«8»

«Buongiorno...» Delia aprì lentamente gli occhi e vide immediatamente il viso di Cristian che le sorrideva radioso. Le schioccò un bacio sulle labbra, mentre lei mugugnava qualcosa insonnolita. «Che ora sono?»Domandò confusa. «Le sette.» rispose lui alzandosi dal letto per recuperare i suoi vestiti. Il cervello di Delia lentamente le mostrò i ricordi della notte prima e la ragazza si coprì imbarazzata il volto con la coperta. Realizzò che non era stato un sogno, ma era successo tutto veramente.

«Tutto bene vero?» Cristian le tolse la coperta per poterla guardare negli occhi. Delia notò un velo di preoccupazione sul suo viso e scosse la testa per rassicurarlo. «Mai stata meglio. Stavo solo pensando a me...e poi te... qui insieme... a ieri...» Balbettò senza capire nemmeno lei il senso delle sue parole. Lui le sorrise sollevato. «Ora siamo"noi".» Precisò infilandosi i boxer. «Devo andare in caserma.Parlerò con un amico per l'operazione di Gaia.» Continuò finendosi di vestire. Delia annuì mentre la preoccupazione, che la notte scorsa era sparita, riaffiorava nuovamente in superficie.«Ehi!» Esclamò lui inginocchiandosi davanti al letto per poterla guardare dritta negli occhi avendo intuito le sue ansie. «Ti ho detto che mi prenderò cura io di voi. Lo sai che mantengo le promesse.» Asserì accarezzandole dolcemente un braccio nudo e scatenandole una miriade di brividi. «Grazie...» Ringraziò Delia sporgendosi per baciarlo. Improvvisamente si sentiva più leggera, si fidava completamente di lui e sapeva che insieme avrebbero potuto affrontare ogni cosa.

«Ci vediamo più tardi...» Sussurrò lui e controvoglia uscì dalla stanza e poi dall'appartamento lasciando Delia sola con i suoi pensieri. Erano anni che non si sentiva così felice e spensierata. Cristian era l'uomo perfetto per lei, conosceva tutte le sue paure e c'era sempre stato. Una strana sensazione si impadronì di lei.Se effettivamente facevano sul serio doveva dirlo a Gaia, sicuramente la bambina ne sarebbe stata felice, ma se le cose fossero andate male ne sarebbe uscita distrutta, come lei d'altronde.

Scosse la testa cacciando quei pensieri, essere pessimisti non era utile a nessuno. Cristian era rimasto sempre con loro, senza mai avere nulla in cambio le cose non poteva di certo cambiare proprio ora. Ricordò le parole del ragazzo della notte prima "Lo sono sempre stato".Era sempre stato suo, che lei lo volesse o meno e forse nel profondo anche lei sapeva che non avrebbe potuto stare con un uomo che non fosse stato lui. Ora finalmente era accaduto e aveva intenzione di vivere il tutto alla luce del sole, poteva essere finalmente felice e condividere questa felicità con qualcuno, il suo Cristian.

***

Nei giorni a seguire Cristian trovò una clinica privata che operò Gaia nel giro di una settimana. Durante la convalescenza della bambina Delia si prese dei giorni di ferie per starle vicino. Cristian passò tutto il suo tempo libero con loro anche se spesso arrivava molto stanco dal lavoro. Aveva deciso di pagare lui l'operazione della piccola e nonostante non volesse che Delia gli restituisse niente, la donna continuava a ribadire che si trattava di un prestito e che prima o poi gli avrebbe reso fino all'ultimo centesimo. Nemmeno Cristian navigava nell'oro, ma vivendo da solo e lavorando sodo aveva messo via qualche risparmio ed era felice che finalmente quei soldi fossero serviti a qualcosa di veramente utile, li riteneva ben spesi.

«Mamma,Cris rimane a dormire qui anche stanotte?» Gaia era tornata da qualche giorno a casa propria e aveva notato che tra Cristian e Delia qualcosa era cambiato. «Se per te non è un problema si, altrimenti gli dico di andare a casa sua.» Rispose la madre titubante rimboccandole le coperte. Non aveva ancora affrontato il discorso insieme a sua figlia e non sapeva nemmeno da che parte iniziare. La bambina scosse la testa velocemente. «No, no può restare. Lui è mio amico.» Delia sorrise e si schiarì la voce, era arrivato il momento di parlarne. «Cosa ne penseresti se io e Cristian... si insomma... Ti andrebbe se noi passassimo più tempo insieme... come...come una famiglia?» Balbettò indecisa sulle parole giuste da usare per non ferire la sensibilità di Gaia. La bimba la guardò per un attimo confusa, poi si concentrò per registrare meglio le parole della madre. «Cristian diventerà il mio papà?» Domandò cauta.Delia le accarezzò una guancia. Gaia non aveva mai visto il suo padre biologico, nemmeno in foto. Di lui sapeva solo che abitava lontano e che non poteva stare con loro. «Non proprio... però si occuperà di te come fanno i papà delle tue amichette.» Cercò dispiegare Delia. Gaia sorrise raggiante, in cuor suo voleva un gran bene a Cristian. «E si prenderà cura anche di te?» Domandò la bambina. Delia le sorrise e annuì mentre la consapevolezza di quell'affermazione le scaldava il cuore. «Ora dormi però che è tardi.» Aggiunse dandole un dolce bacio sulla fronte dopodiché uscì dalla stanza della bambina spegnendo la luce.

Raggiunse Cristian in sala che nel frattempo si era appisolato sul divano. Si sedette accanto a lui incerta se svegliarlo o meno. Nell'ultimo periodo lo aveva visto molto provato, ma dopo quella prima notte insieme aveva notato che sembrava più sorridente del solito.Cristian allungò le braccia verso di lei e l'afferrò avvicinandosela a sé. «Mi sei mancata...» Sussurrò immergendo il volto tra i suoi capelli e assaporandone l'odore. «Sono stata via solo pochi minuti...» Si lamentò scherzosamente lei stringendosi a lui. «Ti ho sentito parlare con Gaia...» Ammise lui allontanandola quel tanto che bastava per guardarla negli occhi. «Già...» Rispose lei accoccolandosi sul petto del ragazzo e lasciandosi cullare da lui. Cristian le diede un tenero bacio sulla testa. «Credo tu abbia usato le parole giuste.» Affermò lui baciandola con trasporto.Rimasero a coccolarsi in silenzio per un po' ognuno perso nei propri pensieri.

Cristian diede un'occhiata all'orologio appeso alla parete della stanza e sbuffò sonoramente. «Fra un'ora devo andare al lavoro.» Spiegò a Delia che aveva girato la testa per guardarlo interrogativa.«Ancora? Ma non state facendo troppe ore?» Chiese la donna preoccupata. Lui le accarezzò una guancia e lei chiuse per un momento gli occhi per godersi il suo tocco. «Purtroppo c'è un'epidemia d'influenza in caserma. Quindi ci fanno fare i doppi turni per coprire gli assenti. Dobbiamo assicurare il servizio sempre e comunque.» Spiegò con semplicità. «A che ora è domani mattinala visita di controllo dello scricciolo?» Cambiò discorso lui.«Alle nove.» Rispose lei fiera di aver trovato un uomo che tenesse così tanto alla propria figlia. «Accidenti! Non credo di far in tempo ad accompagnarvi.» Esclamò realmente dispiaciuto. Lei gli prese la testa fra le mani e gli sfiorò le labbra con le sue. «Non c'è bisogno che tu venga, possiamo cavarcela. Si tratta solo di un controllo.» Lo tranquillizzò e vide il dispiacere lasciare il suo viso lasciando spazio ad un timido sorriso. «Le mie donne hanno sempre bisogno di me!» Sentenziò alzandosi di scatto e caricandosi Delia su una spalla che non riuscì ad evitare di fare un urletto dalla sorpresa. «Cosa fai???» Ridacchiò la ragazza mentre lui la portava in camera da letto. «Ti mostro perché hai bisogno di me!».

***

La visita di controllo di Gaia il giorno dopo andò molto bene. Una volta uscita dall'ambulatorio Delia mandò un messaggio a Cristian che prima di andare a lavorare la sera precedente si era raccomandato centinaia di volte di tenerlo informato sull'esito.

Dopo qualche secondo il suo cellulare squillò ed il nome di Cristian apparve sulla schermata. «Ciao!» Rispose lei sorpresa della celerità del ragazzo. «Ehi...» Sussurrò lui con un filo di voce.«Tutto bene? Ti sento strano? Ti ho mandato un messaggio perché pensavo dormissi.» Disse Delia velocemente facendosi prendere dall'ansia. Lui dall'altra parte tossì. «Sono appena tornato a casa, volevo sentirti prima di andare a dormire.» La tranquillizzò lui con voce dolce. Un sorriso si formò sul viso di Delia senza che lei se ne rendesse conto. «Ci vediamo più tardi?» Domandò speranzosa lei. «Non lo so, ho un paio di cose da fare. Magari ci sentiamo questa sera ok?» Rifiutò lui cercando di non sembrare troppo brusco. «Ok...» Farfugliò lei stupita della risposta evasiva. Parlarono un po' della visita di Gaia e poi si salutarono frettolosamente.

Delia rimise il telefono in borsa, mentre nella sua testa si ripeteva la conversazione appena avvenuta. Sentì un strana nausea impossessarsi di lei mentre la sua immaginazione lavorava a mille su cosa potesse avere Cristian. Sfortunatamente ogni messa in scena creata dalla sua mente finiva con lui che la lasciava.

Fece dei respiri profondi per calmarsi. Cerco di autoconvincersi che la sera prima era andato tutto bene e che quindi non poteva essere niente di grave, eppure una strana sensazione di stava facendo largo dentro di lei. L'aveva già provata una volta e non ne era uscita per niente bene.


★R

[...Tu mi spiazzi, ogni volta che mi guardi, mi parli persa nei tuoi traguardi.
Lo voglio fare davvero basta un attimo, lo voglio fare davvero se so che ti ho, non c'è situazione che spaventa, solo con te quella voglia che ritorna.Solo con te, ogni giorno ti trovo nel mio mondo se stai con me, non c'è bisogno neanche di pensare... 
E svegliarsi la mattina, con la voglia di parlare solo con te, e non è niente di speciale ma questo mi fa stare bene, solo con te solo conte...] 


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