- 20 - Arma non letale

Con un balzo esplosivo, Flavia cacciò un urlo e si scagliò con tutto il proprio peso in avanti per picchiare il torso di Cristina. Questa conosceva bene l'agilità e la tecnica della compagna, e il suo riflesso sarebbe stato quello di stringere i denti, o battere le palpebre, o trattenere il fiato, o irrigidire le gambe, ma non aveva avuto il tempo nemmeno per accorgersi che le era arrivata addosso.

Già altre volte era capitato che i colpi di Flavia si fossero fatti sentire, oltre il busto di protezione, sul suo abbondante seno. Nonostante i quasi trenta centimetri di altezza e i venti chili di peso che aveva di vantaggio su di lei, si era trovata spesso a barcollare all'indietro, sbalzata dalla propria solida posizione di guardia, quando Flavia la centrava con troppa irruenza.

Flavia portò il colpo a segno in un gesto fulmineo, calibrando perfettamente la pressione al momento dell'impatto, quindi riprese la propria guardia. Cristina avvertì il colpetto sul busto e, mentre l'ondata di adrenalina le attraversava il corpo, si rallegrò del gran controllo della sua avversaria. L'istante immediatamente successivo, si stizzì con sé stessa per essersi fatta sorprendere in quel modo.

Il loro compagno di allenamento che arbitrava l'incontro fermò il combattimento per assegnare il punto.

«Ippon!» decretò. «Incontro a Flavia, avanti l'altra coppia...»

Cristina sciolse l'acconciatura allentata da tanto movimento e precedette Flavia nel lasciare il quadrato dei combattimenti. Andarono in un'altra zona del dojo per riprendere ad allenarsi in coppia, alternandosi su tecniche prestabilite. In mezzo alle urla delle altre coppie che battevano il tatami a suon di balzi e scatti, si misero nuovamente una di fronte all'altra.

Con il fermaglio tra le labbra, Cristina attorcigliò la propria criniera scura e la compresse bene prima di fissarla di nuovo sopra la nuca.

Notando le estese chiazze di umido sotto le braccia sollevate della compagna, Flavia sentì il bisogno di asciugarsi il viso e infradiciò ulteriormente la manica già bagnata, ma nel tempo che impiegò a sollevare i guantini pronta a parare, nuove gocce di sudore avevano già cominciato a solleticarle la fronte.

«Sei allegra per una che ha appena perso un combattimento» notò.

«È che sto pensando ad altro...» ammise Cristina, poi urlò nel portare l'attacco alla sua compagna: «Kyaaai!»

Flavia indietreggiò leggermente per smorzare il colpo con la mano, e fu il suo turno eseguire la tecnica. «Si vede, sei un po' distratta stasera» disse prima di portare il colpo. «Kyaaai!»

A parti invertite, Cristina indietreggiò per intercettare il pugno di Flavia e quindi prese posizione per ricominciare. «Mi hanno assegnato un progetto importante all'Università la Sapienza.»

«Importante?»

«Se le cose vanno bene... Kyai! ...gran parte delle guerre potrebbero sparire, ci pensi?»

«Kyaai!» attaccò Flavia, «...è troppo segreto per dirmi di che si tratta?»

Cristina sorrise mentre preparava di nuovo la propria tecnica.

«In realtà sì... però posso dirti che anche quest'anno posso rimanere a Roma e allenarmi con te... Kyai! Per almeno un anno lavorerò alla Facoltà di Statistica.»

Flavia tirò le somme: il progetto interfacoltà dei militari stava reclutando Cristina. Pensò che fosse ora di avvicinarla a Flavio, che forse poteva ancora costruirsi qualche possibilità per riuscire a intrufolarsi nel progetto.

«Davvero? Io ho un amico che dovrebbe laurearsi presto in statistica... Kyai!»

«Nessuno si laurea presto in statistica...»

«Lui sì... è un genio. È anche avanti con gli esami.»

«Sei sicura?» dubitò Cristina.

«Certo, lo conosco da una vita.»

«Da prima di me?»

«Sì.»

Cristina guardò l'amica cercando di nascondere la propria curiosità.

«Non me ne hai mai parlato!»

«Non ci frequentiamo granché, in realtà»

«Però ti interessa...» sorrise con uno scintillio allusivo nello sguardo.

Flavia pensò che in fondo era così, ma come avrebbe potuto spiegare a Cristina come stavano davvero le cose? Semplicemente non poteva, le loro docce in spogliatoio non sarebbero più state le stesse.

Cristina portò avanti il proprio attacco e i riflessi di Flavia si accesero appena in tempo per salvare il naso di Claudia.

«Non è come credi...»

«E com'è?»

«Un giorno te lo farò conoscere.»

L'istruttore Fabriani soffiò nel proprio fischietto mettendo fine a tutte le urla che pervadevano il dojo.

«Via le protezioni e sediamoci un attimo...» diede disposizione. «Cristina e Flavia, è troppo disturbo chiedervi di lasciare il vostro salottino e unirvi a noi?»

Cristina sorrise imbarazzata. «Scusi, sensei... Flavia mi spiegava un po' di tattica da usare negli incontri.»

«Certo... come no, incontri del terzo tipo col sesso opposto, vero?» ironizzò Fabriani. Attese che tutti si sistemassero sul tatami e poi riprese la lezione.

«Nel tempo che ci rimane stasera voglio che vediamo un po' le tecniche di rianimazione. Come praticanti di arti marziali, è importate che sappiate affrontare certo tipo di emergenze. Se mai vi capitasse un incidente di qualche tipo, e facciamo tutti gli scongiuri possibili, è meglio per tutti quanti che nessuno ci lasci le penne, anche quando vi ritrovate a dovervi difendere sperando di non fare male a qualcuno...»

«Ehi, ti è mai capitato?» bisbigliò Cristina a Flavia che le stava seduta accanto.

«No, io la mia dose di maniaci l'ho già avuta prima di iniziare con il karate.»

«Sì, è sempre così, ci capita un'aggressione che ci convince a imparare le arti marziali e poi, dopo anni di allenamento, stai a chiederti "ma chi me l'ha fatto fare di spendere un mucchio di soldi e sudore per nulla"?» scherzò.

«Meglio così, no?» bisbigliò Flavia mentre l'istruttore proseguiva con l'introduzione.

«Già, per fortuna!» confermò Cristina. «Trovarsi a fare la respirazione bocca a bocca a uno che ha appena tentato di violentarti sarebbe il colmo.»

«Cristina!» chiamò Fabriani. «Tu che sei già un'esperta con tanto di addestramento militare, vai a prendere il manichino, per favore, così ci spieghi un po' la rianimazione cardiopolmonare e vediamo se riusciamo a fare tutti un po' di pratica.»

Mentre Cristina si affrettava ad uscire dal dojo, un ragazzo poco più giovane di Flavia alzò il braccio e prese la parola. «Sensei, ma sulla respirazione bocca a bocca non sarebbe meglio allenarsi a coppie?» propose suscitando qualche risata.

«Ma certo! Ottima idea, non ci avevo pensato...» concordò Fabriani. «Facciamo così: a turno, tutti in coppia con il manichino!»

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