10- La città a strati

Entrare nell'anomalia di Martina fa uno strano effetto, è difficile credere che sia dovuto solo a suggestione. Al familiare risucchio si aggiunge la sensazione di precipitare nel vuoto per metri e metri.

L'impatto dell'atterraggio è potente, ma non doloroso, riecheggia dentro di loro come il ritmo martellante di bassi sparato a tutto volume da uno stereo e la consistenza dell'asfalto su cui si ritrovano per qualche momento non è quella giusta.

Ci vogliono diversi momenti perché tutti e quattro si riprendano dallo spaesamento.

-Ma dove siamo?- chiede Derek per primo, con un tono strano, come la sua domanda avesse un significato più profondo di quello letterale.

-Sembra una città abbandonata.- commenta Astrid sollevandosi sui gomiti.

Marvin si mette in ginocchio. -Ma di certo non Kalia.-

Drake grugnisce.

Rimangono tutti e quattro in qualche modo seduti a terra in una specie di circolo dandosi le spalle a vicenda per potersi guardare meglio intorno. Si trovano in mezzo alla strada di una città apparentemente normale, non fosse per il silenzio quasi assoluto e l'assenza totale di persone. L'assenza totale di ogni essere vivente, ad uno sguardo più attento. Non ci sono piante spontanee nelle crepe dell'asfalto né alberi lungo il marciapiede né vasi con fiori nei balconi, così come non ci sono gatti randagi in giro o uccelli o insetti.

Il cielo è coperto da uno strato uniforme di nuvole grige da cui trapela una luce fredda e uniforme, metallica, che quasi non genera ombre, propria di nessuna ora precisa del giorno.

-Non mi piace per niente.- decreta Derek -E non percepisco nessun attaccamento alla Terra, è come se non ci trovassimo in nessun luogo esistente.-

-Infatti.- conferma Astrid -Siamo dentro una runa di Martina.-

-Allora non è poi così male!- Marvin si alza in piedi per primo. -Avrebbe potuto essere un deserto freddo e desolato in cui girare a vuoto per sempre vedendo miraggi, questa città invece non è nemmeno distrutta. Scommetto però che non funziona niente. Peccato, magari accendendo una televisione scopriamo che trasmettono quello che vede Martina in diretta e se cambi canale i suoi ricordi passati. E quelli futuri! E magari usando un cellulare parli con lei, sussurrandole nell'orecchio come un fantasma.-

Astrid non riesce a trattenere un sorriso ma Drake scuote la testa esasperato. -Questa non è la rappresentazione grafica della sua mente, ma uno scenario che ha creato consciamente a protezione di Kalia.-

-Qualunque cosa sia- interviene Derek -vorrei uscirne il prima possibile.-

Gli altri tre annuiscono.

-Da qualche parte deve esserci un passaggio da qui a Kalia, o magari è ovunque, ma dobbiamo comunque riuscire a trovare un modo per attraversare questo...- Astrid si interrompe in cerca della parola giusta -strato.-

-Potrebbe essere un'altra anomali nascosta qui dentro?- suggerisce Drake -Come delle scatole cinesi.-

-Potrebbe.-

Marvin si lancia un'occhiata intorno come se fosse già stanco di cercare. -Questo è il momento in cui qualcuno dice "separiamoci" oppure "sarà meglio dividersi".-

-Odio quel momento.- replica Derek.

-Ben detto.- Marvin gli dà una forte pacca sulla schiena. -Allora tu vieni con me.-

Astrid e Drake si scambiano un rapido sguardo di intesa e annuiscono.

[...]

-Questo è lo stesso posto di prima.- afferma Derek senza smettere di camminare -Ne sono sicuro. Lì è dove siamo atterrati.- Indica il marciapiede poco più avanti.

Marvin storce la bocca. -A me sembra tutto uguale. Magari semplicemente si ripete. Nemmeno Martina può avere abbastanza fantasia da immaginare un'intera città e renderla originale. Scommetto che tra tre o quattro incroci sarà uguale.-

-Non è solo uguale, è lo stesso posto.- insiste Derek.

Marvin si guarda intorno in cerca di qualche punto di riferimento affidabile. Normalmente si fiderebbe del senso dell'orientamento di un allievo della Terra, ma questo è un posto praticamente inesistente, valgono gli stessi principi?

-Facciamo una prova.- propone Derek -Tu resta qui.- Prima che l'altro possa rispondere, il ragazzo si mette a correre in mezzo alla strada, sempre dritto, diventando una sagoma sempre più sbiadita in mezzo alla nebbia leggera.

Cercando di mettere a tacere il nervosismo, Marvin si sforza di non perderlo di vista. Ad un certo punto crede di vederlo fermarsi. Rimane in attesa.

Finché non sente il proprio nome. La voce di Derek che lo chiama.

Confuso, si volta. E lo vede.

Il ragazzo della Terra è infondo alla strada, appena visibile, e sta agitando un braccio per farsi notare. Marvin torno a guardare avanti. Derek è anche lì, di spalle, intento a richiamare l'attenzione di qualcuno più avanti.

-Non è possibile.- sussurra il figlio del Tempo mentre corre per raggiungere Derek.

-Mi credi ora?-

-Ti credo. Solo... non avremmo dovuto incontrare Astrid e Drake se funzionasse così?-

-Forse sono entrati da qualche parte. Ma come facciamo ad uscire di qui se... se non si può uscire di qui? È una specie di piccolo pianeta.-

Marvin continua a guardarsi inutilmente intorno. -Non lo so. Vorrei poter ancora creare un contatto mentale con Irina e chiederle qualche illuminante suggerimento.-

-Non siamo in un videogioco.- replica Derek con un sorriso -Non possiamo semplicemente premere il tasto "aiuto" per farci indicare la via più facile.-

-Peccato, sarebbe davvero un bel videogioco.-

-E questo è solo il primo livello.-

.

-Come hai fatto a passare ufficialmente da allieva ad artista dell'Acqua?- chiede Drake -C'è qualche test o prova da superare? Un combattimento speciale nell'Esagono?-

-Ero nell'Esagono, ma non c'è stato nessun tipo di combattimento. Quelli sono solo per i primi quattro anni.-

-Davvero? E allora cosa?-

Astrid gli rivolge un'espressione divertita. -Non posso dirtelo. Altrimenti a cosa servirebbe tutta la segretezza a cui tengono le Custodi.-

Se ne sta appoggiata al parapetto, lo sguardo attento che scivola da un tetto all'altro. Dal palazzo più alto, la vista è ottima per controllare tutta la città.

-Io non sono un allievo normale.- insiste Drake -Non ho mai partecipato ad uno scontro nell'Esagono e non intendo farlo. Tu potresti darmi un buon motivo per ripensarci.-

Astrid si volta, le braccia strette ai lati del corpo e i gomiti appoggiati al parapetto. Fissa Drake in silenzio, come in attesa e con una vaga aria di sfida.

Lui si avvicina. -Per favore?-

-Hai appena chiesto "per favore"? Non ti facevo così disperato.-

-Non sono disperato.- Ora sono faccia a faccia, le gambe che si sfiorano.

Astrid inclina leggermente la testa di lato, i capelli verdeacqua che ondeggiano. -Allora solo eccessivamente sicuro di te. Credi di essere già pronto?-

Gli occhi grigi di Drake si accendono, sembrano vorticare. Astrid può sentire la tensione nel suo corpo oltre a leggere la forte aspettativa nella sua espressione. Ha l'istinto di avvicinarglisi e allontanarsi allo stesso tempo.

Drake chiude gli occhi e il collegamento invisibile che si era creato tra di loro si interrompe bruscamente. Lui fa un passo indietro passandosi una mano sul viso e lei incrocia le braccia al petto.

-No, certo che no. So di non essere pronto.-

-Non riesci a volare, vero?- butta lì Astrid, con molta meno sicurezza di quanto vorrebbe far credere.

Drake alza di nuovo lo sguardo di lei. -Come lo sai?- chiede lentamente.

Astrid esita.

-Te l'ha detto Alya?- Ipotizza il ragazzo.

Astrid scuote la testa. -Me l'ha detto Irvan tempo fa. Ha detto di aver fatto un sogno su di te che prendevi la rincorsa e saltavi da uno strapiombo tentando di volare.-

-Non fare mai una cosa del genere!- è la prima risposta di Drake, poi sembra ripensarci -E poi che succedeva? Perché in base a questo dici che non so volare?-

Astrid non risponde. Non ce n'è bisogno. Nel segno di Irvan Drake precipitava. A pensarci bene era un sogno anche di Mirta, secondo Irvan lui e la sorella avevano avuto visioni comuni nei primi tempi alla Victoria Academy.

-Non significa per forza qualcosa. Hanno sognato anche che io affogavo e non è certamente possibile visto che posso respirare sott'acqua.-

-"Hanno"?- ripete Drake.

Per qualche motivo Astrid esita a fare il nome di Mirta. -Irvan e Marvin. Era ancora nel suo corpo quando ha fatto questi sogni.-

-Quindi potrebbero essere visioni del futuro?-

-Non lo so!-

Astrid scioglie le braccia in un gesto esasperato e si volta appoggiandosi di nuovo al parapetto. Il suo sguardo vaga per le vie della città, molto più in basso, e individua una figura che si muove furtiva tra delle macchine parcheggiate.

-Lì!- esclama indicandola l'attimo prima di scavalcare il parapetto e buttarsi di sotto. Durante i pochi secondi della caduta di trasforma in una specie uccello e riesce a planare atterrando illesa sul marciapiede a pochi metri dal ragazzo che si nasconde dietro le macchine.

È un ragazzo sui venticinque anni. Si volta di scatto sentendo dei rumori alle proprie spalle. Spalanca gli occhi nel vedere Astrid e comincia a correre. Lei parte all'inseguimento senza pensarci due volte. Usa le capacità da mutaforma dell'Acqua per potenziare i propri muscoli e poter andare più veloce, ma proprio mentre sta per raggiungere il ragazzo quello si trasforma in un lupo e sguscia via.

Prova anche lei a trasformarsi in un animale, ma il licantropo continua a comunque a guadagnare terreno. La seminerà.

Proprio quando gira un angolo sparendo dalla sua vita, Astrid sente il rombo del motore di una macchina e si volta. Un'auto la affianca e dalla postazione di guida Drake le fa segno di salire.

-Guido io.- decreta Astrid aprendo la portiera.

Protestando, Drake si sposta sul sedile del passeggero.

Ci mettono poco a ritrovare il licantropo. L'inseguimento continua per un po', con il misterioso fuggitivo che zigzaga tra le strade e si arrampica ovunque nella speranza di non poter essere seguito. Le strade vuote sono di grande aiuto.

Quando però il licantropo si infila in quella che sembra l'entrata per una stazione metro, sono costretti a fermarsi.

-Tu aspetta in macchina,- ondina Astrid -se esce inseguilo senza aspettarmi.-

-Ma non è giusto!-

-Quel licantropo è sicuramente qui di guardia e potrebbero essercene altri. Tieni gli occhi aperti.-

Astrid scende dalla macchina e corre giù per le scale. Si ritrova in quella che ricorda proprio la banchina della metro. È mal illuminata e allagata. La presenza dell'acqua tranquillizza Astrid e le dà sicurezza. I suoi passi rimbombano mentre si avvicina al licantropo, nascosto nell'ombra.

-Chi sei?- ringhia il mezzosangue.

-Chi sei tu?- ribatte Astrid Continua a guardarsi intorno nel caso spuntino fuori altri licantropi. Il tunnel della metro è vuoto e chiuso, nessuno può venire da lì. L'unica uscita è una seconda scala, poco più avanti, che porta in superficie. -E che cosa fai qui?-

-Non lo immagini?- sbuffa l'altro.

Fare la guardia a questo strato di protezione della città. Cercare di depistare gli intrusi. Di separarli. -Per tua sfortuna sì.-

-E cosa pensi di fare?- replica il licantropo -Sei solo una principiante.- la provoca.

Astrid non riesce a resistere. Allarga le gambe per avere più equilibrio e solleva leggermente le braccia, i palmi rivolti all'ingiù e le dita distese. -Allora guarda di cosa è capace una principiante.- sibila.

L'acqua accumulata sul pavimento si raduna in un'onda e si schianta su licantropo che finisce contro la parete uggiolando.

Astrid lo raggiunge e con un calcio lo spinge verso la luce per poterlo vedere meglio. È fermo in una forma intermedia tra uomo e lupo. Quando apre la bocca per ringhiare mette in mostra gli affilati denti da lupo, così bianchi da splendere. Quasi trasparenti.

-Ah, ah- fa Astrid afferrandolo per una spalla e tirandolo su di peso -un alfa, un giovane prezioso. Non siete un po' troppo a rischio di estinzione per permettervi di sprecare quelli come te?-

-Forse siamo meno a rischio di quando pensi.-

-Torna dal tuo capo, chiunque sia,- continua Astrid -e digli che finché ci saremo noi ad impedirvelo, voi Cacciatori Viky non riuscirete neanche a toccarla.-

Lo lascia andare e torna sui propri passi. Risale in superficie e sale in macchina. Mette in moto.

Drake si è spostato sui sedili posteriori e le sta rivolgendo uno sguardo accusatorio attraverso lo specchietto retrovisore.

-Non guardarmi in quel modo- commenta Astrid.

-Ci hai appena fatti scoprire!- esclama Drake -Ora sanno che siamo qui! Se non hanno sentito la tua energia, ora quel licantropo andrà ad avvertire tutti i Cacciatori.-

-Hai visto come si muoveva? Sapeva già che qui c'era qualcuno. Ora gli ho dato il primo messaggio pseudo-minaccioso che mi è venuto in mente per dargli una scusa per andare ad avvertirli.-

Con la macchina hanno fatto il giro dell'isolato. Poco lontano, vedono di nuovo l'uscita della metro. Astrid spegne il motore. -Ora dobbiamo solo seguirlo senza farci notare. Ci porterà a Kalia.-

Scendono dalla macchina. Si prendono per mano per creare un contatto fisico e diventano entrambi invisibili.

[...]

I due ragazzi sono su un pick-up fermo di traverso in mezzo alla strada, con metà delle ruote a terra e un licantropo svenuto sul retro. Astrid e Drake sono appollaiati sull'abitacolo, lui insistendo nel voler sapere dove lei abbia preso certe armi d'argento, lei prendendolo in giro sulle sue scarse capacità di guida.

-Ma che state facendo?- esclama Marvin.

-Eccovi!- Drake salta giù dal pick-up. -Il piano era di seguire il licantropo fino ad una possibile uscita. Lui però ha deciso di rimanere nascosto sottoterra e cercare di avvertire i Cacciatori che siamo qui. Siamo dovuti intervenire.-

Marvin si avvicina per osservare meglio il prigioniero. -È uno dei figli del portavoce dei licantropi. Clovis? Non mi ricordo, parte del branco deve essere rimasto con i Cacciatori.-

-Non ci dirà nulla.- afferma Astrid -Non abbastanza presto. E non abbiamo modo di capire se mente o no né possiamo leggergli nel pensiero.-

-Insomma, l'ha sedato.- conclude Drake per lei -E per un bel po'. Non so nemmeno da dove lo abbia tirato fuori il sedativo.-

-Non sei tu quello che si ricopre di anomalie?- replica lei.

-Non avremo bisogno del licantropo,- li interrompe Marvin -abbiamo trovato un modo per uscire da qui. Ci porterà in un secondo strato, se c'è, ma se restiamo uniti possiamo arrivare fino a Kalia.-

-Grandioso!- esclama Drake -E come si fa?-

Marvin fa un passo indietro e rivolgendosi a Derek gli fa segno col braccio, come se volesse lasciargli la scena.

L'allievo della Terra fa un respiro profondo e si concentra. Spande la propria energia e la indirizza verso il basso, ne impregna il marciapiede e vi filtra attraverso fino trovarne il cuore pulsante, fino a scontrarsi con un'energia più forte. Richiama la propria, la ritira indietro come fosse stata un arpione.

Il marciapiede comincia a creparsi, la terra sotto i loro piedi a vibrare. A Derek sfugge più volte il controllo e si sente sbalzare indietro, ma non perde la presa. Dopo le prime spaccature, l'asfalto comincia a ridursi in polvere che si solleva e scivola via finché un grosso buco irregolare non si apre a pochi passi da loro, profondo poco più di un metro.

Tutti e quattro corrono fino al margine e si inginocchiano. Oltre lo spessore dell'asfalto, ciò che vedono è confuso. Sembra un panorama, visto dall'alto, al di sopra delle nuvole quasi. Mentre osservano, qualcosa, una specie di ombra, passa velocissimo sotto di loro. Si ritraggono di scatto, ma non succede nulla. Dopo poco, ecco di nuovo la stessa ombra.

-Non capisco.- Derek alza lo sguardo sugli altri tre, nella speranza che uno di loro possa avere le idee più chiare.

Solo la fronte di Marvin si aggrotta come se stesse cercando di ricordare qualcosa e, alla fine, si spiana in un'espressione di riconoscimento e comprensione.

-È come a Sidia.- dichiara il figlio del Tempo e questa singola affermazione sembra bastare almeno ad Astrid. -Sono delle specie di bolle generate da una runa di blocco che ruota su se stessa. Devono essere una dentro l'altra, con Kalia al centro.-

-E su ogni bolla uno scenario diverso creato da Martina.- sottolinea Astrid -Quante ce ne saranno?-

-Non ne ho idea.- ammette Marvin -Ma persino per lei credo sarebbe difficile controllarne più di due o tre.-

-Che importa?- interviene Drake -Ora che sappiamo che Derek può farci uscire possiamo oltrepassarli tutti.-

Dopo essersi accorto di essere fissato dagli altri tre, il ragazzo della Terra annuisce. -Ma ora che ho aperto un varco come facciamo ad attraversarlo con quella runa che passa praticamente ogni secondo?- Ad avvalorare le sue parole, la runa di blocco scivola nuovamente sotto il buco nel marciapiede, rapida e micidiale come una lama pronta a colpire chiunque tenti di oltrepassare il confine della bolla.

-Così.- Marvin si concentra. Aspetta di vedere l'ombra nera passare nuovamente e subito ferma il tempo, attento a non includere anche gli altri ragazzi che invece cominciano a muoversi. -Ora sappiamo che è ferma.- Si alza in piedi. -E possiamo saltare.-

-Che mi dici dell'atterraggio?- s'informa Derek alzandosi a propria volta.

-Farò ripartire il tempo appena saremo saltati e lo bloccherò ancora poco prima di atterrare. Poi "sbloccherò" solo noi quattro. Sarà come cadere da poco più di un metro invece che dal cielo.-

Annuiscono tutti e tre convinti, gli occhi fissi sul terreno metri e metri sotto di loro.

-Al tre?- propone Derek.

-Tre.- dicono Astrid e Drake all'unisono, saltando giù nello stesso istante. Marvin e Derek li seguono a ruota.

Ciò che non avevano previsto, sono le folate di vento forti e improvvise che li investono già dopo qualche secondo.

Astrid e Drake riescono ad afferrarsi a vicenda e Derek tenta più volte di aggrapparsi a Marvin, ma continuano a sfuggirsi a vicenda. Vengono sbalzati lontano più e più volte prima di arrivare in vista del suolo. Marvin riesce comunque ad individuare le energie degli altri per rallentare la caduta con si era prestabilito, ma nel momento in cui rotola a terra non riesce a vedere nessuno nei paraggi.

[...]

Astrid e Drake atterrano su un terreno scosceso e secco, senza piante a cui a cui aggrapparsi ma con molte pietre su cui ferirsi. Rotolano uno sull'altro, allungando le mani per cercare appigli che frenino la discesa.

Il terreno si fa cedevole. Drake riesce infilare una mano in una fenditura del terreno, tra delle radici secche e sporgenti. Allunga l'altra mano e afferra quella di Astrid nell'attimo esatto in cui le pietre sotto di lei si staccano e rotolano giù.

Astrid si ritrova appesa al braccio di Drake, le gambe che penzolano nel vuoto.

-Fan...tastico...- ansima lui, gli occhi strizzati e il busto schiacciato a terra come da un macigno per lo sforzo sorreggere il peso della ragazza.

-Drake, lasciami!- gli grida Astrid.

Lui riesce a puntare bene anche i piedi e a distribuire meglio il peso. -So che è la classica frase eroica in questa tipica scena da film, ma...-

-No Drake, lasciami, c'è acqua sotto di me.-

Ancora ansimando e stringendo i denti, Drake solleva quanto più possibile la testa per guardare oltre il bordo del precipizio. Astrid gli sta tenendo forte il braccio con una mano mentre con l'altra si è aggrappata ad una roccia sporgente. Diversi metri sotto di lei, c'è il mare. O almeno una distesa d'acqua che sembra mare. Una lago ad un secondo sguardo dato che all'orizzonte Drake può vedere la terra che lo circonda. Se questo posto funziona come la città dello strato precedente, però, è probabile anche che tutta la terra sia un'isola che circonda ed è circondata dal lago.

-Drake, davvero.- insiste Astrid -L'Acqua è il mio Elemento.-

Drake guarda di nuovo giù. Nonostante il precipizio roccioso su cui si trovano, non sembrano esserci scogli sotto di loro, se non qualcuno un po' più a largo.

-Okay. Allora ti lascio.-

-Sì.-

Lasciarla andare è estremamente innaturale, anche se tutti i muscoli del corpo lo ringraziano subito. Rimane immobile a guardare Astrid precipitare nel vuoto, riuscire a girarsi e a tuffarsi di testa, le braccia protese in avanti. La vede sprofondare e poi riemergere.

-Tutto bene?- le grida.

La risposta gli giunge solo dopo qualche secondo. -Sì!-

Astrid nuota fino ad uno degli scogli, le gambe trasformate in pinna da sirena, verdeacqua come i suoi capelli. Si issa sulla pietra e vi si mette a sedere. -Riesci a vedere gli altri da là su?- la sente chiedere.

Drake si mette in ginocchio e sfrutta la posizione sopraelevata per guardarsi intorno in cerca di Marvin e Drake.

In acqua non sembra esserci nessuno perciò devono essere finiti a terra. Dà le spalle al lago per poter gettare all'isola uno sguardo d'insieme. Ci sono diverse alture spoglie, ma la parte più in passo, il cuore dell'isola, è coperto di fitta vegetazione.

Si volta di nuovo verso il lago e si sporge per rivolgersi ad Astrid. -Non riesco a vederli.-

-Allora devi andare a cercarli.-

-Non possiamo separarci ulteriormente, dobbiamo andare insieme.-

-Okay, allora raggiungimi su quella spiaggia.- Astrid gli indica un'insenatura poco distante. Fa per tuffarsi, ma qualcosa la trattiene. La sua pinna sembra bloccata, incollata in qualche modo allo scoglio. Linee scure stanno risalendo lo scoglio chiudendosi intorno ai suoi polsi. -Drake!- urla dopo aver tentato di liberarsi.

Il ragazzo si guarda intorno, ma non c'è nessuno che possa intervenire in loro aiuto. Chissà che fine ha fatto il licantropo che avevano catturato. In qualche modo è riuscito ad avvertire i Cacciatori, a Kalia, che ci sono degli intrusi? Martina sa che sono qui? È la sua energia che cerca di catturare Astrid e trascinarla a fondo?

All'improvviso comincia a piovere. E il cambiamento meteorologico è un ulteriore segnale che una forza esterna sta intervenendo per cambiare questa realtà statica.

Drake si avvicina al precipizio e si fa coraggio. Nessun altro può aiutare Astrid e anche volendo non c'è tempo di andare a cercare aiuto. Questa volta quando guarda giù gli scogli gli sembrano molti di più e molto più pericolosi di quando ha lasciato che lei si tuffasse.

A Victoria non è mai riuscito a volare, nonostante le grandi aspettative di Alya. Ma volere è potere e la necessità fa capacità, no? Lo spera, perché il vento che ha iniziato a soffiare non è affatto benevolo e nell'aria non c'è l'energia propria del suo Elemento.

Con un gesto meccanico dovuto al nervosismo di passa le mani tra i capelli piuttosto lunghi e li annoda sulla nuca in una specie di codino.

La pioggia è sempre più forte, ogni goccia lo punge come un ago caduto dal cielo.

Non c'è tempo. Astrid si dibatte inutilmente nell'acqua, incapace di controllare quello che ah definito il suo Elemento. Ma qui nulla è come lo conoscono. Nulla, anche se lo sembra, è il loro Elemento. Ogni cosa qui è opera di Martina, della Morte, ed è un'illusione molto più reale e pericolosa di quanto siano mai state quelle di Marta.

Se tutto qui è diverso, però, forse qui può riuscire a volare.

Drake allarga le braccia, come per mantenere l'equilibrio su una trave, e salta giù.

[...]

Marvin vede da lontano una figura buttarsi giù dall'alta scogliera e capisce subito che si tratta di Drake. Così come sa che Astrid è imprigionata ad uno scoglio, anche se non può vederla.

Lo sente. Sente qualcosa dentro di sé tornare al proprio posto, o forse trovarne uno per la prima volta.

Riconosce le visioni che ha avuto quanto ancora tentava di impossessarsi del corpo di Irvan. Erano confuse in quel momento, persino leggermente distorte, ma sono chiare adesso che si stanno avverando.

Astrid che affronta un licantropo in una stazione metropolitana abbandonata e poi si allontana in macchina. Astrid trasformata in sirena ancorata ad uno scoglio. Drake che si butta dalla scogliera nel tentativo di volare.

Ricorda bene quali mancano ancora. Derek che rimane imprigionato dentro il tronco di un albero. E Grace che brucia.

Segue con lo sguardo la sagoma di Drake che all'improvviso prende quota, volteggia nel cielo come un uccellino alle prime armi prima di scendere di nuovo fino al pelo dell'acqua per andare a liberare Astrid.

Marvin si volta verso la foresta da cui è riemerso e si mette alla ricerca di Derek.

.

Il suo dev'essere stato l'atterraggio peggiore. È finito proprio nel mezzo della boscaglia e ha perso coscienza per diversi minuti.

Quando riprende i sensi la prima cosa di cui si rende conto è che qualcosa gli sta strisciando sulle spalle. Qualcosa di lungo e pensante, squamoso e sibilante.

Rimane assolutamente immobile, imponendo al proprio respiro di non accelerare e alla propria mente di restare lucida. Non può trattarsi di un verso serpente, Martina non può creare qualcosa di vivo, nemmeno in una sua anomalia.

Derek apre lentamente gli occhi. Ha perso una lente a contatto. Ne altre di riserva nello zaino, ma non è il momento di prenderle.

Volta la testa dalla parte dell'occhio che ancora ci vede e guarda il serpente. Capisce subito che non è reale, anche se non è nemmeno un'illusione. È nero e lucido e più che scivolare sembra colare lentamente giù dalla sua schiena. Derek espande la propria energia e vi avvolge il serpente. Non vi trova nulla di vivente, anzi. È fatto di energia pura, così concentrata da essere solida e tangibile, così potente da essere pensante.

Martina.

Ne percepisce la presenza, attraverso il serpente, come se fosse lì accanto a lui. Anche lei può sentirlo? Sa che sono qui? Che stanno arrivando? Cadranno in una trappola?

Oppure la sua energia è così estesa che non accorge di loro, come se fossero formiche troppo piccole per poter essere notate da un gigante? Lo spera mentre il serpente scivola via.

Svuota i polmoni di botto, rendendosi conto di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo e si mette a sedere. Si sfila lo zaino dalle spalle e vi rovista dentro in cerca delle lenti di ricambio. Fa appena in tempo a sostituire quella perduta quando sente i passi.

Qualcuno sta venendo nella sua direzione. Che sia un altro Cacciatore di guardia? O uno dei suoi amici?

In ogni caso, Derek balza in piedi e raggiunge l'albero più vicino. Lo studia velocemente per stabilire se è abbastanza grosso da contenerlo, poi si concentra sul legno del tronco sprofonda nella corteccia. Vi si immerge come se fosse acqua e lui dovesse rimanere nascosto sotto la superficie. Può vedervi attraverso, anche se è un concetto di vista diverso da quello umano.

Rimane in attesa mentre i passi si fanno sempre più vicini. Le distanze sembrano più brevi da dentro un albero perché i suoi rami e le sue radici, e quindi tutti i suoi sensi, coprono un'area decisamente maggiore rispetto a quelli di un animale.

Capisce che si tratta di Marvin molto presto. Si muove furtivamente tra gli alberi evitando di esporsi alla luce dei pochi raggi di sole che riescono a filtrare fino a terra ma tenendosene sempre vicino. Non chiama il suo nome, ma è evidente che sta cercando qualcuno.

Derek fa per uscire e andargli incontro, ma qualcosa va storto. Non riesce a muoversi. Improvvisamente l'albero non interagisce più con la sua energia, non come dovrebbe. Lo sta trattenendo al suo interno, tenendolo prigioniero.

Incapace di muoversi o di parlare e chiamare aiuto, Derek sente il panico mozzargli il respiro. E si chiede quanto ancora potrà respirare se dipende interamente dall'albero.

Come ha fatto con il serpente si costringe a rimanere assolutamente immobile e a pensare il meno possibile. A rimanere lucido.

Come con il serpente. Che stupido che è stato! Avrebbe dovuto pensare subito che se Martina non può creare animali vivi non può riuscirci nemmeno con le piante.

Non ha speranze di poter battere l'energia della Custode, sarebbe solo uno spreco di forze. L'unica soluzione possibile è uscire da questo strato. E lui è l'unico in grado di riuscirci.

Estende la propria energia utilizzando l'albero come amplificatore. E l'albero non è che una protuberanza del terreno in questo caso, un tutt'uno con il terreno e con ogni altra cosa, persino con l'acqua e con l'aria. Ancora una volta, si ancora a tutto ciò che trova. Riesce ad individuare i suoi amici, poi ritira di scatto la propria energia, come una frusta che si è ormai avvolta intorno alle gambe dell'avversario.

Questa volta la resistenza che incontra è molto più forte e si sente come un elastico teso oltre il proprio limite che comincia a rompersi.

Stringe i denti. E finalmente avverte un cambiamento. L'albero che lo imprigiona inizia a pietrificarsi e, lentamente, a sgretolarsi. E così anche gli alberi e il terreno tutt'intorno, fino alla spiaggia. Anche l'acqua diviene roccia e poi persino l'aria. Sente Marvin, Astrid e Drake rimanervi intrappolati, ma la sua energia li protegge.

Continua a tirare l'elastico. Non resisterà a lungo.

Sente il rumore delle crepe prima ancora di avvertirle. Spaccature sempre più profonde che si diramano intorno a lui andando sempre più in profondità.

E poi l'elastico cede. Derek perde il controllo. Si accascia nel poco spazio che si è creato intorno a lui e si sente corrodere dall'interno. Come una lampadina che sfavilla, sente l'energia della Terra pulsare dentro di lui e irradiarsi all'esterno in maniera praticamente autonoma, anche se irregolare.

La roccia comincia a sgretolarsi intorno a lui.

La roccia comincia a sgretolarsi ovunque.

Isola e lago, nuvole e pioggia, acqua terra e aria. L'intero strato si disgrega, cade a pezzi come una manciata di sabbia da un pugno. E così lo strato precedente. E i successivi.

Derek si ritrova a precipitare, ma la sua caduta non è reale, non è fisica. Sprofonda di strato in strato disfacendoli come fossero sottili ragnatele che non possono reggere il suo peso.

Sente gli altri accanto a sé.

E poi un pavimento freddo e duro sotto di sé.

Riapre gli occhi, sfinito, e sopra di sé, oltre del vetro, vede il cielo. Quello vero.

Poi li richiude, e scivola via.

[..]

__________________________

Ciaooo incredibile ma vero sono viva, ma continuo ad avere poco tempo. xD

Perciò spero che il capitolo vi sia piaciuto, votate se è così, commentate in ogni caso!

Artemide

p.s.

Ho tagliato una scena che era contemporanea ma separata dalle vicende di Marvin, Astrid, Drake e Derek, perciò di loro non vi siete persi niente per questo capitolo.

In quella tagliata comparivano Irina e *************** (numero casuale di aterischi)

Eh, eh

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