- ammette Mirta.
-Metti caso che io stia cercando un libro- ipotizza Gabrielle gentilmente -e condivida questo mio bisogno, se qualcuno ha in mano quel libro o ci sta pensando, attirerà la mia domanda e risponderà quasi automaticamente.-
-Perciò se chiedo dove sia una persona mi risponderà chi le sta vicino o chi sa dove si trovi.-
-Sì, se non la persona stessa.-
-E questo che c'entra con i progetti?-
-Quello che voglio arrivare a dire è che non c'è un vero e proprio archivio di tutte queste informazioni, se non la nostra stessa memoria. Il vantaggio è che siamo in tanti e che ad ognuno viene fatto apprendere qualcosa di diverso in modo che, una volta messo tutto in comune, tutti sappiano tutto, o almeno siano in grado di scoprirlo.-
-Quindi- dice Irvan -se nessuno ha memorizzato quei piani, è impossibile recuperarli.-
Gabrielle congiunge le mani sopra ad un ginocchio e abbassa lo sguardo. -È così.-
-State dicendo che è stato tutto inutile?- esclama Mirta.
Irvan tace. Fissa Gabrielle.
-Teoricamente sì,- ammette lei -ma potremmo essere fortunati.-
-Ovvero?-
-Quei piani potrebbero essere stati memorizzati dal subconscio di qualcuno. Forse non integralmente, ma potrebbero ancora esistere da qualche parte.-
-E noi come possiamo recuperarli?-
-Voi siete gli unici in grado di riuscirci perché siete quelli che li hanno caricati, voi siete gli unici in grado di poter ritrovare i vostri stessi pensieri.-
-Suona tanto come un'impresa impossibile.- commenta Astrid.
-Lo è, ma potrebbe valerne la pena.-
-Non abbiamo idea di come fare.- protesta Irvan.
Mirta guarda sua madre. Lei solleva leggermente le spalle. -Inoltre- ricorda -è stato Irvan a "caricare" i progetti, io non ero ancora inserita nella Rete.-
-Vero anche questo, ma essere compagni d'armi, gemelli e anche molti inclini ai contatti mentali, anche tu potresti rintracciare i pensieri di tuo fratello. Ah, molto importante, c'è la possibilità che sveniate...-
-Wow, non ci credo che ce lo state dicendo prima!- esclama Mirta, sinceramente sorpresa.
Drake e Dæmon non possono fare a meno di ridere.
-...e perciò che perdiate le informazioni appena recuperate.-
-Fantastico.-
-Dovrete perciò affidarle a qualcuno invece che memorizzarle nell'immediato.-
-A lei?- chiede Irvan.
Gabrielle scuote la testa.
-A me.- È Juliet a parlare. -Non sappiamo quanta roba sia e la mia mente al momento è la più "sgombra".-
Irvan e Mirta la fissano per qualche istante.
Andiamo bene.
Irvan non commenta.
Mirta si rende conto che li stanno fissando tutti, la cagnolina di Juliet compresa.
-Ah dobbiamo farlo subito?- Si dà della stupida. -Okay, non rispondete.-
Accanto a lei Irvan si appoggia completamente allo schienale del divano e chiude gli occhi.
Lo imita e subito la sua mente torna a viaggiare nella Rete.
Dopo pochi secondi riesce a distinguere la presenza di Irvan. È come percepire la sua aura, però ad un livello diverso. Le è vicino, ma non come distanza quanto come somiglianza. Stanno pensando la stessa cosa, lavorando come una sola mente.
Qualcun altro rientra nel loro campo sensoriale. Altri pensieri simili. Gabrielle e Juliet.
Si concentra su quest'ultima. Ha subito l'impressione che sia più debole di qualsiasi altra fonte, una sagoma abbozzata invece che una figura ben delineata.
La sente agganciarsi a loro in qualche modo. Non sentono i suoi pensieri, ma sanno che vede e sente tutto ciò che arriva a loro.
È Irvan ad agire per primo, a fare da calamita per tutti i pensieri altrui che viaggiano sulla loro stessa frequenza, sul loro stesso argomento. Se quei piani ci sono ancora, devono girare da qualche parte, come domande in cerca di risposte.
È come sprofondare e riemergere continuamente nel mare agitato, e se all'inizio è gestibile, man mano si fa sempre più travolgente.
Voci, spezzoni di frasi, immagini confuse, idee senza padrone si rovesciano loro addosso continuamente, come una valanga.
A volte, inevitabilmente, si distraggono e di colpo ritornano nel livello più superficiale. Quando riprendono il filo dei pensieri sprofondano nuovamente nel cuore della Rete. Possono sentire la pressione nella testa che lentamente attutisce e rallenta le loro sensazioni.
La concentrazione sfuma, suoni e immagini si fanno più distanti e più sfocate.
Le loro menti si separano leggermente, come se un vento forte li trasconasse in direzioni diverse e lottassero per continuare a tenersi per mano.
Mirta avverte il proprio respiro. Sta tornando nel proprio corpo, sta per perdere il contatto con la Rete.
Sverrà?
Proprio mentre si sente scivolare via, un'immagine attraversa mentalmente il suo campo visivo per un attimo, come un volantino trascinato dal vento.
Lotta per tornare indietro. Ma non c'è uno spazio fisico in cui muoversi.
Sverrà?
Eccolo di nuovo. Questa volta lo afferra. Come in un fermo immagine lo blocca davanti a sé mentre la marea continua ad investirli. Lo mette a fuoco. Un foglio ad anelli a quadretti, scritto a penna con una calligrafia stretta e allungata.
Non lo riconosce, ma Irvan sì.
Qualcuno, Juliet, lo afferra al posto loro. Ora non devono più sforzarsi di trattenerlo.
Mirta immagina un filo rosso attaccato al foglio da una puntina e pensa di seguirlo come un filo logico per trovare gli altri.
La marea si fa più confusa e meno opprimente, ora viaggiano ad una velocità spaventosa su delle specie di binari incorporei. Il ricordo dei fogli non è legato a ciò che contengono, ma a quello che provava Irvan mentre li guardava: fretta, ansia, dubbio, vertigini, mal di testa, odore di polvere, sensazione della carta al tatto, il suono dei buchi per anelli che si strappano, i fogli che tagliano le dita. Improvvisamente è come se fosse di nuovo in piedi davanti alla scrivania di Cleo e stesse girando i fogli del quadernone. Le immagine scorrono velocemente come allora, senza il tempo per essere lette, ma Juliet non se ne lascia sfuggire una, nel momento in cui spariscono dalle loro menti fluiscono nella sua e vi rimangono.
Mirta ha l'impressione di turbinare insieme ai fogli. Ha perso completamente la cognizione del tempo. Rivivono il ricordo più e più volte, ricominciando appena arrivano all'ultima pagina, finché non diventa un'azione monotona e ripetitiva.
Irvan è il primo a scivolare via, di colpo, come se lo avessero spintonato, e Mirta inevitabilmente gli va dietro.
Scopre di avere gli occhi spalancati e l'immagine della realtà quasi la acceca.
Le gira la testa. Ha il respiro accelerato e sente il cuore batterle a mille. Si guarda intorno.
Juliet ha l'aria stanca, ma sembra lucida. Gabrielle sorride trionfante. Astrid e Drake si stanno sussurrando qualcosa l'un l'altra, le espressioni dubbiose, se non confuse.
-Va tutto bene.-
Sussulta per l'improvviso contatto fisico sul braccio e volta di scatto la testa. Sua madre le sorride.
-Siete stati bravissimi. Ora rilassati.- Avverte il suo potere di illuminatrice diffondersi in lei per calmarla e lo accoglie con piacere.
Gira la testa verso Irvan. Suo fratello si è accasciato contro la spalle del padre. Si accorge che si stanno tenendo la mano e che sulle loro dita unite, così strette che muovendole non fanno che scrocchiare fastidiosamente, è stata disegnata una runa. Un occhio sinistro. La runa per rivivere i ricordi.
-Ho pensato che poteva esservi utile.- spiega suo padre.
-In realtà l'ho suggerito io.- specifica Drake.
Mirta si limita a sorridere, a nessun in particolare. Le palpebre le si stanno facendo pensanti.
-Avete preso tutto?- chiede voltando la testa in direzione di Gabrielle e Juliet.
-Dall'inizio alla fine.- le assicura la ragazza.
-Bene.- borbotta mentre si appoggia a sua madre e si addormenta sfinita.
.
La camera di Lucy è uguale a tutte le altre a Kalia, ma i libri impilati sul comodino identificano il suo angolo.
È seduta sul suo letto, la schiena appoggiata alla parete. Dalla parte opposte, a gambe incrociate sulle coperte, c'è Martina.
Oltre a loro nella stanza non c'è nessuno. Sono entrambe chine sui degli apparecchi elettronici, gli sguardi fissi e le dita in continuo movimento.
Pur non essendo parenti, in questo momento si assomigliano moltissimo, anche se forse è solo un'impressione dovuta al fatto che hanno entrambe i capelli scuri, ora raccolti in una treccia morbida, e sono vestite completamente di nero.
-No, no, no- comincia a ripetere Lucy ad un certo punto, agitandosi sul posto -Muori! Muori!-
-Muori tu.- replica Martina sfoggiando un sorriso entusiasta. Le sue dita corte premono furiosamente sui tasti. -Morite tutti! Sì! Ho vint... Nooo!-
-Che è successo?- chiede Lucy sollevando di scatto la testa -Sei sparita.-
Il supporto elettronico di Martina comincia a fumare. Lei lo butta al centro del letto. Lucy lo recupera e lo tiene con la punta delle dita.
-Odio i miei poteri.- dichiara stizzita la Martina -Qualche giorno fa ho fatto esplodere le cuffie proprio durante la mia canzone preferita.- Sbuffa.
-Blake mi ucciderà!- geme Lucy.
-Io ucciderò lui se ci prova.-
-Okay, mettiamo fine ad una strage prima che cominci e facciamo che Blake si limiterà ad arrabbiarsi.-
Martina fa spallucce. -Se lo dici tu.-
-Lo dico.- Lucy le tira ciò che rimane del gioco. Martina lo prende al volo con entrambe le mani e quello si deforma tra le sue dita come una bottiglia di plastica.
-No!- protesta Lucy -Ti odio.-
-Anch'io le voglio bene.-
Lucy le tira una specie di calcio con la gamba più vicina. Martina lo respinge con un colpo del braccio che fa ribaltare Lucy giù dal letto.
-Scusa!- esclama subito, sporgendosi per vedere se si è fatta male.
Lucy le lancia un'occhiataccia, poi la afferra per un polso e la trascina a sua volta a terra.
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Quando si sveglia si trova in un letto, stesa su un fianco sopra le coperte e un cuscino stretto tra le braccia come un peluche invece che sotto la testa.
Si sente incredibilmente bene. Apre gli occhi con slancio.
A pochi centimetri da lei c'è Irvan, disteso a pancia in su con le braccia allargate e gli occhi verdi rivolti al soffitto.
Angie è stesa di fianco trasversalmente a loro, la testa tenuta da una mano e le spalle rivolte alla testiera del letto. Sta passando la mano libera tra i capelli rossi di Irvan, giocherellando ogni tanto con le sue orecchie o passando le dita sulla sue sopracciglia. Lui la lascia fare.
Mirta ha la testa vicinissima alla pancia della madre, può sentirla respirare. Tiene gli occhi socchiusi per non far vedere che è sveglia.
-Beh, è carina- afferma Angie, probabilmente dopo qualche minuto di silenzio -e sembra in gamba.-
-È più grande di me.- osserva Irvan.
-Di quanto?-
-Due anni scolastici, anche se eravamo entrambi al primo anno perché è stata... "rimandata". Non so quando compia gli anni ma suppongo che a livello di mesi ci leviamo un anno e mezzo.-
-Ma siete saltati entrambi avanti nel tempo.-
-Quindi?-
-Voi continuate a crescere durante i salti, lei e gli altri invece no perciò fisicamente hai recuperato un anno. Qualche mese non è poi così tanto.-
-Non ci avevo pensato.- ammette Irvan.
Mirta non può trattenere una smorfia. Ha la netta sensazione che nel suo caso una conversazione del genere avrebbe una piega completamente diversa.
Mirta mette da parte il cuscino e striscia più vicina al fratello.
-Si parla di Astrid?- chiede con tono scherzoso appoggiandogli la testa sulla spalla.
-Ben svegliata sorellina.-
-Hai già detto che è [...]
-Incredibile ma vero.- ammette Irvan lanciando un'occhiata di ammonimento a Mirta.
Lei risponde con uno sguardo malizioso. -E comunque non è stata rimandata, le hanno permesso di ritardare gli studi perché ha avuto un figlio.-
-Grazie Mirta!- geme Irvan fulminandola con lo sguardo. -Ci volevo arrivare gradualmente.-
-Un figlio?- ripete intanto Angie raddrizzandosi.
-Non è stata colpa sua.- continua Irvan rivolto alla sorella.
-No, volevo solo fare notare che probabili uscite romantiche potrebbero sfociare in acquisti di giocattoli per bambini.-
-Per Xander o per te?-
Il sorriso di Mirta si riduce. -Ah ah- scandisce.
-Come fa ad avere un figlio?- li interrompe di nuovo la madre -Non ha sedici anni?-
Mirta e Irvan esitano un momento, poi rispondono all'unisono -Carlos Cahill.-
Angie sposta lo sguardo da una all'altro, turbata. -Quell'uomo è un barbaro.- dichiara alla fine, con l'aria di voler usare molti altri aggettivi.
-A proposito,- si ricorda Mirta -non è da lui che siete stati fino ad ora? Come avete fatto a scappare?-
Sua madre rimane un momento interdetta sui due argomenti. Fissa Irvan per un po', poi emette una specie di sospiro.
-Ci ha fatti scappare Gabriel Flame.-
-Gabriel Flame?- ripete Mirta -Intendi Gabriel l'angelo?-
Angie annuisce.
-Il padre di Lucy?-
-Ti riferisci a Lucinda? Sì, ha detto di avere una figlia, dev'essere la Lucy di cui mi ha parlato vostro padre.-
-Credevo si chiamasse Lucy Eye.- replica Mirta.
-Anch'io, ma in effetti Eye è il cognome di Miranda.- osserva Irvan -Non ho mai saputo quale fosse quello di Gabriel.-
Mirta si puntella sui gomiti per sollevare il busto. -Ma Flame non è anche il cognome di quella ragazza, Ilaria?-
-Ilaria Flame.- comerma Angie -Sono contenta che vi ricordiate di lei. È così impaziente di incontrarvi di nuovo!-
-La conosci?- esclamano entrambi.
Angie annuisce. Sospira. -È il momento di darvi una bella spiegazione immagino.-
Irvan annuisce.
-Puoi cominciare da una parte facile?- chiede Mirta.
Sua madre sorride. -Okay. Gabriel prende il suo cognome dall'uomo che l'ha creato: Lucius Flame.-
-Ho già sentito questo nome.- pensa Irvan.
-Lui era un allievo della Vita, compagno d'armi di Jonathan Freycone.-
-Il padre di Drake?-
-Sì. Era anche un illuminatore. All'inizio ha partecipato alla guerra in modo attivo, ma si è ritirato quando è nata sua figlia. Ilaria.-
Irvan e Mirta aspettano che continui.
-La madre di Ilaria, Shadow Night, era un'occultatrice.-
Entrambi ci mettono un momento a realizzare cosa voglia dire.
-Quella ragazza... Ilaria Flame è come noi?- sussurra Mirta.
Angie annuisce. -Lei è stata la prima.-
-Ma la setta dei Suspirian non lo sapeva.-
-Nessuno lo sapeva. Nessuno tranne loro stessi e... quelli che li hanno protetti. Ora, Lucius è morto nella stessa battaglia di Jonathan, era andato lì per soccorrere il suo compagno d'armi. Shadow è mancata qualche anno fa. Ilaria, come illuminatrice e occultatrice, è vissuta fino ad ora riuscendo a non invecchiare.-
-E voi come sapete queste cose?- chiede Irvan.
-Quando ho scoperto di essere incinta e vostro padre ed io siamo scappati ci è stato offerto l'aiuto delle stesse persone. All'inizio lo abbiamo accettato, ma poi abbiamo deciso di tornare qui, da mio padre.-
-Nonno Max.- Mirta aggrotta le sopracciglia. -Ma chi sono queste persone? Perché vogliono proteggere quelli come me ed Irvan? Siamo mezzosangue più o meno nuovi, ma non così speciali alla fine.-
-Vero. Ma seppur in modo diverso, loro sono come voi, non proteggono i singoli individui, ma la propria stessa specie.-
-Loro chi?- la incalza Irvan.
Lo sguardo di Angie è più serio che mai.
-Gli Argentei.-
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Spazio meeee
Eccomi qui. Il capitolo era già pronto domenica, anche se non sono riuscita a pubblicarlo, perciò a livello di ritmo di scrittura non c'è nessun ritardo (per ora).
Ho decido di fare capitoli più corti, sia per me che per voi, ma magari aumentarne il numero. (Le ultime parole famose, aspettatevi i papiri.)
La famiglia su Suspirian è tutta riunita per la prima volta! Che ne dite? Vi piace?
Io adoro Angieeeee! (...non perché è leggermente ispirata alla mia mamma, noooo... xD) E Dæmon. (Ciao papà!)
Okay, ciancio alle bande,
Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare di sabato perché domenica mattina sarò su un aereo (aiutooooooooooo).
Pregate per la mia vita, la mia sanità mentale e soprattutto la mia CONNESSIONE.
Hope you enjoy, vote and comment! (?)
Artemide
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